venerdì 21 ottobre 2011

Costruire nuove case ma minare la scuola pubblica




In un articolo pubblicato il 7 di questo mese ho definito dissennata e autoritaria, la deliberazione con la quale la giunta De Luca vorrebbe cedere in uso al Comune di Solaro due scuole da annettere all’Istituto Comprensivo di quel comune, ed accorpare in due soli istituti le rimanenti scuole di Limbiate, dalle materne alle medie inferiori. Va sottolineato che, cedute le scuole del Villaggio del Sole, questo accorpamento diventerebbe obbligatorio, visto che la legge 111/2011 prevede che in ogni istituto comprensivo vi sia almeno una scuola media, e a Limbiate ne resterebbero solo due.

La cessione delle scuole è stata concordata con la Giunta Comunale di Solaro (che non ha mai esposto all’albo pretorio elettronico la delibera con la quale l’affare è stato concluso), ma senza consultare, pare, il dirigente dell’I.C. di quel comune. A Limbiate, invece, prima di concludere l’affare con Solaro sono stati consultati solo i dirigenti scolastici; di questi, tre su quattro erano e sono contrari. Solo quando tutto era già stato deciso è stato chiesto alle altre componenti del mondo della scuola di pronunciarsi [click qui, terzultimo paragrafo]: si sono espressi contro due circoli didattici su tre e il consiglio d’istituto della scuola media, tutti all’unanimità; si è invece pronunciato a favore, ma a maggioranza, solo il I circolo didattico, nel quale la spocchiosissima vice-sindachessa Ripamonti, che abita al Villaggio del Sole, fa la dirigente amministrativa. Sulla (contro)riforma dell’organizzazione della scuola di base di Limbiate la giunta comunale non ha organizzato nessuna altra consultazione. E sì che abbiamo anche un assessore addetto a far scrivere pizzini ai cittadini per auscultarne i suggerimenti!

La delibera in questione, che dimostra troppa (e sospetta) frettolosità, è raffazzonata e priva di motivazioni realmente consistenti, eppure è proprio con un atto simile che si prendono decisioni di capitale importanza su un settore della società tanto delicato come quello della scuola! La dissennatezza e l'autoritarismo che questa delibera esprime risultano ancor più evidenti se li si pone a confronto con il buonsenso che altri enti locali dimostrano nell’applicare la legge 111/2011. Si guardi, per esempio, al modo di procedere delle province e della regione piemontesi, sul quale ci informa la rassegna stampa del Governo italiano [URL: rassegna.governo.it/testo.asp?d=70080234; ringrazio la signora S. G. per avermela inviata].

Innanzitutto, la Regione Piemonte, senza aspettare che la Corte Costituzionale si pronunci sui ricorsi presentati da diverse regioni, ha riaffermato nei fatti le prerogative di organizzazione e programmazione del sistema scolastico che spettano alle regioni, e, anche se la legge finanziaria prevede un nuovo assetto già per l’anno scolastico 2011/2012, ha stabilito, d’accordo con le Province, di recepire il cambiamento con un piano triennale che prevede di raggiungere il 20% dell’obbiettivo nel 2012/13, il 60% l’anno seguente, il 100% nel terzo anno.

Inoltre, con una scelta assai apprezzabile in vista di una migliore gestione degli istituti, la Regione Piemonte ha deciso che i Comprensivi non dovranno superare i 1.200 iscritti.

Anche per i plessi, dice l’assessore regionale Cirio (del PdL), «manterremo i vecchi criteri… Dobbiamo rispettare la legge, ma ci siamo esposti affinché il territorio abbia il tempo necessario per affrontare il cambiamento nel migliore dei modi e garantendo efficienza e qualità del sistema scolastico. Inoltre abbiamo proposto l’istituzione di un tavolo con le Province e l’Ufficio Scolastico Regionale per lavorare anche in futuro su posizioni condivise».

La Giunta Regionale (presieduta da R. Cota, della Lega Nord) ha quindi approvato alcune deroghe per il mantenimento dei plessi: per quelli in pianura 20 iscritti almeno per la scuola dell’infanzia; per la primaria almeno una classe di 10 bambini o una pluriclasse con minimo 8 e massimo 18 alunni; per le sezioni staccate di scuola media almeno 20 iscritti; ecc.

Secondo l’assessore all’istruzione della Provincia di Torino (del PD), queste decisioni «sono frutto della battaglia condotta fin qui. Martedi [25 ottobre 2011] porterò in Giunta la proposta che il primo anno si facciano soltanto operazioni “consensuali”, dal momento che l’opera di montaggio e rimontaggio sarà dolorosa».

Dunque: sembra che in Piemonte, terra di “bugia nen” (non muoverti), per darsi il tempo di riorganizzare il sistema scolastico con calma (i prossimi tre anni!), da luglio ad oggi si siano mossi in tanti: le Province, la Regione e, presumibilmente, anche i Comuni, che avranno fatto pressione sui primi due Enti. Risultato: criteri per una applicazione elastica della legge nazionale e, soprattutto, “consensualità”. È da supporre che assessori locali e, soprattutto, sindaci si siano dati molto da fare; che per riuscire a far scrivere in una delibera regionale dei criteri elastici, che consentano di “affrontare il cambiamento nel migliore dei modi” e garantendo l’efficienza e qualità del sistema scolastico, prima di trovare una soluzione soddisfacente abbiano speso giorni e settimane; che, come si dice, abbiano “fatto rete”, ecc.

Qui a Limbiate è avvenuto il contrario. Il nostro sindaco, sostenuto dal centrosinistra, non ha il tempo per fare il sindaco (compito che comporta, tra l’altro, prendere contatto con altri sindaci ed enti per affrontare, di volta in volta, i problemi più disparati) e, insieme ad un’assessora alla scuola che si adatta a fare l'appendice di una vice-sindachessa spocchiosissima e convinta di essere ormai sulla rampa di lancio verso una sfolgorante carriera politica, ha improvvisato maldestramente una deliberazione che è funzionale esclusivamente alla perpetuazione del disordine edilizio-urbanistico e scolastico di Limbiate, in particolare del quartiere Villaggio del Sole-Brollo. Questo è il quartiere che più degli altri ha subito l’assalto della speculazione edilizia, e di ciò si deve rendere grazie innanzitutto al gruppo di arrampicatori politici penatiani capeggiati dal conducator paesano Fortunati, che già molti anni fa trasformò molte aree standard (cioè destinate a servizi) in aree edificabili. Molte di quelle aree sono già state edificate; su altre si sta ancora costruendo, ma nelle convenzioni attuative non è stata prevista la costruzione, a spese dei privati, delle nuove aule che l’aumento della popolazione rende necessarie, e nemmeno è stato previsto l’incasso degli oneri e delle monetizzazioni per le aree destinate ai servizi ma non cedute dai privati. E mentre il Comune di Limbiate nemmeno ha un Piano dei servizi, il Comune di Solaro nel suo PGT prevede di seguire, quanto a cementificazione del Villaggio Brollo, l’esempio di Limbiate (seppure in misura minore, per indisponibilità di aree), ma nel suo Piano dei servizi non prevede la costruzione di nuove aule!

Quando, fra tre-quattro anni al massimo, tutte le nuove abitazioni costruite al Villaggio del Sole-Brollo saranno abitate, la popolazione del quartiere sarà aumentata di circa 600-700 abitanti, dei quali almeno 250 saranno bambini in età scolare. Due terzi saranno residenti nel comune di Limbiate, ma per loro, come per quelli residenti nel comune di Solaro, non vi saranno aule disponibili. Di questo problema, che sarebbe denominato con il termine eufemistico “criticità” da De Luca & C., costoro sembrano non essere consapevoli, eppure esiste già. I De Luca, le Ripamonti, le Sessa, i Ti-che-te-tarchett-i-ball (il cui prossimo lido politico si trova sulle rive del torrente Guisa) dicono di voler garantire la “continuità didattica” ai bambini del Villaggio del Sole-Brollo ma, con tutta la loro sbandieratissima (in campagna elettorale) competenza politico-amministrativa, invece di un piano di costruzione di nuove aule lì dove servono, hanno preparato e approvato un semplice atto amministrativo con il quale vengono eliminate dal sistema scolastico di Limbiate le aule che già ci sono!

Se questa tendenza a non costruire servizi dovesse essere confermata, il fenomeno delle iscrizioni alle scuole private vicine (già evidentissimo a Solaro, lo dimostrano i dati sul rapporto classi di età/iscrizioni [click qui]) in un prossimo futuro diventerebbe rilevante anche nel quartiere Villaggio del Sole, e quindi a garantire la continuità didattica ci penserebbe l’ormai fiorente industria dell’istruzione privata.

Oldrini continua a dire di essere tranquillo. Ma adesso non sa più come finirà “questa storia”




Il sindaco viene accusato di concussione e violazione della legge sul finanziamento illecito ai partiti. Due le vicende finite sotto la lente della procura monzese. La prima riguarda la ristrutturazione del Palaghiaccio, che sarebbe stata realizzata nei primi anni 2000 dal costruttore Giuseppe Pasini come «condizione essenziale» per ottenere l’approvazione del piano edilizio sull’ex area Marelli. «Ero sotto scacco della politica», ha raccontato Pasini agli inquirenti il 18 marzo 2011. «All’epoca non c’era alcun piano in atto sull’area in questione», ha ribattuto l’avvocato monzese Attilio Villa, difensore di Oldrini. L’altra riguarda alcune elargizioni in denaro, che Oldrini avrebbe ricevuto dall’imprenditore Piero Di Caterina. Quest’ultimo, riferisce di favori in soldi, o pagamenti a terzi, chiesti dal sindaco per circa 60mila euro. Tra questi, viene contestato un sondaggio commissionato all’istituto Ispo per il Comune, nonché sponsorizzazioni della Geas Basket, società sportiva locale. Ancora l’avvocato: «Il sondaggio è stato fatturato regolarmente, e Di Caterina era socio della Geas».


Per leggere tutto l’articolo:


milano.corriere.it/milano/notizie/.../berni-penati-1901893972650.shtml

giovedì 20 ottobre 2011

Giorgio Oldrini dai PM. L'interrogatorio va avanti da cinque ore




Sesto San Giovanni, 20 ottobre 2011 - E' in corso dalle 14.45 di questo pomeriggio l'interrogatorio di Giorgio Oldrini, sindaco di Sesto San Giovanni, presso gli uffici della Guardia di Finanza di via Corridoni a Sesto. Nell'ambito dell'inchiesta su un presunto giro di tangenti legato a operazioni immobiliari sulle aree ex Falck e Marelli, il cosiddetto "sistema Sesto", Oldrini è accusato di concussione e finanziamento illecito al partito dagli imprenditori di Piero Di Caterina e Giuseppe Pasini, i due "gola profonda". Oldrini è assistito dal suo legale, Attilio Villa: lo interroga il pm Walter Mapelli. Prima di entrare negli uffici delle Fiamme Gialle il sindaco ha detto: "Sono sereno, non ho niente da rimproverarmi".

Pasini ha coinvolto Oldrini in relazione alla vicenda della ristrutturazione del Palasport di Sesto mentre Di Caterina gia' negli interrogatori resi l'anno.

[Da “Il Giorno”, www.ilgiorno.it/sesto/cronaca/2011/10/20/604499-giorgio_oldrini.shtml]

mercoledì 19 ottobre 2011

Black tap


Vignetta di Vauro Senesi, da il manifesto

martedì 18 ottobre 2011

Oggi è morto un grande poeta: Andrea Zanzotto (1921)

Da Youtube, alcune sue testimonianze:

sul paesaggio;
sulla storia;
sulla Lega Nord .

lunedì 10 ottobre 2011

Coglionate da politicanti e bisogni scolastici nel Villaggio del Sole-Brollo




Il quartiere-frazione chiamato per una parte Villaggio del Sole e per un’altra Villaggio Brollo è attraversato dai confini di quattro comuni: Limbiate, Solaro, Ceriano Laghetto e per una piccola parte anche Bovisio Masciago. Si è formato a partire dalla metà degli anni cinquanta del secolo scorso e negli ultimi anni ha ripreso ad ingrandirsi con nuove costruzioni. Che la zona fosse attraversata dai confini di quattro comuni era ben noto, evidentemente, alle famiglie che proprio lì hanno costruito le loro case molto tempo fa ed hanno continuato a farlo. Il cammino irregolare e perfino contorto dei confini (vi sono case attraversate dalla linea ideale che divide due comuni!) per le famiglie che hanno scelto, e ancora scelgono, di vivere lì non ha mai costituito un ostacolo per i rapporti sociali, né è mai stato sentito, evidentemente, come un elemento “disgregante”. Dopo tre o quattro generazioni, in quella che era una delle tante “Coree” di Limbiate, vi sono ora molte case che, costruite nei primi anni dell’immigrazione, sono state restaurate, ingrandite, abbellite nei decenni successivi. Segno che, con il progressivo miglioramento delle condizioni economiche delle famiglie, le generazioni che vi si sono succedute hanno continuato a sentirsi legate a quei luoghi che considerano in ogni senso “casa”, luogo nel quale vi è il centro delle proprie relazioni affettive e sociali. Ciò non sarebbe avvenuto se la diversa residenza anagrafica fosse stata causa di “disgregazione” e come tale fosse stata sentita. Descrivere il Villaggio del Sole-Brollo come realtà “disgregata”, senza andare più in là della ripetizione di questa parola, come hanno fatto nelle ultime settimane alcuni politicanti di Limbiate e Solaro, è solo una coglionata. Mi si perdoni il termine; ma non ve n’è uno più appropriato.

Chi è arrivato a Limbiate più di cinquanta anni fa ed è vissuto in una di quelle che allora erano “Coree”; chi non è mai stato sostenuto dai preti e non ha studiato in collegi di prestigiose istituzioni religiose, bensì in scuole pubbliche, anche con doppi e tripli turni; chi non è arrivato a Limbiate già adulto, alla fine degli anni settanta, per fare una libera professione che gli assicura diecimila euro al mese pagati dalla cassa pubblica; chi non ha aspettato di compiere sessant’anni per volgere uno sguardo superficiale alla realtà sociale di Limbiate; chi ha ancora ben stampato nella memoria cosa fosse, allora e ancora per almeno due lustri, la realtà di certe zone di Limbiate abitate da immigrati meridionali e veneti – se oggi si limita a camminare per le strade del Villaggio del Sole-Brollo e guarda e mette in moto un po’ d’immaginazione sociologica, già è in grado di valutare l’incommensurabile differenza fra la qualità sociale (= presenza di “società”) della realtà odierna e quella della realtà di alcuni decenni fa. Una realtà, quella di allora, che oggi chi non l’ha vissuta e non riesce nemmeno ad immaginarsela definirebbe, con un termine idiota preso in prestito da un’antropologia e da una sociologia solo orecchiate, “disgregata”. Ma sarebbe un giudizio superficiale.

Chi ha vissuto quei tempi, sa bene, per esempio, quanta “aggregazione” (parola allora inesistente, insieme al suo contrario, anche nel vocabolario delle persone colte, ed infinitamente più insignificante di termini come “legame”, “aiuto reciproco”) – quanta “aggregazione” vi fosse nelle strade degli immigrati dove, fra gli anni cinquanta e tutti i sessanta, praticamente tutte le famiglie contemporaneamente si auto-costruivano la casa, lavorando il sabato pomeriggio e la domenica; d’estate anche la sera degli altri giorni. Centinaia di famiglie, migliaia di persone che, oltre al lavoro salariato, quasi non facevano altro. Eppure sono state famiglie di questo tipo quelle che hanno costruito il Villaggio del Sole-Brollo e diversi altri quartieri di Limbiate. Proprio queste famiglie, per molto tempo, hanno provveduto a fare “società”, in ogni senso, prima delle istituzioni, che sono intervenute dopo, solo negli anni settanta, in modo del tutto insufficiente – ancora oggi, non v’è chi non lo veda – tuttavia con un buonsenso che non è appannaggio di De Luca & C.

Non ho mai fatto l’apologia delle amministrazioni comunali degli anni settanta e dei primi anni ottanta. Il Piano Regolatore di Limbiate non ha mai regolato granché. Più che altro, quel documento registrava una situazione urbanistica caotica e non tentava minimamente di riordinarla, di correggere almeno qualcuno dei molti aspetti assurdi: case, strade, quartieri, attrezzature pubbliche sorti senza alcuna coerenza, come mera conseguenza di alcuni accidenti storici. Ma se vi è un caso in cui non si è semplicemente preso atto di una situazione per assecondare il modo caotico in cui era sorta, bensì per dotarla almeno in parte delle strutture pubbliche che caratterizzano una situazione urbana, questo caso è quello del Villaggio del Sole-Brollo. (Sto parlando di alcuni decenni fa; negli ultimi dieci anni lo sviluppo del caos è ripreso a ritmi galoppanti, questa volta per diretto impulso di chi invece dovrebbe “regolare”: il Comune di Limbiate, prima, ed ora anche Solaro, che si appresta a seguirne l’esempio).

Per quanto riguarda l’istruzione di base, alcuni decenni addietro si è semplicemente deciso che anche un quartiere-frazione esteso su un territorio diviso fra ben quattro comuni doveva essere dotato di tutte le strutture necessarie per l’istruzione di base, dalla scuola infantile alla scuola media inferiore, e nel corso di alcuni anni queste strutture sono state costruite, una parte nel Comune di Solaro (1 scuola infantile e 1 scuola elementare) e un’altra nel Comune di Limbiate (1 scuola infantile e 1 scuola media). Queste strutture hanno finora accolto bambini provenienti indistintamente da tre comuni: Limbiate, Solaro, Ceriano Laghetto (poiché sembrerebbe che alcune decine di alunni della scuola primaria vengono dalla parte del Villaggio Brollo che si trova in questo comune). Basta dare una rapida occhiata comparativa ai dati demografici e della frequenza scolastica per rendersi conto che: 1) innanzitutto, contrariamente ad una voce diffusa, l’Istituto Comprensivo di Solaro ha già ben più di mille allievi [click qui]; 2) inoltre, dal raffronto delle percentuali dei non frequentanti si direbbe che le scuole di Limbiate siano apprezzate dalle famiglie più di quanto le famiglie di Solaro apprezzino quelle del loro comune [click qui]; 3) benché il Comune di Limbiate non abbia fornito al pubblico alcun dato demografico riguardante il Villaggio del Sole, i pochi dati reperibili dimostrano che diverse decine di alunni residenti nel Villaggio del Sole frequentano la scuola elementare del Villaggio Brollo, e viceversa per quanto riguarda la scuola media. (Inoltre è da porre fortemente in dubbio che siano molte le famiglie del Brollo che preferiscono iscrivere i figli alla S.M. “Pirandello” di Via Drizza di Solaro, che dista dal centro della frazione 2.800 metri, se si percorre la ex S.S. 527, o 3.400 metri se si percorrono le strade interne al paese, mentre la S.M. "Gramsci" del Villaggio del Sole di Limbiate dista solo 800 metri!).

La scuola elementare e la scuola media del Villaggio del Sole-Brollo distano una dall'altra poco più di 400 metri, e se, putacaso, non hanno garantito la continuità didattica non è certo perché una linea ideale le colloca in due diversi comuni, e nemmeno perché dipendono da due diverse direzioni. Inoltre, quelle attività che, per garantire la continuità didattica, sono svolte quasi ovunque da allievi e insegnanti delle classi quinte di una scuola elementare e delle classi prime di una scuola media, normalmente durano solo alcuni giorni. La differenza, sotto molteplici aspetti didattici ed organizzativi, tra scuola elementare e scuola media è un dato di fatto ineliminabile, che tuttavia contribuisce alla crescita ed alla maturazione del bambino se è adeguatamente “accompagnato” nel passaggio dalla scuola elementare a quella media. Tutte le attività necessarie per questo "accompagnamento" possono e devono essere organizzate da insegnanti ed allievi anche se le scuole si trovano in due comuni diversi, dipendono da due diverse direzioni MA OPERANO NELLO STESSO TESSUTO SOCIALE E NELLO STESSO AMBIENTE URBANO!!

I Comuni di Limbiate, Solaro e Ceriano Laghetto devono semplicemente prendere atto di questa situazione e, cominciando a lavorare per mettere in atto forme di intercomunalità, devono stabilire, in accordo con le scuole, una convenzione da inserire nei rispettivi Statuti per assicurare che ciascuno fornisca (pro-quota di alunni) tutto il supporto materiale (per quanto riguarda strutture ed interventi vari di sostegno alla didattica) per la gestione delle attività scolastiche nel Villaggio del Sole-Brollo. Tutto ciò è sicuramente possibile. Non è necessaria alcuna "cessione" o "annessione".

Ovvio, per cominciare a lavorare per mettere in atto forme di intercomunalità (e proprio per quanto riguarda la gestione delle scuole sarebbe possibile muovere in fretta i primi passi in questa direzione) sarebbe necessario: 1) mettersi a ragionare da politici locali (in senso eminente) e non da politicanti; 2) discutere davvero con i cittadini, e non ridicolizzarli in quanto tali mettendoli a scrivere pizzini.

venerdì 7 ottobre 2011

Una deliberazione dissennata a Limbiate. Una deliberazione fantasma a Solaro




Non è affatto vero che la dissennata deliberazione (click qui) con la quale la giunta De Luca vorrebbe proporre alla Provincia di Monza di accorpare autoritariamente in due soli Istituti Comprensivi tutte le scuole di Limbiate dalle materne alle medie inferiori, tranne due da annettere all’istituto Comprensivo di Solaro, è stata “sospesa” [con quale altro provvedimento? ndr] “a seguito della nota dell’ANCI Lombardia sul conflitto di attribuzione tra Stato e regioni in materia”. Questa è solo una frottola maldestra, che non riesce a mistificare, quindi, ciò che realmente è avvenuto: il ritiro materiale della delibera dalla sede della Provincia di Monza, dove era già stata consegnata. Dopo il ritiro, tuttavia, la delibera non è stata affatto annullata.

In realtà il ritiro era ormai politicamente obbligatorio, per diverse ragioni: 1) perché la proposta della Giunta Comunale (un istituto con 1.300 alunni; un altro con 1.700 e la cessione, motivata solo da una promessa elettorale, di una scuola materna e di una media inferiore a Solaro (che tra l’altro è nella provincia di Milano) molto probabilmente sarebbe stata respinta dalla Provincia di Monza e dalla Regione Lombardia, semplicemente perché la proposta era ed è del tutto improvvisata e dissennata (sui termini della “proposta” v. qui un articolo di M. Campisi); 2) perché i casi problematici e non facilmente risolvibili sono molti, e quindi ben si può approfittare del lasso di tempo di circa un mese prima che la Provincia trasmetta alla Regione le proposte dei comuni; 3) perché, anche se non lo dice (alla faccia della trasparenza politica!) nessuno della “maggioranza” che governa Limbiate (una maggioranza eletta con i voti di meno del 25% degli elettori!), quella delibera, che pure reca la dicitura “con voti unanimi espressi in forma palese”, non è stata affatto condivisa da tutta la Giunta (si sa della posizione contraria dell’assessore di SEL e di quello di Limbiate Solidale, la lista del sindaco, il cui capogruppo parimenti era contrario!); 4) perché, soprattutto, contro gli oscuri progetti del PD locale e provinciale (ma poi mica tanto oscuri, come vedremo in un articolo successivo) e contro le follie di politicanti come Ti-che-te-tarchett-i-ball e la spocchiosissima vice-sindachessa Ripamonti, si era pronunciata (con delibere degli organismi scolastici) la grande maggioranza degli insegnanti e dei genitori degli alunni; 4) perché fra gli insegnanti, i genitori e i cittadini (qualcuno dei quali ha fornito dati e informazioni agli insegnanti) aveva già preso piede la proposta (che non è stata affatto accantonata) di organizzare una raccolta di firme in calce ad una petizione da inviare anche alla Provincia; 5) perché l’opposizione di centro-destra, alla quale la stolidezza del centrosinistra ha regalato un’altra occasione d’oro, stava organizzando il tentativo, difficilmente contenibile, di ripetere l’operazione consiglio comunale aperto-assalto al centrosinistra già attuata con successo quattordici anni fa (click qui, terzo paragrafo).

Ritirata la delibera, dei politicanti dotati di un tasso di responsabilità politica appena superiore allo zero ne avrebbero subito approvata un’altra contenente la proposta di riorganizzare tutte le scuole di Limbiate in tre istituti comprensivi, come chiesto, a stragrande maggioranza, da tutte le componenti delle scuole limbiatesi. Non esiste, infatti, nessuna ragione, come ha precisato l’ANCI-Lombardia, per bloccare l’iter di approvazione da parte della Provincia di tutte le proposte provenienti da Comuni che hanno già deliberato, o sono in procinto di farlo, d’intesa con le Scuole (…). Tali interventi, infatti, vengono considerati ‘proposte’ di manutenzione della rete, come avvenuto negli ultimi anni, anche prima della Legge n. 111/11” (click qui, quarto documento). Se a Limbiate si raggiungesse l’accordo per l’accorpamento in tre Istituti, non vi sarebbe alcuna ragione per attendere le indicazioni della Conferenza Unificata Stato-Regioni, la quale in ogni caso non potrà cancellare (per i casi come quello di Limbiate) quanto è stato stabilito dal comma 4 dell’art. 19 della legge 111/11: devono essere creati istituti di almeno mille alunni comprendenti materna, primaria e secondaria di I grado.

Una nuova delibera che accogliesse le indicazioni provenienti dalle scuole restituirebbe tranquillità a tutti i lavoratori (soprattutto al personale ATA), ai genitori, agli organismi scolastici, ai cittadini. È desolante constatare l’incapacità del sindaco e degli assessori di mettere da parte un assai malinteso amor proprio personale e politico, e di sentire, invece, il dovere di sedare le ansie e le angosce che hanno generato nei lavoratori della scuola, nelle famiglie, nei cittadini, ammettendo (anche solo implicitamente) di aver preso una decisione sbagliata poiché non necessaria e, come i fatti hanno dimostrato, del tutto impopolare. Questa ammissione farebbe recuperare il credito politico ricevuto al momento delle elezioni ma tanto rapidamente dilapidato con decisioni dissennate come questa di cui parliamo, e con altre. Per esempio: 1) la mancata costituzione di parte civile nei processi contro la ‘Ndrangheta, causata innanzitutto dalla mancanza di reale volontà politica di compiere quel passo, e inoltre da inettitudine alla politica, ignoranza, dabbenaggine, feticismo della burocrazia; 2) l'omessa richiesta di rifusione dei danni morali causati al Comune dall’ex sindaco Romeo, condannato tre volte in una causa del lavoro; 3) la mancata denuncia di una lunga serie di convenzioni - una più truffaldina dell’altra - attuative di P.I.I. e Piani di Lottizzazione, dai quali ancora si potrebbero ricavare milioni di euro per costruire scuole e altri servizi; 4) l’istituzione di quella specie di tassa sul macinato del terzo millennio che è il raddoppio dell’addizionale comunale sui consumi dell’energia elettrica, giustificata dalla incompetentissima vice-sindachessa con una serie di desolanti bugie. E si potrebbe continuare. A fronte di tanta inettitudine politica, De Luca & C. possono registrare nell’attivo solo l’ordinanza per… tagliare le erbacce sull’argine del canale Villoresi!

La pronta approvazione della proposta fatta da insegnanti e genitori (3 istituti) depotenzierebbe, inoltre, l’offensiva che il centro-destra tenta di imbastire servendosi strumentalmente delle motivazioni sacrosante provenienti dal mondo della scuola (quando mai Romeo, Mestrone, Guerra e soci si sono occupati seriamente delle scuole di Limbiate? Tutti gli edifici stanno cadendo a pezzi!). Vedere con quanta facilità il centrosinistra si fa mettere in difficoltà dal centro-destra è deprimente. Si spera di andare avanti per cinque anni confidando, per contrastare il centro-destra, nell’intelligenza taurina di Ti-che-te-tarchett-i-ball? Oppure nei discorsi di uno che quando parla si mette in posa come una ragazza-coccodè? Ma, fuor di celia: nessuno da quelle parti ha almeno una vaga cognizione di cosa sia l’“iniziativa politica”, una modalità della quale è la capacità di cambiare linea politica, dopo aver constatato di averne scelta una sbagliata? (“Iniziativa politica” era un termine del quale si abusava nel linguaggio del togliattismo, per mistificare iniziative che in nulla modificavano lo status quo democristiano; nel centrosinistra limbiatese, oltre a Fortunati, c’è un altro tipetto che vorrebbe ostentare posizioni e modi “togliattiani”, ma di “iniziativa politica” non è mai stato capace). Qual è l’origine dell’illusione, nella quale mostra di cullarsi la maggioranza del centrosinistra (cioè gli assessori dichiaratamente del PD e quasi tutto questo partito), che sull’accorpamento delle scuole non sia necessario fare un dietro-front, ma solo una pausa? Da cosa è generata la speranza di trovare sponde per un progetto semplicemente dissennato presso la Provincia e/o la Regione? Ed è solo l’insipienza politica che impedisce di accorgersi che simili speranze non possono trovare una conferma, visti gli orientamenti espressi con buonsenso dalla Regione (alla quale spetta decidere sulla materia; click qui, primo documento)? Se lo stesso assessore regionale (click qui, secondo documento) è orientato verso “un’applicazione flessibile dell’articolo 19 comma 4 della legge 111/2011 che non crei problemi sul territorio, non sarebbe più sensato, invece, che la Giunta Comunale di Limbiate cambiasse immediatamente il suo orientamento?

Ma non si tratta solo di stolidezza. Un esame un po’ più ravvicinato della successione degli atti che hanno portato alla sciagurata delibera n. 187 rileva che vi sono passaggi e aspetti che suscitano inquietanti interrogativi. Nella lunga serie delle premesse si legge: “Vista la deliberazione n. 123 del 27.9.2011 con la quale la Giunta Comunale del Comune di Solaro si è espressa in modo favorevole sulla proposta espressa dal Comune di Limbiate”. Ora, a proposito di questa deliberazione non vi è da rilevare solo che: 1) la sua data coincide con il termine che De Luca aveva dato agli organismi scolastici di Limbiate per far pervenire il loro parere sulla sua proposta; 2) quindi, al momento di incontrare la delegazione di insegnanti, lavoratori ATA e genitori, già da tempo erano state poste le basi per la cessione di due scuole al Comune di Solaro; 3) quindi l’incontro del 28 settembre era solo un… incontro di cortesia e non vi era affatto, da parte di De Luca, l’intenzione di trovare un accordo. Ciò che soprattutto si deve rilevare, è che questa deliberazione n. 123 del 27 settembre 2011 è avvolta nel mistero, poiché fino ad oggi 7 ottobre non risulta pubblicata all’albo pretorio elettronico del Comune di Solaro. Parimenti sono avvolti nel mistero anche i termini precisi della proposta del Comune di Limbiate a quello di Solaro. Né l’una né l’altra si trovano all’albo pretorio del Comune di Limbiate, dove dovrebbero trovarsi come allegati della delibera n. 187 del 28 settembre 2011, nella quale tuttavia si dà “atto che le premesse costituiscono parte integrante e sostanziale del presente atto”. (L’omessa pubblicazione degli allegati, nei quali quasi sempre vi è il vero contenuto delle delibere, è un fatto che continua a ripetersi regolarmente anche dopo l’avvento del nuovo segretario comunale, che un tizio ha annunciato nel suo blog come se fosse l’inizio di una nuova era cristiana!).

La deliberazione del Comune di Solaro sarebbe del 27 settembre, ma dieci giorni dopo non è ancora pubblicata (e chissà se lo sarà mai). Impossibile sapere che cosa il Comune di Solaro avrebbe “accettato”. Nemmeno il contenuto della “proposta” del Comune di Limbiate è noto. Alla luce (ma sarebbe più appropriato dire “all’oscurità”) di questi fatti, come non chiedersi cosa si nasconde dietro questo mistero? In altri termini: da che cosa è stata effettivamente determinata la “proposta” di cessione di due scuole al Comune di Solaro, con conseguente accorpamento obbligatorio delle altre scuole di Limbiate in due soli mega-istituti?

Ovviamente, si può trovare la risposta solo sforzandosi di ritrovare la realtà effettuale nascosta dalle rappresentazioni falsificanti che ne danno i politicanti. Ma di questo in un prossimo articolo. Per il momento chiudiamo ricordando che fra le tante promesse del candidato del centrosinistra Raffaele De Luca vi era non solo quella di “prendersi cura” di tutti i cittadini di Limbiate (e attualmente egli non riesce a prendersi cura nemmeno degli assistiti che già aveva!), ma anche quella della massima trasparenza amministrativa. Ora, non sono certo io, che sono particolarmente cattivo (anche) con il centrosinistra, il primo che, guardando i primi mesi del suo operato, arriva alla conclusione che si trattava solo di una… fanfaluca.

mercoledì 5 ottobre 2011

"Ho pagato 3 milioni ai consulenti delle Coop"



Inchiesta Falck, l'imprenditore Pasini rilancia. Davanti al PM di Monza il grande accusatore parla di tre milioni di euro, 600 mila euro in più di quelli ipotizzati, per consulenze inesistenti.

Articolo di Lorenza Pleuteri su "Bologna la Repubblica.it"
Inchiesta Falck, l'imprenditore Pasini ... - Bologna la Repubblica.it



Giuseppe Pasini, l'imprenditore brianzolo perno dell'inchiesta sull'area ex Falck di Sesto San Giovanni, conferma. E rilancia. Sfiora i 3 milioni di euro, circa 600 mila in più di quelli finora ipotizzati, la cifra che il grande accusatore avrebbe pagato per consulenze ritenute inesistenti al fine di creare una 'provvista' di denaro alle società dei due consulenti esterni del Ccc di Bologna indagati, Francesco Agnello Giampaolo Salani. A fare i conti precisi è stato lo stesso Pasini, interrogato per oltre tre ore dal pm di Monza Walter Mapelli, titolare con la collega Franca Macchia del fasciolo sul "sistema Sesto".

Pasini ha ribadito al pm e alla Gdf che le cooperative rosse gli "furono imposte" per i progetti di riqualificazione dei terreni su cui sorgevano le acciaierie e di cui è stato il proprietario fino al 2005. Come hanno riferito i suoi difensori, il professor Carlo Paliero e l'avvocato Filippo De Sanna, Pasini, ha precisato nel dettaglio i suoi rapporti con il Consorzio delle coop guidato da Omer degli Esposti, "che gli fu imposto per la riqualificazione dell'area Falck" dall'amministrazione comunale guidata dall'allora sindaco Filippo Penati.

martedì 4 ottobre 2011

WOWWWWWWWWWW!!!!!!!!! Sul "dimensionamento" degli istituti scolastici la giunta comunale di Limbiate fa marcia indietro!




Il sindaco di Limbiate, ufficialmente accettando l'invito che l'ANCI-Lombardia ha inviato a tutti i comuni della regione, "a non procedere con soluzioni forzate, ma di attendere che vengano definiti i criteri dalla Conferenza delle Regioni" (molte delle quali contestano allo Stato, anche avanti il TAR, di averle espropriate, con l'art. 19 della Legge 15 luglio 2011, n. 111, di una loro prerogativa), ha ritirato la delibera sul "dimensionamento" scolastico, con la quale, come è noto, invece di creare nel comune tre istituti comprensivi (materne-elementari-medie inferiori) di 1.050-1.100 alunni ciascuno (come sarebbe possibile e come la legge consentirebbe), ne voleva creare due: uno di 1300 alunni e un altro addirittura di 1.700! E cedere, per sovrammercato, una scuola materna (50 alunni) ed una media (163 alunni) al Comune di Solaro, che ha già un Istituto Comprensivo di 1.164 alunni!


L'unica reale motivazione, che nulla aveva a che vedere con la "continuità didattica" richiamata del tutto pretestuosamente e strumentalmente, era lo sproloquio elettorale con il quale il sindaco, e soprattutto la vice-sindachessa, che abita al Villaggio del Sole, e Ti-che-te-tarchett-i-ball, che da molti anni risiede a Solaro, avevano raccattato, forse, un po' di voti in quel quartiere, distante meno di 1.500 m dal resto di Limbiate. Avevano promesso una specie di "annessione scolastica" al Comune di Solaro, con la quale miracolisticamente sarebbero state migliorate le condizioni della vita collettiva del quartiere - anzi, finalmente a quella ex-Corea sarebbe stata attribuita "un' identità"! E dunque, come si addice a dei politicanti seri, dovevano mantenere le promesse elettorali!

Non ho il tempo, adesso (h.14.45), di scrivere più distesamente su questo sensatissimo (una volta tanto) dietro-front, che fa uscire il centro-sinistra di Limbiate dall'incubo di ripetere l'esperienza del consiglio comunale aperto che quattordici anni fa (anche allora con la regia di ceffi come Mestrone), segnò la conquista da parte del centro-destra di un intero bacino di voti già del centrosinistra (allora la questione era quella del Centro di Aggregazione Giovanile, che il centrosinistra aveva dato in gestione a persone totalmente avulse non solo dal quartiere Pinzano, ma anche dal resto di Limbiate).

Su come si creano realmente le condizioni per assicurare la continuità didattica (a proposito delle quali si dovrebbe ascoltare soprattutto chi ha esperienza di didattica, e solo subordinatamente le impiegate che si occupano di scuola e fanno le assessore part-time a Limbiate); su quali siano i criteri veri per la creazione di istituti comprensivi (sui quali in questi giorni sono giunti ai sindaci i richiami non solo dell'ANCI-Lombardia, ma anche dello stesso assessorato all'istruzione della Regione); su quali dovrebbero essere le vere capacità politiche e amministrative degli assessori, che non si dimostrano, come pretende un conducator ormai incartapecorito, snocciolando in consiglio comunale un po' di numeri, bensì riuscendo, innanzitutto, ad immaginarsi sociologicamente la vita collettiva ed approntando, poi, non autoritariamente le soluzioni istituzionali adatte a risolverne i problemi - in generale sugli insegnamenti da trarre da questa vicenda, vi sarebbero molte cose da dire. Per parte mia cercherò di farlo nei prossimi giorni.

Per il momento, urliamo con grande gusto l'esclamazione dell'immortale Arturo Fonzarelli: WOWWWWWWWWWW!!!!!!