lunedì 10 ottobre 2011

Coglionate da politicanti e bisogni scolastici nel Villaggio del Sole-Brollo




Il quartiere-frazione chiamato per una parte Villaggio del Sole e per un’altra Villaggio Brollo è attraversato dai confini di quattro comuni: Limbiate, Solaro, Ceriano Laghetto e per una piccola parte anche Bovisio Masciago. Si è formato a partire dalla metà degli anni cinquanta del secolo scorso e negli ultimi anni ha ripreso ad ingrandirsi con nuove costruzioni. Che la zona fosse attraversata dai confini di quattro comuni era ben noto, evidentemente, alle famiglie che proprio lì hanno costruito le loro case molto tempo fa ed hanno continuato a farlo. Il cammino irregolare e perfino contorto dei confini (vi sono case attraversate dalla linea ideale che divide due comuni!) per le famiglie che hanno scelto, e ancora scelgono, di vivere lì non ha mai costituito un ostacolo per i rapporti sociali, né è mai stato sentito, evidentemente, come un elemento “disgregante”. Dopo tre o quattro generazioni, in quella che era una delle tante “Coree” di Limbiate, vi sono ora molte case che, costruite nei primi anni dell’immigrazione, sono state restaurate, ingrandite, abbellite nei decenni successivi. Segno che, con il progressivo miglioramento delle condizioni economiche delle famiglie, le generazioni che vi si sono succedute hanno continuato a sentirsi legate a quei luoghi che considerano in ogni senso “casa”, luogo nel quale vi è il centro delle proprie relazioni affettive e sociali. Ciò non sarebbe avvenuto se la diversa residenza anagrafica fosse stata causa di “disgregazione” e come tale fosse stata sentita. Descrivere il Villaggio del Sole-Brollo come realtà “disgregata”, senza andare più in là della ripetizione di questa parola, come hanno fatto nelle ultime settimane alcuni politicanti di Limbiate e Solaro, è solo una coglionata. Mi si perdoni il termine; ma non ve n’è uno più appropriato.

Chi è arrivato a Limbiate più di cinquanta anni fa ed è vissuto in una di quelle che allora erano “Coree”; chi non è mai stato sostenuto dai preti e non ha studiato in collegi di prestigiose istituzioni religiose, bensì in scuole pubbliche, anche con doppi e tripli turni; chi non è arrivato a Limbiate già adulto, alla fine degli anni settanta, per fare una libera professione che gli assicura diecimila euro al mese pagati dalla cassa pubblica; chi non ha aspettato di compiere sessant’anni per volgere uno sguardo superficiale alla realtà sociale di Limbiate; chi ha ancora ben stampato nella memoria cosa fosse, allora e ancora per almeno due lustri, la realtà di certe zone di Limbiate abitate da immigrati meridionali e veneti – se oggi si limita a camminare per le strade del Villaggio del Sole-Brollo e guarda e mette in moto un po’ d’immaginazione sociologica, già è in grado di valutare l’incommensurabile differenza fra la qualità sociale (= presenza di “società”) della realtà odierna e quella della realtà di alcuni decenni fa. Una realtà, quella di allora, che oggi chi non l’ha vissuta e non riesce nemmeno ad immaginarsela definirebbe, con un termine idiota preso in prestito da un’antropologia e da una sociologia solo orecchiate, “disgregata”. Ma sarebbe un giudizio superficiale.

Chi ha vissuto quei tempi, sa bene, per esempio, quanta “aggregazione” (parola allora inesistente, insieme al suo contrario, anche nel vocabolario delle persone colte, ed infinitamente più insignificante di termini come “legame”, “aiuto reciproco”) – quanta “aggregazione” vi fosse nelle strade degli immigrati dove, fra gli anni cinquanta e tutti i sessanta, praticamente tutte le famiglie contemporaneamente si auto-costruivano la casa, lavorando il sabato pomeriggio e la domenica; d’estate anche la sera degli altri giorni. Centinaia di famiglie, migliaia di persone che, oltre al lavoro salariato, quasi non facevano altro. Eppure sono state famiglie di questo tipo quelle che hanno costruito il Villaggio del Sole-Brollo e diversi altri quartieri di Limbiate. Proprio queste famiglie, per molto tempo, hanno provveduto a fare “società”, in ogni senso, prima delle istituzioni, che sono intervenute dopo, solo negli anni settanta, in modo del tutto insufficiente – ancora oggi, non v’è chi non lo veda – tuttavia con un buonsenso che non è appannaggio di De Luca & C.

Non ho mai fatto l’apologia delle amministrazioni comunali degli anni settanta e dei primi anni ottanta. Il Piano Regolatore di Limbiate non ha mai regolato granché. Più che altro, quel documento registrava una situazione urbanistica caotica e non tentava minimamente di riordinarla, di correggere almeno qualcuno dei molti aspetti assurdi: case, strade, quartieri, attrezzature pubbliche sorti senza alcuna coerenza, come mera conseguenza di alcuni accidenti storici. Ma se vi è un caso in cui non si è semplicemente preso atto di una situazione per assecondare il modo caotico in cui era sorta, bensì per dotarla almeno in parte delle strutture pubbliche che caratterizzano una situazione urbana, questo caso è quello del Villaggio del Sole-Brollo. (Sto parlando di alcuni decenni fa; negli ultimi dieci anni lo sviluppo del caos è ripreso a ritmi galoppanti, questa volta per diretto impulso di chi invece dovrebbe “regolare”: il Comune di Limbiate, prima, ed ora anche Solaro, che si appresta a seguirne l’esempio).

Per quanto riguarda l’istruzione di base, alcuni decenni addietro si è semplicemente deciso che anche un quartiere-frazione esteso su un territorio diviso fra ben quattro comuni doveva essere dotato di tutte le strutture necessarie per l’istruzione di base, dalla scuola infantile alla scuola media inferiore, e nel corso di alcuni anni queste strutture sono state costruite, una parte nel Comune di Solaro (1 scuola infantile e 1 scuola elementare) e un’altra nel Comune di Limbiate (1 scuola infantile e 1 scuola media). Queste strutture hanno finora accolto bambini provenienti indistintamente da tre comuni: Limbiate, Solaro, Ceriano Laghetto (poiché sembrerebbe che alcune decine di alunni della scuola primaria vengono dalla parte del Villaggio Brollo che si trova in questo comune). Basta dare una rapida occhiata comparativa ai dati demografici e della frequenza scolastica per rendersi conto che: 1) innanzitutto, contrariamente ad una voce diffusa, l’Istituto Comprensivo di Solaro ha già ben più di mille allievi [click qui]; 2) inoltre, dal raffronto delle percentuali dei non frequentanti si direbbe che le scuole di Limbiate siano apprezzate dalle famiglie più di quanto le famiglie di Solaro apprezzino quelle del loro comune [click qui]; 3) benché il Comune di Limbiate non abbia fornito al pubblico alcun dato demografico riguardante il Villaggio del Sole, i pochi dati reperibili dimostrano che diverse decine di alunni residenti nel Villaggio del Sole frequentano la scuola elementare del Villaggio Brollo, e viceversa per quanto riguarda la scuola media. (Inoltre è da porre fortemente in dubbio che siano molte le famiglie del Brollo che preferiscono iscrivere i figli alla S.M. “Pirandello” di Via Drizza di Solaro, che dista dal centro della frazione 2.800 metri, se si percorre la ex S.S. 527, o 3.400 metri se si percorrono le strade interne al paese, mentre la S.M. "Gramsci" del Villaggio del Sole di Limbiate dista solo 800 metri!).

La scuola elementare e la scuola media del Villaggio del Sole-Brollo distano una dall'altra poco più di 400 metri, e se, putacaso, non hanno garantito la continuità didattica non è certo perché una linea ideale le colloca in due diversi comuni, e nemmeno perché dipendono da due diverse direzioni. Inoltre, quelle attività che, per garantire la continuità didattica, sono svolte quasi ovunque da allievi e insegnanti delle classi quinte di una scuola elementare e delle classi prime di una scuola media, normalmente durano solo alcuni giorni. La differenza, sotto molteplici aspetti didattici ed organizzativi, tra scuola elementare e scuola media è un dato di fatto ineliminabile, che tuttavia contribuisce alla crescita ed alla maturazione del bambino se è adeguatamente “accompagnato” nel passaggio dalla scuola elementare a quella media. Tutte le attività necessarie per questo "accompagnamento" possono e devono essere organizzate da insegnanti ed allievi anche se le scuole si trovano in due comuni diversi, dipendono da due diverse direzioni MA OPERANO NELLO STESSO TESSUTO SOCIALE E NELLO STESSO AMBIENTE URBANO!!

I Comuni di Limbiate, Solaro e Ceriano Laghetto devono semplicemente prendere atto di questa situazione e, cominciando a lavorare per mettere in atto forme di intercomunalità, devono stabilire, in accordo con le scuole, una convenzione da inserire nei rispettivi Statuti per assicurare che ciascuno fornisca (pro-quota di alunni) tutto il supporto materiale (per quanto riguarda strutture ed interventi vari di sostegno alla didattica) per la gestione delle attività scolastiche nel Villaggio del Sole-Brollo. Tutto ciò è sicuramente possibile. Non è necessaria alcuna "cessione" o "annessione".

Ovvio, per cominciare a lavorare per mettere in atto forme di intercomunalità (e proprio per quanto riguarda la gestione delle scuole sarebbe possibile muovere in fretta i primi passi in questa direzione) sarebbe necessario: 1) mettersi a ragionare da politici locali (in senso eminente) e non da politicanti; 2) discutere davvero con i cittadini, e non ridicolizzarli in quanto tali mettendoli a scrivere pizzini.

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