sabato 5 giugno 2010

La propedeutica della Santa Alleanza dei privatizzatori dell’acqua




È falso che l’ordine del giorno sulla questione dell’acqua approvato dal Consiglio comunale all’inizio di questa settimana [click here] sia “propedeutico alla campagna referendaria”, come (sempre più) farnetica Ti-che-te-tarchett-i-ball sul blog del PD di Limbiate [venti minuti dopo il voto! click ]. È falso, innanzitutto, perché i tre quesiti referendari proposti da un vastissimo arco di movimenti puntano ad abrogare norme di legge (a cominciare dal “decreto Ronchi”) che obbligano gli enti locali a far diventare totalmente privata la gestione dell’acqua, e non puntano semplicemente alla riaffermazione di principi e di diritti (o addirittura di semplici norme di buona economia domestica!) che, del tutto staccati dalle concrete strutture gestionali che li trasformano in fatti reali, diventano aria fritta. Solo di questa, invece, è fatto l’ordine del giorno in questione, che non contiene neppure il più vago riferimento alle forme gestionali in gran parte privatistiche che già sono state imposte per legge, e che ora si vuole rendere totalmente private. Ma, per mostrare il vero senso dell'operazione, basterebbe il dato clamoroso che il documento è stato approvato senza alcun problema dalla destra limbiatese, dopo averlo riscritto, insieme al PD, vale a dire dalle espressioni locali delle forze politiche che negli ultimi quindici anni, facendo strame dell’autonomia degli enti locali, hanno sferrato a suon di decreti legislativi i colpi più micidiali alla gestione pubblica di tutti i servizi pubblici.

Infatti, se le norme contenute in diversi decreti e leggi sulle quali vertono i quesiti referendari n. 1 [click here] e n. 3 [click here] sono state approvate da governi di centro-destra, le norme sulle quali verte il quesito n. 2 [click here] sono state approvate, nella forma attuale, da un governo del centro-sinistra che, a partire dagli anni novanta, ne aveva già emanate molte altre senza cancellare nessuna di quelle emanate dai governi di centro-destra. Questo insieme di norme nel corso del tempo ha disciplinato come unica forma societaria possibile per l’affidamento del servizio idrico integrato la Società per azioni, che può essere a capitale totalmente privato, a capitale misto pubblico privato o a capitale interamente pubblico, ma resta sempre una società regolata dal diritto privato. Proprio il caso dell’articolo da abrogare rispondendo si al quesito n. 2 mostra che se il centro sinistra lo ha modificato, lo ha fatto senza intaccarne minimamente il senso privatistico, ma anzi accentuandolo ancor più chiaramente, poiché sulla gestione dei servizi pubblici, e non solo dell’acqua, la linea del centro-destra e quella del centro-sinistra nell’essenziale sono identiche: entrambe puntano alla privatizzazione. Una conferma? Si leggano Le proposte del PD per la crescita e l'equità, pubblicate il giorno dopo l’O.d.g. in questione: al quarto punto leggiamo “Riavvio delle liberalizzazioni nel settore dei servizi”. Riavvio, poiché, evidentemente, il PD ritiene che le privatizzazioni vadano avanti troppo lentamente!

In realtà, questa è la posizione dominante nel gruppo dirigente del PD, ma è contestata soprattutto nella sua base che, infatti, sta firmando in massa i quesiti referendari dei movimenti, che nel solo primo mese della campagna hanno raccolto molte più firme del numero minimo (500.000) che è necessario raccogliere in tre mesi. E seppure fosse vero che il PD a Limbiate “sta contribuendo alla raccolta di firme per i referendum promossi dai movimenti”, si tratterebbe, nei fatti, della rivolta della base contro il desolante politicismo di personaggi come quella specie di picegamorto che ha definito il referendum “un’arma spuntata”, e come Ti-che-te-tarchett-i-ball, che a sua volta, quando si trattava di ingraziarsi (per non usare un’altra espressione…) i consiglieri del centro-destra, ha definito il referendum “un fatto personale”, ma poi sul blog del PD ha avuto la faccia di bronzo (ma sarebbe meglio dire “di ammendante naturale di produzione umana o animale”) di scrivere che “rimane uno degli strumenti principali per rigettare il decreto Ronchi”! Che squallore!

(In ricordo di un’amicizia, non voglio invece fare commenti su quell’altro consigliere che ha accusato chi non ha voluto approvare l’insulso ma mistificante O.d.g. di non voler creare le condizioni per battere il centro-destra, insieme al quale egli si accingeva a votare!).

Si tratta solo di casi di “cretinismo (non parlamentare, ma) consigliare”? No, non solo. Il “cretinismo consigliare” è presente in dosi massicce, tanto da impedire a costoro di accorgersi che l’unica propedeutica ("insegnamento preparatorio"!) esercitata è quella del centro-destra limbiatese, che ha approfittato dell’oscena smania di protagonismo di Ti-che-te-tarchett-i-ball e della sua totale inintelligenza politica, come di quella del Marcel Proust limbiatese e di Pinguino Binacchi, per modellare a suo piacimento un documento che, dietro ad alcune belle frasi trasformate in aria fritta, nasconde posizioni assai più arretrate di quelle espresse dal presidente della Provincia (e dell’AATO) di Milano, Podestà (del PDL), che ha affermato di voler valutare, entro fine giugno, la possibilità di riconfigurare l’affidamento del servizio idrico, scongiurando la cessione parziale ai privati. Per non parlare poi della posizione del Consiglio Comunale di Milano (maggioranza di centro-destra!), che ha votato all’unanimità un O.d.G. (allegato al Bilancio di previsione 2010) di impegno a “garantire entro i termini del D.L. 135/2009, l’affidamento del servizio idrico secondo la modalità ‘in house’ mantenendolo in capo al Servizio Idrico Integrato del Comune di Milano” (vale a dire la riconferma dell’affidamento, avvenuto nel 2006, e scadente nel 2026, alla società pubblica Metropolitana Milanese, che gestisce l’acquedotto del comune). Perché è su questo, va ribadito, che si sta svolgendo nel paese un grande scontro politico: sulla forma delle società di gestione dell’erogazione dell’acqua. Si può avere, infatti, come già si ha in molti casi, anche una gestione affidata ad una S.p.a. in gran parte o addirittura totalmente pubblica, ma che, proprio perché è una società soggetta al diritto privato, agisce appunto come una società privata: vale a dire che ricerca il massimo del profitto (alcune grandi società di gestione emiliano-romagnole e toscane, in parte “pubbliche” e in mano al centro-sinistra, addirittura sono quotate in borsa!). L’abrogazione, con un referendum popolare, delle norme che obbligano, fra l’altro, a completare il processo di privatizzazione della gestione dell’acqua, avrebbe come risultato la cancellazione delle norme che già impongono le forme privatistiche di gestione non solo dell’acqua, ma di tutti i servizi pubblici.

Mentre nei casi della Provincia e del Comune di Milano ci troviamo di fronte a delle prese di posizione abbastanza chiare o addirittura ben nette (come nel caso del Comune di Milano), nel caso dell’O.d.G. limbiatese solo un privatizzatore beota come Pinguino Binacchi, che quand’era assessore con Fortunati fece passare tutte le privatizzazioni di tutti i servizi pubblici del Comune di Limbiate, può avere, anche lui, la faccia di ammendante naturale per affermare, come ha fatto nel Consiglio comunale, che il documento che il centro-destra gli ha riscritto contiene una perorazione per la gestione “in house”!

Ma, dicevamo, non è solo il “cretinismo consigliare” a far sì che i sunnominati si facciano egemonizzare dal centro-destra (e in nessun altro caso il termine ‘egemonizzare’, cioè condurre, guidare, comandare, sarebbe più appropriato), mentre invece centinaia di migliaia di cittadini italiani, in assenza di qualsiasi sostegno dei media, si mobilitano in massa contro le privatizzazioni dei servizi pubblici e si mettono in coda ai banchetti per firmare la richiesta di abrogazione del decreto Ronchi. Ad indurre questi poveri falliti politici a bearsi con la credenza che un documento insulso rappresenti davvero per il centro-destra un impegno qualsiasi a fare qualcosa contro la privatizzazione dell’acqua, vi è soprattutto dell’altro, a paragone del quale il “cretinismo consigliare” appare qualcosa di nobile. Per quanto riguarda Ti-che-te-tarchett-i-ball, oltre allo scimmiottamento esaltato di ciò che egli crede sia il fare politica, oltre alla sua naturale predisposizione alla falsificazione della realtà, vi è l’esercizio becero e stalinista della predominanza che i bersaniani (cioè vecchie cariatidi più affaristi più invasati come Archetti) hanno qui a Limbiate, su alcuni e alcune che evidentemente sono troppo inconsistenti per riuscire a fare qualcosa di più, oltre che bofonchiare qualche scontentezza per le perenni farneticazioni di Ti-che-te-tarchett-i-ball. È certo, infatti, che anche questo ennesimo appiattimento ipnotico sulle posizioni del centro-destra limbiatese, che pone il PD, esso sì, in rotta di collisione con la maggioranza dei cittadini italiani, non è stato minimamente discusso collettivamente ed è uno dei prezzi che il PD deve pagare affinché alcuni affari edilizi in gestazione siano approvati prima che Romeo concluda il suo mandato: fra i quali l’ultimo è il P.I.I. di Viale dei Mille, firmato da un artichecco del PD.

Per quanto riguarda cariatidi politiche rimbambite come Terragni e Binacchi, che come tali hanno già un piede nella fossa, essi sanno che possono ancora tirare per le lunghe la loro agonia solo continuando a stare ben aggrappati al carro del PD e facendo di tutto per scongiurare che lo spazio di una vera opposizione, che non sono in grado di occupare (e mai sono stati in grado di farlo), sia occupato da chi ha deciso di mandarli a quel paese. Ed ecco che si precipitano a formare “comitati referendari” insieme ad alcuni fantasmi della “società civile” (sono in grado di spiegare cosa sarebbe?), inventandosi di appartenere a “forum” e “comitati” le cui sigle nemmeno riescono a ripetere in modo corretto, ed avendo cura di escludere chiunque, pur richiamandosi alla battaglia referendaria, non si sia rassegnato a morire nel centro-sinistra.

Costoro, recentemente, hanno collaborato attivamente e più volte, a proposito dei bilanci, al salvataggio del centro-destra. Non è affatto strano, quindi, che il sogno paranoico di isolare chiunque non sia disposto a praticare il collaborazionismo dentro e fuori del Consiglio Comunale, li accomuni con i capataces del PD, con il loro servile “coordinatore” di paglia e con il centro-destra. Una vera Santa Alleanza. Ma si rassegni, il catarroso Proust limbiatese: per nascondere la sua sostanziale copertura del centro-destra (manifestata anche di recente, appunto sui bilanci) sarebbe necessario ben altro che la desolante mistificazione dei suoi strilli stizzosi, “ma noi domani mattina raccogliamo le firme!” Figuriamoci, quindi, se con simili miserevoli schizofrenie può riuscire a impedire la sua, e quella degli zombies suoi amici, morte politica per consunzione. Seppure lenta, la loro agonia è ormai inarrestabile.


V. anche Campagna nazionale “Salva l'acqua” - Il governo privatizza l'acqua!, 20 novembre 2009




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