sabato 5 aprile 2014

Frequenti domande sulla “Lista Tsipras”



di Nicolò Ollino, candidato nel collegio Nord Ovest


1 - Tsi…Pr… Tsipras! Tsipras chi?

Alexis Tsipras è il politico greco 39enne che nel suo paese in pochi anni ha unito e reso forte la sinistra vera greca, su contenuti popolari di contrasto a crisi e politiche di austerità e oggi noi l’abbiamo candidato assieme alle altre Sinistre europee alla Presidenza della Commissione Europea alle elezioni del 25 maggio.

2 - Cos’è “L’Altra Europa” e come nasce, chi c’è “dentro”?

È la lista che nasce da una condivisione di un programma alternativo per il continente, di reale uscita dalla crisi, che finalmente dopo anni di divisioni vede la sinistra unirsi. Partiti, associazioni, singoli che si mettono insieme in un percorso compatto all’interno e che guarda fuori e al futuro, arricchendosi ogni giorno.

3 - Perché dovrei votare a queste elezioni europee?

Perché da queste elezioni in particolare deriverà il nuovo assetto delle politiche economiche europee e quindi il grado di futuro condizionamento dei governi nazionali. Il collegamento con le nostre esistenze e con i nostri bisogni è diretto, dobbiamo scegliere che Europa vogliamo oggi, per un’Italia migliore domani. 

4 - Cosa volete fare voi se andate in Europa?

Vogliamo cambiare le cose, assieme agli eletti delle altre forze di sinistra degli altri paesi e guidando nel nuovo Parlamento Europeo con chi ci sta un processo di inversione delle politiche di austerity, ristabilendo diritto a lavoro, dignità, solidarietà, benessere, dando centralità alle persone anziché ai capitali finanziari. 

5 - Che differenza c'è tra la vostra sinistra e la sinistra di Renzi e del PD?

Che quella di Renzi non è sinistra, mentre per noi essere di sinistra vuole dire proteggere i più deboli, che sono sempre di più e sempre più poveri, e mettere al centro della discussione la redistribuzione del reddito, una tassazione più equa, difendere il welfare state dagli attacchi neoliberisti, individuare forme di protezione sociale trovando le risorse dove ci sono cioè ricordandoci che in questa crisi i super ricchi sono invece sempre di più e sempre più ricchi, e anziché scommettere su nuove forme di precariato diffuso noi preferiamo creare nuovo lavoro sostenibile e garantito oggi. Loro hanno inserito il pareggio di bilancio in Costituzione eseguendo il Fiscal Compact, noi lo vogliamo togliere. La loro “sinistra” cambia verso, verso il peggio. La nostra Sinistra guarda ad un futuro migliore proponendo una vera alternativa nel presente. 

6 - Ma voi cosa intendete per “crescita”, come creare nuovi posti di lavoro?

Se per crescita intendiamo avere due auto a testa tra 10 anni anziché una, oppure riempirci la casa di nuovissimi elettrodomestici di ogni tipo, di gadget e aggeggi di ogni sorta, ecco questa non è la crescita che intendiamo noi. Invece basta guardare lo stato di degrado strutturale dei nostri ospedali e delle nostre scuole, lo stato di abbandono di territorio e paesaggio, i drammi naturali quali frane o alluvioni che ciclicamente ci ricordano quanto trascuriamo i nostri patrimoni, guardiamo gli scheletri ormai vuoti dei capannoni industriali. Per noi avanzare, crescere, maturare significa riconvertire in modo ecocompatibile la produzione e l’occupazione, se iniziamo una “grande opera” pubblica davvero utile, a livello europeo, quale un piano di riassetto idrogeologico del territorio, un piano di reale manutenzione delle infrastrutture pubbliche, una riconversione nei sensi di creazione di energia pulita e verde e di investimenti nell’industria della cultura e della ricerca, ecco che posti di lavoro, oggi sostenibili, se ne possono creare di nuovi e a milioni in tutta Europa. 

7 - Piuttosto che cambiare l'Europa non è più facile pensare a salvare il nostro Paese e uscire dall'Europa?

Pensiamo che non sia più il tempo delle piccole patrie, il vero salvataggio da fare è quello dei paesi più deboli del continente portandoli al livello dei paesi più forti. Tutto questo non può avvenire che ribaltando le politiche che sono state portate avanti fino ad oggi da governanti europei e quindi nazionali, che come è evidente non hanno alleviato la crisi ma l’hanno aggravata. 

8 - Ma quindi siete un altro Partito nuovo? Ce ne sono già fin troppi...

No! Anzi, siamo l’esempio di come forze purtroppo sparpagliate e inefficaci fino a ieri si possano unire oggi in un solo progetto per dare gambe più forti e maggiore credibilità a programmi veri di trasformazione della società che siamo certi diano soluzione a problemi che sono maggioritari nella società. 

9 - Bello questo percorso.. ma quanto durerà? Dopo il 25 maggio che farete?

Senza distrarci dall’obiettivo che deve essere quello di ottenere il miglior risultato possibile il 25 Maggio portando quanti più parlamentari della nostra idea nel nuovo Parlamento, è naturale che però un occhio va al dopo e l’auspicio è quello che questo percorso unitario di Sinistra, più forte e riconnesso con la società, possa proseguire dando anche al nostro Paese, come in tutti gli altri, un forza di alternativa che possa battersi e ottenere risultati per migliorare la condizione di lavoratori, pensionati, studenti e migranti. 

10 - Cosa significa concretamente, come dite, “Europa dei popoli e non delle banche”?

Vuol dire che noi intendiamo innescare due processi paralleli: da una parte la maggior democratizzazione delle istituzioni europee dando centralità all’assemblea elettiva, il Parlamento, ad oggi con competenze circoscritte, togliendo invece potere a istituzioni non elette, espressione più che altro del volere degli stati forti, quali Commissione, Consiglio tra quelle politiche e la BCE tra quelle economiche, e sgombrando la scena da “istituzioni” non previste, quali la Troika che vede la impropria partecipazione dell’attore Fondo Monetario Internazionale nel piano di macelleria sociale sperimentato in Grecia ed esportabile qua.

E dall’altra parte ridurre la negativa incidenza del capitale finanziario sregolato, come è oggi, andando nelle direzioni di una maggiore tassazione delle transazioni finanziarie, dell’istituzione degli eurobond e del processo di trasformazione della BCE in vera banca centrale, prestatrice di ultima istanza per gli stati membri e che non serva solo a mantenere la stabilità dei prezzi.

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