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giovedì 1 novembre 2012
Un inaudito oltraggio al Comitato delle Pacciade
Sono stato
testimone diretto dell’affronto proditorio: martedì 23 ottobre u.s., a
mezzogiorno in punto, otto avvocati e tre giudici hanno avuto l’improntitudine
di arrecare offesa all’autorità burbanzosa di Mauro Varisco e del Comitato
delle Pacciade. Luogo dell’inaudito oltraggio: l’aula delle udienze del TAR
della Lombardia, Sede di Milano, IV sezione. Doveva essere discussa la causa avviata
con il ricorso della Provincia di Milano contro la Regione Lombardia
che, con un decreto dirigenziale, nell’ormai lontano 2006 si è pronunciata per
la compatibilità ambientale dell’ingrandimento dell’impianto di smaltimento di
reflui industriali della società B.T.E. Invece di impegnarsi nella singolar tenzone
oratoria alla quale avrebbe voluto assistere il Comitato delle Pacciade, gli
avvocati si sono accordati, secondo la narrazione di qualcuno dello pseudo-comitato,
“per non andare al dibattimento”.
Apriti cielo! Non erano trascorse due ore che già il fior fiore della migliore società politica limbiatese
sciorinava una serie di vibranti proteste. Col ritmo di una mitraglia, in uno sciocchezzaio elettronico,
sono state sparate le seguenti castronerie:
- “La
Corte giudicherà senza dibattimento. INSPIEGABILE!!! I
Sindaci erano al corrente di questa decisione? INSPIEGABILE!!!”
- “I giudici decideranno sulla base delle carte in
loro possesso, senza dare modo di esporre le tesi delle parti…”
- “Un sarcastico applauso agli avvocati!”
- “E lo aggiungerei anche per chi aveva il diritto/dovere
di “indirizzare” gli avvocati, ovvero gli amministratori pubblici”.
- “Grazie De Luca! (Non lo dicono stavolta)”.
- “ Non ci sono tram di serie A e tram di serie B,
vanno presi tutti allo stesso modo. Soprattutto quando c’è di mezzo la salute dei
cittadini”.
- “L’avvocato avrà il benestare ovviamente dei
sindaci”.
- “Seppur negativamente, speriamo che sia
effettivamente così. Resta poi il fatto che i Sindaci dovranno risponderne ai
cittadini.”
- “Certamente va motivata la scelta, dispiace che si
sia saputo a decisione presa”.
- “Molto strana la decisione. Qual è la convenienza
dei sindaci?”
- “Avevamo l’opportunità di dire le ragioni del NO
all’impianto! Non l’abbiamo sfruttata. Meglio sarebbe dire che non ce l’hanno
fatta sfruttare”.
Nei giorni
successivi, tutti i giornali-spazzatura locali hanno riportato la “notizia” suppergiù
negli stessi termini. Ma cosa è veramente successo al TAR? È successo che gli
avvocati delle varie parti, convenendo tutti che non c’era niente di nuovo da
esporre alla corte, oltre a quanto era già stato esposto nelle memorie e nelle
repliche che ognuno aveva già depositato, e che non vi erano altre
argomentazioni da aggiungere, hanno dichiarato di rimettersi, per il giudizio,
agli scritti già depositati. Tutto qui. È previsto dalle norme procedurali. Il
giudizio amministrativo non è come il giudizio penale. Quasi tutto si svolge
per iscritto. Perché perdere tempo, e perché tediare la corte, ri-esponendo
verbalmente ciò che è già stato ampiamente argomentato e documentato in pagine
e pagine di memorie e contro-memorie scritte?
Questa volta
nessun sindaco deve rispondere di alcunché. Nessun avvocato minimamente capace,
infatti, si farebbe mai dettare la condotta processuale dal suo patrocinato,
nemmeno se questi è un sindaco o un presidente di provincia. Nella procura che sindaci
e presidenti di provincia hanno firmato per farsi rappresentare, è certamente
ben specificato, poiché sempre è
specificato, che in essa è compresa anche la più ampia delega all’avvocato affinché
decida egli la (migliore) condotta
processuale.
Lungi da me, però, l’intenzione
di difendere De Luca e i suoi colleghi sindaci o presidenti di provincia dalla demagogia rozza e soprattutto ridicola delle frasi sopra riportate, fra le quali si distingue, per ignoranza oscenamente supponente, quella del sarcastico applauso agli avvocati, scritta da un poveretto che ha come massima capacità d’intervento politico solo la produzione di frasette idiote da inserire in qualche
blog. Vale la pena, tuttavia,
di parlare di questo episodio alquanto patetico per rilevare che la decisione di tutti gli avvocati di rimettersi agli scritti svela, semmai ve ne fosse
la necessità, l’inconsistenza degli arruffatissimi discorsi del Comitato delle Pacciade.
Questo, dopo essersi imbattuto per caso
in una questione vecchia ormai di diversi anni, ha ripetuto per mesi e per ogni
dove la sua pretesa che il Comune di Limbiate “rafforzasse” il suo intervento
nella causa, poiché sarebbero emerse “novità”, che tuttavia mai sono state
specificate. Il Comune, cioè, avrebbe dovuto spendere altre migliaia di euro per parcelle legali, per formulare “motivi
aggiunti” al ricorso dell’inizio del 2007 presentato insieme alla Provincia di
Milano. Il Comitato delle Pacciade non è mai stato in grado di specificare
quali fossero queste “novità”. Eppure, delle novità vi sono state, ma sono state
le autorizzazioni che la B.T.E.
ha continuato ad ottenere dalla Provincia di Monza, nonostante avanti il TAR pendesse un ricorso contro il suo progetto!
Ma su queste novità Mauro Varisco e il suo pseudo-comitato hanno sempre taciuto.
Il fatto è
che il grado di autonomia politica del Comitato delle Pacciade è zero, poiché non
è nient’altro che una claque
elettorale che sta in piedi solo con il sostegno, e i soldi, del PD e dell’Asinistra di Limbiate. Proprio perché è solo
una claque elettorale, è vezzeggiato
da quasi tutti i partiti. Questa claque
e i partiti che la sostengono sono corresponsabili con la Giunta Comunale del
danno erariale causato con l’ordinanza, emessa un anno fa, contro la costruzione
dell’impianto presentato come pirolitico dalla Eco-trattamenti - un’ordinanza giudicata totalmente
illegittima dal TAR. Per difendere questo provvedimento del tutto
indifendibile, adottato con l’unico scopo di conquistarsi i consensi di questa claque, alla quale aveva appena fatto
ingoiare, in realtà senza nessuna fatica, il mantenimento di tutti i Programmi
Integrati di Intervento approvati dalla precedente giunta di centro-destra, quella
di centrosinistra ha buttato via 7.500 €.
Ed immediatamente dopo, il Comune ha dato spazio alle semi-farneticazioni di
questi pseudo-ambientalisti a proposito di un’altra scoperta casuale, appunto il
progetto di ampliamento dell’impianto della B.T.E., approvato dalla Regione ma
contrastato dalla Provincia di Milano con il concorso di alcuni Comuni, fra i
quali Limbiate. Fino al punto che le pressioni esercitate insieme ad un fronte
variegato di politicanti, hanno
indotto i tecnici pubblici che dovevano valutare l’ammissibilità del progetto
della B.T.E. sulla base delle leggi
esistenti, a ribaltare, con motivazioni insostenibili, il parere favorevole
già annunciato e che erano in procinto di sottoscrivere. La negazione di un’autorizzazione
già concessa alla conclusione del
procedimento ad essa propedeutico, seppure ancora non compiutamente formalizzata,
non ha affatto indebolito la posizione della B.T.E. nel giudizio avanti al
T.A.R.; anzi, questa negazione, reclamata in giudizio dagli avvocati della
B.T.E., potrebbe trasformarsi in un boomerang contro i funzionari della Provincia di Monza.
Subito dopo
la “vittoria” del centrosinistra di Limbiate, al quale ha contribuito con non
più di una manciata di voti (lo dimostrano i dati elettorali), il Comitato
delle Pacciade ha accettato di rinunciare a portare avanti qualsiasi azione per
obbligare la giunta comunale a rivedere ed annullare vari P.I.I. pieni zeppi di
illegalità. Da allora, su suggerimento del centro-sinistra, si getta
compulsivamente su questioni che prima aveva totalmente ignorato e delle quali,
nonostante le reiterate millanterie di “competenza tecnica e giuridica” (sic!),
non è in grado di afferrare gli esatti termini. In cambio ottiene, sia dal
centrosinistra sia dal centro-destra, il compenso “politico” dell’attribuzione
di un ruolo che nulla ha a che vedere con quello tipico di un comitato civico. Non
vi è fatto, anche dei più irrilevanti, che questa claque elettorale non ascriva a suo merito - fino a millantare di riuscire
a muovere quella che definiscono la “buona politica”, vale a dire tutti i partiti, senza distinzione! Ma
il ruolo che il burbanzoso Mauro Varisco e la sua sigla pretendono di recitare è
del tutto abusivo. Innanzitutto perché in modo lampante nulla fanno per dotarsi
di quella competenza che i comitati civici che non abusano di questo nome si formano
con un lungo lavoro di studio e documentazione sulle questioni che affrontano; ma soprattutto perché senza il sostegno “intellettuale” oltre che materiale dei partiti del
centrosinistra (in particolare dell’Asinistra di Limbiate), né il burbanzoso
Mauro Varisco né il suo pseudo-comitato esisterebbero.
Recitando
allegramente questa pantomima, Mauro Varisco e la sua sigla hanno collaborato
con “la buona politica” nel provocare, a proposito della vicenda della Eco-trattamenti,
il danno erariale sopra ricordato. Ma non si può essere sicuri che i cittadini di
Limbiate non ne dovranno subire altri, poiché l’esperienza dell’ordinanza
annullata dal TAR non è servita affatto a diminuire la boria e la pretenziosità
di questi imbecilli. Infatti, la pressione esercitata da questi pseudo-ambientalisti che si alleano tranquillamente con personaggi come l’assessore regionale
Colucci, filmato ad una cena
pre-elettorale con ‘ndranghetisti (e che vorrebbe trasformare ogni parco
regionale in un'impresa economicamente redditizia!), o come l’ex sindaco Romeo, contro le cui decisioni, tuttora vigenti,
il Comitato delle Pacciade sarebbe nato! – questa pressione ha ottenuto che si
inventasse l’escamotage della “nota”
di un funzionario regionale che ha assimilato l’impianto della Eco-trattamenti
ad un inceneritore. Con questo escamotage, la Regione, tramite un suo funzionario, si è inserita abusivamente in un
procedimento che essa stessa Regione
ha delegato con legge alla Provincia; grazie a questo escamotage, altri funzionari, disposti a
subire le pressioni alle quali hanno attivamente collaborato politicanti che hanno vendette
economiche personali da consumare, si sono sbarazzati provvisoriamente di un procedimento che avrebbero dovuto obbligatoriamente
concludere con un'autorizzazione, o con il diniego di questa, assumendosene la
responsabilità. Invece, la conferenza di servizi convocata sulla questione è
stata chiusa con un rinvio alla procedura “ordinaria” che è del tutto abusivo (con buona pace del consigliere grant, gross, pussé ciula
che baloss) e che offre, su un
piatto d’argento, alla ditta richiedente la possibilità di ottenere, nei fatti,
l’autorizzazione alla costruzione dell’impianto con un altro ricorso al TAR! Naturalmente
le spese per l’intervento in giudizio della Provincia e/o del Comune le
pagheranno i cittadini.
Beninteso,
non sto affatto sostenendo le ragioni di chi vorrebbe costruire impianti che,
sulla base dei pochissimi elementi divulgati, non si sa quanto possano essere
ammissibili. (Il Comitato delle Pacciade e Mauro Varisco, che pure hanno facile
accesso a carte e ad uffici, nulla hanno fatto per approfondire e divulgare le
conoscenze sugli impianti pirolitici in generale e su quello di Pinzano in
particolare). Sto mettendo in luce lo stravolgimento che subisce l’azione della
pubblica amministrazione quando su questa si esercitano pressioni affinché operi
non sulla base di leggi e procedure pre-esistenti, bensì secondo l’interesse del momento di questo o quel
politicante a mantenere, o conquistare, il consenso di questo o quel gruppo di
sostenitori - soddisfacendo, inoltre, anche a spese della cassa pubblica, la
smania di protagonismo di un capo claque elettorale.
La
considerazione del valore delle leggi e delle procedure (che purtroppo, certo,
sono fatte quasi sempre per i potenti, ma
sono leggi e procedure dalle quali non si può prescindere) esula dalla
coscienza politica (concediamoci una bestemmia!) e dalle capacità
cognitive di Mauro Varisco e dei politicanti che lo sostengono. Infatti costoro
pensavano che il TAR fosse una conferenza di servizi, dove, con la malleveria dei
De Luca e del consigliere grant, gross, pussé
ciula che baloss, ma anche della Lega e del PDL, anche uno pseudo-Comitato
come quello delle Pacciade può andare a ripetere alcune frasi fatte. Ma hanno dovuto
patire una cocente delusione!
Poverini.
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