Marco Revelli - L’Altra Europa con Tsipras
domenica 1 febbraio 2015
Non ci uniamo al ‘Te deum’
Marco Revelli - L’Altra Europa con Tsipras
Non ci uniamo al 'Te deum' prevalente in
queste ore che seguono la quarta votazione in Parlamento. Non perché
la persona di chi è stato eletto non abbia una propria dignità. Ma per almeno
due ragioni politiche per noi dirimenti.
In primo luogo perché dal punto
di vista della subalternità o dell'autonomia rispetto all'Europa della Troika -
che è la vera partita importante in questo delicatissimo momento - Mattarella
non garantisce nulla. Non è certo una scelta di rottura rispetto alla pessima
deriva precedente in cui i massimi vertici del nostro Paese sono stati fedeli
esecutori delle direttive provenienti da Francoforte e da Berlino, con i guasti
sociali e con il deficit di democrazia che sono sotto gli occhi di tutti.
In secondo luogo perché per
quanto riguarda la questione decisiva per il nostro assetto istituzionale, e
cioè la restaurazione dell'ordine costituzionale o la sua manomissione, il
metodo con cui si è giunti a questo esito conferma la tendenza alla
sottomissione del Parlamento da parte del Capo del Governo, secondo una logica
di personalizzazione e di verticalizzazione della vita istituzionale nelle mani
di Renzi che abbiamo da tempo denunciato: in questi giorni abbiamo assistito al
fatto inaudito - in una democrazia parlamentare - di un Presidente del
Consiglio che ha prima gestito le consultazioni sull'elezione del Capo dello
Stato, poi formulato la propria candidatura (da prendere o lasciare) al proprio
partito e agli alleati di governo, usurpando una prerogativa che appartiene al
Parlamento, nelle singole persone dei suoi membri.
La scelta del Presidente
spetta infatti, in solido, ai parlamentari come singoli - neppure come
appartenenti a un partito, altrimenti non si spiegherebbe il voto rigorosamente
segreto per dettato costituzionale. Ha fatto lui il mazzo e dato le carte, a
conferma della mutazione regressiva del nostro assetto costituzionale (e a
prescindere dalla presentabilità della figura risultata eletta).
Nel coro diffuso di
violinisti del principe, noi queste cose dovremmo dirle con chiarezza,
contrapponendo i giochi da corte rinascimentale di Roma-Bisanzio, alla linearità
democratica di Atene, dove a meno di una settimana dal voto un ministro
arrivato all'incontro in motocicletta le "canta chiare" al messaggero
della Troika in nome del proprio popolo e del mandato ricevuto
Marco Revelli - L’Altra
Europa con Tsipras
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