venerdì 2 settembre 2011

Il sindaco taumaturgo era presente (in spirito) alla manifestazione dell'ANCI




Per protestare contro Tremonti, Berlusconi, Bossi e Calderoli che, in ossequio al totalitarismo del pareggio di bilancio (come 150 anni fa la Destra storica!), vogliono massacrare comuni piccoli e grandi, province e regioni tagliando i finanziamenti indispensabili per garantire in misura anche solo minima i servizi pubblici, si stanno muovendo i rappresentanti di enti locali di centro-destra, di centrosinistra, della Lega. Addirittura con manifestazioni di piazza e cortei, come è avvenuto lunedì 29 agosto a Milano. Una protesta assolutamente inedita, e anzi storica, se si considerano l’assortimento politico del tutto trasversale degli organizzatori e dei partecipanti, le dimensioni della partecipazione e i luoghi (la sede della Regione Lombardia e la piazza dietro il Municipio di Milano.

La manifestazione di Milano era stata convocata da tempo per le 11 del mattino nell’Auditorium della sede della Regione Lombardia, nel grattacielo Pirelli. Nell’Auditorium i posti disponibili sono solo 350, ma il numero dei sindaci e degli altri amministratori arrivati da tutta l’Italia era di tre - quattro volte superiore, tanto che l’entusiasmo che ne è scaturito ha spinto dei sanculotti come Formigoni, Podestà, Pisapia, Alemanno, Fassino, ecc. ad improvvisare un corteo fino a Palazzo Marino. Ma, come diceva uno dei partecipanti, se i sindaci di ogni colore politico si mettono insieme per fare un corteo contro il governo, è perché “ci stanno spingendo davvero sull’orlo del precipizio”.

Io sono andato alla manifestazione, e mi aspettavo di trovarvi almeno il sindaco taumaturgo De Luca (non mi riferisco tanto alla sua professione, quanto a quella credenza del Medioevo francese, studiata da Marc Bloch nel suo bellissimo classico della storiografia), oppure un suo delegato (chessò: la vice-sindachessa, che avrebbe anche il compito di occuparsi delle “Risorse economiche”; o la roteante assessora alle “Politiche per la comunità”, ai “Servizi per la persona”, alle “Nuove e vecchie povertà”; o il giovanotto che dovrebbe occuparsi delle “Politiche famigliari”; o quell’altro assessore meno giovane che, oltre che di pizzini, dovrebbe occuparsi anche di “Promozione dello Sviluppo economico”; o un qualsiasi altro personaggio istituzionale). Ma, fra i sindaci, gli assessori e i consiglieri che affollavano l’Auditorium o che sostavano, prima del corteo, nella piazza antistante, sembrava non esservi, a parte chi scrive, alcun limbiatese.

Strano. Anche il Comune di Limbiate subirà pesanti tagli, che si aggiungeranno a quelli già sanzionatigli dalla "manovra estiva" 2010 e dal “federalismo municipale” di stampo leghista. Possibile che non ci sia nessuno? Possibile che siano venuti a protestare sindaci leghisti come Fontana (Varese) e Tosi (Verona), ex-fascisti come Alemanno, e non sia venuto il sindaco taumaturgo che ha promesso solennemente di prendersi cura di tutti i cittadini di Limbiate?

Partito il corteo, per cercare meglio mi sono messo sullo spartitraffico all’angolo di Via Vittor Pisani-Piazza Duca d’Aosta e, stando in posizione elevata rispetto a chi mi passava davanti, ho lasciato scorrere quasi tutto il corteo (non ho aspettato solo alcuni sindaci ritardatari che arrivavano trafelati dalla stazione, con la fascia tricolore ancora in mano). Ma non ho visto né De Luca, né un assessore, né un consigliere comunale limbiatese.

Poi, restando costantemente su un lato del corteo e guardando attentamente tutti i cordoni che lo componevano, ho raggiunto la sua testa in Piazza Cavour e mi sono fermato all'angolo di Via Turati per osservare TUTTO il corteo mentre mi passava davanti. Di De Luca non c'era nemmeno l'ombra.

Ma non è possibile! Ricontrolliamo. Camminando sul marciapiede di Via Manzoni, ho superato TUTTO il corteo, dalla coda fino alla testa, ancora guardando attentamente alla ricerca di qualcuno di Limbiate. Ho rivisto TUTTI i circa 1500 sindaci, fra i quali alcuni Cimbri scesi dall’altipiano del Cansiglio, altri (forse dei falciatori: odoravano di fieno…) con l’aspetto di chi al mattino presto era andato a fare qualche lavoro in campagna e poi era corso a Milano senza nemmeno cambiarsi d’abito, altri ancora che in segno di lutto reggevano un enorme striscione nero senza alcuna scritta. Non ho trovato nessun De Luca, e nemmanco nessuna vice-sindachessa-assessora alle “risorse economiche”.

Giunto alla fine di Via Manzoni, mi sono fermato quasi all'angolo di Piazza della Scala, in un punto in cui, per dei lavori in corso, nessuno poteva passare alle mie spalle e tutti dovevano passarmi davanti. Ho rivisto, fra gli altri, il sindaco di Saronno, Porro, che naturalmente viaggiava a meno di 30 all'ora. Di De Luca, però, non ho intravisto nemmeno la barba.

Poi, durante i vari comizi di fronte alla Ragioneria del Comune di Milano (luogo scelto non a caso), ho girato quattro volte per tutta la piazza, tanto che alla fine molti, compresi alcuni giornalisti televisivi, mi guardavano con un'espressione tra l'incuriosito e il sospettoso (mi avranno scambiato per uno della squadra politica della questura...). Non c'era nessuno che assomigliasse, seppure vagamente, a De Luca.

Poiché non riuscivo a capacitarmi che in quella manifestazione il sindaco di Limbiate non fosse reperibile, ho telefonato direttamente da lì ad alcuni eletti che hanno accesso al cerchio magico dell’alone di santità del quale De Luca è stato circonfuso. Qualcuno mi ha confessato che anch’egli aveva, diciamo così, l’impressione che in realtà nessuno della giunta comunale fosse venuto alla manifestazione; qualcun altro, che di fronte a quell’impressione indietreggia con più orrore di un vampiro di fronte ad una collana d'aglio, tuttavia non è stato in grado (nemmeno nei giorni successivi) di dire con sicurezza se il sindaco, o un suo delegato, ci fosse.

Oggi, venerdì 2 settembre, vedo che De Luca ha fatto scrivere su un foglio locale che egli “ha dimostrato il suo dissenso verso la manovra finanziaria del governo” e ha “partecipato alla manifestazione dell’ANCI di lunedì scorso a Milano dove si è unito con gli altri sindaci”, però – “ha spiegato il sindaco – non ho seguito tutta la manifestazione ma sono passato (corsivi miei) e poi sono tornato in Comune dove avevo degli appuntamenti, ma mi sono unito a loro almeno in un primo momento perché era importante esserci”.

Mah. Perché dare una spiegazione che assomiglia assai ad un’excusatio non petita? Un rapido passaggio, per poi tornare a Limbiate, non prima delle 12.15-12.30, per alcuni appuntamenti… Chissà che “appuntamenti” erano, se non ha potuto rinviarli o affidarli ai suoi “collaboratori”…; certamente più importanti degli appuntamenti dei sindaci di Roma, Milano, Torino, Genova, Bari, Bologna, Venezia, di quelli del presidente della Regione Lombardia, del presidente della Provincia di Milano, di centinaia di sindaci del Sud, dei Cimbri, dei sindaci-falciatori, che lunedì mattina hanno cancellato qualsiasi altro impegno per ritrovarsi a Milano per protestare contro il governo, mentre il nostro sindaco taumaturgo ha potuto solo “passare” velocemente dalla manifestazione, per lasciarvi, come sostituto-partecipante, la santità del suo spirito!

Nello stesso articoletto, De Luca e la povera pennivendola disinformata che lo serve veicolandogli quella che sembra proprio un’excusatio non petita, sproloquiano: 1) sui “tagli”, confondendo quelli stabiliti dopo la "manovra estiva" del 2010 con quelli conseguenti dal “federalismo municipale” – entrambi pubblicati da tempo dal Ministero dell’Interno, mentre De Luca continua a blaterare (e non è la prima volta) con i suoi "si dice", “sembra che” – e con quelli non ancora stabiliti dalla manovra di queste settimane, che è ancora in via di definizione; 2) sui soldi del risarcimento dell’ACNA, che non si potrebbero spendere per rispettare il Patto di stabilità (panzana che finora non avevamo ascoltato nemmeno da Romeo e Cogliati: De Luca è in grado di dirci - magari mettendo a disposizione dei cittadini i bilanci che, spesso, nemmeno i consiglieri vedono - in quale capitolo e voce di bilancio sarebbero immobilizzati quei soldi?); 3) sugli assestamenti di bilancio resi necessari dai tagli.

Per quanto riguarda gli assestamenti, mi permetto di suggerirne uno, di infima entità ma sicurissima utilità: stanziare qualche decina di euro per acquistare alcuni pacchi di fasce di garza, di modo che in eventuali future occasioni il sindaco taumaturgo possa restare tranquillamente in municipio per gli “appuntamenti”, ma mandare in piazza il suo spirito, agghindato però come il mad doctor del film L’uomo invisibile.

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