venerdì 4 aprile 2014
“Questa non è l’Italia che avete sognato e per la quale avete combattuto ed immolato la vostra vita”
Quando ho sentito che Berlusconi si era recato
ancora una volta al Quirinale e si era a lungo intrattenuto col Presidente, non
ci volevo credere, tanto una cosa del genere mi sembrava – e mi sembra –
lontana dal mio pensiero e, spero dal pensiero di tanti cittadini e dell’intera
Associazione che presiedo.
Ci sono detenuti nelle carceri che scontano pene,
magari meritate; cosa devono pensare di un condannato per gravi reati che
frequenta liberamente i palazzi del potere, per il quale il Tribunale di sorveglianza
non decide da mesi una sorte imposta da una sentenza definitiva e dalla legge?
E cosa può pensare il cittadino comune,
incensurato e privo di problemi giudiziari, come me, che ha chiesto da parecchi
giorni un incontro ad un Ministro per parlare di un problema importante (e lo
ha fatto non a nome suo, ma a nome di una gloriosa Associazione come
quella dei Partigiani di Italia) ed ancora attende una risposta? Nelle
istituzioni, c’è tempo per un condannato e non per una importante Associazione?
Né mi interessa l’oggetto del colloquio. La
presenza al Quirinale di un personaggio che proprio sui giornali di ieri poneva
un’alternativa (“o ricevo una tutela contro gli attacchi giudiziari o
faccio cadere tutto”), ha di per sé un significato, che va contro ogni
concezione civile ed etica della politica e suona come pressione anche sulla
Magistratura, che dovrà sciogliere il nodo conclusivo in un’udienza ormai
prossima.
Conosciamo i precedenti: un anno fa, quando si
entrò in campagna elettorale, furono rinviati i processi di Berlusconi, per
consentire un sereno svolgimento della campagna elettorale e la possibilità per
l’imputato di parteciparvi. E non fu una cosa bella. Qualcuno sta pensando che
l’esperienza possa essere ripetuta?
Noi speriamo di no: se accadrà qualcosa di
simile, lo considereremo uno strappo alla giustizia, all’uguaglianza e ad altri
valori consacrati nella Costituzione. L’ANPI non farà le barricate, né
inscenerà manifestazioni di piazza: ma su tutte le piazze d’Italia, il 25
aprile, nel ricordare i Caduti per la libertà e nel rivolgere a loro un
pensiero affettuoso e grato, diremo loro a gran voce e con immensa tristezza:
“questa non è l’Italia che avete sognato e per la quale avete combattuto ed
immolato la vostra vita”.
Carlo Smuraglia - Presidente Nazionale ANPI
Roma, 3 aprile 2014
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