martedì 10 dicembre 2013

A Romeo daremo i soldi per pagarci i danni





Quando l'azzimato ex sindaco Antonio Romeo si dimise dal Consiglio Comunale per motivi tanto vaghi che a molti apparvero misteriosi, ma che divennero evidenti quando gli fu assegnato l’incarico che tuttora ricopre nella società BEA, della quale il Comune di Limbiate è uno dei soci maggiori, il sindaco più intelligente e capace che Limbiate ha avuto negli ultimi settanta anni lo salutò riconoscendo  

"l'insegnamento di Romeo di fare politica per il bene comune" ,

aggiungendo, affinché non vi fossero dubbi sul grado della sua deferenza per il predecessore, 

“non ho voluto scendere in politica cinque anni fa [nel 2006, ndr] per non mettermi contro Romeo, perché ho sempre pensato che quello che stava facendo per Limbiate era molto bello” [click Un sindaco che ci è e ci fa: eletto dal centrosinistra, rivendica l’eredità del suo predecessore di centro-destra].  

La Corte dei Conti, Prima Sezione Centrale di Appello, tutta questa alta considerazione del Tecoppa sub-aspromontano non la condivide affatto, ed ha confermato in ogni sua parte la condanna che la Corte dei Conti della Lombardia ha inflitto a Romeo nella primavera del 2011. (Un altro condannato era ed è l’ex direttore generale Giammarrusti, che di condanne da parte della Corte dei Conti ormai ne ha un’intera collana) [clik https://servizi.corteconti.it/bds/doSenzaControlli.do].

La vicenda è quella arcinota dei due dirigenti che per due anni, a partire dal 2001, furono discriminati per motivi politici e vessati fino al punto di essere costretti a trovarsi un altro posto di lavoro. Romeo e Giammarrusti erano stati condannati in primo grado a risarcire al Comune di Limbiate un danno valutato, troppo benevolmente (un accenno in questo senso anche in questa sentenza, solo oggi pubblicata), nella misura di 175.000 € (2/3 a carico di Romeo, il resto a carico di Giammarrusti). Gli appelli presentati dall’uno e dall’altro sono stati totalmente rigettati dalla  Prima Sezione Centrale di Appello, che per confermare la condanna ha ritenuto più che sufficienti i seguenti sintetici richiami alle argomentazioni già contenute nelle altre quattro sentenze di condanna (del giudice del lavoro, della sezione di appello, della Cassazione, della Corte dei Conti Lombarda):

“il Collegio ritiene di evidenziare preliminarmente come nella fattispecie si sia in presenza di una chiara ipotesi di responsabilità c.d. indiretta, così identificata dalla stessa Sezione territoriale, scaturita dalla commissione di un illecito amministrativo messo in atto dagli appellanti, il primo nella qualità di Sindaco, avendo adottato provvedimenti dannosi nei confronti di due dirigenti, già in servizio al momento dell’avvio del suo mandato all’esito delle elezioni della nuova Giunta amministrativa; provvedimenti presumibilmente ispirati da avversione per lo schieramento politico dei suoi funzionari”;

“appare incontestabile che entrambi i ricorrenti abbiano posto in essere nei confronti dei due dirigenti D’Amato e Ficarra, comportamenti assolutamente violativi dei principi costituzionali di legalità, imparzialità e buona amministrazione dettati dall’art. 97 della Costituzione, celando dietro accuse di inefficienza lavorative prive di sostanziale fondamento l’intendimento reale di allontanarli dai poteri gestionali che essi avevano in carico”;

”attesa la completezza del quadro probatorio sottoposto all’esame del Collegio, le confutazioni prospettate negli atti di appello e nelle memorie conclusionali dei due appellanti non scalfiscono minimamente tali ricostruzioni, evidenziando semmai, un reciproco tentativo di sottrarsi alle rispettive responsabilità, ognuno adducendo presunte esclusive competenze di controparte”.

Punto. Ma la condanna definitiva non impensierirà più di tanto Romeo, che può permettersi il lusso di continuare a fare il gradasso ripetendo ancora una volta sui giornali locali “sono tanto convinto della correttezza del mio operato che lo rifarei ancora”. Costui, infatti, certamente concorderà con De Luca (con il quale ha un'amicizia stretta che dura da lunga pezza) e con la Giunta Comunale di pagare il danno erariale a rate… e con i nostri soldi. Romeo, infatti, che ha provocato al Comune di Limbiate non solo l’ingente danno erariale ormai definitavemente sanzionato dalla magistratura contabile, che ha condannato i suoi 

comportamenti assolutamente violativi dei principi costituzionali di legalità, imparzialità e buona amministrazione dettati dall’art. 97 della Costituzione”,

ma anche un altro ingente danno, contestato dalla Corte dei Conti a Romeo e ad altre 30 persone (una gran parte delle quali sono state da lui politicamente turlupinate e messe nei guai), in seguito al mio esposto sul P.I.I. di Via Monte Sabotino, quando ha presentato le dimissioni dal Consiglio Comunale lo ha fatto per poter assumere l’incarico pagato di presidente del collegio sindacale della società BEA. L’incarico assegnatogli faceva parte di un “pacchetto” concordato a livello provinciale tra il PD (che ha ottenuto la presidenza della società), la Lega (che ha ottenuto la vice-presidenza) e l'allora PdL (che ha ottenuto il posto per Romeo).

Vale a dire che: 1) ad un siffatto personaggio, che è stato condannato in ben cinque giudizi per i danni causati alla collettività dei cittadini di Limbiate, è stato affidato l’incarico di vigilare sulla legalità degli atti (compresi quelli che riguardano i conti) di una società di importanza strategica (BEA) della quale il Comune è uno dei soci maggioritari; 2) ad un personaggio di tal fatta (che ben sapeva, come sapevano tutti, che sarebbe stato definitivamente condannato) è stato concesso il privilegio di pagarci i danni… con i nostri stessi soldi!

Ne possiamo essere quasi sicuri: nessuno dei "politici" locali chiederà che Romeo sia rimosso (o che si dimetta) dall’incarico che ricopre nella società BEA. Non lo chiederà l’ex PdL di Limbiate (ora Forza Italia), né la Lega. Non lo chiederà l’ultra renziano PD limbiatese. il consigliere grant e gross, ma pussé ciula che baloss (che in BEA lavora e che naturalmente ha da restare ben attaccato al posto ereditato direttamente dal babbo) presenterà una delle sue severissime quanto sgangherate ed inutili mozioni od interpellanze .

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