lunedì 23 febbraio 2015

Tram Milano-Limbiate: finalmente finanziato, ma solo sulla carta. I soldi veri saranno spesi per EXPO 2015






Finalmente è stato assegnato il finanziamento di competenza dello stato per la linea tramviaria interurbana Milano-Limbiate, ma solo sulla carta, perché in realtà i soldi veri finiranno  nella cassa della Città Metropolitana di Milano, che li trasferirà ad EXPO 2015, a copertura dei finanziamenti che l’ormai estinta Provincia di Milano non ha mai versato.

Che “circa 58,9 milioni” saranno utilizzati per EXPO 2015 non è esplicitato, va chiarito, né dal comunicato del governo diffuso il 20-2-2015 [v. qui sotto link n. 1], né dall’esito della seduta del CIPE (Comitato interministeriale per la programmazione economica) del 20-2-2015 diffuso oggi 23-2-2015 [v. link n. 2], ma, salvo successive precisazioni della delibera che conterrà l’esito della seduta del CIPE  del 20 febbraio 2015 (delibera che sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale solo dopo il vaglio della Corte dei Conti), è questo il significato che si può ricavare dai due comunicati citati, alla luce di quanto ha dichiarato il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, che presiede anche la Città Metropolitana, la quale ha assorbito le competenze della Provincia di Milano [v. link n. 3], ed alla luce delle cifre dei finanziamenti revocati fra quelli erogabili nel settore dei trasporti rapidi di massa, indicati nella Delibera del CIPE n. 25/2013 (v. Testo delibera).

Viene compiuta in questo modo l’operazione puramente scritturale (si cancella un finanziamento “erogabile” per la Provincia di Milano e lo si scrive come “erogabile” per la Città Metropolitana, che deciderà quale/i progetto/i finanziare fra quelli “effettivamente cantierabili”: vale a dire quelli di EXPO 2015), di cui parlavo nell’articolo precedente [v. link n. 4]. Questa operazione è possibile perché, come ha chiarito il sottosegretario Del Basso de Caro rispondendo il 24 ottobre 2014 [v. link n. 5] ad una delle interpellanze che un’aspirante cavallerizza [v. link n. 6] ogni tanto legge in aula (costei si è ulteriormente distinta anche nella lotta per avere il parrucchiere a Montecitorio! [v. link n. 7]): 

“sebbene con deliberazione CIPE del 6 novembre 2011 la provincia di Milano sia risultata assegnataria di risorse per l'intervento in argomento, ai sensi del decreto-legge n.112 del 2008, e relativa legge di conversione n. 133 del 2008, tuttavia, per la conferma del finanziamento occorre attendere il completamento [dell’] iter [di esame e validazione; ndr]”.  

Pertanto (seguiamo ancora le parole del sottosegretario): 

1)“risulta di fatto ancora confermata la disponibilità del contributo, ma non il mantenimento nello specifico di tale assegnazione a quell'opera, stante, come detto, il mancato completamento dell’iter”. 

2) “la provincia di Milano, il 15 luglio del 2014, ha comunicato al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti il mancato perfezionamento dell'accordo a livello locale per la conferma del cofinanziamento necessario alla realizzazione dell'opera in questione; 

3) “I competenti uffici del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, conseguentemente, il successivo 22 luglio, nel prendere atto di tale stato di fatto e nelle more di successive valutazioni, hanno comunicato la sospensione dell'istruttoria sul progetto”; 

4) “rammentando, comunque, alla provincia di Milano, in caso di perfezionamento di provvedimenti necessari alla ripresa dell'istruttoria stessa, la necessità di completamento della documentazione progettuale per gli aspetti economici, come già sollecitato in precedenza”; 

5) “faccio presente che la provincia di Milano, nel frattempo decaduta per assorbimento nell'area metropolitana di Milano, pur avendo presentato il progetto definitivo nei termini previsti dalla legislazione vigente – progetto attualmente, comunque, in fase di istruttoria –, non ha ancora completato la documentazione progettuale” ;

6) “faccio altresì presente che, anche a seguito di conferma dei finanziamenti statali, rimane in capo ai soggetti territorialmente competenti l'individuazione del soggetto attuatore, in sostituzione della provincia di Milano, e delle fonti finanziarie per il cofinanziamento dell'opera, fonti aggiuntive a quelle stanziate nella misura del 60 per cento dallo Stato, a valere sulla citata delibera CIPE 91 del 2011”; 

7) “per quanto detto ed in ottemperanza proprio ai criteri che governano le leggi di finanziamento del settore delle infrastrutture e dei trasporti, ritengo di sottolineare come gli sforzi del Governo vadano nella direzione di concentrare le risorse disponibili su progetti effettivamente cantierabili, come peraltro previsto nel recente decreto-legge n. 133 cosiddetto «sblocca Italia”. 

Ahinoi! I progetti di EXPO 2015 non solo sono "cantierabili", ma addiritura stanno per essere completati; invece il progetto della pseudo metrotramvia Milano-Limbiate (ma solo fino al deposito di Varedo), cominciato già dieci anni fa, nonostante gli interventi di quell'assessore di Limbiate che imita, nell'aspetto e nei modi, due dei tre personaggi del primo capitolo dei Promessi Sposi, non solo è ben lungi dall'essere "cantierabile", ma nemmeno si sa quale ente lo potrebbe attuare.

[1] http://www.governo.it/Presidenza/Comunicati/dettaglio.asp?d=77930 

[2] http://www.programmazioneeconomica.gov.it/wp-content/uploads/2015/02/esito-20-FEBBRAIO-FINALE.pdf 

[3] http://www.ansa.it/canale_expo2015/notizie/news/2015/02/20/ok-dal-cipe-a-60-milioni-per-expo_64fc45d3-6ccd-4876-957a-bfb186b1c825.html 

[4] http://ricciardiblog.blogspot.it/2015/02/fine-della-bufala-della-pseudo.html 

[5]http://www.camera.it/leg17/410?idSeduta=0317&tipo=stenografico#sed0317.stenografico.tit00020.sub00010 

[6] http://iltirreno.gelocal.it/livorno/foto-e-video/2013/08/29/fotogalleria/capalbio-l-on-eleonora-cimbro-a-cavallo-1.7653584#2 

[7] http://rho.milanotoday.it/bollate/polemica-eleonora-cimbro-lotta-parrucchiere-camera.html


venerdì 13 febbraio 2015

Fine della bufala della pseudo-metrotramvia: (in realtà) mai finanziata, prioritaria per finta, fra poco sarà “revocata”





 

Come ho fatto notare più volte (v. ai link in fondo), quella che la propaganda più smaccata continua a chiamare “metrotramvia” Milano-Limbiate ma in realtà è solo una tranvia extraurbana (come correttamente è sempre stata definita dal CIPE), non è mai stata realmente finanziata, ma solo inserita, senza alcuna priorità, in un elenco di opere finanziabili. Se gli ormai famigerati 60 milioni fossero stati davvero assegnati al progetto, il ministro Lupi non potrebbe annunciarne la “revoca” che, sempre secondo il ministro, il CIPE si accinge a deliberare. Questa “revoca” è possibile, invece, come ormai ammette anche quell’assessore limbiatese al quale si attaglia solo metà della definizione che Aristotele dà dell’uomo nel suo trattato sulla Politica, perché il progetto non è “cantierabile”, vale a dire che è ancora lungi dall’essere definitivo, né si può pensare, quindi, di indire una gara d’appalto (condizioni indispensabili per poter ottenere la parte del finanziamento di competenza dello stato). Anzi, addirittura la Provincia di Milano ha rimesso al Ministero delle Infrastrutture il progetto, ancora incompleto.

Circa un anno fa, il discutibile personaggio di cui sopra era solo sub-assessore, ma millantava di essere riuscito, insieme ad una folla di deputati-peones del suo partito (il PD; e quasi tutti, alla luce della sentenza della Corte Costituzionale sul Porcellum, erano e sono abusivi), a scongiurare un ennesimo “scippo" (!!), una reiterata “distrazione di fondi” (!!!) organizzata... da suoi compagni di partito. Questi peones, adusi alle più raffinate arti magiche e "capitanati" (espressione del discutibile personaggio) da un’aspirante cavallerizza (che sta sul cavallo come se fosse su un pedalò), avevano inserito nel testo della legge finanziaria 2014 “cinque semplici paroline”, in virtù delle quali i finanziamenti, “revocati” da opere sul sistema metropolitano non ancora affidate con apposito bando di gara, sarebbero stati assegnati "con priorità per la metrotramvia di Milano-Limbiate e per quelle di Padova e di Venezia”.

Era facile prevedere che si trattava solo di parole che, almeno per la Milano-Limbiate, sarebbero rimaste prive di effetti. Innanzitutto, perché l’istituto della revoca dei finanziamenti (previsto dall’articolo 32, commi da 2 a 5, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111), esiste giusto per garantire che i fondi mano a mano disponibili siano assegnati alle opere che effettivamente possono essere messe in cantiere; la “Milano-Limbiate”, invece, non era (e non è) ancora arrivata allo stadio del progetto definitivo (!), e quindi inevitabilmente sarebbe stata sopravanzata da altre opere che potevano immediatamente essere appaltate (fra le quali alcune linee delle metrotramvie di Padova e di Venezia). Ma soprattutto, perché quando un’opera viene definita “finanziabile” non significa che i denari siano disponibili e assegnabili (v. Testo delibera CIPE n. 91/2011 e Testo delibera n. 25/2013).

Infatti, poiché in realtà di finanziamenti disponibili (e quindi revocabili) non ve n’erano affatto, il comma 88 della L. 27-12-2013 non è mai stato attuato: il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti non ha mai indicato gli interventi da revocare ed il CIPE non ha mai individuato con “apposita delibera”, come avrebbe dovuto fare entro il 30 gennaio 2014, gli interventi da revocare, e meno che meno ha finalizzato “risorse rivenienti dalle revoche” alla linea tramviaria interurbana Milano-Limbiate.

Il personaggio di cui sopra, in tutto il tempo trascorso dall’approvazione della legge finanziaria 2014, ha certamente “molto lavorato” (come sistematicamente ci comunica di fare, anche a proposito di normali atti fisiologici) per diventare (finalmente!) assessore a tutti gli effetti (e per agghindarsi e acconciarsi come uno sgherro da angiporto), ma nulla ha fatto per convincere (magari facendosi aiutare dall’aspirante cavallerizza) il governo guidato dal suo partito a mettere in atto la magia delle “cinque semplici paroline”. (In realtà lo sventurato nulla avrebbe potuto fare, contando egli meno del due di picche). E due giorni dopo l'annuncio che, ancora una volta, egli aveva rimesso in moto l’intero sistema orbitale dell’universo, si ritrova a prendere in quel luogo che in romanesco è denominato metaforicamente “saccoccia” l'annuncio del ministro Lupi, il quale deve cancellare alcune opere rimaste sempre sulla carta, fra le quali la Milano-Limbiate, per poter fare l’operazione puramente scritturale necessaria per assegnare ad EXPO 2015 i 60 milioni mai stanziati dalla Provincia di Milano, promotrice di un progetto tanto faraonico che mai potrà essere finanziato. Dall'assessore ai trasporti (un già boia-chi-molla) della Provincia (governata dal peggior centro-destra) il nostro, che dice di aver tanto studiato per imparare a fare politica, con molto gaudio si è sempre fatto gabbare.  

Come ebbe a dire molti anni fa Giuseppe Saragat, certe volte il destino è cinico e baro.



domenica 1 febbraio 2015

Non ci uniamo al ‘Te deum’


Marco Revelli - L’Altra Europa con Tsipras



Non ci uniamo al 'Te deum' prevalente in queste ore che seguono la quarta votazione in Parlamento. Non perché la persona di chi è stato eletto non abbia una propria dignità. Ma per almeno due ragioni politiche per noi dirimenti.


In primo luogo perché dal punto di vista della subalternità o dell'autonomia rispetto all'Europa della Troika - che è la vera partita importante in questo delicatissimo momento - Mattarella non garantisce nulla. Non è certo una scelta di rottura rispetto alla pessima deriva precedente in cui i massimi vertici del nostro Paese sono stati fedeli esecutori delle direttive provenienti da Francoforte e da Berlino, con i guasti sociali e con il deficit di democrazia che sono sotto gli occhi di tutti.

In secondo luogo perché per quanto riguarda la questione decisiva per il nostro assetto istituzionale, e cioè la restaurazione dell'ordine costituzionale o la sua manomissione, il metodo con cui si è giunti a questo esito conferma la tendenza alla sottomissione del Parlamento da parte del Capo del Governo, secondo una logica di personalizzazione e di verticalizzazione della vita istituzionale nelle mani di Renzi che abbiamo da tempo denunciato: in questi giorni abbiamo assistito al fatto inaudito - in una democrazia parlamentare - di un Presidente del Consiglio che ha prima gestito le consultazioni sull'elezione del Capo dello Stato, poi formulato la propria candidatura (da prendere o lasciare) al proprio partito e agli alleati di governo, usurpando una prerogativa che appartiene al Parlamento, nelle singole persone dei suoi membri.

La scelta del Presidente spetta infatti, in solido, ai parlamentari come singoli - neppure come appartenenti a un partito, altrimenti non si spiegherebbe il voto rigorosamente segreto per dettato costituzionale. Ha fatto lui il mazzo e dato le carte, a conferma della mutazione regressiva del nostro assetto costituzionale (e a prescindere dalla presentabilità della figura risultata eletta).

Nel coro diffuso di violinisti del principe, noi queste cose dovremmo dirle con chiarezza, contrapponendo i giochi da corte rinascimentale di Roma-Bisanzio, alla linearità democratica di Atene, dove a meno di una settimana dal voto un ministro arrivato all'incontro in motocicletta le "canta chiare" al messaggero della Troika in nome del proprio popolo e del mandato ricevuto

Marco Revelli - L’Altra Europa con Tsipras