venerdì 7 ottobre 2011

Una deliberazione dissennata a Limbiate. Una deliberazione fantasma a Solaro




Non è affatto vero che la dissennata deliberazione (click qui) con la quale la giunta De Luca vorrebbe proporre alla Provincia di Monza di accorpare autoritariamente in due soli Istituti Comprensivi tutte le scuole di Limbiate dalle materne alle medie inferiori, tranne due da annettere all’istituto Comprensivo di Solaro, è stata “sospesa” [con quale altro provvedimento? ndr] “a seguito della nota dell’ANCI Lombardia sul conflitto di attribuzione tra Stato e regioni in materia”. Questa è solo una frottola maldestra, che non riesce a mistificare, quindi, ciò che realmente è avvenuto: il ritiro materiale della delibera dalla sede della Provincia di Monza, dove era già stata consegnata. Dopo il ritiro, tuttavia, la delibera non è stata affatto annullata.

In realtà il ritiro era ormai politicamente obbligatorio, per diverse ragioni: 1) perché la proposta della Giunta Comunale (un istituto con 1.300 alunni; un altro con 1.700 e la cessione, motivata solo da una promessa elettorale, di una scuola materna e di una media inferiore a Solaro (che tra l’altro è nella provincia di Milano) molto probabilmente sarebbe stata respinta dalla Provincia di Monza e dalla Regione Lombardia, semplicemente perché la proposta era ed è del tutto improvvisata e dissennata (sui termini della “proposta” v. qui un articolo di M. Campisi); 2) perché i casi problematici e non facilmente risolvibili sono molti, e quindi ben si può approfittare del lasso di tempo di circa un mese prima che la Provincia trasmetta alla Regione le proposte dei comuni; 3) perché, anche se non lo dice (alla faccia della trasparenza politica!) nessuno della “maggioranza” che governa Limbiate (una maggioranza eletta con i voti di meno del 25% degli elettori!), quella delibera, che pure reca la dicitura “con voti unanimi espressi in forma palese”, non è stata affatto condivisa da tutta la Giunta (si sa della posizione contraria dell’assessore di SEL e di quello di Limbiate Solidale, la lista del sindaco, il cui capogruppo parimenti era contrario!); 4) perché, soprattutto, contro gli oscuri progetti del PD locale e provinciale (ma poi mica tanto oscuri, come vedremo in un articolo successivo) e contro le follie di politicanti come Ti-che-te-tarchett-i-ball e la spocchiosissima vice-sindachessa Ripamonti, si era pronunciata (con delibere degli organismi scolastici) la grande maggioranza degli insegnanti e dei genitori degli alunni; 4) perché fra gli insegnanti, i genitori e i cittadini (qualcuno dei quali ha fornito dati e informazioni agli insegnanti) aveva già preso piede la proposta (che non è stata affatto accantonata) di organizzare una raccolta di firme in calce ad una petizione da inviare anche alla Provincia; 5) perché l’opposizione di centro-destra, alla quale la stolidezza del centrosinistra ha regalato un’altra occasione d’oro, stava organizzando il tentativo, difficilmente contenibile, di ripetere l’operazione consiglio comunale aperto-assalto al centrosinistra già attuata con successo quattordici anni fa (click qui, terzo paragrafo).

Ritirata la delibera, dei politicanti dotati di un tasso di responsabilità politica appena superiore allo zero ne avrebbero subito approvata un’altra contenente la proposta di riorganizzare tutte le scuole di Limbiate in tre istituti comprensivi, come chiesto, a stragrande maggioranza, da tutte le componenti delle scuole limbiatesi. Non esiste, infatti, nessuna ragione, come ha precisato l’ANCI-Lombardia, per bloccare l’iter di approvazione da parte della Provincia di tutte le proposte provenienti da Comuni che hanno già deliberato, o sono in procinto di farlo, d’intesa con le Scuole (…). Tali interventi, infatti, vengono considerati ‘proposte’ di manutenzione della rete, come avvenuto negli ultimi anni, anche prima della Legge n. 111/11” (click qui, quarto documento). Se a Limbiate si raggiungesse l’accordo per l’accorpamento in tre Istituti, non vi sarebbe alcuna ragione per attendere le indicazioni della Conferenza Unificata Stato-Regioni, la quale in ogni caso non potrà cancellare (per i casi come quello di Limbiate) quanto è stato stabilito dal comma 4 dell’art. 19 della legge 111/11: devono essere creati istituti di almeno mille alunni comprendenti materna, primaria e secondaria di I grado.

Una nuova delibera che accogliesse le indicazioni provenienti dalle scuole restituirebbe tranquillità a tutti i lavoratori (soprattutto al personale ATA), ai genitori, agli organismi scolastici, ai cittadini. È desolante constatare l’incapacità del sindaco e degli assessori di mettere da parte un assai malinteso amor proprio personale e politico, e di sentire, invece, il dovere di sedare le ansie e le angosce che hanno generato nei lavoratori della scuola, nelle famiglie, nei cittadini, ammettendo (anche solo implicitamente) di aver preso una decisione sbagliata poiché non necessaria e, come i fatti hanno dimostrato, del tutto impopolare. Questa ammissione farebbe recuperare il credito politico ricevuto al momento delle elezioni ma tanto rapidamente dilapidato con decisioni dissennate come questa di cui parliamo, e con altre. Per esempio: 1) la mancata costituzione di parte civile nei processi contro la ‘Ndrangheta, causata innanzitutto dalla mancanza di reale volontà politica di compiere quel passo, e inoltre da inettitudine alla politica, ignoranza, dabbenaggine, feticismo della burocrazia; 2) l'omessa richiesta di rifusione dei danni morali causati al Comune dall’ex sindaco Romeo, condannato tre volte in una causa del lavoro; 3) la mancata denuncia di una lunga serie di convenzioni - una più truffaldina dell’altra - attuative di P.I.I. e Piani di Lottizzazione, dai quali ancora si potrebbero ricavare milioni di euro per costruire scuole e altri servizi; 4) l’istituzione di quella specie di tassa sul macinato del terzo millennio che è il raddoppio dell’addizionale comunale sui consumi dell’energia elettrica, giustificata dalla incompetentissima vice-sindachessa con una serie di desolanti bugie. E si potrebbe continuare. A fronte di tanta inettitudine politica, De Luca & C. possono registrare nell’attivo solo l’ordinanza per… tagliare le erbacce sull’argine del canale Villoresi!

La pronta approvazione della proposta fatta da insegnanti e genitori (3 istituti) depotenzierebbe, inoltre, l’offensiva che il centro-destra tenta di imbastire servendosi strumentalmente delle motivazioni sacrosante provenienti dal mondo della scuola (quando mai Romeo, Mestrone, Guerra e soci si sono occupati seriamente delle scuole di Limbiate? Tutti gli edifici stanno cadendo a pezzi!). Vedere con quanta facilità il centrosinistra si fa mettere in difficoltà dal centro-destra è deprimente. Si spera di andare avanti per cinque anni confidando, per contrastare il centro-destra, nell’intelligenza taurina di Ti-che-te-tarchett-i-ball? Oppure nei discorsi di uno che quando parla si mette in posa come una ragazza-coccodè? Ma, fuor di celia: nessuno da quelle parti ha almeno una vaga cognizione di cosa sia l’“iniziativa politica”, una modalità della quale è la capacità di cambiare linea politica, dopo aver constatato di averne scelta una sbagliata? (“Iniziativa politica” era un termine del quale si abusava nel linguaggio del togliattismo, per mistificare iniziative che in nulla modificavano lo status quo democristiano; nel centrosinistra limbiatese, oltre a Fortunati, c’è un altro tipetto che vorrebbe ostentare posizioni e modi “togliattiani”, ma di “iniziativa politica” non è mai stato capace). Qual è l’origine dell’illusione, nella quale mostra di cullarsi la maggioranza del centrosinistra (cioè gli assessori dichiaratamente del PD e quasi tutto questo partito), che sull’accorpamento delle scuole non sia necessario fare un dietro-front, ma solo una pausa? Da cosa è generata la speranza di trovare sponde per un progetto semplicemente dissennato presso la Provincia e/o la Regione? Ed è solo l’insipienza politica che impedisce di accorgersi che simili speranze non possono trovare una conferma, visti gli orientamenti espressi con buonsenso dalla Regione (alla quale spetta decidere sulla materia; click qui, primo documento)? Se lo stesso assessore regionale (click qui, secondo documento) è orientato verso “un’applicazione flessibile dell’articolo 19 comma 4 della legge 111/2011 che non crei problemi sul territorio, non sarebbe più sensato, invece, che la Giunta Comunale di Limbiate cambiasse immediatamente il suo orientamento?

Ma non si tratta solo di stolidezza. Un esame un po’ più ravvicinato della successione degli atti che hanno portato alla sciagurata delibera n. 187 rileva che vi sono passaggi e aspetti che suscitano inquietanti interrogativi. Nella lunga serie delle premesse si legge: “Vista la deliberazione n. 123 del 27.9.2011 con la quale la Giunta Comunale del Comune di Solaro si è espressa in modo favorevole sulla proposta espressa dal Comune di Limbiate”. Ora, a proposito di questa deliberazione non vi è da rilevare solo che: 1) la sua data coincide con il termine che De Luca aveva dato agli organismi scolastici di Limbiate per far pervenire il loro parere sulla sua proposta; 2) quindi, al momento di incontrare la delegazione di insegnanti, lavoratori ATA e genitori, già da tempo erano state poste le basi per la cessione di due scuole al Comune di Solaro; 3) quindi l’incontro del 28 settembre era solo un… incontro di cortesia e non vi era affatto, da parte di De Luca, l’intenzione di trovare un accordo. Ciò che soprattutto si deve rilevare, è che questa deliberazione n. 123 del 27 settembre 2011 è avvolta nel mistero, poiché fino ad oggi 7 ottobre non risulta pubblicata all’albo pretorio elettronico del Comune di Solaro. Parimenti sono avvolti nel mistero anche i termini precisi della proposta del Comune di Limbiate a quello di Solaro. Né l’una né l’altra si trovano all’albo pretorio del Comune di Limbiate, dove dovrebbero trovarsi come allegati della delibera n. 187 del 28 settembre 2011, nella quale tuttavia si dà “atto che le premesse costituiscono parte integrante e sostanziale del presente atto”. (L’omessa pubblicazione degli allegati, nei quali quasi sempre vi è il vero contenuto delle delibere, è un fatto che continua a ripetersi regolarmente anche dopo l’avvento del nuovo segretario comunale, che un tizio ha annunciato nel suo blog come se fosse l’inizio di una nuova era cristiana!).

La deliberazione del Comune di Solaro sarebbe del 27 settembre, ma dieci giorni dopo non è ancora pubblicata (e chissà se lo sarà mai). Impossibile sapere che cosa il Comune di Solaro avrebbe “accettato”. Nemmeno il contenuto della “proposta” del Comune di Limbiate è noto. Alla luce (ma sarebbe più appropriato dire “all’oscurità”) di questi fatti, come non chiedersi cosa si nasconde dietro questo mistero? In altri termini: da che cosa è stata effettivamente determinata la “proposta” di cessione di due scuole al Comune di Solaro, con conseguente accorpamento obbligatorio delle altre scuole di Limbiate in due soli mega-istituti?

Ovviamente, si può trovare la risposta solo sforzandosi di ritrovare la realtà effettuale nascosta dalle rappresentazioni falsificanti che ne danno i politicanti. Ma di questo in un prossimo articolo. Per il momento chiudiamo ricordando che fra le tante promesse del candidato del centrosinistra Raffaele De Luca vi era non solo quella di “prendersi cura” di tutti i cittadini di Limbiate (e attualmente egli non riesce a prendersi cura nemmeno degli assistiti che già aveva!), ma anche quella della massima trasparenza amministrativa. Ora, non sono certo io, che sono particolarmente cattivo (anche) con il centrosinistra, il primo che, guardando i primi mesi del suo operato, arriva alla conclusione che si trattava solo di una… fanfaluca.

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