Alta tensione e sonnolenza postprandiale
Sono passati più di due mesi
dall’epica marcia di duecento metri “per la salvaguardia del Parco delle
Groane” [v. i primi paragrafi de Il magliaro illusionista], e sono stati, ci rivela un “comunicato stampa” [Via Cairoli: Le proposte dell’opposizione (questo post, che si trovava sul sito web del PD di Limbiate, è stato convenientemente rimosso, per i motivi che risulteranno chiari se si avrà la pazienza di andare avanti nella lettura, dopo la pubblicazione del mio post], mesi durante i quali “è stata alta la tensione relativa al dibattito sul futuro della grande area”.
In realtà nessuno se n’era accorto, ma non se ne può dubitare: le
asinerie, le farneticazioni e le falsità con le quali è farcito questo
ennesimo “comunicato” sgrammaticato testimoniano che la “tensione” è
stata tanto alta da ridurre in cenere il cervello di chi lo ha scritto.
Oltre alla cenere, però, è rimasto dell’altro. Il comunicato, infatti,
serve per lanciare una proposta che esprime con chiarezza la natura vera
di questa gente che dice di essere l’”opposizione”, ma in realtà è
stabilmente a servizio presso alcuni degli speculatori limbiatesi che,
anche se non sono del tutto identificabili con la maggioranza politica
del Comune, partecipano pro-quota (anzi: pro-lotto!) al saccheggio di
Limbiate. Mentre la banda di Romeo e soci procaccia affari per il gruppo
degli speculatori attualmente vincente sul mercato, l’"opposizione"
cura gli affari della parte minoritaria dei pescecani (come li avrebbe
chiamati Giuseppe Scalarini). In sostanza, abbiamo a che fare con
un’altra agenzia di affari immobiliari, diversa dalle altre solo perché
sulla sua vetrina sono esposti un ambientalismo urbano d’accatto e
alcuni progetti “scientifici” ormai svaniti nel nulla.
L’area di via F.lli Cairoli, sulla
quale si vorrebbe costruire una sessantina di appartamenti e un vasto
parcheggio, è stata definita dagli organizzatori della marcetta “la
porta del Parco delle Groane”, “il limite della ragione e della capacità
di urbanizzare in modo consapevole e sostenibile”, ma la brevissima
passeggiata è stata organizzata in modo estemporaneo, quando la variante
proposta dal Comune era già stata adottata da mesi, e dopo la scadenza
del termine per presentare le osservazioni, che sono state presentate ma
non divulgate. Già la considerazione di queste circostanze portava a
formulare qualche interrogativo. Tuttavia ci si aspettava che dopo la
marcia fosse organizzato innanzitutto un grande lavoro di raccolta,
analisi e diffusione delle informazioni, per argomentare compiutamente e
sostenere meglio quelle affermazioni tanto roboanti, e poi altri
episodi di contestazione degli scellerati progetti della banda guidata
dal Tecoppa sub-aspromontano. Ma (ne vedremo più avanti le ragioni)
niente di ciò è stato fatto dal gruppetto di inetti che, per aver
ottenuto qualche “X” sul proprio nome, credono di essere in grado di
fare i rappresentanti popolari e di essere i padroni di tutto il campo
dell’opposizione al centro-destra limbiatese. Questo lavoro non è stato
fatto né dagli ectoplasmi dell’Asinistra, né dalla più importante
Agenzia Immobiliare di Limbiate, coordinata da
Ti-che-te-tarchett-i-ball, né dall’armata Brancaleone che vanta fra i
suoi armigeri un magliaro illusionista e uno statista postelegrafonico.
Non lo ha fatto nemmeno un architetto che, segato a suo tempo da Romeo e
Mestrone, è ai margini del mercato edilizio limbiatese da troppi anni,
ormai, per non avere la smania di rientrarvi, e si guarda bene
dall’infastidire davvero i padroni del vapore (intanto fa il consigliere
comunale di una lista il cui nome più appropriato sarebbe “Città
Morta”). Non lo ha fatto, infine, nemmeno un sedicente “comitato” che ha
promesso di “vigilare” e di organizzare i cittadini contro “la
cementificazione”, ma si dedica, più che ad altro, ad organizzare riffe e
pacciade (e se ne comprende facilmente la ragione: i pensieri e i
movimenti dei quattro - cinque del “comitato”, guidati da quel
ferratissimo leader, da quel militante civico dalla consumata abilità,
da quell’uomo dall’incondizionata lealtà e dalla limpidissima franchezza
che si chiama Mauro Varisco, sono rallentati, oltre che dall’insipienza
e dalla stolidità, anche dalla sonnolenza post-prandiale).
Una bonaccia da Mar dei Sargassi
Ti-che-te-tarchett-i-ball & C.
parlano di “alta tensione”, ma per due mesi abbiamo ascoltato, invece,
solo un placido russare in una bonaccia da Mar dei Sargassi. L’esatto
contrario del lavorìo che si riscontra, in tutto il mondo (anche in
favelas di città brasiliane e in poverissime municipalità indigene
dell’altopiano boliviano), quando i gruppi politici locali e i comitati
di cittadini si organizzano per difendersi dai predoni del territorio e
combattere la speculazione edilizia! A nulla sono valsi alcuni tentativi
di increspare, almeno, questa calma piatta, fatti da me ben prima che
la variante fosse approvata definitivamente dal Parco delle Groane, con
ripetute sollecitazioni ad approfondire la conoscenza della questione.
Queste sollecitazioni, rivolte ad un giovane adepto dell’Asinistra, il
cui spirito, evidentemente, ormai è stato troppo guastato dalla
frequentazione di vecchie cariatidi perché abbia voglia di mettersi a
pensare con la sua testa, e ad una consigliera senaghese di Rifondazione
Comunista, ma rappresentante la Provincia di Milano nel Consiglio di
Amministrazione del Parco delle Groane, sono cadute nel vuoto.
Tanti vincoli, nessuna opposizione
Il sospetto che il vero obbiettivo
della marcetta non fosse la “difesa del verde” era stato rafforzato,
infatti, dall’esame delle caratteristiche di quell’area e dei vincoli
che vi sono posti da una serie impressionante di documenti normativi: il
PRG vigente del Comune di Limbiate; lo stesso Piano Territoriale di
Coordinamento del Parco; il P.T.C. della Provincia di Milano, con il
quale, essendone ancora sprovvista la Provincia di Monza, devono conformarsi
e il Parco e la nuova Provincia; il sistema dei vincoli territoriali
della Regione Lombardia e quelli che lo Stato pone sulle aree ai lati
dei fiumi e dei cimiteri. La semplice lettura della cartografia
reperibile sul web metteva, infatti, e mette a disposizione di chi
voglia organizzare davvero l’opposizione alla variante al P.T.C. del
Parco delle Groane una tale quantità di ragioni forti (poiché sono
corroborate da norme pubbliche) che ne risulta uno iato stridente con la
miseria delle argomentazioni “ambientaliste” della marcetta e con
l’assenza di reazioni alle sollecitazioni di cui parlavo prima. Certo,
si era trattato dell’ennesima, per quanto sporadica, attività di
modestissima manutenzione di un consenso elettorale che per qualcuno si
assottiglia sempre di più, e per altri è ridotto ormai ai minimi
termini, ma la povertà dei suoi contenuti, e il silenzio che ne è
seguito, era troppo povera l’una e troppo assordante l’altro per non
chiedersi quale fosse il vero obiettivo per il quale la marcetta era
stata organizzata.
Spartizione del mercato edilizio limbiatese
Ora tutto è (più) chiaro: la
“variante” per l’area di via F.lli Cairoli in realtà è (e non poteva
essere diversamente!) un’operazione mirata e concordata
che permetterebbe a una serie di soggetti (ma non alla collettività,
come sarà chiaro fra poco) di raggiungere ciascuno i propri obbiettivi.
L’operazione serve sia a coloro che occupano il mercato dell’edilizia,
che a quelli che occupano il mercato della politica limbiatese, legato
organicamente al primo. Serve alla banda di procacciatori d’affari che
ha in mano il Comune e cura gli interessi di alcuni soggetti che non
vogliono essere troppo disturbati mentre mangiano la parte più grande
della torta edilizia di Limbiate, e sanno bene che per essere lasciati
tranquilli devono cederne una parte ad altri (altrettanto) affamati di
territorio. Serve all’Agenzia Immobiliare “Opposizione”, una sezione
della quale è costituita dal “PD Limbiate”, che si occupa degli affari
di palazzinari ai quali in questo periodo spetta, per ragioni
elettorali, la parte minore della torta, mentre un’altra sezione è
costituita dall’Asinistra, legata a palazzinari della stessa risma (dai
quali spera di farsi pagare anche la prossima campagna elettorale).
Serve all’architetto messo ai margini del mercato edilizio, che insieme
all’Asinistra ha firmato un’”osservazione” alla variante al P.T.C. priva
di qualsiasi vero contenuto, ma che aveva l’aria di essere solo un
avvertimento alla giunta comunale: attenzione, dovete trattare anche con
noi. Serve, infine, anche al Comitato delle pacciade che, a
parte le abbuffate, riesce a dare segni di vita solo se qualcuno fa
firmare a Mauro Varisco testi nei quali egli non ha messo nemmeno una
virgola.
Qual è, infatti, ora che la variante è stata approvata (il 27 novembre, all’unanimità:
quindi anche con il voto favorevole della consigliera di Rifondazione
Comunista!), la proposta dell’”opposizione” per l’area di via F.lli
Cairoli? Prima di richiamarla è necessario, per capirne il vero scopo,
dire che quell’area, per i vincoli stabiliti dal P.T.C. della Provincia
di Milano, dalla Regione Lombardia e dallo Stato (tutti prevalenti su
qualsiasi norma del P.T.C. del Parco delle Groane) è in grandissima parte inedificabile,
e lo è, in particolare, perché due di questi vincoli sono vincoli
assoluti di inedificabilità: mi riferisco a quello che protegge l’area
di rispetto del torrente Garbogera, che si estende fino a 150 metri dal
piede dell’argine, e quello della zona di rispetto che si estende per
200 metri dal Cimitero Monumentalino (e qui, a differenza del P.L. di
via Monza, almeno per il momento non vi sono pretesti per violarla).
Proteggere le aree dove gli speculatori guadagnerebbero pochissimo, ma far cementificare quelle (pubbliche) dove guadagnerebbero moltissimo
Omettendo qualsiasi riferimento alle
caratteristiche morfologiche dell’area, che è ben più di un prato verde
(che come semplice colore urbano significa pochissimo!), e trascurando i
vincoli che vi sono posti per salvaguardarla, alcuni inetti (a fare
l’opposizione), evidentemente manovrati per vie traverse da alcuni
palazzinari, propongono non di far valere i vincoli di inedificabilità,
bensì, poiché si tratta di rispettare il “limite della ragione e della
capacità di urbanizzare in modo consapevole e sostenibile”, di spostare la cementificazione su un’altra area di proprietà pubblica!
Questa, infatti, è la bella ponzata esposta, con le sgrammaticature
usuali e tipiche di Ti-che-te-tarchett-i-ball, in un comunicato pieno di
falsità e farneticazioni: si propone cioè che il Comune espropri l’area di via F.lli Cairoli e la permuti con un’area di pari estensione, ovviamente edificabile, del patrimonio immobiliare comunale!
La proposta di permuta, mistificata con il termine “esproprio”, significativamente non è stata fatta prima dell’approvazione della variante al P.T.C. del Parco (variante proposta dal Comune di Limbiate, si badi, già nel 2005), quando l’area era destinata ad usi agricoli, e non è stata fatta nemmeno al momento della marcia patetica, ma viene fatta adesso,
quando ormai (almeno secondo il Parco delle Groane) quel terreno di
oltre 41.000 mq è diventato per più della metà edificabile
(“Pianificazione Comunale Orientata”) e per il resto “zona per servizi
di interesse comunale”, e quando il suo valore non è più quello dei
terreni agricoli, bensì (almeno sulla carta) quello delle aree destinate ad usi residenziali nella zona centrale di Limbiate.
Si considerino, ora, le caratteristiche e i vincoli di quell’area, che, se fatti valere, comunque impedirebbero l’edificazione residenziale, e anche i parcheggi, su tutta la parte che la variante ha destinato alla P.C.O.
(circa 21.000 mq sul lato della via F.lli Cairoli), poiché questa parte
è compresa per più della metà nell’area di rispetto del Garbogera, ed
interamente nella zona di rispetto del Cimitero Monumentalino. Il primo
vincolo impedirebbe anche di costruire il parcheggio su tutta la parte
adiacente al torrente Garbogera, poiché ricade interamente (oltre che nell’area di rispetto cimiteriale) nell’area di rispetto del torrente, ed è definita ”area ad elevata vulnerabilità idraulica e per possibili casse di colmata” dallo stesso P.T.C. del Parco delle Groane. Pertanto, le possibilità di edificazione su quell’area sarebbero, in realtà, assai limitate.
Per gli speculatori, tuttavia, le soluzioni che può offrire la
“politica” sono infinite. Ed eccone una geniale: secondo la proposta
folle (dal punto di vista dell’interesse pubblico, poiché dal punto di
vista degli speculatori, invece, essa è del tutto “razionale”) di cui si
sono fatti latori gli inetti, il privato dovrebbe essere “espropriato”
di un’area sulla gran parte della quale, nonostante la variante del
P.T.C. del Parco (che certo sarà poi inserita, se l’operazione non sarà
bloccata, nel P.G.T. del Comune), potrebbe solo esercitare
l’agricoltura; in cambio, la collettività dovrebbe dargli un’area del
patrimonio comunale di pari estensione e non minore valore, ovviamente interamente edificabile
per insediamenti residenziali. E si potrebbe scommettere, naturalmente,
che in una simile operazione le aree standard dovute per le nuove
costruzioni, tenendo conto della prassi della monetizzazione e/o
compensazione al ribasso che il Comune continua a seguire (finché non
interverrà la magistratura!), sarebbero compensate con l’area
dell’ipotetico parcheggio di via F.lli Cairoli, il cui valore anche dopo la recente variante rimane ben inferiore a quello delle aree edificabili!
Peggio del giovane Sindona
Ecco a cosa serve la proposta della
“permuta a compensazione di un esproprio”: a valorizzare al massimo una
proprietà fondiaria che, restando lì dov’è, potrebbe essere valorizzata
con costruzioni residenziali solo in minima parte! È necessario, quindi,
il marchingegno nascosto nella “proposta dell’opposizione”: la proprietà privata
di un’area assoggettata a diversi vincoli di inedificabilità, e
pertanto solo modestamente valorizzabile, verrebbe “traslata” (per usare
un termine del settore) su un’area del patrimonio pubblico priva di vincoli. Il privato potrebbe così ricavarne il massimo profitto!
Il famigerato criminale Michele
Sindona, legato alla mafia siciliana e mandante dell’omicidio
dell’avvocato Giorgio Ambrosoli, cominciò a costruire le sue fortune,
tra la fine degli anni quaranta e i primi anni cinquanta del novecento,
acquistando per conto terzi terreni agricoli attorno a Milano che poi,
corrompendo gli amministratori pubblici, riusciva a far trasformare in
terreni edificabili; ne ricavava laute provvigioni ed appartamenti per
sé. Con l’operazione che viene proposta per l’area di via F.lli Cairoli si farebbe assai peggio, poiché il Comune, cioè la collettività,
non dovrebbe limitarsi a concedere un atto amministrativo (la
dichiarazione di edificabilità di un terreno agricolo), ma addirittura
dovrebbe cedere agli speculatori una proprietà pubblica! Che
nessun cretino venga a blaterare sulle “contropartite”, poiché, ripeto,
sull’area di via F.lli Cairoli vi sono già dei vincoli tali che, anche
se restasse di proprietà privata, la destinerebbero a verde, e se il
Comune la volesse espropriare il suo prezzo sarebbe quello di un terreno
agricolo. Quanto, poi, alla proposta di costruzione di un parcheggio su
un’”area ad elevata vulnerabilità idraulica e per possibili casse di colmata”, essa da sola basta a dileggiare la stoltezza di chi la fa.
Programmazione della speculazione e ambientalismo prostituito
Dicevo prima che ora tutto è (più)
chiaro, poiché non si potrebbe trovare un esempio migliore per spiegare
quanto sia appropriato usare il termine speculazione (ovviamente
pervertendone il significato originario) quando si parla degli affari
dell’edilizia, ed è chiaro, anche, che il termine “programmazione”, con
il quale sproloquia continuamente Ti-che-te-tarchett-i-ball, deve essere
inteso come sinonimo di "speculazione". Ovviamente l’origine della
proposta non è da collocare esattamente nella scatola cranica di costui,
bensì in quella di altri che, marpioni, l’hanno suggerita a lui e agli
altri che l’hanno presentata alla stampa e si sono fatti fotografare in
gruppo. Ma chi sono costoro? Sono solo dei cretini politici, più
deleteri dei cretini semplici perché agiscono nell’arena pubblica, o
sono dei venditori immobiliari? Corrono voci, infatti, che i veri
proprietari dell’area siano noti costruttori ed immobiliaristi più
vicini al PD che a Romeo. E guarda che caso: il gruppetto che appare sul
“Giornale di Desio” del 22 dicembre è costituito per cinque sesti da
eredi, compagni di partito e corresponsabili di chi ha cementificato
Piazza della Repubblica!
In ogni caso, sia i tempi della
proposta di variante, sia le modalità della marcetta in fa maggior, sia
la proposta di “soluzione ragionevole” dimostrano che tutto era
preparato da lunga pezza. La marcetta non era il primo episodio di una
lotta (che infatti non c’è stata), ma solo un mezzo per creare
nell’opinione pubblica contraria alla speculazione edilizia le
condizioni affinché la successiva proposta apparisse “intelligente”,
risolutiva ed “equa”. Creata la situazione propizia, i mentori occulti
del coordinatore del PD e dell’Asinistra hanno suggerito la soluzione
che potrebbe soddisfare, in un colpo solo: l’esigenza degli speculatori
di trarre il massimo profitto da tutta l’area di via F.lli
Cairoli (previa “traslazione” della proprietà su un’area pubblica priva
di vincoli); la squallida vanagloria del benefattore dei bambini di
Černobyl' (in quali mani!); le illusioni di rivalsa elettorale delle
cariatidi dell’Asinistra; l’ansia di protagonismo degli organizzatori di
pacciade. Ecco come la difesa dell’ambiente (“la porta del Parco
delle Groane!”, “l’ultima grande risorsa per la città!”, “il “limite
della ragione e della capacità di urbanizzare in modo consapevole e
sostenibile!”) può essere prostituita e usata per soddisfare la libidine
del massimo profitto dei palazzinari!
Un Piano di Lottizzazione a te, una Pianificazione Comunale Orientata a me
Questa operazione è stata contrattata,
ovviamente, con la banda di procacciatori di affari che governa il
Comune. In un contratto si dà e si riceve. Per l’appunto, sul cambio di
destinazione dell’area di via F.lli Cairoli, l’”opposizione” non ha
aperto bocca prima della scadenza del termine per fare le osservazioni, e quelle (inconsistenti) presentate pro-forma non sono state divulgate. Dopo la scadenza, l’”opposizione” ha approvato a scatola chiusa
il Piano di Lottizzazione di via Monza [ampliamento di Euronics;
aggiunta dell'1-5-2012 (n.d.r.)] e, anche per distogliere l’attenzione
da questa bella porcheria, pochi giorni dopo è stata organizzata la
patetica marcetta. Nei due mesi successivi nulla più è stato detto o
fatto, né sull’area di via F.lli Cairoli, né sul P.L. di via Monza A
proposito di questo piano, quasi in extremis e solo dopo che certi
rilievi [vale a dire del sottoscritto
; aggiunta dell'1-5-2012 (n.d.r.)],
evidentemente, erano giunti a qualcuno, è stata presentata
un’osservazione manifestamente improvvisata, formalmente firmata da
Mauro Varisco ma della quale sicuramente egli non ha pensato né scritto
nemmeno una virgola (poiché, infatti, non è in grado, né mai lo sarà, di
fare quel tipo di discorso). L’osservazione conteneva proposte di
modifiche altrettanto illogiche di ciò che chiedeva di modificare, e non
poteva che essere respinta. Anche per quanto riguarda i rilievi
effettivamente critici degli interventi orali nel consiglio comunale del
29 dicembre 2009, in pratica sono stati utilizzati (malamente) solo
quelli (certamente captati per interposta persona, ed esposti tutti solo fino al punto in cui erano stati captati) di qualcuno [vale a dire del sottoscritto; aggiunta dell'1-5-2012 (n.d.r.)]
che, senza essere consigliere comunale, si prende la briga di andare in
Municipio a gettare un’occhiata critica su certi documenti. Ma
l’osservazione e i rilievi critici servivano solo per fare la recita
dell’opposizione, poiché è nella categoria delle farse che deve essere
collocato il voto del 29 dicembre contrario all’approvazione definitiva
del P.L., dopo averne approvata l’adozione, alla metà di ottobre, senza aver formulato il benché minimo rilievo critico
(infatti, erano solo causidiche e nient’affatto critiche le “migliorie”
alla convenzione attuativa proposte da Terragni, che sono state
accettate all’istante, senza alcuna discussione.
Ti-che-te-tarchett-i-ball, invece, è stato accontentato con la vaga
promessa di una pista ciclabile.
Do ut des: il P.L. di via Monza
contro la Pianificazione Comunale Orientata di via F.lli Cairoli, da
“traslare”, però, su un’area pubblica dove sia possibile realizzare il
massimo profitto!