
venerdì 30 maggio 2014
Modesto risultato elettorale del centrosinistra reale di Limbiate

La responsabilità dell’aumento di
altri 18 punti percentuali degli astenuti va ascritta interamente alle forze
che in ambito comunale esercitano una devastante egemonia politica, vale a dire
a tutti i gruppi del centrosinistra locale,
che in realtà nulla ha da spartire con lo spirito e il programma riformatore
delle esperienze di cinquant’anni fa (solo per il nome quelle esperienze sono antesignane
di ciò che oggi si chiama “centrosinistra”). Il centrosinistra di Limbiate
invece ha vinto le elezioni del 2011, e nei fatti governa, con l’appoggio e mettendosi al
servizio degli interessi immobiliari di una parte del centro-destra che ha
governato dal 2001 al 2011, vale a dire di quell’accozzaglia di cucinieri della politica
di paese che è riuscita ad eleggere un consigliere-polpettone che sarebbe
incompatibile – checché ne dicano l’azzeccagarbugli comunale e gli ignavi consiglieri,
di maggioranza e di minoranza, che da colei si fanno plagiare.
Questo centro-destra-sinistra ha
governato negli ultimi tre anni percorrendo un solco aperto già dalla giunta
Fortunati (1997-2001) e proseguito nei dieci anni successivi dalla giunta Romeo.
La crescita dell’astensionismo fino ad un livello che lascia sgomenti è
spiegata dal senso di annichilimento che invade i cittadini che assistono inermi alla distruzione
dei servizi pubblici (in particolare dei servizi connessi con i cicli scolastici obbligatori), alla devastazione del territorio, agli enormi privilegi concessi alla
rendita fondiaria, alle scandalose prebende elargite agli alti livelli della burocrazia comunale, alle politiche antisociali attuate indefessamente da tutte le giunte
comunali che si sono susseguite dal 1997 ad oggi. Nell’assenza di una qualsiasi
forma di organizzazione della protesta sociale, che il gruppetto di inetti che
abusa delle parole “Sinistra” e “Partecipazione” non solo non organizza (poiché
nemmeno riesce ad immaginare di poter svolgere un ruolo che sia diverso da
quello di maggiordomo del PD), ma anzi, se forme di auto-organizzazione sociale si manifestano, sistematicamente le distrugge, in questo deserto chi non si è recato alle urne ha manifestato in
questo modo non solo un rigetto netto della politica del governo nazionale, che mette in atto pedissequamente
le direttive di austerità imposte dalla Trojka europea – vale a dire soprattutto i tagli
della spesa pubblica - ma anche un chiaro ed
inappellabile giudizio negativo sulla
politica del centrosinistra locale guidato autoritariamente dal PD.
Il "successo mai visto" (è questa la formula auto-apologetica usata in questi giorni dello stato maggiore renziano) del PD anche qui a Limbiate, con
l’aumento dei voti da 4.974 (elezioni politiche 2013) a 5.960, e della
percentuale da 25,89 a 39,97, va dunque valutato innanzitutto nel quadro della
desertificazione sociale e politica che l’enorme astensione dal voto rende ancor più visibile, e soprattutto tenendo conto che i voti in più ottenuti dal PD in
grandissima parte sono quelli riversati dal “centro”, che anche qui a Limbiate si è auto-azzerato:
infatti la lista montiana Scelta Europea, che un anno fa con l'UDC (168 voti) e Futuro e libertà (40 voti) aveva ottenuto 1.689 voti (8,79%), in queste elezioni
ha ottenuto solo 79 voti (0,52%!).
Per una parte notevolmente minore i voti in più dati al PD sono venuti anche da
quella parte dall’area SEL-PRC-PdCI che non ha votato per la Lista Tsipras su
indicazione di alcuni personaggi locali, ridottisi ormai da anni al ruolo di
oppositori di sua maestà il PD. Costoro, sin dalla sua formazione, non hanno fatto nulla per rendere visibile la lista e, anzi, non si sono vergognati
di mettere in atto forme di mal dissimulato boicottaggio.
I voti reali
del centrosinistra sono scesi da 7.187 (37,41%), ottenuti nel 2013, a 6.039, che solo grazie all'enorme astensionismo corrispondono al
40,49%. E quindi, l'aumento di 3,08 punti
percentuali, se considerato come misura
della crescita del consenso di tutta l’area
politica del centrosinistra, non è esattamente un risultato "mai visto". Nell’ambito del centrosinistra, l’unico dato che potrebbe essere registrato come "mai visto" (ed anzi stupefacente) è la disponibilità
degli alleati del PD a farsi fagocitare da questo partito. Invece, ribadiamo, per quanto
riguarda la misura del consenso di tutta l'area (che comunque rimane eterogenea) che sostiene le politiche neoliberiste del centrosinistra sotto la ”mai vista”
egemonia del PD, il risultato ottenuto è modesto: 6.039 voti sono solo il 22,63% degli iscritti nelle liste elettorali (26.692).
Tanto più che l’area del centro-destra non arretra
affatto e si attesta al 32,55%, con un leggero aumento di 0,24 punti
rispetto al 2013. Infatti, se Forza Italia (già PDL) scende dal 23,30 al 17,45%, il Nuovo Centro
Destra con l’UDC registra il 2,74%, la Lega
Nord addirittura aumenta leggermente i suoi voti (da 1.442 a
1.474), nonostante i 18 punti percentuali
in più di astenuti, e passa dal 7,51 al 9,98%, mentre un risultato analogo, ma con numeri proporzionali alle dimensioni del partito, registra la sigla Fratelli d’Italia: da
203 a 371 voti e da 1,06 a 2,48% .
Un risultato clamoroso,
invece, è il crollo del Movimento 5 Stelle, che scende da
4.952 voti (quasi il primo partito!) nelle politiche del 2013, a 3.361 nel 2014: 1.591 voti in meno (-3,24 punti percentuali!), solo in parte,
come dimostrano i numeri, ceduti al PD e alla Lega, e per il resto rifluiti fra
gli astenuti. Ed è un risultato clamoroso non solo per la misura indicata dai
numeri, ma soprattutto se si considera l'ossessivamente millantato iper-partecipazionismo di questo
movimento. La perdita, nel giro di un solo anno, di quasi un terzo dei voti dimostra che in ambito locale non si può vivere
di rendita sul personaggio perennemente sbraitante e politicamente ondivago del
comico genovese (che come comunicatore politico da tempo, ormai, mostra tutti i suoi limiti). Può anche avvenire che gli elettori con i loro voti mettano un "partito" quasi al primo posto, ma il solo patrimonio dei segni tracciati su un simbolo non dà affatto, a chi lo riceve, la capacità di agire politicamente. Durante un intero anno, infatti, il M5S, presto scisso in due gruppi, pur potendo contare sull'enorme consenso espresso dai voti, si è distinto solo per
la totale incapacità di mettere in atto una forma qualsiasi di intervento politico su uno qualsiasi dei
problemi locali.
Infine, c’è il risultato di “L’Altra
Europa con Tsipras”. È un risultato percentualmente modesto, che si registra insieme all’ulteriore perdita
di centinaia di voti di un’area comprendente l’elettorato di SEL, PRC e PdCI, che
scende da 856 voti (4,45%) ottenuti nel 2013
(somma dei voti di Rivoluzione Civile-Ingroia, che comprendeva PRC e PdCI, e di SEL), a 415 voti nel 2014 (Lista Tsipras, alla quale partecipano SEL e il
PRC), pari al 2,78% (-1,67%). Il calo elettorale di quest'area è costante e sempre consistente: ad ogni elezione, non importa per quale assemblea si svolga, perde da 300 a 500 voti. Sono risultati che si spiegano
con la scelta, da lunghi anni attuata dai tre o quattro personaggi che detengono
la proprietà (è proprio il caso di dire) dei simboli e delle sigle appena nominate (e che ne costituiscono il solo "corpo vivo") di non essere
politicamente autonomi dal PDS-DS-PD, del quale da lunga pezza hanno introiettato lo pseudo-principio della “governabilità” (fino al
recente voto, numericamente non indispensabile, espresso dall’eterogeneo gruppo di quattro consiglieri che
abusano delle parole "Sinistra" e "Partecipazione", a favore dell’adozione di un
PGT che moltiplica il consumo del territorio al quale si era dedicato per dieci
anni il centro-destra).
Questo risultato si spiega,
inoltre, con la partecipazione alla Lista Tsipras accettata (non è un mistero per
nessuno) obtorto collo da una parte
di SEL, nonostante la partecipazione sia stata sancita da un voto congressuale. Il PdCI, invece, non è stato accettato nella lista, poiché aveva posto come condizione per il suo sostegno l'inserimento di suoi
candidati scelti dalla direzione del partito e non dalla base dei comitati, gruppi e
associazioni locali. Il PRC ormai da anni è solo una sottomarca usata dai tre-quattro personaggi di cui sopra
per ottenere un po’ di voti. E quindi: il consigliere (e da decenni unico
aderente visibile a Limbiate) del PdCI ha apertamente invitato a votare per il Movimento
5 Stelle (e visti i risultati, è stata davvero una scelta all'altezza della fama di politico consumato che il personaggio si attribuisce!), mentre
SEL non ha fatto, in realtà, alcuna campagna elettorale, a parte due-tre
banchetti pro-forma per raccogliere firme per la lista e l’affissione – abusiva secondo le
norme interne - di alcuni manifesti con il faccione di un suo candidato. (Peraltro
questo candidato, che nella sua propaganda si serviva di un frasario indistinguibile da quello del PD, è risultato,
per l’ennesima volta, non eletto). Anche il simbolo della lista è apparso non
più di due-tre volte, in due mesi, sui siti web di costoro.
Ottenuto in queste condizioni, il
2,78% della Lista Tsipras è tuttavia politicamente significativo e premia gli sforzi di
chi invece si è impegnato per l’intera campagna elettorale, anche in ambito
provinciale, e di coloro che, al contrario di chi seminava scetticismo e sfiducia,
hanno partecipato all’incontro con i candidati operai, ai volantinaggi nei
mercati e di fronte alle fabbriche, alla presentazione del libro “Tsipras chi?”
e sono pronti a cominciare a mettere in atto la promessa-invito dei garanti
della lista: “Non ci fermeremo qui”.
mercoledì 28 maggio 2014
Il ringraziamento dei garanti: "Non ci fermeremo qui"
Barbara Spinelli, Luciano Gallino, Marco Revelli,
Argiris Panagopoulos, Guido Viale
I garanti della lista L’altra Europa con Tsipras,
giunti alla conclusione di questa difficile ma entusiasmante campagna
elettorale, rivolgono un caldo, affettuoso e sincero ringraziamento a tutti
coloro che hanno creduto in questa impresa apparentemente impossibile e che
hanno reso possibile il piccolo miracolo di questo risultato (unico, ma
importante, segno di luce in un quadro generale preoccupante).
In particolare ringraziamo, oltre naturalmente
agli elettori che non si sono lasciati intimidire dal fuoco mediatico ostile,
tutti i firmatari dell’Appello, da cui tutto è incominciato. Quanti
raccogliendo le firme e sottoscrivendo le liste hanno permesso di superare gli
ostacoli posti da una legge elettorale iniqua e incostituzionale. I Candidati,
che scegliendo di esporsi in prima persona e di dedicare il proprio impegno
straordinario nelle Circoscrizioni ci hanno permesso di esistere e di parlare
agli elettori. Chi ha offerto il proprio lavoro volontario, a tutti i livelli,
e chi ha contribuito con le proprie donazioni a raccogliere le risorse
finanziarie necessarie per una campagna elettorale condotta in francescana
povertà.
A tutti quanti noi vogliamo garantire che non ci
fermeremo qui. Che il percorso continua, oltre la conclusione di queste
elezioni europee, dando continuità all’impegno di quanti hanno partecipato al
progetto con spirito unitario, con la ferma determinazione a renderlo una
pratica permanente.
La lista L’altra Europa con Tsipras, nelle
diverse fasi che ha attraversato, dalla formulazione e sottoscrizione del
progetto alla raccolta e alla selezione delle candidature, dalla raccolta delle
firme alla campagna elettorale vera e propria, è stata per molti di noi un
laboratorio straordinario per sperimentare un modo nuovo di “fare politica”,
aperto e non di parte, a contatto diretto con un pubblico esigente e in parte
anche diffidente, perché troppe volte deluso da esperienze nate o proseguite
malamente in passato, in un contesto nazionale difficile, dominato da una
politica-spettacolo e da un sistema dell’informazione morbosi e oppressivi.
Non sono mancati neanche questa volta – come
negarlo? – errori, incomprensioni, tentazioni autoreferenziali e
personalistiche, com’è forse naturale che succeda in tutti i tentativi di
mettere insieme persone, punti di vista, culture, e strutture organizzate che
si parlano tra loro poco e male da molto tempo. Ma su tutto ha prevalso lo
spirito unitario che anima le imprese che mettono in gioco i tratti più
profondi della propria esistenza, come ci insegna l’impegno di “partire insieme
e tornare insieme” che per tanti anni ha dato forza e spessore umano e politico
a una delle esperienze più importanti che hanno ispirato la nostra lista:
quella del movimento NoTav della valle di Susa.
Per questo invitiamo tutte le compagne e i
compagni, tutte le amiche e gli amici, tutti coloro che hanno sostenuto la
lista L’altra Europa con Tsipras, a mantenere invariato l’impegno che li ha
caratterizzati in questi mesi anche nel tempo a venire. In pochi anni Syriza,
il partito guidato dall’uomo il cui nome noi abbiamo voluto iscrivere nel
nostro logo, è passato da una situazione di divisione e di litigiosità a una
pratica e una struttura unitaria pur nella diversità delle sue componenti; e da
un risultato elettorale di pochi punti percentuali a essere il primo partito
della Grecia. Lo ha fatto mantenendo, come abbiamo fatto e continueremo a fare
anche noi, una posizione di intransigente opposizione nei confronti dei
memorandum della Trojka, delle politiche di austerità imposte dall’Unione
Europea, dei partiti che le sostengono, senza mai cedere ai facili richiami di
un anti europeismo demagogico e senza prospettive a cui fanno ricorso forze che
lo concepiscono solo come facile accesso a un bottino elettorale che non fa che
trascinarli verso politiche isolazioniste, nazionaliste, razziste, e verso il
pericolo di trasformare le guerre commerciali in fratture politiche e guerre
guerreggiate, come i casi non lontani della Bosnia e dell’Ukraina non devono
cessare di ricordarci.
Per questo invitiamo tutti i comitati della lista L’altra Europa con Tsipras a riconvocarsi a più presto, per dar vita a forme di collaborazione unitarie e non escludenti che permettano a tutti di continuare nell’impegno e nelle attività intraprese. Noi saremo con voi insieme a tutti coloro che ci hanno aiutato in questi mesi anche senza aderire formalmente al nostro progetto.
Vi proponiamo fin d’ora due temi su cui
impegnarsi nei prossimi mesi. Una serie di attività di auto formazione sui temi
delle istituzioni e delle politiche europee, per mantenere un rapporto e un
contatto diretto con i nostri parlamentari a Strasburgo, in modo che possano
sempre sentirsi parte di un collettivo compatto. E la messa a punto di una
serie di proposte per affrontare i principali problemi del territorio, in modo
che l’obiettivo di un vasto programma di tante piccole opere per creare milioni
di posti di lavoro, che sta al centro del nostro impegno, trovi la propria
necessaria articolazione in sede locale e in forme partecipate.
Roma, 27.05.2014
giovedì 22 maggio 2014
Andiamo a votare per "L'Altra Europa con Tsipras"!
Abbiamo ancora quattro giorni prima di un voto che può cambiare davvero la
nostra politica e – come dice sempre Alexis Tsipras – “le nostre vite”.
Dobbiamo quindi usare tutte le nostre forze, tutta la nostra voce, tutta la
nostra intelligenza in quest'ultimo sforzo straordinario per distruggere il
muro di silenzio che ci hanno costruito intorno.
La straordinaria piazza di Bologna con Alexis Tsipras e la
grande partecipazione alle iniziative di Torino e Milano ci hanno confermato ancora una volta che il nostro è
l'unico voto utile: la nostra non è solo un'idea – come se un'idea fosse
poco – ma siamo soprattutto un corpo, delle persone, siamo una realtà viva
e ben presente nella società italiana. Noi siamo la risposta che cerca questo
Paese, siamo la Sinistra
che manca ormai da troppi anni in Italia.
Dobbiamo dirlo senza paura e con tutti gli strumenti disponibili.
Dobbiamo parlare con i nostri amici, con i vicini di casa, a coloro che cercano
una Sinistra che non è rappresentata dal Partito Democratico. Telefoniamo,
mandiamo sms, mail, usiamo gli adesivi, indossiamo le nostre bellissime
spillette, mostriamo le nostre bandiere. Registriamo, ove possibile, le
dichiarazioni di voto e diffondiamole sulla rete.
Dobbiamo prendere la parola ad ogni incontro pubblico e sui social network.
Non dobbiamo trascurare nessuno spazio in cui si esprime la vita delle persone
affinché sappiano che noi ci siamo, siamo reali, siamo il voto che
cercavano.
Gli esperti dicono che a fare la differenza saranno in buona misura
gli incerti, quelli che decidono all'ultimo minuto (addirittura si
parla di percentuali a due cifre): dicono, gli esperti, che è proprio questo il
momento in cui noi possiamo trarre vantaggio sugli altri, soprattutto per
quanto riguarda il vecchio elettorato del Pd, incerto tra astensione e voto a
Grillo.
Sono loro quelli da convincere e non dobbiamo essere timidi del farlo:
facciamo sapere a tutti chi siamo. Diciamo che siamo l'unico voto veramente
utile per cambiare l'Europa, per averne una più giusta, più equa, che metta
#primalepersone e dopo, molto dopo, le banche e gli interessi delle
multinazionali.
Riempiamo le piazze, come ha fatto Tsipras in Grecia: sono
le ultime 72 ore, quelle in cui ci saranno le varie chiusure della campagna
elettorale, e sono le più importanti.
Infine, un grazie a voi e alla vostra generosità: in 15 giorni
abbiamo raccolto 60mila euro. Un risultato straordinario ma che
sicuramente non basta: ci siamo dati come obiettivo 150mila euro. Sappiamo che
molti di voi stanno raccogliendo e inviando contributi in queste ultime ore.
Sono fondamentali.
La lista L’Altra Europa con Tsipras non ha santi in
paradiso: solo l’impegno volontario e gratuito di migliaia di sostenitori che
si stanno dedicando con tutta la passione e la forza delle idee per raggiungere
l’importante risultato di avere rappresentanti di sinistra al parlamento
europeo. Ti chiediamo, quindi, un piccolo aiuto economico che puoi fare con due
semplici mosse:
Puoi donare con Paypal
Inviaci un bonifico
contocorrente intestato "altra europa con Tsipras" IT34V0501803200000000170078
conto corrente intestato a "verso lista tsipras" iban IT34V0501803200000000170078
#iovotoTsipras
Diciamo forte #iovotoTsipras, facciamolo sapere a tutti aggiungendo il logo della lista al vostro avatar su Twitter e Facebook
#iofacciovotareTsipras
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lunedì 5 maggio 2014
"Tsipras chi?" a Limbiate
Per una campagna elettorale non di sola propaganda
“Der Spiegel” l’ha definito “il nemico numero uno dell’Europa”, ma lui si sente nemico solo della finanza e dei poteri forti e vuole un’Europa sociale e solidale. Alexis Tsipras, classe 1974, incarna la più concreta alternativa europea alle politiche d’austerity imposte dalla trojka. E dopo aver trasformato le varie aree neo e post-comuniste greche in un unico soggetto, oggi guida Syriza (Synaspismós Rizospastikís Aristerás, Coalizione della Sinistra Radicale) che, secondo i sondaggi, è il primo partito greco. Syriza rappresenta ormai un laboratorio inedito per la sinistra radicale in crisi in tutta Europa. La sua proposta, allo stesso tempo riformista e rivoluzionaria, sta accendendo in Italia l'interesse di chi vuole ricostruire la sinistra. Suscitando anche i timori dei poteri forti di Bruxelles.
Sarà possibile acquistare copie del libro (Edizioni Alegre, Roma 2014, 128 pp., 12 €) a prezzo scontato.
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