martedì 20 aprile 2010

Grane con la giustizia per il geometra “che mette a posto le cose” (anche negli ”scomputi" degli OO.UU. di un P.I.I.!)




Il geometra Ivan Cadei, Responsabile Lavori Pubblici e Patrimonio Immobiliare del Comune di Limbiate con 49.005,55 euro di stipendio lordo annuo, nei giorni scorsi appariva più rubizzo del solito, e forse ne aveva ben donde: la banda di procacciatori d’affari che spadroneggia nel Comune di Limbiate aveva messo in moto il meccanismo per mantenere la promessa, fattagli a suo tempo, di usare i nostri soldi per sostenerlo nei guai giudiziari nei quali si fosse ficcato mettendosi al suo servizio. A tal fine lo aveva spedito, innanzitutto, a raccontare “spontaneamente” alla Polizia Locale di essere “interessato [cioè indagato? rinviato a giudizio?] in un procedimento in qualità di Responsabile Unico del Procedimento dei lavori per l’esecuzione di interventi a scomputo oneri di urbanizzazione del Programma d’intervento in località di via Verdi”. Subito dopo, dotato di questo attestato di nobiltà il rubizzo geometra si è recato nell’ufficio dell’avvocato Micaela, che ha immediatamente preparato la bozza di una delibera, poi votata dalla Giunta Comunale (n. 76 del 14/4/2010, click qui) con la quale le spese legali della difesa del geometra “che mette a posto le cose” le paghiamo noi.

L’avvocato Micaela avrà creduto di riuscire a nascondere chissà che cosa, con i termini anodini infilati nella delibera: “è interessato in un procedimento in qualità di R.U.P., ecc.” E, in effetti, dalla delibera non si può capire di che cosa esattamente si tratti, né quali sono i fatti e le responsabilità specifiche delle quali il funzionario pubblico sarebbe chiamato a rispondere. Ma per garantire al rubizzo geometra una difesa a spese nostre (poiché siamo noi che paghiamo la polizza assicurativa per la tutela legale) l’avvocato Micaela ha dovuto preparare, comunque, una delibera e, scrivendola, ahimè, non poteva omettere il nome dell’”interessato” e uno straccio di motivazione. Per l’avvocato Micaela questa è già una concessione troppo generosa, e quindi per il resto termini anodini - e vediamo se riusciamo a non spiegare un fico secco di quello che realmente interessa i cittadini che pagano! Non si capisce, poiché non lo si spiega, se il geometra rubizzo sarebbe “interessato” da un procedimento penale, oppure per danni erariali e quali sarebbero, quindi, le ipotesi di reato/i formulate a suo carico. E dunque, noi paghiamo la difesa di un funzionario pubblico, ma non abbiamo diritto di sapere quali sono gli addebiti che un Pubblico Ministero intenderebbe rivolgergli!

Nella delibera, tuttavia, secondo lo stile della giunta (vi ricordate la delibera per non costituirsi parte civile contro Galimberti, il padrone di Euronics? [v. Rinviato a giudizio per reati ambientali e falsità ideologica in atto pubblico...], vi è già un giudizio assolutorio: il geometra “che mette a posto le cose” è incolpato (sembrerebbe) di “fatti direttamente connessi all’espletamento del servizio e all’adempimento dei compiti d’ufficio”, e quindi il Comune sicuramente deve “assumere, ai sensi dell’art. 28 CCNL 14/09/2000, l’onere della difesa a valere sulla copertura assicurativa, ecc.” Non si sa se la giunta abbia preso visione almeno dell’informazione di garanzia, o se abbia preso per oro colato quanto il geometra Cadei ha dichiarato “spontaneamente”, certo è che già in questa fase la giunta non sembra aver alcun dubbio che gli addebiti che vengono mossi al geometra siano da circoscrivere nell’ambito degli "adempimenti dei compiti d’ufficio”, e non siano minimamente configurabili come responsabilità esclusivamente personali. Ma forse, si tratta di responsabilità che non possono essere esclusivamente personali… ma nel senso che sarebbero condivise con altri. Infatti, fra le cose che l’avvocato Micaela non è riuscita a non dire, vi è che si tratta di “esecuzione di interventi a scomputo oneri”, e ciò non può che far intuire, o meglio far sospettare, che probabilmente il rubizzo geometra non sarebbe l’unico responsabile. Gli “interventi a scomputo oneri”, infatti, non li decide e non li concorda il solo Responsabile Lavori Pubblici e Patrimonio Immobiliare del Comune di Limbiate, ma, prima di lui, vi sono coinvolti diversi altri funzionari e tutta la giunta. E per quanto riguarda l’esecuzione delle opere, nessuna frode è possibile se il controllo del Responsabile Lavori Pubblici e Patrimonio Immobiliare è effettivo.

In realtà, basterebbe questa sola ragione, il sospetto che viene comunque insinuato dalle stesse poche cose che non si possono non dire, per spingere altri, provvisto di una coscienza diversa da quella dell’avvocato Micaela e di chi le elargisce ogni anno 68.471,13 euro prendendoli dalle nostre tasche, a spiegarci nei termini essenziali di che cosa esattamente è chiamato a rispondere un nostro funzionario. Ma, parafrasando don Abbondio, una certa coscienza, se una non ce l’ha, non se la può dare…

Ripetiamo: noi paghiamo le spese perché un rubizzo geometra nostro dipendente si difenda in un procedimento penale senza sborsare un ghello di tasca sua, ma chi prende questa decisione non ci permette di sapere perché costui deve difendersi dagli addebiti che gli sono mossi a proposito di “fatti direttamente connessi all’espletamento del servizio e all’adempimento dei compiti d’ufficio”! Ma di quali fatti precisamente si tratta? Nell’“esecuzione di interventi a scomputo oneri”, che cosa avrebbe combinato il rubizzo geometra per essere “interessato” da un procedimento penale? Chi lo avrebbe accusato? Quando? Gli sarebbero addebitati danni a soggetti privati e/o a soggetti pubblici? Al Comune di Limbiate? Di quale natura? Di quale entità? Sarebbe accusato di aver procurato lucro a sé stesso e/o ad altri? Avrebbe agito da solo o in concorso con altri?

Il rubizzo geometra ha goduto fino ad oggi, sia dentro che fuori del panopticon benthamiano che funge da municipio, della larga fama di essere uno “che mette a posto le cose” - e addirittura anche i dirigenti politici del Comune! È una fama alimentata dallo stesso geometra, che più volte si è dato da fare per infinocchiare, riuscendovi, consiglieri comunali ignorantelli e fessacchiotti che in quella convenzione, in quel progetto, in quel calcolo c’erano alcune cose fuori posto, ma lui – anche alzando la voce, neh? – aveva “messo a posto le cose”! Ma chissà come le avrà messe a posto nel Programma Integrato d’Intervento di Via Verdi, se ora ha la necessità di farsi pagare un avvocato difensore con i nostri soldi! Poiché l’avvocato Micaela e chi paga anche lei con i nostri soldi non si sono degnati di spiegarci un bel nulla, proviamo a formulare da soli qualche ipotesi su cosa potrebbe aver combinato il geometra “che mette a posto le cose”.

Con il modo perverso (poiché adattissimo a sottrarre denaro dalla cassa pubblica) dello “scomputo” del valore di opere pubbliche (realizzate, spesso, senza alcun reale bisogno) dagli oneri di urbanizzazione, negli affari edilizi sono possibili vari giochetti che permettono a vari soggetti di lucrare ulteriormente. Il meccanismo in se stesso, in realtà, non sarebbe affatto perverso, ma solo a condizione che vi fosse un controllo effettivo da parte di funzionari integerrimi, prima su quanto viene scritto nei progetti e concordato con le convenzioni attuative, e poi su quanto e su come viene effettivamente realizzato. Nel P.I.I. di Via Verdi il geometra Cadei era Responsabile Unico del Procedimento, e quindi quali giochetti avrà avallato per trovarsi ora nella condizione di doversi difendere a spese nostre dagli addebiti di un pubblico ministero? Avrà avallato un computo metrico estimativo dei materiali per le opere da scomputare, che poi si è rivelato gonfiato rispetto alle opere realizzate? Avrà avallato il conteggio di opere non realizzate? Avrà avallato che nelle opere da scomputare fossero inclusi anche lavori di demolizione di strutture private? Avrà avallato che le opere realizzate fossero conteggiate per un valore doppio dei costi reali di esecuzione? Avrà avallato lo scomputo di opere esclusivamente di urbanizzazione primaria dagli oneri di urbanizzazione secondaria? Avrà avallato lo scomputo di opere di urbanizzazione primaria e/o secondaria dal contributo sul costo di costruzione? Avrà avallato che le opere da scomputare fossero realizzate senza alcuna gara d’appalto? Avrà omesso di verificare la veridicità delle fideiussioni presentate? Insomma: quali cose avrebbe “messo a posto” questo geometra, e in che modo, e con chi?


Questi gli interrogativi che, dopo aver letto la delibera opaca e fumogena stesa dall’avvocato Micaela (e votata dalla banda di procacciatori d’affari guidata da Antonio Romeo), si pongono i cittadini che pagano la difesa al geometra Cadei, funzionario pubblico che ha prestato un giuramento di fedeltà alle leggi della Repubblica. La petizione è del tutto retorica, ma gli uni e l’altro avrebbero il dovere di precisare con un comunicato circostanziato la reale natura degli addebiti mossi al Responsabile Lavori Pubblici e Patrimonio Immobiliare del Comune di Limbiate. E dovrebbero precisare anche il nome del magistrato che conduce le indagini, poiché sulla prassi degli scomputi degli oneri di urbanizzazione nel Comune di Limbiate, gli si potrebbero fornire molte altre notizie che potrebbero essergli utili per contestualizzare meglio sia la prassi amministrativa del Responsabile Lavori Pubblici e Patrimonio Immobiliare del Comune di Limbiate, sia quella dei molti altri soggetti che potrebbero/dovrebbero essere “responsabili” a vario e forse maggior titolo.

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