sabato 7 giugno 2014
Barbara Spinelli: “Accetto l’elezione al Parlamento europeo”
ho molto meditato quel che dovevo fare, in considerazione
della domanda sempre più insistente che veniva dagli elettori e da un
gran numero di candidati, e ritorno sulle mie decisioni: accetterò
l’elezione al Parlamento europeo, dove andrò nel gruppo GUE-Sinistra Europea,
ripromettendomi di garantire la fedeltà al primo manifesto della Lista
italiana «L’Altra Europa con Tsipras» e ai 10 punti di programma che
abbiamo proposto agli elettori. Sin dalla conferenza stampa del 26 maggio
avevo lasciato in sospeso la mia decisione: e non solo perché sorpresa
dalla quantità di preferenze ma anche in considerazione del fatto che la
situazione politico-elettorale stava precipitosamente cambiando.
La linea maestra alla quale intendo attenermi
è di operare nel Parlamento europeo – e anche nella comunicazione
scritta, come rappresentante degli elettori europei – per una politica
di lotta vera all’ideologia dell’austerità e della cosiddetta «precarietà
espansiva», alla corruzione e alle minacce mafiose in Italia; per
i diritti dei cittadini; per la realizzazione di un’Europa federale
dotata di poteri autentici e democratici: quell’Europa che sinora,
gestita dai soli governi in un micidiale equilibrio di forze tra potenti
e impotenti, è mancata ai suoi compiti. Il Parlamento in cui
intendo entrare dovrà, su spinta della nostra Lista e delle pressioni che
essa eserciterà in Europa e in Italia, essere costituente. Dovrà lottare
accanitamente contro lo svuotamento delle democrazie e delle
nostre Costituzioni, a cominciare da quelle italiane e dal vuoto
democratico che si è creato in un’Unione che non merita, oggi, il nome
che ha.
Mi ha convinto a cambiare opinione anche
la lettera di Alexis Tsipras. La domanda che mi rivolge di accettare il
risultato delle elezioni è per me decisiva e – ne sono certa – lo sarà
per la Lista
nel suo complesso. Alle innumerevoli sollecitazioni ricevute
dall’interno (garanti, elettori, comitati, candidati) si aggiungono infine
sollecitazioni dall’esterno (deputati del GUE e non solo).
So che molti sono delusi: il proposito espresso
all’inizio di non andare al Parlamento europeo sarebbe disatteso,
e questo equivarrebbe a una sorta di tradimento. Non sento tuttavia
di aver tradito una promessa. I patti si perfezionano per volontà di
almeno due parti e gli elettori il patto non l’hanno accettato, accordandomi
oltre 78.000 preferenze. Mi sono resa conto, il giorno in cui abbiamo conosciuto
i risultati, che sono veramente molti coloro che mi hanno scelto neppure
sapendo quel che avevo annunciato: anche loro si sentirebbero traditi se
non tenessi conto della loro volontà. Inoltre, come garante della Lista, ho il
dovere di proteggerla: le logiche di parte non possono comprometterne la
natura originaria. Proprio le divisioni identitarie che si sono create
sul mio nome mi inducono a pensare che la mia presenza a Bruxelles
garantirebbe al meglio la vocazione, che va assolutamente salvaguardata,
del progetto – inclusivo, sopra le parti – che si sta costruendo.
Per quanto riguarda la scelta che sono chiamata
ufficialmente a compiere, annuncio che essa sarà in favore del Collegio
Centro: è il mio collegio naturale, la mia città è Roma.
È qui che ho ricevuto il maggior numero di voti. A Sud non ero capolista
ma seconda dopo Ermanno Rea, e da molti verrei percepita come «paracadutata»
dall’alto. Mi assumo l’intera responsabilità di quest’opzione, che mi pare
la più giusta, nella piena consapevolezza dei prezzi e dei sacrifici
che essa comporterà.
La mia più grande gratitudine va a Marco
Furfaro per la generosità che ha messo nella campagna e che spero
dedicherà ancora all’avventura Tsipras. Sono certa che i tanti elettori
di SEL, battutisi con forza per la nostra Lista, approveranno e comunque
accetteranno una scelta che è stata molto sofferta, visti i costi
che saranno sopportati dal candidato del Centro designato come il primo
dei non eletti. Conto non solo sulla loro fedeltà alla Lista ma sulla loro partecipazione
immutata al progetto iniziale, che ha come prospettiva un’aggregazione di
forze (di sinistra, di delusi dalla presente democrazia rappresentativa,
di emigrati nell’astensione) alternativa all’odierno centro-sinistra
e alle grandi intese.
Augurando a tutti voi e noi il proseguimento
di una battaglia unitaria e inclusiva al massimo, vi saluto con
grande affetto e gratitudine.
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