sabato 28 giugno 2008

Sull’aria della « Internazionale »


Franco Fortini





Noi siamo gli ultimi del mondo. — Ma questo mondo non ci avrà.
Noi lo distruggeremo a fondo. — Spezzeremo la società.
Nelle fabbriche il capitale — come macchine ci usò.
Nelle sue scuole la morale — di chi comanda ci insegnò.

Questo pugno che sale — questo canto che va
è l’Internazionale, — un ‘altra umanità.
Questa lotta che eguale — l’uomo all’uomo farà
è l’Internazionale. — Fu vinta e vincerà.


Noi siamo gli ultimi di un tempo — che nel suo male sparirà.
Qui l’avvenire è già presente. — Chi ha compagni non morirà.
Al profitto e al suo volere — tutto l’uomo si tradí.
Ma la Comune avrà il potere. — Dov’era il no faremo il sí

Questo pugno che sale — questo canto che va
è l’Internazionale, — un ‘altra umanità.
Questa lotta che eguale — l’uomo all’uomo farà
è l’Internazionale. — Fu vinta e vincerà.


E tra di noi divideremo — lavoro, amore, libertà.
E insieme ci riprenderemo — la parola e la verità.
Guarda in viso, tienili a memoria — chi ci uccise e chi mentí.
Compagno, porta la tua storia — alla certezza che ci uní.

Questo pugno che sale — questo canto che va
è l’Internazionale, — un ‘altra umanità.
Questa lotta che eguale — l’uomo all’uomo farà
è l’Internazionale. — Fu vinta e vincerà.

Noi non vogliamo sperar niente. — Il nostro sogno è la realtà.
Da continente a continente — questa terra ci basterà.
Classi e secoli ci hanno straziato — fra chi sfruttava e chi serví:
Compagno, esci dal passato — verso il compagno che ne uscí.


1968, 1971, 1990, 1994.


[Da Franco Fortini, Poesie inedite, a cura di Pier Vincenzo Mengaldo, Einaudi, Torino 1995 e 1997, pp. 46-47]

[V. anche la rubrica POETI]

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