martedì 15 giugno 2010

Il gabbiotto dell’acqua dell'econometrista ‘mbriago Ti-che-te-tarchett-i-ball e i risparmi delle famiglie




«Huff suggerisce al proprio lettore di dare sempre “una seconda occhiata”, quando gli capita di leggere in un libro, su un giornale o sulla confezione di un prodotto un qualche dato statistico. La seconda occhiata ha lo scopo di andare a capire se esista un legame sospetto tra il dato statistico presentato e le finalità di chi lo ha prodotto o diffuso.

«L’inganno nell’uso dei dati statistici sta nel far credere che questi dati supportino una certa verità o interpretazione della verità, quando invece la verità è un’altra o ci sono altre dieci interpretazioni legittime alla luce di quegli stessi dati. Alla base di questo uso “improprio” della statistica vi è spesso e (mal)volentieri un intento doloso, ovvero la volontà ben formata di ingannare il destinatario del messaggio. Altre volte non vi è dolo, ma colpa grave, cioè chi crea o utilizza il dato statistico ignora colpevolmente la proprietà e i limiti delle conclusioni che si possono trarre da quel dato. A volte il confine tra dolo e colpa grave è assai incerto, poiché l’inconscio di chi usa dati statistici induce a sbagliare sempre nella direzione a lui più favorevole. […]

«In altri casi poi chi presenta dati statistici ha in mente una finalità diversa da quella di informare (non pochi giornalisti vogliono per esempio “fare sensazione” con i loro articoli), e l’effetto collaterale consiste nel fornire interpretazioni scorrette dei dati, perché esagerate in un senso o nell’altro, e che spesso si rivelano assurde. Soltanto però se si ha il tempo di dare una seconda occhiata.

«Non bisogna dimenticare infine il rischio di una collaborazione al dolo o alla colpa da parte della stessa persona che legge un certo dato statistico e preferisce farsi ingannare, perché nel breve periodo è più felice così, sentendosi raccontare una storia che è più piacevole della verità.»

Riccardo Puglisi, Premessa a Darrell Huff, Mentire con le statistiche, Monti & Ambrosini, Pescara 2007 (ed. or. How To Lie With Statistics, 1954)



In Via F.lli Cervi, lì dove una volta c’era un giardinetto, qualche giorno fa è apparso un tozzo gabbiotto, dal quale, premendo un pulsante, si può far sgorgare un getto d’acqua più debole di quello del pistolino del Manneken-Pis di Bruxelles. [Si trova proprio accanto all’ingresso di un garage sotterraneo, che la cooperativa di intrallazzatori-speculatori del PD che ha distrutto Piazza della Repubblica ha costruito su un terreno del demanio pubblico ottenuto per quattro soldi (70 €/mq, nel pieno centro di Limbiate!), grazie agli accordi consociativi e sotterranei con il centro-destra e ad una stima truffaldina, commissionata dagli speculatori “democratici” allo stesso farfugliante perito e alla sua figliola che prepararono le perizie altrettanto truffaldine del P.I.I. di Via Monte Sabotino (vi ricordate?). Ed è giusto, in fondo, che la speculazione politica del gabbiotto (poiché, come vedremo, si tratta soprattutto di speculazione politica, pagata con i soldi pubblici) sia collocata in un luogo simbolo della speculazione edilizia targata PDS-DS-PD, sulla quale tace, ovviamente, l'omertoso Ti-che-te-tarchett-i-ball].

Il malinconico gabbiotto (poiché assomiglia, anche se abbellito, a quei gabbiotti che una volta, lungo le strade statali, servivano ai cantonieri come ricovero per badili, picconi, mazze, rastrelli, ecc.), che misura all’incirca m 2x2x2,50, viene chiamato pomposamente “casetta dell’acqua” da Ti-che-te-tarchett-i-ball, il quale, però, ha subìto l’oltraggio di non essere stato invitato all’inaugurazione. Poveretto. Davvero una triste sorte, essere ringraziato così per aver votato con il centro-destra un ordine del giorno sull’acqua fatto di aria fritta, nel quale miracolosamente si riesce a non parlare della privatizzazione di questo servizio imposta dal governo, a completamento di un processo impostato e avviato dai precedenti governi di centro-sinistra. Quale ingratitudine!

Un simile oltraggio avrebbe potuto annichilire l’animo di chiunque, ma non quello di Ti-che-te-tarchett-i-ball. Certo, il colpo è stato pesante, ma subito egli ha cominciato a rivendicare la paternità di un’opera per la quale, con tutto il suo partito, aveva speso oceani di sudore e d’ingegno. Già, perché il gabbiotto è il risultato di un “progetto”, anzi di un “intervento progettuale”, elaborato secondo una “metodologia”, nel quale era stata formulata una “stima sul fenomeno”, che aveva calcolato l’”incidenza economica” [del consumo di acqua minerale] (click Progetto case dell'acqua, 23 marzo 2009). Tutta questa fervorosa elaborazione, naturalmente, non poteva produrre niente di meno che “nell’interesse della collettività un progetto concreto per l’ambiente”. “Le nostre non erano semplicemente delle proposte, ma veri e propri progetti preliminari, frutto di un lavoro lungo e serio all’interno del Circolo del PD, capaci di individuare utilità sociale, costi, luoghi, e vantaggi” (click Le case dell'acqua sono una proposta del PD, 12 febbraio 2010).

Allora, gente, se qualcuno non avesse ancora capito un’acca del concetto di “intellettuale collettivo” di quel piccolo sardo con duplice gobba, ne ha qui squadernato un esempio concreto: quello che ha prodotto l’équipe di progettisti di Ti-che-te-tarchett-i-ball non è (va ribadito) la solita nuvolaglia di frasi fumose, ma proprio “un progetto all’amministrazione nel quale venivano precisamente indicati i vantaggi sia economici per le famiglie limbiatesi, che di riduzione dei rifiuti” (click Romeo lui si sente il Sovrano non il Sindaco, 4 giugno 2010). In sintesi, abbiamo qui un’“idea progettuale, ben circostanziata e motivata” (click Limbiatesi, bevetevi pure l’acqua, ma non le “balle” di Romeo, 13 giugno 2010).

A cosa mirava un tale prodotto di tanti ingegni? A “rieducare i cittadini ad un consumo consapevole e responsabile dell’acqua”; a “ridurre i rifiuti dovuti agli imballaggi in plastica”; al “risparmio medio di 340 euro/anno per famiglia limbiatese (con punte fino a 470 euro)”; alla “riduzione dell’inquinamento dovuto ai trasporti con i camion”. Roba da far tremare i polsi. E dovremmo, forse, rassegnarci a studiare il progetto con precisione filologica, a considerarlo con un rispetto direi… religioso. Dovremmo, forse, alla maniera di Machiavelli, vestiti gli abiti curiali… ecc. Ma forse, più prosaicamente, potrebbe bastare “dare una seconda occhiata”, come consiglia Darrell Huff nel libro sulla statistica che da oltre cinquant’anni è il più venduto al mondo. Guardiamo.


1) Litri d’acqua minerale consumati. Il 23 Marzo 2009 Ti-che-te-tarchett-i-ball scrive che il consumo di acqua minerale sarebbe di “180 litri pro capite, equivalenti a circa 100 bottiglie di plastica”. Ma già qualcosa non funziona: poiché in genere l’acqua minerale per uso famigliare viene venduta in bottiglie da 1,5 litri cadauna, 180 litri pro capite equivalgono, in realtà, a 120 bottiglie (180 : 1,5 = 120). Brutta partenza.

2) Numero di bottiglie consumate. Ti-che-te-tarchett-i-ball in infinite occasioni ha sostenuto, non si sa su quali basi, che a Limbiate si registrano i livelli di reddito (e quindi dei consumi, o no?) più bassi della vecchia provincia di Milano; tuttavia, per l’acqua minerale, il 23 Marzo 2009 ha deciso (senza spiegare perché) che a Limbiate il consumo è esattamente quello medio calcolato, dice lui senza indicare la fonte, dall’ISTAT (secondo il quale solo il 72,4% della popolazione italiana preferirebbe l’acqua acquistata al supermercato): “stima n. bottiglie di plastica prodotte 24.520 x 100 = 2.452.000 bottiglie. Un anno dopo, però, il 12 febbraio 2010, il numero delle bottiglie (e quindi la quantità d’acqua minerale) consumate a Limbiate è diventato meno della metà: 1.216.000. Come mai? Bravo chi lo sa.

3) Quantità di rifiuti prodotti. Il 23 marzo 2009 Ti-che-te-tarchett-i-ball ha formulato la seguente “Stima quantità in Kg di plastica prodotta” : 2.452.000 bottiglie x 0,04 kg = 98.080 kg [= 98,080 tonnellate]. Nelle ultime righe del "progetto", però, si dice che “Da una stima approssimativa si può ipotizzare una riduzione del rifiuto proveniente da imballaggi plastici pari a 1.216 mila bottiglie, e cioè a 48 mila tonnellate. Si resta sbalorditi, non per il lapsus in sé, ma perché il somaro che l’ha scritto non se ne è accorto e l’ha lasciato in “un progetto all’amministrazione nel quale venivano precisamente indicati i vantaggi sia economici per le famiglie limbiatesi, che di riduzione dei rifiuti”. Un anno dopo, tuttavia, il 12 febbraio 2010 Ti-che-te-tarchett-i-ball “stima” più sobriamente una “riduzione di 48 tonnellate”, ma quattro mesi dopo, il 4 giugno 2010 la riduzione diventa “circa 6 tonnellate”. Quante cifre che ballano! Sembra il dondolio di uno ‘mbriago.

4) Risparmio. Qui non balla niente: già il 23 marzo 2009 Ti-che-te-tarchett-i-ball ha deciso che il risparmio medio di ogni famiglia che smettesse di comprare acqua minerale in bottiglia sarebbe di 340 €, e da questa cifra (enorme) non si schioda. Ma non dice sulla base di quale prezzo medio abbia fatto la sua “stima”.

Per continuare a “dare una seconda occhiata” senza farci girare la testa, vale forse la pena di trovare qualche altro dato e di dichiarare dove l’abbiamo trovato - e di cercare di usarlo autonomamente, ma sobriamente.


Spesa media annua (= ipotetico risparmio per una famiglia)

Ipotizziamo che nel 2009 il consumo di acqua minerale delle famiglie limbiatesi sia stato nettamente superiore a quello medio pro capite:

- consumo medio pro capite (2008: litri 197,4 + 6,5%) = 210,23 litri/anno
[v. European Federation of Bottled Water, http://efbw.eu/bwf.php?classement=07; Legambiente, Un paese in bottiglia, pag. 8: la crescita media del consumo dal 2000 al 2006 è 3,23%];

- costo medio di una confezione da 6 bottiglie (cad. 1,5 litri = 9 litri/confezione) = 2,40 €
[v. http://www.acquadelrubinetto.it/];

- costo medio di 1 litro di acqua minerale (2,40 : 9) = 0,266 €;

- spesa media pro capite (€ 0,266 x 210,23 litri) = 55,93 €/anno;

- abitanti di Limbiate al 31 marzo 2010 = 34.876;

- numero di famiglie = 13.517;
(click http://www.comune.limbiate.mi.it/pubblicazioni/Informazioni/Informazioni.asp?ID_M=132);

- media componenti/nucleo famigliare (34.876 : 13.517) = 2,58;

- spesa media annua per famiglia (€ 55,93 x 2,58) = 144,30 €/anno.

Come si vede, anche ipotizzando un consumo superiore alla media, una famiglia che smettesse di acquistare acqua minerale in bottiglia ed andasse a rifornirsi gratis (ma solo per questi primi mesi estivi) al gabbiotto di Ti-che-te-tarchett-i-ball, non riuscirebbe a risparmiare nemmeno la metà della cifra sparata da questo econometrista ‘mbriago: 340 €!


Risparmio ipotetico dei costi della gestione rifiuti in plastica

- peso di 1 bottiglia in PET = 0,04 kg;

- consumo medio pro capite di bottiglie da 1,5 litri (litri 210,23 : 1,5) = 140,15 bottiglie/anno;

- media rifiuti bottiglie plastica pro capite (kg 0,04 x 140,15) = 5,61 kg/anno;

- totale rifiuti bottiglie plastica (kg 5,61 x 34.876) = 195.654,36 kg = 195,654 T/anno;

- raccolta differenziata plastica 2009 (2007: 269 T + 10% annuo) = 325,49 tonnellate
(V. Provincia di Milano – Direzione Centrale Risorse Ambientali – Produzione rifiuti 2007; l’incremento medio della produzione rifiuti RD 2004-2007 è 5,1 % [click here]);

- rapporto bottiglie in plastica/totale raccolta differenziata plastica: 60,11%;

- costo raccolta + recupero sola RD: (€/abitante 28 + 15%) x 34.876 = 1.123.007,2 €
(V. Regione Lombardia – Valutazione statistico economica dei modelli di gestione dei rifiuti urbani in Lombardia (febbraio 2010), figura 2.10; i costi sono mediamente superiori del 15% nei comuni con più di 30.000 abitanti [click here];

- raccolta differenziata totale 2009 (2007: T 8.224,128 + 10% annuo) = 9.951,195 T
(V. Provincia di Milano – Direzione Centrale Risorse Ambientali – Produzione rifiuti 2007; l‘incremento medio della produzione rifiuti RD 2004-2007 è stato del 5,1 %[click here];

- costo/tonnellata raccolta + recupero RD (€ 1.123.007,2 : 9.951,195 T) = 112,85 €/T;

- costo raccolta + recupero RD plastica (€ 112,85 x 325,49 T) = 36.731,55 €;

- risparmio costi racc. + recupero bottiglie in plastica (€ 112,85 x 195,654 T/anno ) = 22.079,55 €;

- rapporto costi raccolta + recupero plastica RD / bottiglie in plastica: 60,11%;

- risparmio medio per famiglia (€ 22.079,55 : 13.517) = 1,63€.


(continua)





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