giovedì 7 agosto 2008

Metropoli indistinte - il territorio nella morsa del mercato

Maurizio Giufrè



È possibile estendere anche ai centri italiani la definizione di città «neoliberiste» nell'accezione indicata da Annik Osmont nel suo saggio La ville du néo-libéralisme (pubblicato nel 2006, in «Cahier Voltaire: la Ville à l'épreuve du libéralisme», e tradotto nel sito eddyburg.it)? Sembrerebbe proprio di sì, se consideriamo l'importanza assunta dal mercato come regolatore dello sviluppo di intere aree urbane e la competitività che si è innescata tra le città per essere appetibili agli investitori finanziari. L'ideologia della città neoliberista si propaga nel nostro paese con l'aggravante di un debole governo del territorio. Così, là dove arretra il pubblico e si disimpegnano risorse per affinare tecniche, saperi e procedure per uno sviluppo coerente della città, si limitano se non si cancellano i «diritti urbani» e avanza l'insicurezza sociale.

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http://eddyburg.it/article/articleview/11723/0/284/


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