martedì 4 febbraio 2014

L’EUROPA AL BIVIO – Manifesto per le elezioni europee con Alexis Tsipras




Andrea Camilleri, Paolo Flores d’Arcais, Luciano Gallino, Marco Revelli, Barbara Spinelli, Guido Viale


L’Europa è a un bivio, i suoi cittadini devono riprendersela. Dicono i cultori dell’immobilità che sono solo due le risposte al male che in questi anni di crisi ha frantumato il progetto d’unità nato a Ventotene nell’ultima guerra, ha spento le speranze dei suoi popoli, ... »  



domenica 2 febbraio 2014

Sarò Traina, irreferente per la legalità






Riferire:

- raccontare fatti, notizie, vicende; far sapere ad altri il corso di una vicenda, di un avvenimento;
- descrivere una condizione, una situazione, un luogo; fare oggetto di informazione o di rappresentazione; rappresentare;
- esporre in una relazione ufficiale o pubblica nell’ambito di un ufficio esercitato, di un incarico ricevuto, di una competenza precisa; fare oggetto di resoconto, di rapporto.

Referente:

- che ha il compito di riferire, di formulare valutazioni, pareri, proposte di modifica … con riferimento all’attività svolta …in preparazione della decisione che prenderà poi l’assemblea.

(Dal Grande dizionario della lingua italiana di Salvatore Battaglia, UTET, Torino)



Sarò Traina da alcuni decenni tenta di esistere. Prima in Lotta Continua, poi nella Rete, poi ancora, quando si palesò che questa meteora politica qui a Limbiate non aveva alcun seguito elettorale, nella Rifondazione Comunista dei primi anni novanta, quando questo partito catalizzava migliaia di voti di proletari che non riuscivano a metabolizzare la trasformazione del P.C.I. in PDS. Ma, eletto consigliere comunale nel 1996, la sua ambizione di diventare assessore fu subito spenta da tali Battiato, Di Rocco, Volpato e Binacchi in combutta con il neo sindaco Fortunati. Per questo motivo, già nella prima seduta del Consiglio Comunale, egli si mise in opposizione al centrosinistra e costituì un gruppo consiliare del quale era l’unico componente. Per anni si dedicò soprattutto ad inventare ogni settimana un pretesto qualsiasi per far stampare la sua fotografia sul settimanale della curia monzese, “il Cittadino”, che anche quando parlava di un passaggio pedonale da ritinteggiare gli rilasciava un attestato di degno erede di Che Guevara.

Il caso volle che nel 1998 da R.C. si scindesse l’ala ultragovernista cossuttiana, in contrasto con la frastagliata maggioranza bertinottiana che si era messa in opposizione al centrosinistra che sosteneva il primo governo Prodi. Parlo di caso perché, come posso testimoniare direttamente, Sarò Traina, anche se iscritto, non aveva mai avuto nulla a che fare con le vicende interne di R.C. Però, anche se nessuno qui a Limbiate aveva mai seguito i cossuttiani, a scissione nazionale e provinciale avvenuta, dal circolo locale di R.C. si scisse... Sarò Traina, che aveva trovato uno spazio tutto suo da occupare, con la speranza che il simbolo del nuovo (ma in realtà vecchissimo e vetero-stalinista) partito, il P.d.C.I., gli avrebbe consentito di beneficiare dei sentimenti di alcune centinaia di vecchi proletari che, ogni volta che si trovano in una cabina elettorale, ineluttabilmente tracciano una X sulla falce e martello contenuta in un simbolo quasi identico a quello che era stato del P.C.I.

Infatti, anche se il P.d.C.I. qui a Limbiate letteralmente non è mai esistito, anche se gli unici iscritti sono sempre stati Sarò Traina e la sua consorte (e forse le figlie, quando sono diventate grandi), tanto che mai è stata aperta una sede (dal 1998 ad oggi!), anche se le liste elettorali presentate in diverse elezioni comunali, tranne Sarò e consorte, sono sempre state formate con nominativi di residenti in altri comuni (infatti nessuno ha mai ottenuto preferenze), Sarò Traina è riuscito a farsi rieleggere nel 2001. Nel 2006, invece, gli andò male, ma nel frattempo, poiché il bacino di voti assicurato dal simbolo del P.d.C.I. ormai cominciava ad assottigliarsi (anche per esaurimento… fisiologico), Sarò ha cominciato a coltivarne un altro, quello in cui si può pescare con l’antifascismo generico ed edulcorato e con i buoni sentimenti suscitati dall’orrore dei campi di concentramento della Seconda Guerra Mondiale. (Ma dall'anno scorso si è messo ad adulare il Movimento 5 Stelle locale).

Nel 2011, infatti, intruppato in una lista di quattro partiti (che insieme hanno perso più di un terzo della somma dei loro voti!), Sarò Traina è riuscito a farsi rieleggere, fregando per un paio di preferenze il povero Pecora, che almeno si era sforzato di fare il consigliere comunale anche fuori dalle riunioni in aula, a differenza di Traina, che come consigliere ha sempre limitato la sua attività ai soli interventi nelle riunioni del Consiglio, e nemmeno tanto frequenti, ma sempre intrisi della più vieta retorica (negli ultimi anni soprattutto patriottarda e pseudo-togliattiana – davvero in coerenza con la sua origine di lottatore continuo!). Ma ancora adesso (e la cosa gli viene rinfacciata dalla maggioranza che egli tuttavia sostiene perinde ac cadaver), non si degna di andare alle riunioni di commissione e nemmeno a quelle della maggioranza. Lui dice che si assenta “per una scelta politica”, ma quali sarebbero le motivazioni di questa “scelta politica” non l’ha mai spiegato.

Nel 2011, percepito subito che non avrebbe ottenuto una poltrona da assessore, ha cominciato a mandare messaggi obliqui al PD. In realtà erano solo delle innocue insolenze (il voto di Sarò è irrilevante per la maggioranza), ma la prospettiva di doverne sopportare il fastidio, come era già avvenuto in passato, mentre si stava cominciando a governare con una giunta improvvisata, guidata (si fa per dire) da un incapace e sostenuta da una maggioranza che aveva vinto per caso, ha spinto il PD ad offrire a Sarò se non una poltrona… uno strapuntino, purché non rompesse tanto gli zebedei. Lo sventurato ha accettato immediatamente, tanto che senza alcun problema si è acconciato a presentare lui la candidatura a vice-presidente del Consiglio Comunale di chi quindici anni prima lo aveva segato senza alcuna pietà: Fortunati!

Lo strapuntino è quello di “consigliere referente per la legalità”, imbottito con alcune migliaia di euro per iniziative sulla “memoria” e sulla “legalità”, che consentono a Sarò Traina di alimentare la sua speranza di avere una qualsiasi esistenza politica nel futuro. Ma a parte una o due parate propagandistiche, il “referente per la legalità” non ha mai raccontato fatti, notizie, vicende, né ha mai descritto una situazione, né ha fatto oggetto di informazione e nemmeno mai ha esposto in una relazione ufficiale o pubblica nell’ambito dell’ufficio che dovrebbe esercitare per l’incarico ricevuto, e per il quale dovrebbe avere una competenza precisa, nulla che avesse a che fare con la questione della legalità qui a Limbiate.

Proprrio qui a Limbiate, dove, secondo la magistratura, hanno importanti sedi alcuni pericolosissimi gruppi mafiosi; qui, dove è diffuso il malaffare edilizio, come il sottoscritto ha più volte documentato alla magistratura, da solo e a sue spese (in ogni senso)  - tanto che per quanto riguarda i danni erariali ben 31 persone sono già state indagate, e per quanto riguarda gli aspetti penali è in corso un’indagine della Procura della Repubblica; qui, dove con la complicità o l’omertà di diversi funzionari comunali le leggi urbanistiche sono state violate o manipolate o distorte per sottrarre alla cassa pubblica molti milioni di euro (OO.UU. non pagati, aree standard monetizzate per quattro soldi o addirittura fatte sparire con un gioco delle tre carte, ecc.); qui, dove l’Organismo Indipendente di Valutazione “valuta” dirigenti che poi assegnano incarichi retribuiti alla società di cui è proprietario... l’O.I.V., il cui decreto di nomina viene manipolato, mantenendo lo stesso numero di protocollo; qui, dove il centrosinistra concede esenzioni fiscali a famiglie benestanti (anche fino a 60.000 € di reddito imponibile!), che poi il Ministero delle Finanze fa annullare perché sono illegittime (e la Giunta sulla questione mente in una delibera, e anche la vice-sindachessa mente in Consiglio Comunale); qui, dove la Giunta fa proprie, in una delibera, le false dichiarazioni di un funzionario, che poi invia alla Corte dei Conti; proprio qui il “referente per la legalità” non ha mai riferito nulla a nessuno!

Il “referente per la legalità”, non ha mai riferito nulla nemmeno sull’illegittima composizione del Consiglio Comunale, che per due anni ha compreso prima una e poi un altro consigliere nominati illegittimamente. Per questa questione, Sarò Traina ha ricevuto dal TAR una notifica che gli avrebbe consentito di costituirsi in giudizio senza alcuna spesa, ma questo cialtronesco pagliaccio non lo ha fatto, innanzitutto perché della notifica non aveva capito un’acca, e poi, quando io gliene ho chiarito il contenuto, perché non aveva il coraggio di dare fastidio ai suoi padroni del PD. Quindi, invece di costituirsi avanti il TAR per far presente che, come tutti e anche lui sapevano, non i due ricorrenti al TAR, bensì un altro candidato aveva diritto alla nomina di consigliere comunale, Sarò Traina si è preoccupato solo del suo strapuntino! (Come tutti sanno, se ora il Consiglio Comunale è costituito legittimamente lo si deve al mio ricorso al Consiglio di Stato).

Sarò Traina non ha mai fatto davvero il consigliere comunale; di come funziona il Comune non sa nulla; non c’è un solo problema della vita locale che egli si sia mai preoccupato di conoscere davvero; egli non conosce nessuno dei capisaldi della legislazione sugli enti locali; come ho già ricordato, all’interno della stessa maggioranza gli rimproverano di disertare sistematicamente le riunioni delle commissioni, della maggioranza e della sua stessa coalizione - salvo le occasioni in cui può mostrarsi in pubblico. Sarò Traina ha da fare il “referente per la legalità”!

Ora sui giornali locali e su un paio di pagine facebook Sarò Traina lamenta un’inadempienza del Comune, ma senza spiegare nulla, senza nominare nessuno, in un modo oscenamente obliquo, dal quale chi come lui millanta di fare l’antimafia dovrebbe fuggire come dalla peste. L’inadempienza sarebbe questa: due anni dopo una formale decisione, sia del Consiglio Comunale che della Giunta, ancora non sarebbe stata versata la quota di adesione ad una minuscola rete di enti locali antimafia (su circa 8.500 enti locali gli enti aderenti sono circa 240, dei quali pochissime decine si trovano nelle quattro regioni maggiormente toccate dal fenomeno della criminalità organizzata). E ciò, sostiene Sarò Traina, impedirebbe al Comune di Limbiate di far parte di un (semi-fantomatico) circuito di iniziative anti-mafia. Egli lascia intendere che, per causa della mancata adesione del Comune a questo circuito, la legalità nel territorio di Limbiate correrebbe il rischio di un grave pregiudizio. Ma se così è, perché il “referente per la legalità” ha aspettato due anni per sollevare la questione?

Io credo invece che più prosaicamente si tratti di questo: la mancata formalizzazione dell’adesione non ha consentito di nominare il rappresentante del Comune di Limbiate in questa associazione, che ha un organismo direttivo (nel quale, chissà, si potrebbe entrare), che tiene riunioni ed iniziative di qua e di là, alle quali i rappresentanti degli enti locali partecipano a spese… degli enti locali; iniziative che danno visibilità e credibilità. E chi dovrebbe essere il rappresentante del Comune di Limbiate in questa associazione? Il "referente per la legalità" Sarò Traina, naturalmente. Che così potrebbe ancor più astrarsi dai pedestri compiti quotidiani del consigliere comunale per dedicarsi interamente a coltivare la convinzione che anche lui, forse, un giorno esisterà.

sabato 1 febbraio 2014

Non ci sarà mai fine al peggio del Comitato delle Pacciade e del misirizzi di Mombello






Non ci sarà mai fine alle frottole, alle distorsioni di fatti, alle mistificazioni, alle vanterie, alle millanterie e alla vanagloria del misirizzi di Mombello e del Comitato delle Pacciade. Dopo un incontro la cui importanza è paragonabile, a un dipresso, alla Conferenza di pace di Parigi (1919), per il misirizzi e i suoi accoliti ripetere le balle sulla quantità di osservazioni al PTCP che sarebbero state accolte dalla Provincia di Monza era troppo poco*. Perché tenere sotto tono che ormai il Presidente della Provincia gli riconosce il ruolo di autorevoli referenti? È un fatto storico, da mettere nero su bianco affinché non sfugga ai compilatori di annali, e quindi via all’annuncio che il Presidente avrebbe “chiesto di tenerlo informato sull’evoluzione di tutta la vicenda del presunto inceneritore di Pinzano” !

Attonita la terra al nunzio sta. Ma riprendiamoci. La Provincia (ente al quale la Regione ha attribuito la competenza amministrativa per rilasciare l’autorizzazione a costruire gli impianti di trattamento dei rifiuti) ha convocato una Conferenza di Servizi per esaminare la richiesta di autorizzazione, presentata da Ecotratamenti s.r.l., a costruire un impianto di trattamento termico dei rifiuti. Alla Conferenza hanno partecipato, oltre ai tecnici della Provincia, quelli di ARPA, ATO, ASL, Vigili del Fuoco e Comuni di Limbiate e Senago. La prima seduta si è svolta dopo il 14 novembre 2013, data dell’udienza presso il TAR di Milano nella quale è stato discusso il ricorso di Ecotrattamenti contro il diniego opposto dalla Provincia ad una precedente richiesta di autorizzazione, da concedere con la procedura semplificata prevista dalla legge. Su questa procedura il Comune, pur di soddisfare quella modestissima claque elettorale che è il Comitato della Pacciade, era intervenuto del tutto abusivamente, con la conseguenza di una secca condanna da parte del TAR e di un danno per la cassa pubblica di 7.500 € di spese legali!.**

I magliari del Comitato delle Pacciade a suo tempo hanno sostenuto che nel corso della prima seduta della Conferenza, i tecnici della Ecotrattamenti sarebbero stati messi in crisi dalle “critiche” dei tecnici della Provincia e dell’ARPA***. Ma naturalmente non hanno spiegato, nemmeno per accenni, quale fosse la natura di queste critiche e su quali aspetti dell’impianto si appuntassero; si può quindi legittimamente ritenere che quello che hanno dato ad intendere era solo una delle tante interessate balle che raccontano incessantemente. Era chiaro, infatti, che in quella prima riunione, che si è svolta, ripeto, pochi giorni dopo l’udienza presso il TAR, i tecnici della Provincia (come anche quelli dell’ARPA), che già durante il primo procedimento hanno dimostrato di non essere in grado di (o di non volere) stabilire autonomamente quale sarebbe la natura dell’impianto che Ecotrattamenti vuole costruire (se un inceneritore o un impianto pirolitico), dovevano prendere tempo in attesa della sentenza.

Prendere tempo, infatti, era prudente, perché la sentenza avrà anche un contenuto tecnico specificatamente riferito all’impianto che Ecotrattamenti chiede che sia autorizzato. Il TAR, infatti, al riguardo della natura dell’impianto (dalla quale dipende sia l’ammissibilità della procedura abbreviata o normale di autorizzazione, sia la possibilità di costruirlo all’interno del già esistente impianto di Ecotrattamenti di Pinzano) ha ordinato, come sempre avviene in questi casi, che a pronunciarsi sulla natura dell’impianto fosse un tecnico terzo ma dipendente da una pubblica amministrazione. E dunque ha incaricato il Direttore del Dipartimento di Energia del Politecnico di Milano di compiere una verificazione sul progetto per rispondere, previo giuramento, ai seguenti quesiti (cito dall’Ordinanza 201300483; grassetti miei):

“1) evidenzi il verificatore le caratteristiche e la natura dell’impianto che la ditta ricorrente intende realizzare e se, in particolare, lo stesso sia da ascrivere agli impianti di incenerimento, contemplati dall’art. 4, co. 1, d.lgs. 133/2005, ovvero se rientri tra gli impianti di coincenerimento, previsti dall’art. 2, co. 1, lett. e), d.lgs. 133/2005.

2) precisi il verificatore se l’impianto in argomento abbia quale funzione principale, o comunque prevalente, quella di produzione di energia elettrica o quella di attività di smaltimento dei rifiuti”.

Chiaro che i tecnici della Provincia, che dovevano e dovranno pronunciarsi sullo stesso progetto di impianto, non potevano e non possono rischiare di rilasciare (o non rilasciare) un’autorizzazione in contrasto con una sentenza del TAR sostenuta, per quanto riguarda gli aspetti tecnici, da una verificazione compiuta previo giuramento e sottoscritta  dal Direttore del Dipartimento di Energia del Politecnico di Milano! Quindi, in attesa della sentenza, avranno formulato alcune obiezioni semplicemente per costringere i tecnici di Ecotrattamenti a fornire altra documentazione nel termine di novanta giorni.

Ma il misirizzi di Mombello e il suo Comitato delle Pacciade, oltre a non informare su ciò che è stato effettivamente discusso nella Conferenza di Servizi (“il verbale che pubblichiamo a parte” non risulta sia mai stato pubblicato), hanno finora omesso, significativamente, di informare i cittadini, di fronte ai quali fanno periodiche comparsate per recitare la parte degli eroici paladini dell’ambiente, sul contenuto della verificazione. Questa è stata depositata presso il TAR già il 4 settembre 2013, ma fino ad oggi, pur essendo intervenuti nel giudizio e pur avendo avuto, pertanto, la possibilità di prendere visione degli atti di causa, i pacciadori non hanno mai fatto un accenno, nemmeno il più vago, al risultato della verificazione; cosa che certamente non avrebbero trascurato di fare se la verificazione avesse concluso che l’impianto della Ecotrattamenti è un inceneritore. Chi invece ha fatto trapelare con esultanza alla stampa locale, subito dopo il deposito della verificazione, che il suo contenuto (di natura esclusivamente tecnica) deporrebbe a favore dell’ammissibilità dell’impianto, è stata la proprietà di Ecotrattamenti. Senza che i pacciadori opponessero una sola virgola.

E quindi, tornando alla vanteria del misirizzi di Mombello: il Presidente della Provincia, che ha alle sue dipendenze tecnici e avvocati professionalmente impegnati nei contesti di cui sopra, che sulla vicenda (con ben altra competenza!) possono fornirgli i ragguagli più precisi, avrà anche mostrato di chiedere al misirizzi di Mombello di tenerlo informato, ma perché ne avrà compreso la desolante natura vanagloriosa, che qualsiasi persona minimamente sobria intuisce già al primo sguardo.