lunedì 16 aprile 2012

Asinerie e falsità di De Luca contro scolari e famiglie “fuorilegge”





L’improbabile e desolante sindaco di Limbiate, De Luca, ha “giustificato” con gli “argomenti” riportati nelle frasi stampate su un giornale locale fra virgolette e nelle altre a lui attribuite dall’articolista, la recente delibera della sua giunta con la quale la tariffa del trasporto scolastico, già salatissima, è stata raddoppiata: da 159 a 318 €!

1) “Abbiamo fatto un atto di legalità: la legge dice che le famiglie devono coprire il 36% del servizio… "

È FALSO!

Oppure, De Luca non sa di cosa parla: non c’è alcuna legge che dice che il servizio di trasporto scolastico deve essere pagato dalle famiglie limbiatesi nella misura del 36%. Questo obbligo c’è solo per

“gli enti locali strutturalmente deficitari (che) sono soggetti ai controlli centrali in materia di copertura del costo di alcuni servizi. Tali controlli verificano mediante un'apposita certificazione che … il costo complessivo della gestione dei servizi a domanda individuale, riferito ai dati della competenza, sia stato coperto con i relativi proventi tariffari e contributi finalizzati in misura non inferiore al 36 per cento; a tale fine i costi di gestione degli asili nido sono calcolati al 50 per cento del loro ammontare” ( comma 2 dell’articolo 243 del D.lgs 18 agosto 2000, n. 267 - Testo Unico delle Leggi sull’Ordinamento degli Enti Locali).

Fino ad oggi non risulta che il Comune di Limbiate sia stato dichiarato ente strutturalmente deficitario

con decreto del Ministro dell'interno, sentita la Conferenza Stato-città e autonomie locali, da emanare entro settembre e da pubblicare nella Gazzetta Ufficiale (comma 2 dell’art. 242 del T.U.O.E.L.),

con il quale 

sono fissati per il triennio successivo i parametri obiettivi, determinati con riferimento a un calcolo di normalità dei dati dei rendiconti dell'ultimo triennio disponibile..." (ibidem).

Inoltre, il trasporto scolastico non è un servizio a domanda individuale, infatti non è compreso nell’elenco del D.M. 31/12/1983, Individuazioni delle categorie dei servizi pubblici locali a domanda individuale, e la voce di spesa non si trova nel Certificato consuntivo 2010 [è il Bilancio consuntivo; n.d.r.], Quadro 14 - Servizi a domanda individuale, fornito dal Comune al Ministero dell'Interno! [v. qui]


2) “… invece finora la copertura è stata del 15% e il resto lo metteva il Comune.”

- “Pur avendo raddoppiato il costo non siamo ancora alla copertura prevista dalla legge perché arriviamo giusto a una copertura del 31% come cifra a carico delle famiglie”

È FALSO!

Il Conto consuntivo 2010 (p. 102), per il trasporto scolastico dà queste cifre:

- entrata: 53.697,60;
- spesa: 274.999,97;
- copertura (a carico degli utenti): 19,53%

La tariffa media pro-capite è stata, quindi, di 153,421 €. Il raddoppio di questa tariffa media eleverà la parte della spesa complessiva coperta dalle famiglie a 107.394,7 € (153,421 x 2 = 306,842 x 350 utenti).

La percentuale a carico degli utenti salirà a 39,05! 

3) “Buona parte dei ragazzi che prendono il pullman sono distanti non più di 400-500 metri da scuola, mentre altri vanno nei plessi fuori dai quartieri dove abitano: il nostro obiettivo invece è far sì che gli alunni frequentino le scuole vicino a casa.”

È FALSO!

- Tutte le scuole materne e tutte le scuole elementari di Limbiate hanno bacini d'utenza che si estendono ben oltre i 500 metri, anche fino a 750-800 m; da Via Cartesio al Quartiere Metropolitano la distanza è addirittura di 1000-1200 m!

- Solo la Scuola Media Gramsci ha un bacino di utenza che non supera i 1000 m.

- La Scuola media Verga, invece, ha un bacino che arriva fino a 1650 m (S. Francesco) e addirittura fino a 2000 m (Mombello).

- La Scuola Media di Via L. da Vinci ha anch’essa un bacino che si estende fino ad almeno 1650 m (Pinzano, Quartiere Metropolitano).

Sono distanze massime ben superiori a quelle ammesse dalla legge!
  
Infatti, il Decreto Ministeriale (del Ministero dei Lavori Pubblici di concerto con quello della Pubblica istruzione) 18/12/75 (G.U. n. 29 del 2/2/76), ancora in vigore anche se è stato abolito ma con riserva dall'art. 12 comma 5 della Legge nr. 23/96 (poiché il Ministero della PI non ha ancora emanato le norme quadro, né le Regioni hanno approvato le relative specifiche norme tecniche esecutive; art. 5 commi 1 e 2 Legge 11/01/96 n. 23), indica nella Tabella 1 le distanze massime:

- scuole materne: 300 m; 
- scuole elementari: 500 m;
- scuole medie inferiori: 1000 m;
  
e i tempi di percorrenza con mezzi di trasporto:

- scuole materne: non previsto;
- scuole elementari: 15';
- scuole medie inferiori: 15'-30'.

Lo stesso decreto, tuttavia, al punto 1.1.3 ammette la possibilità di deroga, "purché l'ente obbligato (il Comune o la Provincia) istituzionalizzi e gestisca un servizio di trasporto gratuito per gli alunni della scuola materna e della scuola dell'obbligo".

Dunque, poiché tutti i plessi scolastici di Limbiate sono fuori dalla norma, il Comune ha l’obbligo di istituire un servizio di trasporto gratuito per gli alunni della scuola materna e della scuola dell'obbligo.

4) Nel suo intervento [De Luca, come riporta il giornale] ha spiegato il motivo del raddoppio del servizio scuolabus, considerato non essenziale, soprattutto in un periodo di gravi ristrettezze economiche come quello che sta vivendo in questo momento il comune.

È UN’ASINERIA.

Di fronte a simili frasi, cosa si può dire? Che traspare una mentalità retrograda, da governante ultra-liberale d’antan, o da neo-liberista odierno? De Luca non sa nemmeno cosa significhino questi termini! Egli è così... per cause naturali. Non si può pretendere che abbia uno spirito egalitario uno che, come tutti gli arricchiti, ostenta cafonescamente la sua ricchezza (“Sono uno dei 91 limbiatesi con reddito sopra i 100.000 euro”; v. “Prendere atto della nostra sostanziale incapacità a governare questa città”, secondo paragrafo). Egli non ha la più pallida idea del concetto di “bisogni sociali”. Rassegnamoci a constatare che la comprensione che proprio in un periodo di gravi ristrettezze economiche il Comune dovrebbe (e potrebbe, poiché dispone di mezzi infinitamente superiori a quelli di tutte le famiglie di Limbiate) difendere alcune fondamentali conquiste sociali, è un’esperienza intellettuale, morale e politica che non è alla sua portata. Egli è costituzionalmente inadatto a capire che il trasporto scolastico pubblico e gratuito è parte integrante del diritto allo studio.

5) “Ma c’è dell’altro: noi ogni anno spendiamo 340 mila euro per un servizio che utilizzano circa 350 bambini, se contiamo che per tutte le scuole noi diamo 35 mila euro all’anno, cioè 10 euro a bambino, ci siamo resi conto che il rapporto è sproporzionato”.

- Quindi l’Amministrazione vorrebbe invece spendere più soldi nella manutenzione degli edifici scolastici del territorio.

ALTRO FALSO. ALTRE ASINERIE.

Innanzitutto, come abbiamo visto, è falso che il Comune spenda 340 mila € per il trasporto scolastico: le cifre del Conto consuntivo del 2010 attestano che il Comune ha speso effettivamente 221.302,37 € (spesa 274.999,97 € – entrata 53.697,60 €).

Ma, soprattutto, di quale rapporto e di quale proporzione sta parlando? Non risulta che il Comune abbia deliberato di aumentare la miseria oltraggiosa che attualmente "dà" alle scuole in misura pari alla cifra che risparmierebbe raddoppiando la tariffa del trasporto scolastico. E se anche lo avesse deliberato, in base a quale giustizia distributiva l’aumento dei finanziamenti da assegnare alle scuole dovrebbe essere posto a carico di solo un decimo degli alunni, per di più il decimo che non ha genitori con tempo libero e automobile a disposizione?

6) Il sindaco ha quindi auspicato delle alternative più economiche per il servizio scuolabus, suggerendo ai ragazzi di iniziare ad andare di più a scuola a piedi.

7) “Servono quindi soluzioni per far risparmiare tutti, Comune e famiglie”.

8) “Se ci sono dei costi superiori è perché non si poteva fare altrimenti: finora la politica non ha voluto toccare nulla ma io non sono sempre in campagna elettorale e ho fatto ciò che era necessario”.

QUESTO È IL FINALE PIROTECNICO DELLE FALSITÀ E DELLE ASINERIE

Per la frase “ma io non sono sempre in campagna elettorale”, v. «Iö sò io, e vvoi nun zete un cazzo».

Per il resto: innanzi tutto è evidente che De Luca facendo il sindaco fantoccio si è talmente esaltato che ormai vuole emulare quella regina di Francia [Maria Antonietta d'Asburgo-Lorena] alla quale si attribuisce la frase: «Se [i contadini] non hanno pane, che mangino brioches!».
  
Ma, soprattutto, sono qui squadernate le capacità di governo della giunta di De Luca: egli (che è consorte di una maestra), l’assessora alle Risorse economiche e vice sindachessa Ripamonti (che è Direttrice dei Servizi Generali e Amministrativi in un Circolo didattico!), l’assessore alla Scuola e alle strutture ed infrastrutture scolastiche Cosentino (che di professione fa il commercialista!), l'assessora alle Politiche per la comunità Franca Basso, e soprattutto il creativo, sapiente vero (non pseudo, neh!), grande cultore della comunità, ponzatore di nuovi modelli di sviluppo, assessore alla Promozione dello sviluppo economico e ai pizzini Pellegata, tutta questa bella compagnia di giro, per raccattare (forse) non più di 55.000 €, non riesce ad immaginare nient’altro che il raddoppio delle tariffe; tanto, il trasporto scolastico sarebbe un servizio inessenziale! (Ovviamente, con questa definizione viene mascherata l’intenzione di eliminare fra non molto il servizio).

INVECE,

basterebbe un modestissimo aumento dell’aliquota dell’addizionale comunale sull’IRPEF per recuperare una cifra pari al costo attuale del servizio.

Infatti, nel Conto consuntivo 2010, come entrata dall’addizionale IRPEF, è stata indicata la cifra di 2.533.000 €, ottenuta applicando l’aliquota unica dello 0,6%, e quindi il totale dei redditi imponibili era 422.166.666 €. Se proviamo a calcolare una maggiorazione dello 0,066% l'entrata aumenterebbe di 278.629,99 €, cifra leggermente superiore alla spesa del 2010 per il trasporto scolastico.

Inoltre, se lo Spirito Santo si decidesse ad insufflare un po' di coraggio cristiano negli animi di quelli della compagnia di giro di cui sopra, si potrebbe anche decidere di esentare dalla maggiorazione tutti i redditi inferiori a 15.000 € e, con adeguata progressività delle aliquote, caricare la maggior parte del peso di questa “manovra” soprattutto sui ricchi come De Luca.

Infatti, se prendiamo in considerazione i redditi imponibili del 2009 (purtroppo i dati per gli anni successivi non sono disponibili), quelli superiori a 15.000 € ammontavano a 362.338.348 €; applicando esclusivamente su questa parte una maggiorazione dello 0,076% otterremmo la cifra di 275.377,14 €.

In entrambi i casi si libererebbero 221.302,37 € che si potrebbero vincolare come fondo da spendere per le scuole. Naturalmente, solo con questa condizione (da porre insieme ad un’altra: che si ripubblicizzasse integralmente il servizio del trasporto degli alunni) questa imposizione fiscale sarebbe giustificabile ed accettabile.

In questo modo De Luca riuscirebbe a trasformare in un'affermazione seria la scemenza iniziale del suo discorsetto, perché questo sì che sarebbe un atto di legalità: con una modestissima imposizione fiscale progressiva si distribuirebbe in un modo più giusto fra i contribuenti il costo di un servizio pubblico essenziale come il trasporto scolastico, e sarebbe anche un modo per attuare, nella gestione del traporto scolastico, l’art. 3 della Costituzione che, stabilito che tutti i cittadini sono eguali “davanti alla legge”, aggiunge:

“È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”

Si attuerebbe, inoltre, l’articolo 112, comma 1, del Testo Unico sull’Ordinamento degli Enti Locali (D.lgs 267/2000):

“Gli enti locali, nell'àmbito delle rispettive competenze, provvedono alla gestione dei servizi pubblici che abbiano per oggetto produzione di beni ed attività rivolte a realizzare fini sociali e a promuovere lo sviluppo economico e civile delle comunità locali.”

Questi testi certamente non denotano la “creatività” cara all’assessore ai pizzini. L’articolo 3 della Costituzione addirittura è una roba vecchia di quasi sessantacinque anni. Però, anche se sono largamente inattuati, per chi sfanga la vita questi testi hanno un sapore più genuino del suo brodo di retorica “sviluppista”. 



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