La Metrotramvia Milano-Limbiate, ancora in fase di progettazione, è chiamata “metrotranvia”
per ragioni propagandistiche ma non avrà mai, neanche alla lontana, le
caratteristiche di una metropolitana, bensì quelle di un normale tram inter-urbano,
poiché se anche fosse collocata al centro della carreggiata della vecchia
“Comasina” (come sarebbe previsto dal faraonico progetto della Provincia di Milano), sarebbe
comunque intralciata da tali e tanti ostacoli che non potrebbe mai essere un tram
tanto veloce da potersi paragonare ad una metropolitana. Sarebbe bene smetterla, con
questa fandonia, per parlare più sobriamente di tram inter-urbano.
Quest’opera non è mai
stata finanziata. Propagandata come
già finanziata al 60% quando ancora non
era inclusa in nessun elenco/graduatoria, o programma, di linee di
trasporto rapido di massa, solo con la delibera del CIPE n. 91/2011 (pubblicata nella G.U. del 15 giugno 2012 [v. Testo delibera]) è stata inclusa in una “graduatoria” che era in realtà solo l’elenco delle
opere di un
“programma di interventi (…) finanziato
nel limite delle risorse attualmente disponibili (…) pari a 144,8 milioni di euro”.
La
somma dei finanziamenti richiesti dagli interventi compresi nella “graduatoria”,
ciascuno fino al limite massimo del
60% dei costi di attuazione (“quota massima di partecipazione
statale”), era di 623.048.216,05 euro.
Che la “Metrotramvia” Milano-Limbiate fosse collocata
al primo posto di questa “graduatoria” non significava affatto che aveva acquisito
il diritto di essere finanziata prima delle opere che la seguivano,
poiché, come già evidenziava la semplice lettura delle cifre, vi era un’enorme differenza
tra la somma dei finanziamenti richiesti ed ammissibili per tutto il programma e il “limite delle
risorse attualmente [6 dicembre 2011, ndr] (…) disponibili pari a 144,8 milioni di euro”. È per questo
motivo che, come il CIPE ha più volte ribadito nelle sue delibere,
“il Ministero
delle infrastrutture e dei trasporti ha
vincolato le risorse disponibili all’intera graduatoria e non al singolo
intervento”.
Vale
a dire che i finanziamenti effettivamente disponibili vengono mano a mano
assegnati ai progetti che sono in una fase tanto avanzata da poter essere più
rapidamente messi in cantiere, senza che la “graduatoria” assegni alcuna ”precedenza”
ad un progetto posto prima di un altro.
La
Delibera del CIPE n. 25/2013 (pubblicata il 22 giugno 2013 [v. Testo delibera]) ha poi registrato “lo stato degli interventi finanziato con la
delibera n. 91/2011” comunicato dal Ministero delle infrastrutture e dei
trasporti, ed ha stabilito che
“le risorse disponibili, (potevano) essere destinate ad alcuni
interventi", definiti “interventi finanziabili a carico delle risorse del decreto-legge n. 112/2008”,
uno dei quali era la
“riqualificazione tranvia extraurbana
Milano-Limbiate, lotto funzionale Milano Comasina-deposito Varedo”, per un “Totale dei finanziamenti assegnabili ex delibera n. 91/2011” di 144.800.000.
“Finanziamenti assegnabili”: a patto di soddisfare le condizioni stabilite dal
Ministero dei Trasporti, condizioni che il faraonico progetto della Provincia
di Milano ancora oggi non soddisfa.
Quindi,
il maxiemendamento con il quale al Senato è stata approvata la Legge di stabilità 2014 non ha scippato niente alla “Metrotramvia” Milano-Limbiate. Quello dello “scippo” è
un redditizio ma grossolano espediente retorico-propagandistico che consente a diversi gruppi
di politicanti che si disputano l’”egemonia” del progetto (cioè il consenso elettorale che se ne può ottenere) di:
1)
occultarne la natura prevalente di strumento moltiplicatore di futuri
sovrapprofitti immobiliari e commerciali, più che di soluzione dei problemi di
trasporto di alcune cittadine del
Nord Milano e da queste verso la
metropoli;
2)
impedire agli utenti e ai cittadini tutti di prendere coscienza e di discutere:
a) delle reali caratteristiche del progetto, non solo sotto l’aspetto delle
soluzioni viabilistiche ma anche sotto l’aspetto del rapporto costi-benefici
per il trasporto dei pendolari; b) del fatto che i Comuni di Limbiate, Varedo, Senago,
Paderno Dugnano e Cormano dovrebbero finanziare non solo un progetto sul quale
non hanno avuto finora alcun potere di decisione, ma anche un’opera della quale
non diverrebbero proprietari;
3)
nascondere l’inettitudine a mandare avanti celermente un progetto che, dopo
quasi un decennio dal suo avvio non è ancora arrivato davvero alla
fase definitiva – situazione che: a) già per le norme ministeriali sempre ribadite pone il progetto nella
condizione di poter essere sopravanzato, nell’assegnazione dei finanziamenti di
volta in volta disponibili, da progetti già giunti alla
fase dell’apertura dei cantieri, oppure che vi possono giungere rapidamente; b) può essere sfruttata, come sta avvenendo in questi giorni, dalle iniziative di questo o quel gruppo di politicanti per scopi localistico-elettorali (a Padova si voterà nella prossima primavera, a Venezia nel 2015).
Ancora
pochi giorni prima dell’approvazione del comma 51 del maxiemendamento, l’assessore
provinciale De Nicola accusava EXPO 2015 di “tentativo di scippo”. Costui
reiterava una “sobillazione dall’alto” appresa probabilmente ai tempi del “Boia
chi molla” (moti di Reggio Calabria, 1970), ed ancora una volta aveva come passista-gregario
il sub-assessore limbiatese al tram (del PD). Ma erano proprio i compagni di
partito padovani del secondo (il ministro Zanonato e il relatore Santini) che, dopo un accordo stabilito con il ministro delle
infrastrutture Lupi (Nuovo Centro Destra) già nel mese di settembre, facevano
approvare un emendamento per revocare i fondi con i quali si potrebbe
finanziare effettivamente la
Milano-Limbiate, se il suo progetto fosse già allo stadio
della gara d’appalto, per destinarli ad un nuovo lotto della metrotramvia di
Padova, il cui progetto pare sia pronto già da anni e cantierabile nel giro di
pochi mesi.
Il
sub-assessore ha prima organizzato l’ennesima parata di politicanti da lui
“coordinata”, e poi ha “molto lavorato” (questo ha comunicato a tutto l’orbe
terracqueo) con un’apprendista cavallerizza capalbiana e deputata bollatese per stendere ben 5
emendamenti per "scongiurare l’ennesimo
tentativo di distrazione di fondi (sic!) dall’opera", dei quali uno
solo, peraltro identico a quello della IX Commissione Trasporti, è stato approvato (ieri) dalla Commissione Bilancio (gli altri quattro erano logicamente
incongrui e, mentre proponevano nei fatti ulteriori spese, non indicavano le
obbligatorie corrispondenti coperture fra le entrate).
Il testo del
comma 51, però, per iniziativa della IX Commissione Trasporti e di alcuni altri deputati del PD, è stato ulteriormente emendato a favore di un'altra metrotramvia, quella di Venezia, e quindi, se il testo che sarà portato in aula fosse approvato (*), il risultato sarebbe veramente
splendido:
1)
i finanziamenti con i quali, sulla
base della delibera n. 25/2013 del CIPE, si potrebbe finanziare la
“Metrotramvia” Milano-Limbiate, quando fossero disponibili e qualora si bandisse rapidamente la gara d’appalto, saranno
comunque revocati;
2) questi finanziamenti saranno
trasferiti in uno speciale "Fondo appositamente istituito nello stato di
previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti";
3) il fondo costituito con i finanziamenti revocati sarà finalizzato dal CIPE “con priorità per la metrotramvia di Milano-Limbiate e per quelle di Padova e di Venezia”.
Vale
a dire che, in realtà, con i fondi (che non saranno nient’affatto aumentati) con i quali si sarebbe potuto finanziare la
“Metrotramvia” Milano-Limbiate sarà invece
finanziata prioritariamente non solo
la Metrotramvia
di Padova, ma anche quella di Venezia, poiché entrambe sono già in una fase progettuale che ne potrebbe
consentire la messa in cantiere nel giro di pochi mesi. Quindi i finanziamenti disponibili
saranno spesi tutti per le metrotramvie venete, e quando finalmente per la Milano-Limbiate si
potrà bandire la gara d’appalto non sarà più disponibile nemmeno un centesimo!
Memorabile
soluzione propagandistico-mistificatoria! Colossale porcata della quale possono andar fieri il PD e il
sub-assessore limbiatese Ti-che-te-tarchett-i-ball, al quale la celebre definizione
dell’uomo che Aristotele ha dato nella Politica
si attaglia solo a metà!
*
Questo il testo approvato dalla Commissione Bilancio (evidenziati in azzurrino
gli emendamenti [poi approvato come c. 88 della L. 27-12-2013]):
“Comma 51. Al fine di accelerare gli
interventi in aree urbane per la realizzazione di linee tramviarie e
metropolitane il CIPE,
entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, individua, con apposita
delibera, su proposta del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, gli interventi da revocare
ai sensi dell’articolo 32, commi da 2
a 5, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito,
con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, nonché quelli finanziati
dalla legge 26 febbraio 1992, n. 211, sul sistema metropolitano che, alla data di entrata di
entrata in vigore della presente legge, non siano stati affidati con apposito
bando di gara. Le
risorse rivenienti dalle revoche di cui al periodo precedente confluiscono in apposita
sezione del Fondo istituito ai sensi dell’articolo 32, comma 6, del citato
decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, e sono finalizzate dal CIPE con priorità per la metrotramvia di Milano-Limbiate e per quelle**
di Padova e di Venezia.***”
**
Emendamento della IX Commissione Trasporti