mercoledì 31 marzo 2010

I voti sono come le fidanzate, e quelli che i cittadini limbiatesi hanno dato al Movimento 5 Stelle non sono dell'IDV



L’unica vera novità dei risultati delle elezioni regionali a Limbiate è che nessuno ormai può continuare a negare che vi sono cittadini che non ne possono più non solo del malgoverno del centro-destra, ma anche dell’opposizione finta del centro-sinistra. Che a Limbiate esistano anche cittadini che, pur opponendosi a Berlusconi, Formigoni, Romeo, ecc., non sono disposti a credere che l’unica possibile alternativa d’opposizione sia quella del tutto virtuale dei vari PD, SEL, RC-PdCI, IDV, io lo sostengo da tempo contro vari minuscoli politicanti come lo statista postelegrafonico, Campisi, Archetti, Terragni, Binacchi, Pecora, ecc., che hanno sempre preteso di essere loro l’unica opposizione. Dall’altro ieri ciò non è più possibile (ma i suddetti continueranno con le loro pretese), poiché un gruppo di 409 cittadini, pari al 2,82% degli elettori, nelle elezioni regionali ha votato per il Movimento 5 Stelle, cioè per l’unico movimento (nel quale da tempo mi colloco) che fa l’opposizione sia al centro-destra, sia al centro-sinistra, mirando a “cinque stelle”, vale a dire a cinque grandi obbiettivi da tenere ben fermi: la difesa intransigente e senza compromessi politicisti dell’ambiente, dell’acqua, di uno sviluppo fondato sul lavoro e non sulla sua distruzione, della connettività gratis per tutti e senza censure, dei trasporti pubblici non inquinanti e a basso costo per andare dovunque. Che il centro-destra consideri l’ambiente solo come spazio disponibile per la cementificazione e l’acqua come una merce; che favorisca politiche che mirano alla distruzione del lavoro; che miri all’ulteriore ipertrofia del trasporto privato e che voglia sottoporre a censura anche l’internet – tutto questo è ben chiaro per molti. È invece meno chiaro che in ognuno di questi settori le politiche del centro-sinistra sono solo versioni leggermente ammorbidite delle politiche neo-liberiste del centro-destra. Tuttavia, la consapevolezza che contro queste politiche i cittadini devono e possono organizzarsi da soli cresce velocemente. Addirittura, questa consapevolezza è già una forza visibile e misurabile non solo nelle piazze o nell’internet, ma anche tramite quel misuratore della coscienza pubblica tipico delle società con un tasso almeno sufficiente di democrazia, che è la scheda elettorale.

Le liste civiche del Movimento 5 Stelle sparse in tutta l’Italia sono già una cinquantina. Nelle elezioni regionali di due giorni fa queste liste, presentate in sole cinque regioni su tredici, hanno ottenuto una percentuale di voti pari all’1,5% a livello nazionale (Lombardia 3,01%, Piemonte 3,66%, Veneto 2,57%, Emilia Romagna 6%, Campania 1,33%). Nella provincia di Monza il Movimento 5 Stelle ha ottenuto 14.788 voti pari al 3,45%, la percentuale più alta fra tutte le province lombarde. Questi i dati di alcuni comuni della provincia: Desio 5,18%, Cesano Maderno 3,00%, Bovisio Masciago 4,49%, Varedo 3,73%, Ceriano Laghetto 3,30%, Brugherio 4,12% Monza 4,11% (qui sono stati ottenuti più voti di Sinistra Ecologia e Libertà, Pensionati, Verdi, UDC, PRC-PdCI, Forza Nuova: il Movimento è la quinta forza dopo PDL, Lega, PD e IDV; a Desio è stata superata anche quest’ultima lista).

Qui a Limbiate la percentuale è stata, come dicevo, del 2,82%. E tuttavia, che anche a Limbiate esista fra i cittadini e si manifesti (anche se per il momento solo con la scheda elettorale) un’opposizione tanto al neo-liberismo duro del centro-destra, quanto a quello morbido (si fa per dire) del centro-sinistra, non è cosa che possa essere trangugiata senza difficoltà da chi, facendo il politicante sin dalla più tenera età, non può non inquietarsi se nella società si muove qualcosa di autonomo. “Sì, c’è qualcuno che ha dato dei voti al Movimento 5 Stelle, ma li ha pescati nel nostro elettorato, e quindi la percentuale del 2,82% sarebbe da sommare al nostro 8%! Perché, perdindirindina, noi abbiamo bissato il successo già ottenuto alle europee e alle provinciali del 2009! Se non fossero saltati fuori questi birbanti, infatti, il nostro risultato sarebbe superiore al 10%!”

Questo, sostanzialmente, il senso del discorsetto che l’IDV fa a proposito di quel 2,82% di voti, e che è stato scritto, presumibilmente, da un noto magliaro illusionista: infatti è falso che l’IDV abbia "bissato" il successo ottenuto nelle elezioni provinciali e in quelle europee del 2009, nelle quali aveva ottenuto, rispettivamente l’8,82% e l’8,94% (dati della Provincia di Monza). Ha compiuto, invece, in meno di dieci mesi, un notevole passo indietro, poiché nelle regionali 2010 ha ottenuto precisamente l’8,02% (dato del Ministero dell’Interno). Se prendiamo in considerazione il dato minore del 2009, l’8,82% delle provinciali, ci accorgiamo che la differenza con le regionali del 2010 è 0,8: vale a dire che l'IDV di Limbiate ha già perso la decima parte della percentuale ottenuta nemmeno dieci mesi fa. Non si tratta affatto di un successo “bissato!” Anzi, la roccaforte dell'Italia dei Valori in Brianza è già sbrecciata.

Ma, a parte questa falsificazione, che è tipica del personaggio e che basterebbe da sola a dare l’impronta al discorsetto, questo contiene la riproposizione di un vieto cliché degli stalinisti italioti, secondo i quali tutti i voti dati ad una lista d’opposizione alla destra, ma non collegata alla loro, non erano la manifestazione di una diversa opposizione, bensì voti rubati a loro, o dispersi, quando non erano considerati addirittura voti di liste di disturbo. Impossibile discutere con i fanatici, i manichei, i settari, gli stalinisti (che hanno delle caratteristiche proprie, ma compendiano anche le altre forme di intolleranza); tutt’al più, anche perché il tentativo di fagocitazione (o di procurarsi un’altra claque adorante, nella prospettiva di una vociferata uscita dall’IDV) in questo caso è fin troppo scoperto e ridicolo, potremmo paragonare l'autore a quel tizio che, non riuscendo a farsi una fidanzata, se la prendeva con un amico che di fidanzate ne aveva molte, ma non ne procurava mai una a lui!

I voti, infatti, sono come le fidanzate (o i fidanzati). Ognuno se li deve procurare da solo. E se li perde, quasi sempre è perché non se li sa conservare. Che dire di diverso, di fronte alla canea che il PD ha scatenato contro il Movimento 5 Stelle, perché con il 4,08% di voti ottenuti in Piemonte dal suo candidato presidente Davide Bono avrebbe provocato la sconfitta del centro-sinistra? In Piemonte, limitandoci a parlare di ambiente e di grandi infrastrutture, la giunta guidata da Mercedes Bresso (che era, ma ormai molti anni fa, una studiosa di “ecologia politica”!) ha sbagliato tutto. Sulla TAV in Val di Susa (voluta anche dall’allora ministro Di Pietro), costei, insieme a quell’altro bel tomo di Chiamparino, il sindaco di Torino, è sempre andata a testa bassa contro un vastissimo movimento che comprende anche molti sindaci e amministratori locali (e che è stato capace di produrre anche molti studi e progetti alternativi). Ma se non riesce a superare il leghista Cota, la colpa è di Beppe Grillo! Per vincere le elezioni regionali non serve nemmeno arrivare al 50% + 1, basta la maggioranza semplice. Ma se dopo cinque anni di governo si perdono voti e non ce la si fa, mentre dei cittadini senza soldi, senza strutture, senza alcuna copertura mediatica, servendosi solo della loro preparazione, della loro intelligenza, dei collegamenti tramite l’internet, e presentando dei candidati sconosciuti nel mondo della “politica” ma con un discorso chiaro, semplice (le “cinque stelle”), diffuso già da molto tempo – se questi cittadini riescono a ottenere novantamila voti… li hanno tolti alla Bresso e l’hanno fatta perdere!

Qui a Limbiate i 409 cittadini che hanno votato il Movimento 5 Stelle non hanno fatto perdere nessuno, poiché il centro-destra già da molti anni è stabilmente attestato sul 60%, mentre il centro-sinistra perde regolarmente da altrettanti anni e per molto tempo ancora continuerà a perdere. Ma un fine analista, generato pur sempre da quel ceppo vetero-stalinista che ancora è in grado, evidentemente, di produrre polloni, nonostante i molti cambiamenti di sigla – questo fine analista (temo che in questo caso la parola non debba far parte della famiglia del sostantivo “analisi”, bensì debba essere apparentata ad un aggettivo di una diversa famiglia lessicale), è già pervaso da un’inquietudine sottile che deve essere subito esorcizzata. L’antidoto, ovviamente, può essere solo un ragionamento altrettanto sottile: “Se non ci fosse stata la lista di Beppe Grillo che ha preso quasi il 3%, pescando in un elettorato che molto probabilmente si sarebbe orientato verso di noi, il nostro risultato sarebbe stato sicuramente sopra il 10%”.

Sarà che in determinate occasioni certe metafore (“pescando in un elettorato”) mi sembrano alquanto orride (ma rivelano molto della mentalità del politicante che le usa); oppure sarà che (purtroppo lo devo ammettere) gli schemi logico-aristotelici come “Se mia nonna avesse le ruote sarebbe una carriola”, non sono mai riuscito ad afferrarli davvero - ed è chiaro, quindi, che gli arditi passaggi del sottile ragionamento che ho citato non sono alla mia portata; sarà quel che sarà, ma sono costretto a dichiarare che c’è qualcosa che davvero mi toglie il sonno: quale sarà mai la pulsione oscura che, sulle molte probabilità che fosse accresciuta ancor più la gloria elettorale di “loro dell’IDV”, ha fatto invece prevalere in 409 elettori una delle poche probabilità di scegliere il Movimento 5 Stelle?

Non sarà che anche fra i cittadini solitamente inesperti di politica che seguono le “cinque stelle” si è ormai diffusa la convinzione che qui a Limbiate, più che altrove (ma non dappertutto), l’IDV è composta soprattutto da vecchio ciarpame della peggiore politica politicante, da miseri arrivisti falliti nel PD e da semianalfabeti le cui pretese di essere qualcuno sono state frustrate nel centro-destra? Non sarà che è troppo evidente che gli uni e gli altri nell’IDV hanno trovato solo un marchio in espansione su una discreta fetta del mercato politico locale? Non sarà che tutti costoro mostrano di essere totalmente ignoranti di qualsiasi procedura amministrativa, ma in particolare di quelle con le quali si distrugge l’ambiente e si mettono in atto autentiche truffe ai danni dei cittadini (tanto che queste truffe regolarmente gli passano sotto il naso senza che ne abbiano il minimo sentore)? Non sarà che mostrano di essere anche pusillanimi nelle rare occasioni nelle quali finalmente si accorgono di qualcosa (grazie ai discorsi di qualche cittadino che gli arrivano per interposta persona) ma si limitano, tuttavia, a usare (in modo maldestro) brandelli di questi discorsi solo per farsi un po’ belli nel Consiglio Comunale e si guardano bene dall’agire di conseguenza denunciando all’autorità giudiziaria ciò che dovrebbe essere denunciato? Non sarà che, dopo l’exploit delle elezioni provinciali del 2009, tutta questa gente, poiché certe abitudini contratte nei partiti di provenienza sono dure a morire, ha offerto di sé l'ennesimo desolante spettacolo di mostrarsi impegnata soprattutto a scannarsi vicendevolmente su chi dovrebbe essere il candidato sindaco dell’IDV e su chi sarebbe il legittimo portavoce del “partito”?

Non sarà, quindi, che il personale dell’IDV di Limbiate appare antropologicamente alieno a chi ha in mente un agire cittadino guidato dalle “cinque stelle”?

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