A Bedizzole [12.058 abitanti in 21 frazioni sparse su 26
Kmq! N.d.r.], vicino al
lago di Garda, un comitato di cittadini è riuscito a bloccare la realizzazione
di un inceneritore (o gassificatore) sperimentale di cacca di pollo (pollina).
Dopo le amministrative di maggio 2012 e dopo la giornata
di oggi si riaccende un barlume di speranza, potendo toccare con mano quanto
possa essere importante il risveglio dei cittadini, per troppi anni controllati
unidirezionalmente dai mass media, e che oggi possono, invece, attivarsi e
moltiplicare il loro potere grazie alla comunicazione e alla collaborazione.
Il progetto era stato presentato oltre un anno fa da una
azienda, che ne avrebbe ricavato finanziamenti pubblici milionari a favore
delle energie rinnovabili. La pollina, infatti, è stata recentemente equiparata per legge alle biomasse
per poterne incentivare l'incenerimento.
Scelta in controtendenza rispetto allo smantellamento
degli inceneritori in corso in America e in Europa, le cui linee guida per
l'ambiente indicano il divieto di realizzazione di nuovi inceneritori per
rifiuti che possono essere differenziati o compostati.
La pollina non è un buon combustibile e può essere
trattata in molti modi più ecologici rispetto all'incenerimento: ma
l'incenerimento permette anche di aggirare la direttiva nitrati (che impone
agli allevatori l'onere di spargerla in superfici estese per diluire l'effetto
dannoso sul suolo di un rifiuto pieno di antibiotici e sostanze chimiche: c'è
poco di naturale negli allevamenti intensivi!).
La pollina, per di più, sarebbe stata per buona parte
importata da altre zone, con un andirivieni di centinaia di mezzi pesanti al
giorno.
L'impianto sarebbe, dunque, stato inefficiente,
antieconomico, e con pesanti emissioni nell'atmosfera, già gravata dai record
di inquinamento (e di tumori) della Pianura Padana.
Ma, secondo la legge, un inceneritore di biomasse fino a un MegaWatt può essere
approvato dalla Provincia con iter semplificato, senza Valutazione di Impatto
Ambiantale (VIA) e senza parere vincolante dei Comuni. In tutta Italia
fioriscono, pertanto, decine di progetti analoghi, che aspirano ad approfittare
degli incentivi: un vero sperpero di denaro pubblico per progetti spesso di
nessuna utilità pubblica, visto che, oltre tutto, il fabbisogno energetico del
paese è già abbondantemente coperto.
Il comitato bedizzolese ha raccolto 10.000 firme e ha
ottenuto il coinvolgimento di sette comuni di partiti diversi (ma concordi nella contrarietà al progetto!).
Grazie a cinque manifestazioni di protesta, tre conferenze con esperti per
valutare rischi e alternative e una fiaccolata, è stata tenuta viva
l'attenzione dei cittadini e dei media, anche grazie all'utilizzo massiccio dei
social media.
Tutto ciò ha convinto i funzionari provinciali a ponderare
con molta cautela una domanda che, senza la mobilitazione popolare, sarebbe
stata pressoché automaticamente accolta.
Ben lontano dalla semplice mentalità "Nimby" [Not in my backyard, non nel mio cortile; n.d.r.], il Comitato si è
battuto non per spostare l'impianto, ma per dimostrare la dannosità sociale ed
ecologica di questi progetti e di tante altre fonti di nocività non
giustificate dall'interesse pubblico. E, nei mesi, il dialogo con altri
comitati ha portato ad una vera e propria Rete provinciale per l'ambiente, con
continuo scambio di informazioni, suggerimenti, manifestazioni condivise e un
vero progetto: liberare la provincia più inquinata d'Italia dalle proprie fonti
di nocività.
Il 13 giugno la risposta: la provincia di Brescia ha ascoltato le ragioni dei
cittadini, degli imprenditori agricoli e turistici della zona, rifiutando
l'approvazione al progetto: l'interesse di un privato non può e non deve
schiacciare la salvaguardia della collettività.
P.S. Nella foto della manifestazione di oggi, il consigliere della lista civica
M5S del Comune di Desenzano del Garda Luisa Sabbadini insieme ai ragazzi del
M5S che hanno aiutato con la loro presenza il comitato civico di Bedizzole.
(Articolo di Giorgio da Bedizzole)
http://www.beppegrillo.it/listeciviche/liste/lombardia/2012/06/cittadini---inquinatori-1-0.html
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