giovedì 16 ottobre 2008

Song For My Father

Horace Silver Quintet

Horace Silver — piano
Carmell Jones — trumpet
Joe Henderson — tenor saxophone
Teddy Smith — bass
Roger Humphries — drums

(1964)

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lunedì 13 ottobre 2008

La Chanson de Prévert

Serge Gainsbourg



Oh je voudrais tant que tu te souviennes
Cette chanson était la tienne
C'était ta préférée
Je crois
Qu'elle est de Prévert et Kosma

Et chaque fois les feuilles mortes
Te rappellent à mon souvenir
Jour après jour
Les amours morts
N'en finissent pas de mourir

Avec d'autres bien sûr je m'abandonne
Mais leur chanson est monotone
Et peu à peu je m' indiffère
A cela il n'est rien
A faire

Car chaque fois les feuilles mortes
Te rappellent à mon souvenir
Jour après jour
Les amours morts
N'en finissent pas de mourir

Peut-on jamais savoir par où commence
Et quand finit l'indifférence
Passe l'automne vienne
L'hiver
Et que la chanson de Prévert

Cette chanson Les Feuilles mortes
S'efface de mon souvenir
Et ce jour là
Mes amours morts
En auront fini de mourir


[Paroles et Musique de Serge Gainsbourg (1961)]

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martedì 7 ottobre 2008

Il T.A.R. si pronuncerà sul P.I.I. di Via Monte Sabotino il 4 dicembre 2008

Salvatore Ricciardi

Il Presidente del T.A.R. Lombardia - Sezione di Milano ha fissato per il 4 dicembre 2008 l'udienza pubblica di merito per dibattere il ricorso presentato da alcuni cittadini avverso le delibere:

- del Consiglio Comunale di Limbiate n. 86 del 20 dicembre 2007 (approvazione del Programma Integrato d'Intervento "Sabotino";

- della Giunta Comunale di Limbiate n. 111 del 21 maggio 2008 (modifica del termine per la cessione delle aree private urbanizzate del P.I.I. "Sabotino").

Attendiamo quella data con la serena fiducia che fra circa sessanta giorni la fine della settimana dell'Immacolata e di Sant'Ambrogio per alcuni brutti ceffi (ché tali restano, anche se fanno di tutto per azzimarsi e imbellettarsi) non sarà affatto piacevole.

Intanto, ci stiamo già attrezzando per la battaglia contro un altro folle progetto, il "piano di recupero" di Villa Medolago, che, se attuato, aggraverà ulteriormente il disastro del territorio di Limbiate (anche se viene mistificato con paroline come "restauro", "conservazione" e "ristrutturazione", che messe insieme fanno un triste ossimoro).

Faremo di tutto affinché nessuna delle due frazioni del partito del cemento limbiatese (Fortunati, Campisi, Caturelli, costruttori loro amici - per quella attualmente minoritaria; Romeo, l'assessore ossimorico sempre agghindato come un necroforo, tutte le ditte più o meno occulte e impresentabili che li sostengono - per quella attualmente maggioritaria), che già si stanno accapigliando per spartirsene l'orrido vanto - faremo di tutto affinché non riescano a lasciare alle generazioni future un'altra desolante testimonianza dell'incultura, della dissennatezza politica, della totale mancanza di lungimiranza e di senso della società, del sottilissimo spessore delle loro figure.

(Quando mai sarà ripristinato l'ostracismo?).

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domenica 5 ottobre 2008

[Un esempio per Limbiate] Il Gabibbo e le Torri d'Albenga: per il giudice nessuna diffamazione

Giovanni Ciolina

[Da «Il Secolo XIX» (Genova), 3 ottobre 2008]


"L'esercizio di critica può usare espressioni anche lesive della reputazione altrui, purché siano sempre collegate a manifestare dissenso ragionato dall'opinione presa di mira e non comporti lesioni gratuite". Su questo punto si basa il giudice Alberto Princiotta del tribunale di Albenga per motivare la sentenza con cui ha respinto la richiesta danni (200 mila euro, oltre a 50 mila euro per danno esistenziale) della Progetto Ponente srl, la società composta dall'Arte e dall'imprenditore Nucera, nei confronti di Antonio Ricci e di Mediaset per un servizio andato in onda il 25 aprile 2007 nel corso della trasmissione Striscia la notizia. Un castello difensivo seguito anche dal collegio difensivo di Antonio Ricci (i legali milanesi Salvatore Pino e Bartolo Antoniolli, oltre l'alassino Alberto Sambi).

In parole povere il giudice non ha ritenuto che i metodi e i commenti "talvolta in forme esuberanti" del Gabibbo e della trasmissione satirica di Canale 5 abbiano leso la reputazione dei soci della Progetto Ponente che nell'area dell'ex ospedale Misericordia di Albenga aveva intenzione di realizzare due torri residenziali. La trasmissione di Antonio Ricci aveva addirittura utilizzato un elicottero per evidenziare il presunto impatto ambientale del progetto edilizio sulla città. E nel corso della puntata erano stati inseriti i commenti di Vittorio Sgarbi e Philippe Daverio, il primo dei quali aveva fatto ricorso ad espressioni colorite per evidenziare il suo pensiero. Metodi che i legali della Progetto Ponente (Massimo Zorzoli Volpi e Francesco Ruffino) avevano considerato eccessivi, sbagliati e diffamatori.

Nella sentenza depositata il 22 settembre il giudice Princiotta ha evidenziato come "la critica di Ricci sia stata argomentata in modo razionale e sulla base di effettivi presupposti di fatto, tanto che la stessa società Ponente riteneva ammissibili giudizi fortemente negativi espressi da Sgarbi e Daverio" e dopo aver respinto il ricorso della Ponente le ha imposto il pagamento delle spese processuali. Con l'avvio della causa, è decaduto anche il progetto edilizio e qualche mese fa la Ponente ha messo all'asta l'ex ospedale.


[Si può vedere il video che avevano tentato d’incriminare cliccando sul seguente indirizzo:



[Vale la pena di riportare l’articolo del "Secolo XIX", sia per la sentenza di cui parla: la non perseguibilità dell’uso di espressioni “colorite” (ma semanticamente azzeccatissime, come spesso è proprio del linguaggio popolare, anche scurrile) all’interno di una critica ragionata; sia per gli altri fatti ai quali fa riferimento: fra questi, il progetto dissennato – ma che sarebbe stato copiosamente fruttifero per gli speculatori e i loro compari - di costruire non due, ma quattro torri residenziali nel centro storico di Albenga (come correttamente diceva il servizio di "Striscia la notizia"). Ma è l’altra notizia che deve essere sottolineata: è bastato che del folle progetto si cominciasse a discutere, oltre che nella società, anche in tribunale, seppure solo in riferimento ad una istanza per presunte lesioni alla reputazione di alcune persone, che il progetto fosse ritirato. Evidentemente conteneva aspetti (violazioni di leggi?) tali da far ritenere ai suoi promotori che non era il caso di cominciare a discuterne, nemmeno "di striscio", di fronte ad un giudice (il quale, come dovrebbe esser noto, appresa una notizia di reato ha l’obbligo di procedere).

Limbiate non è Albenga, ma a Fortunati e a Campisi (Piazza della Repubblica, ma non solo) e a Romeo e al suo ossimorico assessore sempre agghindato come un necroforo (Via Sabotino e Via Belluno, ma non solo), probabilmente fischiano le orecchie. Nei progetti edilizi speculativi è prassi costante, e probabilmente condizione necessaria, la violazione delle leggi, anche penali (altro che “scelte politiche” discrezionali, delle quali straparla l’assessore in ogni senso ossimorico - principalmente perché costui tutto è, tranne che “un politico”, e nemmeno "un politico" di statura locale!). Ma la violazione delle leggi negli atti pubblici è un comportamento aberrante, che deve essere perseguito dai cittadini ai sensi di legge, con azioni pubbliche (e quindi eminentemente democratiche e politiche) nei tribunali, nei quali le violazioni delle leggi non si possono gabellare, come si può fare sui fogli locali compiacenti, farfugliando “io difendo le mie scelte politiche”!

L’ultima notizia (ma anche il resto) dovrebbe valere, se egli avesse una seppur piccola capacità di apprendimento, anche per quel minuscolo ma presuntuosissimo mito locale, somaro in democrazia e connivente con gli speculatori, che risponde al nome di Campisi, il quale di recente ha gesuiticamente blaterato di “funzione esemplare”, a proposito delle azioni contro un paio di P.I.I. presso la magistratura (che lui ha tentato invano di sabotare), ma per sminuirne subito dopo il valore, sia cercando d’inventarsi degli autori di comodo (che a Limbiate nella lotta politica qualcuno promuova una prassi di democrazia diretta e partecipativa – nella quale le rendite di posizione o addirittura nominalistiche non solo contano meno del due di picche, ma addirittura vengono investite da una critica esplicita o implicita da sinistra - è molto peggio, per lui, del fumo negli occhi); sia mistificando che la critica (si fa per dire) sua e del suo partito finto “va ben oltre gli aspetti di conformità giuridica ecc. ”: che sapore di rancido, di stantio, di muffa, hanno queste bolle d’aria in purissimo stile mistificatorio vetero-PCI! [v. Il mercato delle vacche]. Tornerò presto su tutta questa “vecchia merda” ideologica (l’espressione è di Karl Marx). Per il momento basti dire che la critica dei vari Campisi NON “VA BEN OLTRE”, BENSÌ RESTA LARGAMENTE AL DI QUA “degli aspetti di conformità giuridica”. Per la seguente banalissima ragione: CAMPISI & C. NON POSSONO FARE DIVERSAMENTE, POICHÉ SONO AL SERVIZIO DI QUELLI AI QUALI NEL PASSATO RECENTE, GOVERNANDO, HANNO GARANTITO AFFARI LUCROSISSIMI CHE OGGI CONTINUANO A PROTEGGERE DALL’OPPOSIZIONE FINTA, IN CAMBIO DELLA QUALE ALCUNI LORO SODALI SONO, O SARANNO, COMPENSATI CON LAUTE PREBENDE E/O FUTURE COMPARTECIPAZIONI.


È noto che i parenti dell’impiccato non amano che si parli di corda nella sua casa, ed è ben comprensibile che, per le stesse ragioni, non voglia parlarne la persona stessa che teme di essere impiccata, ma è ora di scoperchiare certi sepolcri imbiancati (S.R.)].


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sabato 4 ottobre 2008

This Land Is Your Land

Los Lobos-Grateful Dead


[Vedi e ascolta la versione originale di Woody Guthrie: This Land Is Your Land]

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Nuove cialtronerie di un cementificatore fallito, connivente, invidioso e indecente

Salvatore Ricciardi

Già più volte ho disvelato la vera natura politica della Guida e Grande Timoniere del PD locale, quel tale ragazzotto malcresciuto che di cognome fa Campisi. Gli avevo suggerito un ravvedimento operoso e gli avevo offerto anche un’occasione concreta. Ma lo sventurato non rispose (e in realtà io non mi illudevo affatto che potesse avvenire il contrario) [v., fra gli altri, Cialtronerie "Quattro Stagioni" di un cementificatore fallito e connivente]. Ma si sa: se a proposito di grandi fatti e grandi personaggi la critica è una fatica di Sisifo, nemmeno a proposito di minuscoli miti locali c’è da sperare che il lavoro possa mai avere fine.

Dopo essere stato promotore, già in tenera età, della prima grande colata di cemento su Limbiate (il mostro della ex Piazza della Repubblica); dopo aver allegramente contribuito alla politica del piccolo conducator Fortunati, che ha preparato e iniziato la distruzione dell’ambiente naturale, culturale, civile, politico e sociale di Limbiate, ora costui patisce la frustrazione di tutti quelli che sono stati costretti al fallimento da una concorrenza ben più agguerrita.

(Qualche tempo fa il poveretto, come spiegazione delle sue malefatte mi ha dato per iscritto la desolante giustificazione che, allora, aveva accettato il ruolo di burattino-capogruppo del PDS perché era un “ragazzo curioso”! Come reagire a tanta invereconda impudenza? Arrossargli le posterga? Prevalse invece la pietà, e in quell’occasione nemmeno gli risposi).

Come tutti i falliti, il cementificatore costretto all’inattività Campisi è consumato dal rancore verso chi lo ha costretto al fallimento e roso dall’invidia per i loro successi. Come tutti i falliti, egli vorrebbe continuare la sua attività, e smania dalla voglia di dimostrare che se fallì la colpa fu solo del destino cinico e baro, che lui sarebbe più figo dei concorrenti che, come avviene nel mondo degli affari, lo hanno fatto fuori senza tanti complimenti insieme al suo rozzo mentore. L’ansiosa ricerca di modi per rassicurare il pubblico dei potenziali acquirenti non gli dà pace. Se solo gli si desse un’opportunità, egli questa volta non li deluderebbe… e, come capita regolarmente a simili sciagurati, la smania e l’ansia, unite alla frustrazione, lo spingono fino alla perdita di ogni decoro.


Le locuste che devastano Limbiate da sette anni hanno annunciato una delle prossime grandi mega-speculazioni edilizie, quella che dovrebbe "restaurare, conservare e ristrutturare" la Villa Rasini Medolago. E cosa fa il Michelangelo che pecca di blasfemia innanzi tutto contro il suo nome? Cosa dice il Messaggero di Dio che sproloquia anche quando parla del tempo? Innanzi tutto svolge la funzione che il partito trasversale del cemento gli ha assegnato già nel 1996, e spellandosi le mani si sgola: “Tutto bellooo! Tutto bellissimooo!” Poi, disbrigato il lavoretto di capo-claque (per il quale si compensa da solo con l’auto-promessa che fra trent’anni forse si appenderà al collo una fascia tricolore) si mette subito a vantare i suoi meriti di quand’era un cementificatore in servizio permanente effettivo, anche se solo con il grado di burattino-caporalmaggiore: ”Sono io che ho votato la variante al PRG e alle NTA che oggi consentono [la forma verbale è di Campisi; ndr] un recupero della villa ad attrezzature ricettive nel rispetto delle sue sembianze originarie! Non dimentichiamolo, neh?” [v. Il dottor Vermilione psicanalista santone]. Vi ricordate la parodia di Corrado Guzzanti-Rutelli (”Berlusco’! Ricordate delli amici! Ricordate de chi t'ha vvoluto bbene! Mannaggia!”)? [cercate su You Tube: "Ottavo Nano - Guzzanti imita Rutelli" (verso la fine del video)]. Campisi ce ne dà una versione locale.

Dopo, il nostro passa alla recita della parte del Catone limbiatese che scambia il Garbogera per le Terme romane. Ma che cosa censura? La contraddizione dei termini “restaurare” e “conservare” con “ristrutturare”, che già denoterebbe il carattere speculativo del “piano di recupero d’iniziativa privata”? L’operazione che accentuerà il carattere di corpo separato di una villa edificata nei secoli passati con il sudore dei contadini di Limbiate, che così continuerà ad essere estranea al tessuto urbanistico già tanto sconnesso di Limbiate? Oppure il fatto che un’altra enorme ondata di traffico si abbatterà permanentemente su strade strettissime e su una zona di Limbiate che già si trova sotto una cappa mefitica di scarichi di automobili? Ma no, via! Cosa diavolo andate a pensare? Queste sono ambasce da comuni mortali.

Il tronfio giovanotto, con la solita insopportabile demagogia che gli è consustanziale, si preoccupa invece della fama di delinquente dello speculatore, il ciarlatano (così a suo tempo lo definì Cesare Musatti) e pseudo-psicoanalista di origini calabresi Armando Verdiglione [1], e dei prezzi che dovranno pagare i ricchi che dormiranno e pranzeranno nella struttura alberghiera che sarà ospitata nella villa. Come se un capitalista con la fedina penale immacolata rendesse più accettabile la natura del “piano di recupero” (alla rendita immobiliare!); come se prezzi più contenuti integrassero finalmente nella vita urbana (quella dei cittadini comuni) una struttura che per secoli è stata una specie di “Città proibita”!

Gli si deve riconoscere, però, che la rivendicazione della paternità della variante al PRG la fa a giusto titolo. Se continueremo a guardare solo da lontano (dal cancello di Piazzetta delle Mimose) la facciata della Villa Medolago restaurata nelle “sue sembianze originarie”, dobbiamo ringraziare, fra gli altri, anche costui, che per analogia con certi animali da soma che rischiano l’estinzione, se qualcosa stuzzica la sua vanagloria, si eccita ed esibisce tranquillamente le sue vergogne (e che in fatto di cultura urbanistica non va oltre “il rispetto delle sembianze originarie”). Prima dell’avvento, grazie ad una lista di non limbiatesi che prese un numero di voti inferiore di due terzi al numero minimo delle firme (tutte fornite da altri partiti) necessarie per la sua presentazione, e grazie ad accordi fatti con tutti i diavoli, compresi inverecondi ex-assessori “allo sporto”, poi in vario modo lautamente ricompensati, anche e soprattutto con molti cambi di destinazione di aree prima riservate ad usi pubblici – prima dell’avvento di personaggi con la statura e la preclara intelligenza politica dei vari Fortunati, Caturelli, De Leo (costui esordì proclamando: “l’attività del Comune sarà guidata dal principio della ‘customer satisfaction’!” [soddisfazione del cliente]) e del loro allievo sciocco Campisi, la villa era destinata ad usi pubblici e il suo parco a verde. Chi votò il cambio della destinazione d’uso fu appunto la giunta della quale il vanesio ora frustrato era il docile burattino.

La conservazione del vincolo avrebbe invece portato, prima o poi, all’acquisizione della villa al patrimonio pubblico, che amministratori meno cialtroni e peracottari dei sunnominati avrebbero realizzato facilmente (e che ciò fosse possibile lo dimostrerebbero, per esempio, le varie vicissitudini della proprietà) grazie alla valanga di milioni di euro (di oneri di urbanizzazione e di monetizzazioni di aree standard) che sono stati riversati su Limbiate con le grandi operazioni edilizie avviate proprio dalla giunta Fortunati, e che invece già allora cominciarono ad essere sperperati in operazioni di pacchiano restyling urbano.

Pochi giorni fa il nostro stenterello, nel tentativo di sminuire e squalificare il lavoro di chi, come me, fra altre battaglie politiche ne combatte alcune (vere, non finte) anche per far rispettare le leggi urbanistiche e penali, ha scritto una serie di bestemmie politiche e di manifestazioni d’ignoranza di cosa è la democrazia (che egli confonde con gli interessi di chi manovra le macchine-partito, compresa quella a pedali che lui “guida” a Limbiate – ma spero di trovare il tempo di ritornarvi), oltre ad alcuni borborigmi che ha denominato “visione complessiva e coordinata del territorio”, “programmazione demografica e dei servizi”, “prospettiva generale con lo strumento del PGT” (versione attuale del PRG) [v. Il mercato delle vacche]. Chi cercasse esempi di reali comportamenti politici mistificati con fumogene frasi nobilitanti (per l'appunto: la cementificazione di Piazza della Repubblica e la destinazione ad usi privati della Villa Medolago, fra i primi; e la “visione complessiva e coordinata del territorio”, la “programmazione demografica e dei servizi”, la “prospettiva generale con lo strumento del PGT”, fra le seconde), ne troverebbe a bizzeffe, costantemente squadernati, nei comportamenti politici e nelle parole di questo pallone gonfiato – e potrebbe così risparmiarsi la fatica d’imparare sulla Fenomenologia dello Spirito di Hegel la differenza tra “parvenza fenomenica” ed “essenza” e sulle opere di Marx il significato di termini come “essere sociale” e “ideologia come falsa coscienza”.


Note

[1] L’inflazione di personaggi di origini calabresi più o meno dirette (Romeo, Bova, Campisi... ora anche Verdiglione!) che a Limbiate deturpano in vari modi l’immagine della regione nella quale sono nato ha ormai raggiunto livelli intollerabili. Lancio la proposta di fondare al più presto il “Circolo degli altri calabresi”, per fare qualcosa per dimostrare che non tutti i calabresi-limbiatesi o i loro discendenti sono come i nominati, ma ne esistono anche altri (e sono la grandissima maggioranza) che praticano una diversa antropologia.


[Ascolta e vedi Giovanna Marini in Io vorrei ...]

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