sabato 23 agosto 2008
Samba do Arnesto
O Arnesto nos convidô prum samba, ele mora no Brás
Nóis fumos e não encontremos ninguém
Nóis vortemos cuma baita duma reiva
Da outra veiz nóis num vai mais
Nóis não semos tatu!
Um outro dia encontremo com o Arnesto
Que pidiu descurpa mais nóis não aceitemos
Isso não se faz, Arnesto, nóis não se importa
Mais você devia ter ponhado um recado na porta
Um recado anssim: "Ei, turma, num deu prá esperá
A vez que isto num faz má, num tem importância
Depois que nóis vai, depois que nóis vorta
Assinado em cruz porque não sei escrever. Arnesto"
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venerdì 22 agosto 2008
Per comprendere il significato della crisi alimentare
17. Gli eventi naturali di squilibrio generalizzato come inondazioni, tempeste, cicloni ecc. che fino al 1990 capitavano in media 20 volte all’anno nei più diversi luoghi, oggi si presentano 40 volte all’anno, danneggiando immense regioni agricole in tutto il mondo.
18. Riguardo all’acqua potabile del mondo, in relazione alle tecniche agricole che esigono una irrigazione intensiva, oggi si consuma circa il 70% di tutta l’acqua potabile del mondo nell’agricoltura. E ogni anno si perdono 1,5 milioni di ettari coltivati per la salinizzazione delle terre. Si stiman che dalla Rivoluzione verde circa 45 milioni di ettari siano stati danneggiati e oggi nel mondo 1,6 miliardi di persone non hanno accesso all’acqua loro necessaria.
19. Nei paesi ricchi la popolazione impiega circa il 10% del suo reddito per acquistare alimenti. Nei paesi in via di sviluppo, o per meglio dire, la classe media di questi paesi spende il 50% del suo reddito per gli alimenti. E nei paesi poveri, e i poveri in generale investono più dell’80% del loro reddito per gli alimenti.
II - Cause e contesto socio-economico della crisi alimentare.
III - Contraddizioni che la forma capitalista dell’agricoltura industriale porta nella sua logica di funzionamento.
IV - Proposte per uscire dalla crisi
b) la produzione degli alimenti deve essere di qualità, senza pesticidi e in equilibrio con la natura;
c) ci vuole rispetto nei confronti delle abitudini e della cultura alimentare di ogni regione, si tratta di un fattore fondamentale per la salute delle persone;
a) riforma agraria (accesso alla terra per tutti quelli che vogliono lavorarla);
b) organizzazione di agroindustrie locali in forma di cooperative;
c) educazione in ambito rurale a tutti i livelli;
d) applicazione di tecniche di produzione biologiche;
São Paulo, luglio 2008.
a) cambiamenti climatici a livello mondiale;
b) aumento dei costi degli imput agricoli come semi e fertilizzanti, in un settore dominato da un oligopolio mondiale di imprese che è stato scosso dall’aumento del costo del barile di petrolio;
c) aumento del consumo di alimenti in India e Cina, in particolare per i prodotti di origine animale;
d) uso di cereali, soprattutto di mais, per i biocombustibili;
e) speculazione finanziaria nelle borse di merci dei future dove sono definiti i prezzi delle commodity agricole.
a) La fame e la denutrizione non sono effetti del fato o di questioni geografiche. Sono il risultato dell’esclusione di milioni di persone dall’accesso alla terra, all’acqua, ai semi, alla conoscenza e ai beni della natura necessari a riprodurre la propria esistenza;
b) la fame è il risultato delle politiche imposte dai governi dei paesi sviluppati, dalle loro imprese transnazionali e dai loro alleati nei paesi poveri del sud, nella prospettiva di conservare la continuità dell’egemonia politica, economica, culturale e militare sull’attuale processo di ristrutturazione economica globale;
c) grazie a queste politiche, le imprese del nord hanno accresciuto le loro vendite e i loro profitti, mentre i poveri hanno accresciuto i loro debiti, vedendo peggiorare le proprie condizioni di vita, con una crescita della miseria e dell’esclusione in tutto il mondo;
d) è il risultato della crescita della concentrazione del mercato agricolo mondiale nelle mani di poche imprese transnazionali, il che ha fatto crescere di conseguenza la dipendenza e la subordinazione alimentare della maggioranza dei popoli ai loro interessi di profitto.
a) L’ agricoltura intensiva in capitale e tecnologia (agrobusiness) darà un contributo rilevante nel superamento dell’attuale crisi alimentare. Tuttavia sarebbe banalizzare il problema ritenere che avrà il ruolo principale. La ragione è semplice: le aree rurali in cui vivono il 75% dei poveri del mondo non possiedono un reddito per comprare gli alimenti (dell’agrobusiness). La soluzione si potrà trovare soltanto se ci sarà incentivo allo sviluppo dell’agricoltura familiare perché ciascuna regione produca i suoi alimenti;
b) saranno necessari investimenti massicci in ricerca, educazione e infrastrutture in queste regioni;
c) come ci mostra la storia dell’umanità, spetta all’agricoltura dare da mangiare a tutti, così come promuovere lo sviluppo economico e il benessere in ogni paese.
“L’espansione della coltivazione di agrocombustibili è un rischio, sostituisce gli alimenti, ne fa crescere il prezzo e diventa un crimine contro i poveri”.
“La colpa è dei sussidi che i governi dei paesi ricchi danno ai loro agricoltori. Se fossero eliminati i sussidi, gli agricoltori del sud potrebbero aumentare la loro produzione e esportare a prezzi minori”.
a) La crisi è passeggera, e certamente vedrà nella monocultura e nell’agrobusiness la soluzione, sia per una maggiore produzione di alimenti che per l’esportazione di biocombustibili brasiliani;
b) è una sciocchezza pensare che l’espansione della canna e dell’etanolo siano le cause della crisi degli alimenti. Si tratta di una visione ideologica, da bar, del MST. Mentre qui stiamo parlando di soluzioni scientifiche.
- il mercato non risolverà il problema, lo aggraverà;
Allegato II - Alcuni dati sul Brasile
(Traduzione di Serena Romagnoli, Comitato italiano di appoggio al MST)
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mercoledì 20 agosto 2008
Soy México-Americano
Por destino soy Americano.
Yo soy de la raza de oro.
Yo soy México Americano
Yo te comprendo el inglés,
Tambien te hablo en castellano.
Yo soy de la raza noble.
Yo soy México Americano
Zacatecas a Minnesota,
De Tijuana a Nueva York.
Dos países son mi tierra,
Los defiendo con honor
Dos idiomas y dos países,
Dos culturas tengo yo.
En mi suerte tengo orgullo,
Porque así lo manda Díos
Por mi madre yo soy Mexicano,
Por destino soy Americano.
Yo soy de la raza de oro.
Yo soy México Americano
domenica 17 agosto 2008
O trem das onze
Quais, quais, quais, quais, quais, quais,
Quaiscalingudum
Quaiscalingudum
Quaiscalingudum
Não posso ficar
Nem mais um minuto com você
Sinto muito amor
Mas não pode ser
Moro em Jaçanã
Se eu perder esse trem
Que sai agora às onze horas
Só amanhã de manhã
Além disso mulher
Tem outra coisa
Minha mãe não dorme
Enquanto eu não chegar
Sou filho único
Tenho minha casa pra olhar
Não posso ficar.
Quaisgudum, tchau!
[Composição: Adoniran Barbosa]
[v. http://pt.wikipedia.org/wiki/Adoniran_Barbosa]
venerdì 15 agosto 2008
Lover Man
Charlie Parker (alto sax)
Howard McGhee (trumpet)
Jimmy Burn (piano)
Bob Kesterson (bass)
Roy Porter (drums)
(1946)
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giovedì 14 agosto 2008
This Land Is Your Land
This land is your land, this land is my land
From California, to the New York Island
From the Redwood Forest, to the Gulf Stream waters
This land was made for you and me
As I went walking a ribbon of highway
I saw above me an endless skyway
I saw below me a golden valley
This land was made for you and me
I've roamed and rambled and I've followed my footsteps
To the sparkling sands of her diamond deserts
And all around me a voice was sounding
This land was made for you and me
When the sun comes shining as I was strolling
And the wheat fields waving and the dust clouds rolling
A voice come chanting the fog was lifting
This land was made for you and me
This land is your land, this land is my land
From California, to the New York Island
From the Redwood Forest, to the Gulf Stream waters
This land was made for you and me
The sun comes shining as I was strolling
The wheat fields waving and the dust clouds rolling
A voice come chanting the fog was lifting
This land was made for you and me
In the squares of the city, In the shadow of a steeple
By the relief office, I'd seen my people
As they stood there hungry, I stood there asking
Is this land made for you and me?
There was a big high wall there that tried to stop me
Sign was painted, It said “Private property”
But on the back side it didn't say nothing
That side was made for you and me
As I went walking, I saw a sign there
And on the sign there, It said, "No trepassing"
But on the other side, it didn't say nothing.
That side was made for you and me]
[This Land Is Your Land ormai da molto tempo è entrata a far parte del patrimonio musicale tradizionale degli Stati Uniti (se ne conoscono versioni di molti altri musicisti, fra i quali Leadbelly, Bob Dylan e Bruce Springsteen). Woody Guthrie ha scritto le parole nel 1940 su una melodia tradizionale, come risposta alla canzone God Bless America, scritta da Irving Berlin nel 1918 e riadattata nel 1938 come inno nazionale non ufficiale, che secondo Woody (operaio precario costretto al nomadismo e musicista che suonava e cantava soprattutto all'aperto, nelle immediate vicinanze dei luoghi di lavoro del proletariato statunitense e spesso durante gli scioperi) presentava un'immagine degli USA falsa e agiografica.
Nel corso della seconda guerra mondiale (alla quale partecipò come marinaio) Woody dovette rinunciare a cantare le ultime tre strofe del testo originario. Le stesse strofe erano di solito espunte da altri, perché considerate "troppo di sinistra", negli anni del maccartismo e della guerra fredda (notare a quale punto l'audio del video viene sfumato). Anche recentemente, moderati e reazionari (compreso George Bush Jr. nella campagna elettorale del 2000) hanno più volte abusato della canzone, con il testo mutilo, in senso patriottardo]
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Carabina 30-30
Carabina 30-30
Que los rebeldes portaban
Y decían los generales
Que con ellas no mataban
Carabina 30-30
Que los rebeldes portaban
Y decían los generales
Que con ellas no mataban
Con mi 30-30
Me voy a marchar
Y engrosar las filas de la rebelión
Si mi sangre piden, me sangre les doy
Por los habitantes de nuestra nación
Gritaba Francisco Villa:
¿Donde te hallas, Argumedo?
Ven párarte aquí adelante
Tu que nunca tienes miedo
Gritaba Francisco Villa:
¿Donde te hallas, Argumedo?
Ven párarte aquí adelante
Tu que nunca tienes miedo
Con mi 30-30
Me voy a marchar
Y engrosar las filas de la rebelión
Si mi sangre piden, me sangre les doy
Por los habitantes de nuestra nación
Ya nos vamos pa' Chihuahua
Ya se va tu Negro Santo
Si me quebra alguna bala
Ve a llorarme al campo santo
Ya nos vamos pa' Chihuahua
Ya se va tu Negro Santo
Si me quebra alguna bala
Ve a llorarme al campo santo
Con mi 30-30
Me voy a marchar
Y engrosar las filas de la rebelión
Si mi sangre piden, me sangre les doy
Por los habitantes de nuestra nación
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martedì 12 agosto 2008
Les Amants d'un jour
Moi j'essuie les verres au fond du café
J'ai bien trop à faire pour pouvoir rêver
Mais dans ce décor banal à pleurer
Il me semble encore les voir arriver...
Ils sont arrivés se tenant par la main
L'air émerveillé de deux chérubins
Portant le soleil ils ont demandé
D'une voix tranquille un toit pour s'aimer
Au coeur de la ville et je me rappelle
Qu'ils ont regardé d'un air attendri
La chambre d'hôtel au papier jauni
Et quand j'ai fermé la porte sur eux
Y avait tant de soleil au fond de leurs yeux
Que ça m'a fait mal, que ça m'a fait mal...
Moi, j'essuie les verres au fond du café
J'ai bien trop à faire pour pouvoir rêver
Mais dans ce décor banal à pleurer
C'est corps contre corps qu'on les a trouvés...
On les a trouvés se tenant par la main
Les yeux refermés vers d'autres matins
Remplis de soleil on les a couchés
Unis et tranquilles dans un lit creusé
Au coeur de la ville et je me rappelle
Avoir refermé dans le petit jour
La chambre d'hôtel des amants d'un jour
Mais ils m'ont planté tout au fond du coeur
Un goût de leur soleil et tant de couleurs
Que ça m'a fait mal, que ça m'a fait mal...
Moi j'essuie les verres au fond du café
J'ai bien trop à faire pour pouvoir rêver
Mais dans ce décor banal à pleurer
Y a toujours dehors... La chambre à louer...
[Paroles: Claude Delécluse et Michelle Senlis. Musique: Marguerite Monnot (1956)]
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Passe em casa
(Marisa Monte, Arnaldo Antunes e Carlinhos Brown)
Passam pássaros e aviões
E no chão os caminhões
Passa o tempo, as estações
Passam andorinhas e verões
Passe em casa (tô te esperando, tô te esperando)
Passe em casa (tô te esperando, tô te esperando)
Estou esperando visita
Tão impaciente e aflita
Se você não passa no morro (eu quase morro, eu quase morro)
Estou implorando socorro (ou quase morro, ou quase morro)
Vida sem graça se você não passa no morro
Já estou pedindo que
Passe um tempo, passe lá
Passe mal com os meus lençóis
Passe agora, passe enfim
Um momento pra ficarmos sós
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giovedì 7 agosto 2008
Metropoli indistinte - il territorio nella morsa del mercato
È possibile estendere anche ai centri italiani la definizione di città «neoliberiste» nell'accezione indicata da Annik Osmont nel suo saggio La ville du néo-libéralisme (pubblicato nel 2006, in «Cahier Voltaire: la Ville à l'épreuve du libéralisme», e tradotto nel sito eddyburg.it)? Sembrerebbe proprio di sì, se consideriamo l'importanza assunta dal mercato come regolatore dello sviluppo di intere aree urbane e la competitività che si è innescata tra le città per essere appetibili agli investitori finanziari. L'ideologia della città neoliberista si propaga nel nostro paese con l'aggravante di un debole governo del territorio. Così, là dove arretra il pubblico e si disimpegnano risorse per affinare tecniche, saperi e procedure per uno sviluppo coerente della città, si limitano se non si cancellano i «diritti urbani» e avanza l'insicurezza sociale.
Leggi l’articolo intero:
http://eddyburg.it/article/articleview/11723/0/284/
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[L'insicurezza sociale urbana e la fine programmata del diritto alla città]
Annik Osmont
La città del neoliberalismo
Nei paesi sviluppati, dove le lotte sociali del XIX e XX secolo avevano portato all’acquisizione di una serie di diritti urbani, sono apparsi nuovi fattori d’insicurezza sociale, determinati dalla cancellazione di quei diritti: la privatizzazione dei servizi (trasporti, energia, poste, e poi sanità, istruzione), trasferimento della spesa alle città, con il conseguente, aumento delle imposte locali. Le città del neoliberalismo hanno insomma l’obbligo di essere competitive per catturare investimenti: tocca a loro sostenere il peso di modernizzare le infrastrutture (porti, aeroporti, autostrade urbane), e questo non può avvenire che a scapito degli investimenti nei servizi collettivi. E’ l’insicurezza sociale urbana, e la fine programmata del diritto alla città…
Leggi l’articolo intero:
http://eddyburg.it/article/articleview/11502/0/307/
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[Un aereo per il quale non esiste nessuna pista di atterraggio]
Ulrich Beck
La retorica delle eco-centrali
Non è detto che trovare un nome più accattivante per le centrali atomiche riduca il rischio e la sua percezione.
Per salvare il clima il mondo deve scoprire la «bellezza dell’energia atomica». Anche i governi europei - tra i quali l’Italia, la Francia, la Gran Bretagna - vogliono reintrodurre l’energia atomica, ribattezzata "eco-energia" (secondo la definizione del segretario generale della Cdu, Ronald Pofalla), nel gioco di potere della politica energetica. Forse anche gli "Stati canaglia" diventeranno ben presto "eco-Stati". Di fronte a questa svolta politico-linguistica è necessario richiamare alla memoria quanto segue…
Leggi l’articolo intero:
http://eddyburg.it/article/archive/284/
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martedì 5 agosto 2008
Way Out West - 6:29
California March 7, 1957
Sonny Rollins - Tenor saxophone
Ray Brown - Bass
Shelly Manne – Drums
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