venerdì 22 marzo 2013

Peracottari che tentano un’imitazione “raffinata” del giovane Sindona? (1)





     Peracottari. Questo epiteto, che ho usato in diverse occasioni
[v. Un bando da peracottari per vendere terreni comunali con varianti urbanistiche illegittime] per qualificare le reali  capacità che l’apparato burocratico del Comune di Limbiate mette in mostra nel redigere atti amministrativi di varia natura, potrei rispolverarlo ancora una volta dopo una prima rapida lettura delle due delibere della Giunta Comunale pubblicate entrambe oggi 22 marzo nell’albo pretorio on line: si tratta della n. 38 del 20 febbraio 2013 e della n. 44 del 13 marzo 2013.
    Seguo la questione dell’area di Via F.lli Cairoli da molto tempo, ma ormai, trascorsi  quattro mesi dalla presentazione del ricorso al quale si fa riferimento nelle delibere  (durante i quali sulla questione è apparso, se non ricordo male, solo un incomprensibile, perché disinformato e sconclusionato, articoletto su uno dei giornali-spazzatura locali), mi ero convinto che il Comune di Limbiate non si costituisse in giudizio. Devo invece riconoscere che ancora una volta gli alti funzionari e gli assessori comunali si sono superati. In ogni senso.
Entrambe le delibere riguardano il giudizio avanti il T.A.R. promosso dalla S.I.A. Costruzioni S.r.l. contro la Regione Lombardia, il Parco delle Groane, le Province di Monza e di Milano e il Comune di Limbiate per ottenere l’annullamento della variante al Piano Territoriale di Coordinamento del Parco delle Groane che riguarda l’area compresa tra le Vie F.lli Cairoli e F.lli Casati. La S.I.A. Costruzioni chiede, sembra di capire, che sia annullata la destinazione urbanistica a “zona per servizi di interesse comunale – parcheggi”, approvata dalla Regione Lombardia modificando quanto deciso all’unanimità dall’assemblea del Parco delle Groane, e ripristinata la destinazione che a quell’area era stata assegnata dal Parco su richiesta del Comune di Limbiate, vale a dire “zona per la Pianificazione Comunale Orientata”. 
Peracottari, tuttavia, (anche) in questa occasione sarebbe un termine necessario ma del tutto insufficiente per definire in breve quello che con la seconda delibera si vorrebbe far credere: che, per l’ennesima volta, nel redigere il verbale di una deliberazione della Giunta Comunale, la segretaria comunale (o la sua vice, avvocato Micaela, vice-sindaco del PD nel Comune di Senago) ha commesso un mero errore materiale. La questione, ovviamente, non è affatto chiara, ma certamente non di un mero errore materiale si tratta, poiché con la delibera n. 38, che, si badi, reca nel titolo “COSTITUZIONE IN GIUDIZIO”, la Giunta Comunale (il sindaco e tutti gli assessori presenti), assistita dalla verbalizzante dr.ssa Leuzzi, ha deliberato all’unanimità “di NON intervenire nel giudizio in oggetto” [il maiuscolo è nel testo della delibera; n.d.r.]  ed ha motivato questa decisione nel modo seguente:

“rilevata la principale competenza amministrativa regionale nella materia oggetto del contendere che fa venir meno la sussistenza di specifico interesse tecnico/giuridico idoneo a giustificare in Bilancio le spese legali di una costituzione in giudizio”

La delibera n. 38, ripeto, è del 20 febbraio 2013, ma è stata pubblicata nell’albo pretorio on line solo oggi, insieme all’altra delibera citata, la n. 44 del 13 marzo 2013, che non corregge affatto un mero errore materiale, bensì verbalizza il contrario della decisione formalizzata con la delibera n. 38, sia nella decisione, sia nelle motivazioni, questa volta esposte in modo assai più argomentato. Altro che “elaborazione del testo della delibera n. 38” … che “per mero errore materiale, non è perfettamente aderente alla volontà espressa dalla Giunta Comunale di costituzione nel giudizio”! A distanza di poche settimane, gli stessi funzionari che avevano espresso “pareri favorevoli di regolarità tecnica e di regolarità contabile” per NON costituirsi in giudizio, hanno espresso “pareri favorevoli di regolarità tecnica e di regolarità contabile” PER costituirsi in giudizio con le seguenti motivazioni del tutto opposte a quelle (pretestuosamente) enunciate nell’altra delibera:

“ai fini della salvaguardia e tutela di atti amministrativi  e di indirizzo  assunti da questo Comune nell’ambito del procedimento di competenza della Regione Lombardia”,

poiché

“nell’interesse di questo Ente la Giunta Comunale con deliberazione n. 159 in data 27/072/2011, ha richiesto alla Regione Lombardia la modifica del P.T.C. nel senso di individuare la destinazione dell’area … a uso per servizi di interesse comunale (parcheggio)”,


Strano. Né gli assessori né gli strapagati funzionari che li assistono (assistono?) si ricordano, al momento di approvare la delibera n. 38, che è necessario salvaguardare gli atti amministrativi e di indirizzo precedentemente adottati; se ne sovvengono, però, alcune settimane dopo, e si accorgono di aver commesso il seguente… “mero errore materiale”: mentre il 20 febbraio avevano ritenuto che  vi fosse una “principale competenza amministrativa regionale nella materia oggetto del contendere che fa[ceva] venir meno la sussistenza di specifico interesse tecnico/giuridico idoneo a giustificare in Bilancio le spese legali di una costituzione in giudizio”, il 13 marzo, invece, si accorgono che il Comune di Limbiate “nella materia del contendere” ha un interesse almeno pari a quello della Regione Lombardia, tale, in ogni caso, da ritenere giustificata l’autorizzazione al sindaco pro tempore di costituirsi in giudizio per il Comune, con le spese che ne conseguono!
Cosa ha provocato questo capovolgimento dei pareri dei funzionari e della decisione della Giunta Comunale? Si rileva che la seconda delibera è stata verbalizzata dall’avvocato Micaela e non dalla dr.ssa Leuzzi, e che nella riunione che l’ha adottata erano assenti il sindaco e l’assessore della sua lista, Lodola. Si tratta proprio di assenze casuali? Qual è il vero obbiettivo di questo capovolgimento? Le risposte potrebbero essere suggerite, forse, dall’esame del modo in cui la Regione Lombardia ha cancellato, a proposito dell’area di Via F.lli Cairoli, quanto era stato deciso, con il fattivo apporto del centrosinistra, dal Parco delle Groane alla fine dell’autunno del 2009.  
Ma rimando ulteriori considerazioni (sui livelli più alti della burocrazia comunale, sul centrosinistra, sul Comitato delle Pacciade, che nella vicenda condivide con alcuni loschi figuri gravi responsabilità) ad uno o più successivi articoli. Per inquadrare adeguatamente la questione è necessario, intanto, ritornare al mio articolo del 4 gennaio 2010: Peggio del giovane Sindona. La proposta della Premiata Agenzia Immobiliare dell’“opposizione” per l’area di via F.lli Cairoli.


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Le due Italie del 23 marzo









di Paolo Flores d’Arcais, da Il Fatto quotidiano, 22 marzo 2013


Domani a Roma [a MILANO | Facebook] ci saranno due piazze, due modi di intendere la politica, due Italie. A piazza del Popolo gli arruolati del berlusconismo, in una dovizia incommensurabile di mezzi finanziari e di potere mediatico, animati dal disprezzo verso la Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza antifascista e dall’odio verso i magistrati che obbediscono solo alla legge. Dall’altra a piazza Santi Apostoli, alle 17, i cittadini che chiedono la realizzazione della Costituzione e dei suoi valori di “giustizia e libertà”, in un clima francescano di povertà assoluta, aggrediti dal silenzio e dalla censura del monopolio Rai-Mediaset, che si vanno auto-organizzando attraverso l’invio di mail, sms, twitter, messaggi facebook, telefonate, per compensare con la passione civile la mancanza di mezzi e di informazione. Questa manifestazione SEI TU.
Ma sia chiaro: a piazza Santi Apostoli non si tratterà solo di “testimoniare” una scelta etica, bensì anche di intervenire nella politica, esserne protagonisti, contare. Perché la parola chiave della politica italiana suona oggi inequivocabile: INELEGGIBILITÀ. Segna uno spartiacque che non consente più equivoci al Pd: o di qua o di là, o con il rispetto della legge 361 del 1957, che mette Berlusconi fuori del Parlamento, o con la perpetuazione di un immondo inciucio Pd-Pdl (una sorte di bicamerale 2!) che faccia risorgere il Le Pen di Arcore ancora una volta. La decisione di Bersani sull’ineleggibilità condizionerà in modo decisivo anche la soluzione della crisi di governo.
Il M5S ha dichiarato il giorno stesso dell’apertura delle Camere che chiederà l’applicazione della legge. E il Pd? È ovvio che se “salvasse” di nuovo Berlusconi (calpestando la legge!), perderebbe la faccia e ogni credibilità acquisita con l’elezione di due figure non di apparato alle presidenze del Parlamento. E Bersani non può nemmeno praticare la politica di Ponzio Pilato, o cercare di tirare in lungo le cose nella “Giunta delle elezioni” del Senato. Qui la presidenza spetta all’opposizione: il Pd la darà al Pdl o al M5S? È lapalissiano che se consentisse l’elezione di un berlusconiano ogni ponte e ogni filo con il M5S, per quanto labile e ipotetico, sarebbe distrutto per sempre.
Fin qui un solo dirigente del Pd ha scelto la via della legalità, cioè della ineleggibilità di Berlusconi, il senatore Luigi Zanda, che ha aderito molti giorni fa all’appello di MicroMega (ormai oltre le 230 mila firme). Zanda è stato successivamente eletto capogruppo Pd al Senato, segnale di ottimo auspicio. Ma tutto il resto del partito tace, a cominciare da Bersani.
Per ragioni di evidente opportunità, è stato detto, visto che chiede l’incarico per formare il nuovo governo. A me sembra che proprio per questo la sua posizione sull’ineleggibilità di Berlusconi dovrebbe essere cristallina: per tagliare ogni ponte con le tentazioni di “governissimo” (eufemismo per “inciucissimo”) che pure albergano nel suo partito. Per battere in breccia i troppi che nel Pd sono pronti a confondere opportunità con opportunismo, e sperano che Napolitano prima o poi pieghi Bersani al “governissimo di scopo”. Ma tale “scopo” è stato sbandierato urbi et orbi da Berlusconi: un governo appoggiato da Pd e Pdl che garantisca al Cavaliere l’impunità tombale, attraverso il combinato disposto di interventi di Immoral Suasion sui magistrati e di leggi di amnistia e indulto.
Bersani ha giurato “mai più con Berlusconi”. Si comporti allora di conseguenza. Faccia come il senatore Zanda. Assuma una posizione adamantina, dichiari che non solo il Pd voterà per la ineleggibilità di Berlusconi nella “Giunta delle elezioni” ma si impegnerà perché i lavori di tale commissione siano i più celeri possibili. E se si ritiene che l’etichetta istituzionale comporti che tra i vicepresidenti, questori, presidenti di commissioni, vi debbano essere anche dei parlamentari del Pdl (cosa niente affatto scontata, nei confronti di una forza politica che definisce i magistrati “cancro da estirpare” e “associazione mafiosa”), si eviti anche il minimo sospetto che si tratti di un segnale del Pd di equidistanza tra il M5S e lo squadrismo in botulino della gazzarra berlusconiana contro il palazzo di giustizia di Milano.

(22 marzo 2013)


sabato 16 marzo 2013

Berlusconi ineleggibile: il 23 marzo tutti in piazza in tutte le piazze d’Italia




per realizzare la Costituzione e far rispettare la legge del 1957 che vieta a Berlusconi l’ingresso in Parlamento

di Paolo Flores d'Arcais


Qualche minuto prima della mezzanotte di giovedì 14 marzo, l’appello di MicroMega perché il nuovo parlamento rispetti la legge 361 del 1957, che rende ineleggibile Berlusconi, ha superato le 200 mila firme [235.420 alle 13.27 di sabato 23 marzo; n.d.r.] E’ un risultato clamoroso, che testimonia quanto sia vasta la volontà di legalità, e di rifiuto di ogni inciucio, della società civile democratica.

La raccolta delle firme continua. I cittadini eletti in parlamento col M5S hanno già dichiarato ufficialmente che nella Giunta delle elezioni chiederanno il rispetto della legge e dunque la dichiarazione che Silvio Berlusconi, NON eleggibile, NON viene riconosciuto eletto. I parlamentari del Pd e di Sel fin qui hanno fatto finta di nulla (tranne il senatore Luigi Zanda, che ha firmato l’appello di MicroMega), ma questo atteggiamento alla Ponzio Pilato non potrà continuare, visto che la decisione sui ricorsi nei confronti dei parlamentari eletti è uno dei primissimi adempimenti a cui sono tenute le due Camere.

Moltiplicare le firme è dunque un’arma democratica con cui i cittadini possono far sentire la loro voce e impedire che la logica nefanda dell’inciucio, che ha garantito fin qui l’impunità a Berlusconi, si perpetui.

MicroMega chiede infine a tutti i movimenti della società civile di organizzare in ogni città, sabato 23 marzo, una manifestazione per la realizzazione della Costituzione e per il rispetto della legge 361/1957, nella quale 139 cittadini leggano in piazza un articolo della Costituzione ciascuno e altri documenti memorabili della vita repubblicana italiana (dalla poesia epigrafe di Calamandrei per il monumento alla Resistenza agli articoli di Sciascia contro la mafia, ad esempio).

A Roma l’appuntamento è per le 17 di sabato 23 marzo a piazza Santi Apostoli. Sul sito di MicroMega daremo l’aggiornamento degli appuntamenti nelle singole città.

Ai cittadini eletti come deputati e come senatori della Repubblica chiediamo di partecipare anch’essi, con la lettura di un articolo della Costituzione, a questa iniziativa auto-organizzata dalla società civile, a dimostrazione che si vuole davvero cambiare il rapporto (troppe volte inesistente) tra elettori ed eletti. Della loro adesione, che speriamo amplissima, daremo tempestiva comunicazione sul sito di MicroMega.



martedì 5 marzo 2013

“Berlusconi ineleggibile”, tsunami firme: 201.625!*




di Paolo Flores d’Arcais
direttore della rivista MicroMega

Cari amici di MicroMega, alle ore 18,14 di martedì 5 marzo abbiamo raggiunto la cifra incredibile di 120 mila firme. Ma dobbiamo continuare, perché mancano ancora dieci giorni all’apertura delle camere, e la tensione non deve venir meno, e solo il raddoppio delle firme potrà sfondare il muro di gomma del silenzio di disinformazione dei mass media (solo Repubblica e Il Fatto hanno parlato dell’appello, e solo durante una trasmissione di Sky sono riuscito oggi verso le 16 a parlarne, mentre ho avuto pochi secondi per farlo sulla radio di “Un giorno da pecora”).
Se ciascuno di voi che ha già aderito si impegna per convincere un cittadino che ancora non ha firmato, se ciascuno di voi scrive al “suo” giornale o trasmissione televisiva per protestare contro questo oscuramento, e magari al senatore del proprio collegio per esigere che rispetti la legge, se insomma ciascuno di voi in questa fase cruciale si fa cittadino attivo, possono cambiare molte cose.
Perché è certo che con Berlusconi fuori dal parlamento il clima politico cambierebbe radicalmente, si rassegnerebbe incredibilmente, sarebbe liberato dai miasmi di un ventennio di illegalità e impunità. E anche le consultazioni del Presidente della Repubblica per il nuovo governo si svolgerebbero in questo orizzonte di incipiente tsunami democratico e legalitario. Non bisogna dimenticare che la costituzione della “Giunta delle elezioni” e il suo esame dei ricorsi contro l’elezione di Berlusconi potrebbe infatti iniziare, se c’è la volontà politica, prima delle consultazioni stesse del Quirinale.
Questa volta la speranza è concreta, questa volta ciò che sembrava fantascienza o utopia, una politica senza l’ipoteca aberrante e antidemocratica del caimano e le sue aggressioni contro la Costituzione, è a portata di mano.

* [alle 14.45 di venerdì 15 marzo; n.d.r.]
  

PER FIRMARE L'APPELLO: http://bit.ly/fuoriberlusconi
(5 marzo 2013)