martedì 6 novembre 2012

Il TAR: il nuovo impianto B.T.E. non è compatibile con l’ambiente






TAR Lombardia, Sede di Milano
Sentenza N. 02644/2012 REG.PROV.COLL.


“il ricorso principale ed i motivi aggiunti vanno dichiarati improcedibili per sopravvenuta carenza di interesse in relazione alla provincia di Milano, mentre vanno accolti con riferimento agli altri ricorrenti, e, per l’effetto, va disposto l’annullamento del provvedimento impugnato”.

“Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia (Sezione Quarta), definitivamente pronunciando sul ricorso principale e sul ricorso per motivi aggiunti, come in epigrafe proposti, li dichiara improcedibili per la provincia di Milano e li accoglie per i restanti ricorrenti, disponendo, per l’effetto, l’annullamento del provvedimento impugnato”.

Condanna la regione Lombardia e la B.T.E. s.r.l., in via solidale, alla parziale rifusione delle spese di giudizio nei confronti dei tre comuni ricorrenti e della LIPU, sempre in via solidale, che si liquidano in euro 4.000, compresi gli oneri di legge. Spese compensate per il resto tra tutti i ricorrenti, la regione Lombardia, la B.T.E. S.r.l., la L.I.P.U. e la provincia di Monza e Brianza.


giovedì 1 novembre 2012

Un inaudito oltraggio al Comitato delle Pacciade





    Sono stato testimone diretto dell’affronto proditorio: martedì 23 ottobre u.s., a mezzogiorno in punto, otto avvocati e tre giudici hanno avuto l’improntitudine di arrecare offesa all’autorità burbanzosa di Mauro Varisco e del Comitato delle Pacciade. Luogo dell’inaudito oltraggio: l’aula delle udienze del TAR della Lombardia, Sede di Milano, IV sezione. Doveva essere discussa la causa avviata con il ricorso della Provincia di Milano contro la Regione Lombardia che, con un decreto dirigenziale, nell’ormai lontano 2006 si è pronunciata per la compatibilità ambientale dell’ingrandimento dell’impianto di smaltimento di reflui industriali della società B.T.E. Invece di impegnarsi nella singolar tenzone oratoria alla quale avrebbe voluto assistere il Comitato delle Pacciade, gli avvocati si sono accordati, secondo la narrazione di qualcuno dello pseudo-comitato, “per non andare al dibattimento”.
Apriti cielo! Non erano trascorse due ore che già il fior fiore della migliore società politica limbiatese sciorinava una serie di vibranti proteste. Col ritmo di una mitraglia, in uno sciocchezzaio elettronico, sono state sparate le seguenti castronerie:

- “La Corte giudicherà senza dibattimento. INSPIEGABILE!!! I Sindaci erano al corrente di questa decisione? INSPIEGABILE!!!”

- “I giudici decideranno sulla base delle carte in loro possesso, senza dare modo di esporre le tesi delle parti…”

- “Un sarcastico applauso agli avvocati!”

- “E lo aggiungerei anche per chi aveva il diritto/dovere di “indirizzare” gli avvocati, ovvero gli amministratori pubblici”.

- “Grazie De Luca! (Non lo dicono stavolta)”.

- “ Non ci sono tram di serie A e tram di serie B, vanno presi tutti allo stesso modo. Soprattutto quando c’è di mezzo la salute dei cittadini”.

- “L’avvocato avrà il benestare ovviamente dei sindaci”.

- “Seppur negativamente, speriamo che sia effettivamente così. Resta poi il fatto che i Sindaci dovranno risponderne ai cittadini.”

- “Certamente va motivata la scelta, dispiace che si sia saputo a decisione presa”.

- “Molto strana la decisione. Qual è la convenienza dei sindaci?”

- “Avevamo l’opportunità di dire le ragioni del NO all’impianto! Non l’abbiamo sfruttata. Meglio sarebbe dire che non ce l’hanno fatta sfruttare”.

Nei giorni successivi, tutti i giornali-spazzatura locali hanno riportato la “notizia” suppergiù negli stessi termini. Ma cosa è veramente successo al TAR? È successo che gli avvocati delle varie parti, convenendo tutti che non c’era niente di nuovo da esporre alla corte, oltre a quanto era già stato esposto nelle memorie e nelle repliche che ognuno aveva già depositato, e che non vi erano altre argomentazioni da aggiungere, hanno dichiarato di rimettersi, per il giudizio, agli scritti già depositati. Tutto qui. È previsto dalle norme procedurali. Il giudizio amministrativo non è come il giudizio penale. Quasi tutto si svolge per iscritto. Perché perdere tempo, e perché tediare la corte, ri-esponendo verbalmente ciò che è già stato ampiamente argomentato e documentato in pagine e pagine di memorie e contro-memorie scritte?
Questa volta nessun sindaco deve rispondere di alcunché. Nessun avvocato minimamente capace, infatti, si farebbe mai dettare la condotta processuale dal suo patrocinato, nemmeno se questi è un sindaco o un presidente di provincia. Nella procura che sindaci e presidenti di provincia hanno firmato per farsi rappresentare, è certamente ben specificato, poiché sempre è specificato, che in essa è compresa anche la più ampia delega all’avvocato affinché decida egli la (migliore) condotta processuale.
Lungi da me, però, l’intenzione di difendere De Luca e i suoi colleghi sindaci o presidenti di provincia dalla demagogia rozza e soprattutto ridicola delle frasi sopra riportate, fra le quali si distingue, per ignoranza oscenamente supponente, quella del sarcastico applauso agli avvocati, scritta da un poveretto che ha come massima capacità d’intervento politico solo la produzione di frasette idiote da inserire in qualche blog. Vale la pena, tuttavia, di parlare di questo episodio alquanto patetico per rilevare che la decisione di tutti gli avvocati di rimettersi agli scritti svela, semmai ve ne fosse la necessità, l’inconsistenza degli arruffatissimi discorsi del Comitato delle Pacciade. Questo, dopo essersi imbattuto per caso in una questione vecchia ormai di diversi anni, ha ripetuto per mesi e per ogni dove la sua pretesa che il Comune di Limbiate “rafforzasse” il suo intervento nella causa, poiché sarebbero emerse “novità”, che tuttavia mai sono state specificate. Il Comune, cioè, avrebbe dovuto spendere altre migliaia di euro per parcelle legali, per formulare “motivi aggiunti” al ricorso dell’inizio del 2007 presentato insieme alla Provincia di Milano. Il Comitato delle Pacciade non è mai stato in grado di specificare quali fossero queste “novità”. Eppure, delle novità vi sono state, ma sono state le autorizzazioni che la B.T.E. ha continuato ad ottenere dalla Provincia di Monza, nonostante avanti il TAR pendesse un ricorso contro il suo progetto! Ma su queste novità Mauro Varisco e il suo pseudo-comitato hanno sempre taciuto.
Il fatto è che il grado di autonomia politica del Comitato delle Pacciade è zero, poiché non è nient’altro che una claque elettorale che sta in piedi solo con il sostegno, e i soldi, del PD e dell’Asinistra di Limbiate. Proprio perché è solo una claque elettorale, è vezzeggiato da quasi tutti i partiti. Questa claque e i partiti che la sostengono sono corresponsabili con la Giunta Comunale del danno erariale causato con l’ordinanza, emessa un anno fa, contro la costruzione dell’impianto presentato come pirolitico dalla Eco-trattamenti - un’ordinanza giudicata totalmente illegittima dal TAR. Per difendere questo provvedimento del tutto indifendibile, adottato con l’unico scopo di conquistarsi i consensi di questa claque, alla quale aveva appena fatto ingoiare, in realtà senza nessuna fatica, il mantenimento di tutti i Programmi Integrati di Intervento approvati dalla precedente giunta di centro-destra, quella di centrosinistra ha buttato via 7.500 €. Ed immediatamente dopo, il Comune ha dato spazio alle semi-farneticazioni di questi pseudo-ambientalisti a proposito di un’altra scoperta casuale, appunto il progetto di ampliamento dell’impianto della B.T.E., approvato dalla Regione ma contrastato dalla Provincia di Milano con il concorso di alcuni Comuni, fra i quali Limbiate. Fino al punto che le pressioni esercitate insieme ad un fronte variegato di politicanti, hanno indotto i tecnici pubblici che dovevano valutare l’ammissibilità del progetto della B.T.E. sulla base delle leggi esistenti, a ribaltare, con motivazioni insostenibili, il parere favorevole già annunciato e che erano in procinto di sottoscrivere. La negazione di un’autorizzazione già concessa alla conclusione del procedimento ad essa propedeutico, seppure ancora non compiutamente formalizzata, non ha affatto indebolito la posizione della B.T.E. nel giudizio avanti al T.A.R.; anzi, questa negazione, reclamata in giudizio dagli avvocati della B.T.E., potrebbe trasformarsi in un boomerang contro i funzionari della Provincia di Monza.
Subito dopo la “vittoria” del centrosinistra di Limbiate, al quale ha contribuito con non più di una manciata di voti (lo dimostrano i dati elettorali), il Comitato delle Pacciade ha accettato di rinunciare a portare avanti qualsiasi azione per obbligare la giunta comunale a rivedere ed annullare vari P.I.I. pieni zeppi di illegalità. Da allora, su suggerimento del centro-sinistra, si getta compulsivamente su questioni che prima aveva totalmente ignorato e delle quali, nonostante le reiterate millanterie di “competenza tecnica e giuridica” (sic!), non è in grado di afferrare gli esatti termini. In cambio ottiene, sia dal centrosinistra sia dal centro-destra, il compenso “politico” dell’attribuzione di un ruolo che nulla ha a che vedere con quello tipico di un comitato civico. Non vi è fatto, anche dei più irrilevanti, che questa claque elettorale non ascriva a suo merito - fino a millantare di riuscire a muovere quella che definiscono la “buona politica”, vale a dire tutti i partiti, senza distinzione! Ma il ruolo che il burbanzoso Mauro Varisco e la sua sigla pretendono di recitare è del tutto abusivo. Innanzitutto perché in modo lampante nulla fanno per dotarsi di quella competenza che i comitati civici che non abusano di questo nome si formano con un lungo lavoro di studio e documentazione sulle questioni che affrontano; ma soprattutto perché senza il sostegno “intellettuale” oltre che materiale dei partiti del centrosinistra (in particolare dell’Asinistra di Limbiate), né il burbanzoso Mauro Varisco né il suo pseudo-comitato esisterebbero.
Recitando allegramente questa pantomima, Mauro Varisco e la sua sigla hanno collaborato con “la buona politica” nel provocare, a proposito della vicenda della Eco-trattamenti, il danno erariale sopra ricordato. Ma non si può essere sicuri che i cittadini di Limbiate non ne dovranno subire altri, poiché l’esperienza dell’ordinanza annullata dal TAR non è servita affatto a diminuire la boria e la pretenziosità di questi imbecilli. Infatti, la pressione esercitata da questi pseudo-ambientalisti che si alleano tranquillamente con personaggi come l’assessore regionale Colucci, filmato ad una cena pre-elettorale con ‘ndranghetisti (e che vorrebbe trasformare ogni parco regionale in un'impresa economicamente redditizia!), o come l’ex sindaco Romeo, contro le cui decisioni, tuttora vigenti, il Comitato delle Pacciade sarebbe nato! – questa pressione ha ottenuto che si inventasse l’escamotage della “nota” di un funzionario regionale che ha assimilato l’impianto della Eco-trattamenti ad un inceneritore. Con questo escamotage, la Regione, tramite un suo funzionario, si è inserita abusivamente in un procedimento che essa stessa Regione ha delegato con legge alla Provincia; grazie a questo escamotage, altri funzionari, disposti a subire le pressioni alle quali hanno attivamente collaborato politicanti che hanno vendette economiche personali da consumare, si sono sbarazzati provvisoriamente di un procedimento che avrebbero dovuto obbligatoriamente concludere con un'autorizzazione, o con il diniego di questa, assumendosene la responsabilità. Invece, la conferenza di servizi convocata sulla questione è stata chiusa con un rinvio alla procedura “ordinaria” che è del tutto abusivo (con buona pace del consigliere grant, gross, pussé ciula che baloss) e che offre, su un piatto d’argento, alla ditta richiedente la possibilità di ottenere, nei fatti, l’autorizzazione alla costruzione dell’impianto con un altro ricorso al TAR! Naturalmente le spese per l’intervento in giudizio della Provincia e/o del Comune le pagheranno i cittadini.
Beninteso, non sto affatto sostenendo le ragioni di chi vorrebbe costruire impianti che, sulla base dei pochissimi elementi divulgati, non si sa quanto possano essere ammissibili. (Il Comitato delle Pacciade e Mauro Varisco, che pure hanno facile accesso a carte e ad uffici, nulla hanno fatto per approfondire e divulgare le conoscenze sugli impianti pirolitici in generale e su quello di Pinzano in particolare). Sto mettendo in luce lo stravolgimento che subisce l’azione della pubblica amministrazione quando su questa si esercitano pressioni affinché operi non sulla base di leggi e procedure pre-esistenti, bensì secondo l’interesse del momento di questo o quel politicante a mantenere, o conquistare, il consenso di questo o quel gruppo di sostenitori - soddisfacendo, inoltre, anche a spese della cassa pubblica, la smania di protagonismo di un capo claque elettorale.
La considerazione del valore delle leggi e delle procedure (che purtroppo, certo, sono fatte quasi sempre per i potenti, ma sono leggi e procedure dalle quali non si può prescindere) esula dalla coscienza politica (concediamoci una bestemmia!) e dalle capacità cognitive di Mauro Varisco e dei politicanti che lo sostengono. Infatti costoro pensavano che il TAR fosse una conferenza di servizi, dove, con la malleveria dei De Luca e del consigliere grant, gross, pussé ciula che baloss, ma anche della Lega e del PDL, anche uno pseudo-Comitato come quello delle Pacciade può andare a ripetere alcune frasi fatte. Ma hanno dovuto patire una cocente delusione!
Poverini.



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