mercoledì 10 marzo 2010

Antologia di un consigliere comunale e coordinatore del PD di Limbiate, discepolo di Frate Antonino da Scasazza ed epigono dell’Assessore allo Sporto



Gentile signor P.G. come capita spesso siamo di fronte ad un tema portante nella visione della città, della sua urbanistica e della sua estetica.

Questa amministrazione continua a ritenere gli alberi inseriti nel contesto urbano, come un problema, quindi da estirpare alla radice. Quello che lascia perplessi è la saccenza con cui questi amministratori trattano le competenze degli altri, in questo caso dell’impresa di manutenzione che aveva consigliato una potatura minima.

Abbiamo provveduto a trasmettere un’interpellanza scritta al Comune (da Pini marittimi massacrati al Centro sportivo via Tolstoj).


L’appoggio ai candidati del Popolo della Libertà nella corsa per il Consiglio regionale li obbliga a liberarsi da quell’apparente aurea di “verginità politica”, per schierarsi politicamente al fianco di uno schieramento che ha un Presidente del Consiglio plurindagato, arrogante, irrispettoso delle regole, delle istituzioni e della Costituzione italiana (da Per Limbiate, Insieme per Pinzano & co, liste civiche? ).


Il fatto che il piazzale di fronte all’ingresso del Comune e piazza 5 Giornate, essendo prive dei certificati di collaudo, non possano essere considerate “proprietà pubbliche” [e di chi sarebbero “proprietà”? (ndr)], che nessuno vi abbia garantito la sicurezza, che non sia stato possibile sbloccare le fideiussioni delle imprese che le hanno realizzata (società peraltro fallite), ha dei grossi risvolti politici, e se fossimo nei panni del Sindaco, andrebbe a documentarci.

Ora scommettiamo che sulla metrotranvia, dove intendiamo incalzare il Sindaco… (da Limbiate ha un sindaco troppo confuso e indeciso).




[Si valuta appieno l'importanza del primo autore citato nel titolo se si considera che anche un grande linguista e filosofo del linguaggio come Tullio De Mauro gli dedicò un breve ma mirabile saggio, Viaggio a Scasazza (provincia, come è noto, "di Trapani e Agrigento e, forse, Siracusa"), in L'Italia delle Italie, Editori Riuniti, Roma 1987, pp. 185-189 (2 ed., ivi, 1992). Molti lacerti di Frate Antonino sono ancora reperibili su You Tube.

La tradizione del secondo autore è affidata, purtroppo, solo all'oralità di alcuni limbiatesi (mi risulta, però, che qualcuno conserva quaderni fittamente riempiti con i suoi brani amorevolmente trascritti), ma, secondo il mio modesto avviso, egli regge validamente il confronto con Frate Antonino, poiché solo un autore dello stesso valore poteva comporre frasi come le seguenti: "Ringrazio il qui presente (...) perché è stato per molto tempo vicino al capezzolo di mia moglie, quando era malata"; "L'importanza del lavoro dei artichecchi non può essere sminuzzata", ecc.].




Nessun commento: