venerdì 21 ottobre 2011

Costruire nuove case ma minare la scuola pubblica




In un articolo pubblicato il 7 di questo mese ho definito dissennata e autoritaria, la deliberazione con la quale la giunta De Luca vorrebbe cedere in uso al Comune di Solaro due scuole da annettere all’Istituto Comprensivo di quel comune, ed accorpare in due soli istituti le rimanenti scuole di Limbiate, dalle materne alle medie inferiori. Va sottolineato che, cedute le scuole del Villaggio del Sole, questo accorpamento diventerebbe obbligatorio, visto che la legge 111/2011 prevede che in ogni istituto comprensivo vi sia almeno una scuola media, e a Limbiate ne resterebbero solo due.

La cessione delle scuole è stata concordata con la Giunta Comunale di Solaro (che non ha mai esposto all’albo pretorio elettronico la delibera con la quale l’affare è stato concluso), ma senza consultare, pare, il dirigente dell’I.C. di quel comune. A Limbiate, invece, prima di concludere l’affare con Solaro sono stati consultati solo i dirigenti scolastici; di questi, tre su quattro erano e sono contrari. Solo quando tutto era già stato deciso è stato chiesto alle altre componenti del mondo della scuola di pronunciarsi [click qui, terzultimo paragrafo]: si sono espressi contro due circoli didattici su tre e il consiglio d’istituto della scuola media, tutti all’unanimità; si è invece pronunciato a favore, ma a maggioranza, solo il I circolo didattico, nel quale la spocchiosissima vice-sindachessa Ripamonti, che abita al Villaggio del Sole, fa la dirigente amministrativa. Sulla (contro)riforma dell’organizzazione della scuola di base di Limbiate la giunta comunale non ha organizzato nessuna altra consultazione. E sì che abbiamo anche un assessore addetto a far scrivere pizzini ai cittadini per auscultarne i suggerimenti!

La delibera in questione, che dimostra troppa (e sospetta) frettolosità, è raffazzonata e priva di motivazioni realmente consistenti, eppure è proprio con un atto simile che si prendono decisioni di capitale importanza su un settore della società tanto delicato come quello della scuola! La dissennatezza e l'autoritarismo che questa delibera esprime risultano ancor più evidenti se li si pone a confronto con il buonsenso che altri enti locali dimostrano nell’applicare la legge 111/2011. Si guardi, per esempio, al modo di procedere delle province e della regione piemontesi, sul quale ci informa la rassegna stampa del Governo italiano [URL: rassegna.governo.it/testo.asp?d=70080234; ringrazio la signora S. G. per avermela inviata].

Innanzitutto, la Regione Piemonte, senza aspettare che la Corte Costituzionale si pronunci sui ricorsi presentati da diverse regioni, ha riaffermato nei fatti le prerogative di organizzazione e programmazione del sistema scolastico che spettano alle regioni, e, anche se la legge finanziaria prevede un nuovo assetto già per l’anno scolastico 2011/2012, ha stabilito, d’accordo con le Province, di recepire il cambiamento con un piano triennale che prevede di raggiungere il 20% dell’obbiettivo nel 2012/13, il 60% l’anno seguente, il 100% nel terzo anno.

Inoltre, con una scelta assai apprezzabile in vista di una migliore gestione degli istituti, la Regione Piemonte ha deciso che i Comprensivi non dovranno superare i 1.200 iscritti.

Anche per i plessi, dice l’assessore regionale Cirio (del PdL), «manterremo i vecchi criteri… Dobbiamo rispettare la legge, ma ci siamo esposti affinché il territorio abbia il tempo necessario per affrontare il cambiamento nel migliore dei modi e garantendo efficienza e qualità del sistema scolastico. Inoltre abbiamo proposto l’istituzione di un tavolo con le Province e l’Ufficio Scolastico Regionale per lavorare anche in futuro su posizioni condivise».

La Giunta Regionale (presieduta da R. Cota, della Lega Nord) ha quindi approvato alcune deroghe per il mantenimento dei plessi: per quelli in pianura 20 iscritti almeno per la scuola dell’infanzia; per la primaria almeno una classe di 10 bambini o una pluriclasse con minimo 8 e massimo 18 alunni; per le sezioni staccate di scuola media almeno 20 iscritti; ecc.

Secondo l’assessore all’istruzione della Provincia di Torino (del PD), queste decisioni «sono frutto della battaglia condotta fin qui. Martedi [25 ottobre 2011] porterò in Giunta la proposta che il primo anno si facciano soltanto operazioni “consensuali”, dal momento che l’opera di montaggio e rimontaggio sarà dolorosa».

Dunque: sembra che in Piemonte, terra di “bugia nen” (non muoverti), per darsi il tempo di riorganizzare il sistema scolastico con calma (i prossimi tre anni!), da luglio ad oggi si siano mossi in tanti: le Province, la Regione e, presumibilmente, anche i Comuni, che avranno fatto pressione sui primi due Enti. Risultato: criteri per una applicazione elastica della legge nazionale e, soprattutto, “consensualità”. È da supporre che assessori locali e, soprattutto, sindaci si siano dati molto da fare; che per riuscire a far scrivere in una delibera regionale dei criteri elastici, che consentano di “affrontare il cambiamento nel migliore dei modi” e garantendo l’efficienza e qualità del sistema scolastico, prima di trovare una soluzione soddisfacente abbiano speso giorni e settimane; che, come si dice, abbiano “fatto rete”, ecc.

Qui a Limbiate è avvenuto il contrario. Il nostro sindaco, sostenuto dal centrosinistra, non ha il tempo per fare il sindaco (compito che comporta, tra l’altro, prendere contatto con altri sindaci ed enti per affrontare, di volta in volta, i problemi più disparati) e, insieme ad un’assessora alla scuola che si adatta a fare l'appendice di una vice-sindachessa spocchiosissima e convinta di essere ormai sulla rampa di lancio verso una sfolgorante carriera politica, ha improvvisato maldestramente una deliberazione che è funzionale esclusivamente alla perpetuazione del disordine edilizio-urbanistico e scolastico di Limbiate, in particolare del quartiere Villaggio del Sole-Brollo. Questo è il quartiere che più degli altri ha subito l’assalto della speculazione edilizia, e di ciò si deve rendere grazie innanzitutto al gruppo di arrampicatori politici penatiani capeggiati dal conducator paesano Fortunati, che già molti anni fa trasformò molte aree standard (cioè destinate a servizi) in aree edificabili. Molte di quelle aree sono già state edificate; su altre si sta ancora costruendo, ma nelle convenzioni attuative non è stata prevista la costruzione, a spese dei privati, delle nuove aule che l’aumento della popolazione rende necessarie, e nemmeno è stato previsto l’incasso degli oneri e delle monetizzazioni per le aree destinate ai servizi ma non cedute dai privati. E mentre il Comune di Limbiate nemmeno ha un Piano dei servizi, il Comune di Solaro nel suo PGT prevede di seguire, quanto a cementificazione del Villaggio Brollo, l’esempio di Limbiate (seppure in misura minore, per indisponibilità di aree), ma nel suo Piano dei servizi non prevede la costruzione di nuove aule!

Quando, fra tre-quattro anni al massimo, tutte le nuove abitazioni costruite al Villaggio del Sole-Brollo saranno abitate, la popolazione del quartiere sarà aumentata di circa 600-700 abitanti, dei quali almeno 250 saranno bambini in età scolare. Due terzi saranno residenti nel comune di Limbiate, ma per loro, come per quelli residenti nel comune di Solaro, non vi saranno aule disponibili. Di questo problema, che sarebbe denominato con il termine eufemistico “criticità” da De Luca & C., costoro sembrano non essere consapevoli, eppure esiste già. I De Luca, le Ripamonti, le Sessa, i Ti-che-te-tarchett-i-ball (il cui prossimo lido politico si trova sulle rive del torrente Guisa) dicono di voler garantire la “continuità didattica” ai bambini del Villaggio del Sole-Brollo ma, con tutta la loro sbandieratissima (in campagna elettorale) competenza politico-amministrativa, invece di un piano di costruzione di nuove aule lì dove servono, hanno preparato e approvato un semplice atto amministrativo con il quale vengono eliminate dal sistema scolastico di Limbiate le aule che già ci sono!

Se questa tendenza a non costruire servizi dovesse essere confermata, il fenomeno delle iscrizioni alle scuole private vicine (già evidentissimo a Solaro, lo dimostrano i dati sul rapporto classi di età/iscrizioni [click qui]) in un prossimo futuro diventerebbe rilevante anche nel quartiere Villaggio del Sole, e quindi a garantire la continuità didattica ci penserebbe l’ormai fiorente industria dell’istruzione privata.

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