lunedì 6 gennaio 2014

Più Parco per poter eliminare anche i vincoli del PTCP. 2






O Vale da Pedreira Ferrari no 2025
L’inserimento dell’area di Mombello nel Parco delle Groane, al fine di individuare la rete ecologica comunale, nei fatti è imposto, come abbiamo già visto, dall’art. 31, comma 4 punto c. delle Norme del PTCP. Sulla base del medesimo articolo dovrebbe essere inserito nel Parco anche il resto della RVRP individuata sul territorio di Limbiate, vale a dire tutta l’area Carrefour-PIP-Via Monza-Zona Cimitero Maggiore, della quale i “proponenti” stranamente non si curano. Ma l’inserimento di un’area RVRP nel Parco non può significare, come forse qualcuno dei veri proponenti pensa, che sulla sua effettiva destinazione urbanistica può allora mancare il controllo esercitato dal punto di vista della pianificazione urbanistica sovra-comunale. Questo è un compito istituzionale specifico di un ente come la Provincia (e domani la Città Metropolitana) e non del Parco delle Groane. Ad un Parco, anche se Regionale, solo latamente sono affidati compiti di pianificazione urbanistica. Il PTC del Parco delle Groane demanda ai Comuni la pianificazione urbanistica, ma sempre in ambito comunale e non sovra-comunale. L’area di Mombello, invece, è eminentemente un ambito di interesse sovra-comunale.

Ora l’esperienza dimostra, come vedremo più avanti, che è facilissimo intervenire senza alcun controllo in un organismo ristretto per far passare una variante urbanistica di natura speculativa che sta a cuore alla maggioranza politica che in un dato momento ha in mano un comune. L’organo deliberativo del Parco delle Groane non è direttamente eletto dai cittadini. Ognuno dei sindaci ha un peso commisurato al territorio e alla popolazione del suo comune (ma il Comune di Milano, senza nemmeno un mq di territorio nel Parco, ha in mano il 40% del potere decisionale!). In un organo di questo tipo, tutte le scelte sono decise dopo un mercato di favori tra un Comune e l’altro, tra un gruppo politico e l’altro. La trasparenza (e non parliamo della possibilità di controllo da parte dei cittadini) è ancor minore che nel caso della Provincia o (domani) della Città Metropolitana, istituzioni sulle quali, per le loro dimensioni, è rivolta costantemente l’attenzione del’opinione pubblica.

Probabilmente qualcuno spera, con l’inserimento dell’area di Mombello nel Parco delle Groane, di sottrarla all’applicazione delle norme del PTCP, il cui articolo 31 afferma categoricamente:

“all’interno della rete verde di ricomposizione paesaggistica, individuata ai sensi del comma 1  o definita ai sensi dei commi 4 e 5, non possono essere realizzate nuove edificazioni e opere che comportino l’impermeabilizzazione del suolo”.

Le sole eccezioni ammesse sono quelle per:

- le nuove edificazioni che possono essere realizzate “all’interno degli ambiti destinati all’attività agricola di interesse strategico” [AAS, che possono coincidere con aree della RVRP];

- “le previsioni degli atti di pianificazione urbanistica comunale vigenti alla data di adozione del PTCP”;

- “la viabilità di interesse sovra comunale se non diversamente collocabile”.

Ma l’articolo 31 è anche quello che esclude, già all’inizio, la sua applicabilità alle aree comprese nei Parchi regionali:

“La disciplina del presente articolo non si applica alle aree comprese nei Parchi regionali”.

Ora, la disciplina delle N.T.A. del PTC del Parco delle Groane (si veda per esempio l’art. 38, dedicato alla Pianificazione Comunale Orientata) è assai più elastica di quella del PTCP; le norme del PTC del Parco consentono “pianificazioni” di iniziativa comunale su ampie zone,

“dove il Comune può definire qualsiasi indice edificatorio” (come ha rilevato criticamente la DGR 25 luglio 2012, n. IX/3814).

Un esempio di ciò che può accadere nel Consiglio di Gestione e nella Comunità del Parco, e dell’elasticità con la quale è possibile pianificare all’interno del Parco per iniziativa comunale, lo abbiamo già avuto con l’approvazione della Variante 2009 al PTC del Parco, quando, su richiesta della Giunta Comunale di Limbiate (ovverosia del centro-destra di Romeo), l’area di Via Cairoli fu destinata a Pianificazione Comunale Orientata.

La “Variante generale”, nella quale era compresa la P.C.O., fu firmata dallo stesso progettista che firmerà il PGT di Limbiate.

Quella P.C.O. violava vincoli assoluti di inedificabilità (zona di rispetto cimiteriale, fascia di rispetto dei fiumi) posti da leggi statali, e quindi prevalenti sia sul PTC del Parco sia sul PRG comunale, e violava anche il PTC della Provincia di Milano (allora ancora vigente per Limbiate) e il PTR della Lombardia.

La variante fu approvata anche dal centrosinistra (compresa la rappresentante della Provincia di Milano, appartenente a Rifondazione Comunista!), che però fingeva di protestare con una ridicola marcia di 200 metri! A nulla valsero i miei avvertimenti sulla reale natura della variante specifica che riguardava l'area di Via Cairoli, rivolti sia alla tizia appena nominata, sia ad un poveretto al quale ancora non riservavo l’appellativo (in realtà assai benevolo: ben altri ne meriterebbe) di grant e gross, ma pussé ciula che baloss.

Tutta la manovra, compresa soprattutto la proposta di permutare l’area privata, sulla quale erano rimasti i vincoli sopra richiamati che nei fatti la rendevano inedificabile, con un’area comunale che ovviamente avrebbe dovuto essere di pari estensione e soprattutto edificabile, fu smascherata da me [v. Peggio del giovane Sindona]. Alcuni degli autori della proposta “di permuta” di quattro anni fa si ritrovano fra quelli della proposta odierna: per esempio Ti-che-tarchett-i-ball e il consigliere grant e gross, ma pussé ciula che baloss. E anche la mobilitazione che si sta già organizzando per sostenere la proposta “più Parco” ha le medesime caratteristiche truffaldine di quella che poi sfociò nella “proposta di permuta”.

L'operazione, tuttavia, dopo la mia denuncia risultò troppo smaccata, anzi pericolosissima, e quindi il centrosinistra prudentemente rinunciò alla bella ponzata della “permuta”. Addirittura, quando poi arrivò al potere fece marcia indietro ufficialmente ma, ovviamente, in silenzio (v. delibera G.C. n. 159 del 27 luglio 2011). Qualcun altro dei proponenti (un immobiliarista rimasto nell’ombra) pensò anche che dopo la mia denuncia era meglio chiedere - tramite una delle comparsate del Comitato delle Pacciade - ad un suo amico assessore della Regione (un ex socialista che è stato filmato ad una cena elettorale con ‘ndranghetisti) di far correggere la variante alla Giunta Regionale. Cosa che poi avvenne, ancora una volta nel silenzio più totale: nessuno, infatti, nemmeno il Comune di Limbiate, ha dato pubblicità alla cancellazione (con la DGR citata) della Pianificazione Comunale Orientata sull’area di Via Cairoli (ma i privati interessati, dopo aver preparato… il terreno [è il termine più appropriato!] sono tornati alla carica in occasione del PGT).

(segue)

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