 |
O Vale da Pedreira Ferrari no 2025 |
L’inserimento dell’area di
Mombello nel Parco delle Groane,
al fine
di individuare la rete ecologica comunale, nei fatti è imposto, come
abbiamo già visto, dall’art. 31, comma 4 punto c. delle Norme del PTCP. Sulla
base del medesimo articolo dovrebbe essere inserito nel Parco anche il resto
della RVRP individuata sul territorio di Limbiate, vale a dire tutta l’area
Carrefour-PIP-Via Monza-Zona Cimitero Maggiore, della quale i “proponenti”
stranamente non si curano. Ma l’inserimento di un’area RVRP nel Parco non può significare,
come forse qualcuno dei
veri proponenti
pensa, che sulla sua effettiva destinazione urbanistica può allora mancare il controllo
esercitato dal punto di vista della pianificazione urbanistica sovra-comunale. Questo
è un compito istituzionale specifico di un ente come la Provincia (e domani la Città Metropolitana)
e non del Parco delle Groane. Ad un Parco, anche se Regionale, solo latamente
sono affidati compiti di pianificazione urbanistica. Il PTC del Parco delle
Groane demanda ai Comuni la pianificazione urbanistica, ma sempre in ambito
comunale e non sovra-comunale. L’area di Mombello, invece, è eminentemente un
ambito di interesse sovra-comunale.
Ora l’esperienza dimostra, come vedremo
più avanti, che è facilissimo intervenire senza alcun controllo in un organismo
ristretto per far passare una variante urbanistica di natura speculativa che
sta a cuore alla maggioranza politica che in un dato momento ha in mano un
comune. L’organo deliberativo del Parco delle Groane non è direttamente eletto
dai cittadini. Ognuno dei sindaci ha un peso commisurato al territorio e alla
popolazione del suo comune (ma il Comune di Milano, senza nemmeno un mq di
territorio nel Parco, ha in mano il 40% del potere decisionale!). In un organo di
questo tipo, tutte le scelte sono decise dopo un mercato di favori tra un
Comune e l’altro, tra un gruppo politico e l’altro. La trasparenza (e non
parliamo della possibilità di controllo da parte dei cittadini) è ancor minore
che nel caso della Provincia o (domani) della Città Metropolitana, istituzioni sulle
quali, per le loro dimensioni, è rivolta costantemente l’attenzione
del’opinione pubblica.
Probabilmente qualcuno spera, con
l’inserimento dell’area di Mombello nel Parco delle Groane, di sottrarla
all’applicazione delle norme del PTCP, il cui articolo 31 afferma
categoricamente:
“all’interno della rete verde di
ricomposizione paesaggistica, individuata ai sensi del comma 1 o definita ai sensi dei commi 4 e 5, non possono essere realizzate nuove
edificazioni e opere che comportino l’impermeabilizzazione del suolo”.
Le sole eccezioni ammesse sono
quelle per:
- le nuove edificazioni che
possono essere realizzate “all’interno
degli ambiti destinati all’attività agricola di interesse strategico” [AAS,
che possono coincidere con aree della RVRP];
- “le previsioni degli atti di pianificazione urbanistica comunale
vigenti alla data di adozione del PTCP”;
- “la viabilità di interesse sovra comunale se non diversamente
collocabile”.
Ma l’articolo 31 è anche quello
che esclude, già all’inizio, la sua applicabilità alle aree comprese nei Parchi
regionali:
“La disciplina del presente articolo non si applica alle aree comprese
nei Parchi regionali”.
Ora, la disciplina delle N.T.A. del PTC del Parco delle Groane (si
veda per esempio l’art. 38, dedicato alla Pianificazione Comunale Orientata) è
assai più elastica di quella del PTCP; le norme del PTC del Parco consentono
“pianificazioni” di iniziativa comunale su ampie zone,
“dove il Comune può definire
qualsiasi indice edificatorio” (come ha rilevato criticamente la DGR 25 luglio 2012, n.
IX/3814).
Un esempio di ciò che può accadere
nel Consiglio di Gestione e nella Comunità del Parco, e dell’elasticità con la
quale è possibile pianificare all’interno del Parco per iniziativa comunale, lo
abbiamo già avuto con l’approvazione della Variante 2009 al PTC del Parco,
quando, su richiesta della Giunta
Comunale di Limbiate (ovverosia del centro-destra di Romeo), l’area di Via
Cairoli fu destinata a Pianificazione Comunale Orientata.
La “Variante generale”,
nella quale era compresa la P.C.O.,
fu firmata dallo stesso progettista che
firmerà il PGT di Limbiate.
Quella P.C.O. violava vincoli assoluti di inedificabilità (zona di rispetto
cimiteriale, fascia di rispetto dei fiumi) posti
da leggi statali, e quindi prevalenti sia sul PTC del Parco sia sul PRG comunale, e violava anche il PTC
della Provincia di Milano (allora ancora vigente per Limbiate) e il PTR della Lombardia.
La variante fu approvata anche dal centrosinistra (compresa la rappresentante
della Provincia di Milano, appartenente a Rifondazione Comunista!), che però fingeva
di protestare con una ridicola marcia di 200 metri! A nulla
valsero i miei avvertimenti sulla reale natura della variante specifica che riguardava l'area di Via Cairoli, rivolti sia
alla tizia appena nominata, sia ad un poveretto al quale ancora non riservavo
l’appellativo (in realtà assai benevolo: ben altri ne meriterebbe) di grant
e gross, ma pussé ciula che baloss.
Tutta la manovra, compresa
soprattutto la proposta di permutare l’area privata, sulla quale erano rimasti
i vincoli sopra richiamati che nei fatti la rendevano inedificabile, con
un’area comunale che ovviamente avrebbe dovuto essere di pari estensione e
soprattutto edificabile, fu smascherata da me [v.
Peggio
del giovane Sindona]. Alcuni degli autori della proposta “di permuta” di
quattro anni fa si ritrovano fra quelli della proposta odierna: per esempio
Ti-che-tarchett-i-ball e il consigliere
grant
e gross, ma pussé ciula che baloss. E anche la mobilitazione che si sta già
organizzando per sostenere la proposta “più Parco” ha le medesime
caratteristiche truffaldine di quella che poi sfociò nella “proposta di
permuta”.
L'operazione, tuttavia, dopo la mia
denuncia risultò troppo smaccata, anzi pericolosissima, e quindi il centrosinistra
prudentemente rinunciò alla bella ponzata della “permuta”. Addirittura, quando
poi arrivò al potere fece marcia indietro ufficialmente ma, ovviamente, in silenzio (v. delibera G.C. n. 159 del
27 luglio 2011). Qualcun altro dei proponenti (un immobiliarista rimasto
nell’ombra) pensò anche che dopo la mia denuncia era meglio chiedere - tramite
una delle comparsate del Comitato delle Pacciade - ad un suo amico assessore della Regione (un ex
socialista che è stato filmato ad una cena elettorale con ‘ndranghetisti) di far correggere la variante alla Giunta Regionale. Cosa che poi
avvenne, ancora una volta nel silenzio più totale: nessuno, infatti, nemmeno il
Comune di Limbiate, ha dato pubblicità alla cancellazione (con la DGR citata) della Pianificazione Comunale Orientata sull’area di Via Cairoli (ma
i privati interessati, dopo aver preparato… il terreno [è il termine più
appropriato!] sono tornati alla carica in occasione del PGT).
(segue)
Nessun commento:
Posta un commento