giovedì 28 luglio 2011

Caso Penati, i pm di Monza chiedono le carte dell’inchiesta sulla Serravalle

Da http://www.ilfattoquotidiano.it/


Nel 2005 la Provincia di Milano acquistò il 15 per cento della società autostradale dal gruppo Gavio. Una scelta contestata, anche per il prezzo pagato dall'ente pubblico.



Svolta nell’indagine per corruzione a carico di Filippo Penati aperta dalla procura di Monza. I pm Walter Mapelli e Franca Macchia hanno chiesto ai colleghi milanesi gli atti dell’inchiesta sull’acquisto di un pacchetto azionario dell’autostrada Milano-Serravalle dal gruppo Gavio, deliberato dalla Provincia di Milano nel 2005, quando Penati ne era il presidente (qui la ricostruzione di Gianni Barbacetto).

L’anello di congiunzione tra le due inchieste è Bruno Binasco, amministratore del gruppo Gavio. Secondo gli inquirenti monzesi, sarebbe stato proprio Binasco a restituire, su ordine di Penati, circa due milioni di euro a un altro personaggio chiave della vicenda, l’imprenditore sestese Piero Di Caterina, sotto forma di una finta caparra immobiliare. L’operazione Serravalle aveva suscitato forti polemiche: l’acquisto del 15 per cento della società autostradale da parte dell’ente pubblico era stato criticato tra gli a tri dal sindaco di Milano Gabriele Albertini, sia per la filosofia dell’operazione sia per il prezzo pagato dalla Provincia, ritenuto troppo alto. Lo stesso Albertini aveva presento diverse denunce alla magistratura, che però non avevano portato a nulla.

Era stato l’attuale segretario del Pd Pier Luigi Bersani a mettere in contatto Penati con Gavio per discutere della Serravalle, su richiesta dell’imprenditore.

Urbanistica e mazzette in Brianza, indagato l’ex assessore regionale Ponzoni

Da http://www.ilfattoquotidiano.it/



Urbanistica e mazzette in Brianza indagato l’ex assessore regionale Ponzoni. L'uomo forte del Pdl nella provincia di Monza, consigliere al Pirellone, è accusato di corruzione, concussione e peculato. Insieme a Rosario Perri, costretto a dimettersi dalla giunta provinciale dopo l'operazione anti-ndrangheta dell'anno scorso.


Un’altra inchiesta per corruzione in Lombardia. E questa volta a finire nel mirino è un pezzo da novanta del Pdl a livello regionale, l’ex assessore all’ambiente Massimo Ponzoni, fiduciario del governatore Roberto Formigoni in Brianza, attuale consigliere al Pirellone e già coinvolto in diverse vicende giudiziarie. La Procura della Repubblica di Monza, la stessa che coordina l’inchiesta sul dirigente del Pd Filippo Penati, lo accusa di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, concussione e peculato.L’indagine verte sulle vicende urbanistiche dei comuni di Desio e Giussano e su alcuni lavori affidati all’ente regionale Irealp (Istituto di ricerca per l’ecologia e l’economia applicate alle aree alpine).

Gli altri indagati, anticipa il quotidiano locale Il Cittadino, sono il vicepresidente del consiglio provinciale di Monza e Brianza Antonino Brambilla, l’ex assessore provinciale Rosario Perri, l’ex sindaco di Giussano Franco Riva. Perri, altro uomo forte del Pdl nella zona, si era dovuto dimettere dall’assessorato dopo che il suo nome era finito agli atti della grande inchiesta Crimine-Infinito sulla ndrangheta trapiantata in Lombardia. Sarebbero coinvolti anche due imprenditori e due funzionari della Regione Lombardia.

La notizia è trapelata perché il pm Giordano Baggio ha ottenuto un decreto di proroga delle indagini, che sarebbero iniziate il 27 dicembre scorso, dal gip Maria Rosa Correra. Secondo l’accusa, Brambilla e Perri intervenivano in modo illecito sul piano di governo del territorio di Desio, in veste rispettivamente di assessore comunale all’urbanistica e di potente capo dell’ufficio tecnico. Lo stesso faceva Riva a Giussano. Ponzoni, in cambio, grazie al suo peso nel Pdl distribuiva incarichi politici e amministrativi di prestigio.

Nel fascicolo sono confluite altre inchieste che riguardano Ponzoni, a cominciare da quella che lo vede accusato di corruzione per una presunta somma di denaro ottenuta dall’imprenditore Filippo Duzioni, proprio in relazione a una variante del Pgt di Desio, quando era in carica la giunta Pdl-Lega costretta alle dimissioni dopo l’inchiesta Crimine-Infinito, per favorire la costruzione di un centro commerciale.

Interpellati dal Cittadino, Brambilla e Riva si sono dichiarati completamente estranei alle accuse.



(Mario Portanova)




Un'altra autostrada nel cuore di Bersani: la “Nuova Romea”

Il sito http://www.eddyburg.it/, sotto il titolo Grandi opere. Il capo democratico sponsor della “Nuova Romea” riporta da "il Fatto quotidiano" l'articolo L’autostrada di Bonsignore e il tifo del segretario, di Ferruccio Sansa (coautore de Il partito del cemento. Politici, imprenditori, banchieri. La nuova speculazione edilizia e La colata. Il partito del cemento che sta cancellando l'Italia e il suo futuro, entrambi editi da Chiarelettere, rispettivamente nel 2008 e nel 2010. [L'articolo può essere letto sul sito de "il Fatto quotidiano" solo dagli abbonati].

mercoledì 27 luglio 2011

Gentile on. Bersani, il guaio è il rapporto tra politica e affari





La replica di Marco Travaglio a Bersani che ha scritto al "Fatto Quotidiano": “Noi gente perbene. Ci metto la faccia” (http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/07/27/caro-direttore-il-fatto-quotidiano-peraltro-in/148078/ ).



Gentile on. Bersani, grazie per aver raccolto alcuni degli interrogativi che le abbiamo posto sul Fatto Quotidiano. E anche per esser uscito dalle generiche declamazioni di principio, entrando per la prima volta nel merito delle questioni che La riguardano. Credo che gliene siano grati, oltre ai nostri lettori, anche i suoi elettori. La invitiamo fin d’ora a un confronto più diretto nella nostra redazione, magari davanti alle telecamere della nostra nascente web-tv, come abbiamo già fatto con l’on. D’Alema. Infatti non tutte le Sue argomentazioni mi hanno convinto e provo, in estrema sintesi, a spiegarLe perché.

1. È vero che ai politici, oltre a condotte che dovrebbero essere scontate come rispettare la magistratura, fare un passo indietro se indagati o imputati di reati gravi, applicare la presunzione di innocenza e così via, “tocca produrre riforme che tolgano la possibilità alla corruzione”. Le domando, siccome Lei è stato due volte ministro nei sette anni dei governi di centrosinistra, quando mai ne avete prodotta una: io ricordo solo controriforme che hanno agevolato la corruzione e garantito l’impunità per corrotti e corruttori, come la depenalizzazione dell’abuso d’ufficio non patrimoniale, il nuovo 513 Cpp, la legge costituzionale abusivamente detta “giusto processo”, la riforma penale tributaria che prevede amplissime soglie di non punibilità per gli evasori fiscali, l’indulto extralarge del 2006 esteso a corrotti e corruttori.

2. Lei invoca giustamente “meccanismi di garanzia e limitazione del rischio nei partiti”. E rivendica il draconiano “codice etico” del Pd, “più stringente di un normale percorso giudiziario”. Siccome però il Suo partito ha portato in Parlamento due pregiudicati (Carra per falsa testimonianza e Papania per abuso d’ufficio), più vari inquisiti e imputati, ed è riuscito l’anno scorso a candidare a presidente della Regione Campania e poi a sindaco di Salerno un signore imputato per corruzione e concussione, Le domando: quel codice prevede deroghe così generose, o ha maglie così larghe da lasciar passare simili soggetti? E in base a quale codice etico, due anni fa, avete mandato al Senato Alberto Tedesco, il vostro assessore alla Sanità della giunta Vendola che si era appena dimesso perché indagato per corruzione? Senza quel gesto, epico più che etico, Tedesco sarebbe agli arresti, come i suoi coindagati che non hanno avuto la fortuna di rifugiarsi in Parlamento: è questa la “parità dei cittadini davanti alla legge”?

3. Nella “triangolazione Gavio-Bersani-Penati” c’è poco di suggestivo. Se Lei raccomanda Gavio a Penati, Penati coi soldi dei milanesi acquista il 15% delle azioni della Milano-Serravalle a 8,9 euro l’una da Gavio che le aveva appena pagato 2,9 euro, Gavio intasca 176 milioni di plusvalenza e subito dopo ne investe 50 nella scalata di Unipol a Bnl sponsorizzata dal Suo partito, che dobbiamo pensare? A una sfortunata serie di coincidenze?

4. Nel 2004, quando “favorì l’incontro” Gavio-Penati, Lei non era ministro delle Attività produttive, visto che allora governava Berlusconi: Lei era un semplice europarlamentare. A che titolo “favoriva l’incontro” fra un costruttore privato e il presidente della Provincia? E perché l’incontro avvenne in gran segreto? Non c’è nulla di male se un costruttore e il presidente della Provincia, soci in un’autostrada, s’incontrano: purché lo facciano alla luce del sole, negli uffici della Provincia, e al termine diramino un comunicato per informare i cittadini del tema trattato e delle decisioni prese. Nella massima trasparenza. Invece Penati incontrò Gavio in un hotel romano, tra il lusco e il brusco. E se sappiamo di quell’incontro, e del Suo ruolo di facilitatore, è solo grazie alle intercettazioni dei pm di Milano. Le pare normale?

5. Su Pronzato non ho scritto inesattezze, come del resto Lei finisce per ammettere nella sua onesta autocritica. Il signore in questione fu Suo consigliere al ministero, poi il Pd lo indicò nel Cda dell’Enac e contemporaneamente lo nominò responsabile per il trasporto aereo del partito. Non è questione di “doppio incarico inopportuno”, ma di conflitto d’interessi tra incarico pubblico e di partito. Un conflitto d’interessi che gli ha consentito con una mano di favorire l’azienda aeronautica dei Paganelli all’Enac e con l’altra di spartirsi la tangente con Morichini, procacciatore di fondi per la fondazione Italianieuropei di D’Alema.

6. Se davvero Lei vuole “allestire nei partiti meccanismi di garanzia e di limitazione del rischio”, è proprio sicuro che il compito di un politico sia quello di patrocinare scalate e fusioni e acquisizioni bancarie o societarie, anziché scrivere regole severe e poi farle rispettare dagli organi di garanzia, restando fuori dalla mischia? Non ritiene pericoloso che l’arbitro si metta a giocare la partita con una delle squadre?

7. Qui non si tratta di “alludere a combine poco chiare o addirittura a illeciti” da Lei commessi, onorevole Bersani. L’ho scritto e lo penso. Qui si contesta una concezione malata dei rapporti tra affari e politica. La stessa che nel 1999 portò D’Alema e Lei a sponsorizzare i “capitani coraggiosi” che s’ingoiarono la Telecom a debito, coi soldi delle banche, riducendola a un colabrodo. La stessa che nel 2004 portò Lei e Fassino, come rivelò ai magistrati Antonio Fazio mai smentito né querelato, a recarvi dall’allora governatore di Bankitalia per patrocinare la fusione tra Montepaschi e Bnl. La stessa che nell’estate 2005 portò Lei, D’Alema, Latorre e Fassino a sostenere, in pubblico e in privato, l’allegra brigata dei furbetti del quartierino che con metodi illeciti e banditeschi tentavano di saccheggiare un bel pezzo del sistema bancario ed editoriale, e a difendere fino alla fine il loro indifendibile padrino Antonio Fazio. Tutte queste vicende, a mio modesto parere, spiegano come mai la sinistra italiana se n’è sempre bellamente infischiata del conflitto d’interessi di Berlusconi. E appaiono pure in lieve contrasto con la Sua fama di “liberalizzatore”: ricordano piuttosto i pianificatori da Gosplan dei piani quinquennali sovietici. Trent’anni fa a domani, Berlinguer rilasciava la celebre intervista a Scalfari sulla questione morale: “I partiti hanno occupato lo Stato e tutte le sue istituzioni… gli enti locali, gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la Rai, alcuni grandi giornali…”. Io una ripassatina gliela darei.

(da http://www.ilfattoquotidiano.it/)


“Una tangente da 2,4 milioni a uomini coop”

Inchiesta su Sesto San Giovanni, Pasini rivela: "Ho pagato due persone del Consorzio cooperative costruzioni di Bologna emiliane"

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/07/27/%E2%80%9Cuna-tangente-da-24-milioni-a-uomini-coop%E2%80%9D/148052/

martedì 26 luglio 2011

«Fu deciso che, per combattere Cosa Nostra, era necessario prima contrastare la corruzione»




Vi è poi l'esempio dello Stato di New York, che ha affrontato la questione del rapporto tra corruzione e criminalità organizzata. La corruzione determina un mercato illegale il quale, come tutti i mercati illegali, può attirare la criminalità organizzata, che svolge una funzione di intermediazione.

Vista la presenza di alti tassi di corruzione e di forti infiltrazioni di 'Cosa Nostra' nel settore del'edilizia, è stato prima affrontato il problema dal punto di vista scientifico, costituendo commissioni di studio composte da professori, anche di storia, per verificare - sul presupposto che 'Cosa Nostra' si era affermata a partire dalla seconda metà degli anni '20 - che cosa succedeva prima, cioè se era 'Cosa Nostra' che aveva portato la corruzione o viceversa.

Il risultato dello studio (condotto anche con interviste ad anziani in cui si chiedeva che cosa era accaduto ai loro padri che gestivano imprese nel settore della edilizia) fu che la corruzione era antecedente all'intervento di 'Cosa Nostra' e si era diffusa a tal punto perché i funzionari pubblici riuscivano a farsi pagare approfittando del fatto che nella costruzione di grattacieli è indispensabile acquisire contemporaneamente un gran numero di autorizzazioni e controlli, perché altrimenti il costo dei cantieri diventa elevatissimo. Sulla base di questa analisi, fu deciso che, per combattere Cosa Nostra, era necessario prima contrastare la corruzione.

[Da Piercamillo Davigo, Gli intatti meccanismi della corruzione sistemica, in AA. VV. , Il prezzo della tangente. La corruzione come sistema a dieci anni da ‘mani pulite’, a cura di Gabrio Forti, Vita & Pensiero, Milano 2003, pp.187-188]



«Ricevette manifestazioni di fortissima solidarietà dall'intero partito»





Illuminante è caso di Antonio Natali, esponente socialista milanese e presidente della Metropolitana Milanese, nonché - secondo diverse testimonianze - ideatore della spartizione sistematica in percentuali fisse delle tangenti pagate ai partiti su ogni contratto di quell'ente, e poi dell'intero sistema di appalti pubblici dell'area milanese. Dopo il suo arresto per corruzione, nel marzo 1985, Natali ricevette manifestazioni di fortissima solidarietà dall'intero partito: «La notizia ha suscitato per tutto il giorno reazioni di grande dolore e d'indignazione. [...] Non c'è stato socialista milanese importante che non si sia subito mobilitato per Natali. Del sindaco Carlo Tognoli si racconta che è rimasto alzato tutta la notte per avere notizie dell'accaduto e per poter aiutare il leader di una delle istituzioni cittadine e il vecchio compagno di sempre» (Il Giorno, 24 marzo 1985). Durante i pochi giorni di detenzione vi fu addirittura una richiesta di visita in carcere dell'allora Presidente del Consiglio Bettino Craxi, «avendo quest'ultimo espresso la necessità di parlare con l'imputato di problemi politici ed organizzativi del partito [...]. Si ignora se il permesso in questione fu oppure no utilizzato dall'onorevole Craxi, atteso che di lì a poco il Natali fu scarcerato» (Camera dei Deputati, Domanda d'autorizzazione a procedere, doc. IV, n. 202, 8 febbraio 1993, pp. 12-13).

[Da Alberto Vannucci, La corruzione nel sistema politico italiano a dieci anni da ‘mani pulite’, in AA. VV., Il prezzo della tangente. La corruzione come sistema a dieci anni da ‘mani pulite’, a cura di Gabrio Forti, Vita & Pensiero, Milano 2003, p. 21]

Ooohhh, ragassi! Il PD è turbato!

Bersani: «Pd turbato, ora occhi aperti»
Il leader dei Democratici al Corriere: «Non siamo immuni da rischi». «Una legge sul bilancio dei partiti»

http://www.corriere.it/politica/11_luglio_26/bersani-lettera-legge-sui-bilanci-partiti_d7fdf76a-b747-11e0-bc88-662787a705c0.shtml

sabato 23 luglio 2011

Parla il grande accusatore di Penati: "Mi minacciavano e succhiavano soldi"

Di Caterina: "Lo chiamano lobbismo, in realtà sono tangenti". "Perché ho denunciato dopo anni? Perché a un certo punto le tutele che avevano promesso non arrivavano".

«Il mio rapporto con Penati? Si è incrinato quando ho iniziato a criticare il sistema. Che era diventato una palude insopportabile. Se fai impresa — a Sesto, a Milano, a Parma, a Napoli, dappertutto — devi entrare nella palude. Altrimenti non lavori. I politici te lo dicono chiaramente. Vuoi un’autorizzazione? Devi pagare. Oppure te lo fanno capire in modo più nobile: perché non sponsorizzi il partito, dai...? Come se fosse una squadra di calcio...».

http://milano.repubblica.it/cronaca/2011/07/23/news/intervista_di_caterina-19490462/?rss

«Tangenti nell'ex Stalingrado» Indagato anche il sindaco del PD

Il costruttore del caso Penati: costretto a finanziare il Palaghiaccio.

http://www.corriere.it/cronache/11_luglio_23/ferrarella_guastella_tangenti-ex-stalingrado_03af0460-b4f7-11e0-9870-5546c4221366.shtml

«Ho pagato per anni il partito di Penati. Mi hanno spremuto»

L'imprenditore Di Caterina accusa il dirigente del Pd lombardo: «Spremuto come un limone. Non se ne poteva più di questo convivere gomito a gomito con dinieghi immotivati, ritardi, ostacoli della politica»

http://www.corriere.it/cronache/11_luglio_22/penati-soldi-partito_2417a0f2-b422-11e0-a808-3da11ae54dd1.shtml

martedì 19 luglio 2011

Il centrosinistra di Limbiate NON HA VOLUTO costituire il Comune parte civile contro la 'Ndrangheta






Ciò che NON HA VOLUTO fare il Comune di Limbiate governato dal centrosinistra, lo HA FATTO, invece, la Provincia di Monza e della Brianza governata dal centro-destra, insieme a molte altre ammnistrazioni dello stesso colore politico. Senza farsi mettere in difficoltà dalle scadenze.

La seguente notizia, che si trova già da alcuni giorni sul sito web della Provincia di Monza e della Brianza (http://www.provincia.mb.it/news/dettaglio_news.html?id=13576&area=256&titolo=Monza%20e%20Brianza), non farà ritornare sobrio nessuno di coloro che, dopo la vittoria del centrosinistra limbiatese (vittoria ottenuta con i voti del 30% degli elettori), ancora permangono in stato di ubriachezza.


Monza, 15 luglio 2011. Nell'udienza di oggi, presso il Tribunale di Milano - sez. VIII, è stata accettata la domanda di ammissione della Provincia a costituirsi parte civile nei procedimenti penali relativi all' “Operazione Infinito”. La richiesta, depositata lo scorso 30 giugno dall' avvocato Giampiero Fagnani, chiedeva di valutare la possibilità di ottenere in sede processuale un risarcimento per i danni di immagine - e non solo - procurati da tutta la vicenda al territorio in ordine a varie e gravi ipotesi delittuose collegate all’attività criminosa da parte di numerosi imputati legati all’associazione mafiosa “'ndrangheta”. “E' sicuramente una bella notizia che riconosce la validità della nostra richiesta. Vogliamo tutelare la nostra comunità, composta da straordinarie,laboriose ed oneste persone che non vogliono giustamente identificarsi con i fatti emersi nell'operazione "Infinito" – commenta soddisfatto la notizia il Presidente Dario Allevi - Confermo, dunque, pieno impegno della mia amministrazione ad intervenire in maniera puntuale e sistematica in ogni sede giudiziaria a tutela degli interessi generali della Brianza”.

venerdì 1 luglio 2011

«Conti sbagliati». Via i sigilli dalle ville di Verdiglione







Con il post Frode da tre miliardi. Indagato Verdiglione. Villa Rasini Medolago sequestrata, pubblicato il 7 giugno 2011 e che rinviava ad un articolo di cronaca del "Corriere della sera", avevo contribuito alla diffusione delle notizie richiamate dal titolo e descritte nel pezzo giornalistico.

Ora è doveroso dare conto, qui, del più recente sviluppo della vicenda, anche questa volta rinviando ad un articolo di cronaca del "Corriere" (del quale non sono lettore abituale) pubblicato il 29 giugno 2011: http://www.corriere.it/cronache/11_giugno_29/conti-sbagliati-via-i-sigilli-dalle-ville-di-verdiglione-luigi-ferrarella_8bc48372-a226-11e0-b1df-fb414f9ca784.shtml

Il mio giudizio sull'operazione "Piano di recupero" della Villa Rasini Medolago, ovviamente, non cambia affatto.