sabato 28 dicembre 2013
Il tempo fa giustizia. Finalmente il P.I.I. di Via Monte Sabotino inquadrato in modo (quasi) giusto
Il misirizzi di Mombello con il
suo Comitato delle Pacciade e l’Asinistra e il consigliere grant e gross, ma pussé ciula che baloss invece hanno più volte avanzato la folle
pretesa che il P.I.I. sia annullato, incuranti del fatto che in questo caso la
collettività dovrebbe sborsare alla SAN Invest la bellezza di 868.000 € (come del resto non si
preoccupano del fatto che l’annullamento sic
et simpliciter del Piano di Recupero della Villa Medolago costerebbe alla collettività 244.000 €,
e non avvantaggerebbe, peraltro, un paio di smandruppati abitanti di Via Doria).
Il burbanzoso misirizzi addirittura ha sostenuto che c’era un “atto” che aveva
dichiarato l’annullamento, ma che la dirigente del Settore Tecnico si rifiutava
(la fedifraga!), di ostenderlo.
A certi omuncoli politici ciò che
sostenevo nell’intervista sembrò cervellotico, ma avviene ora che proprio il
consigliere che non è baloss nemmeno per
un filino rende pubblica una “relazione ricognitiva” sul P.I.I. di Via Monte
Sabotino, firmata dalla dirigente del Settore Tecnico, nella quale, esaminate varie
soluzioni ipotizzabili, si arriva alla conclusione che tutte, tranne una, sono o
impraticabili o difficilissime da concludere effettivamente senza danni per il Comune. L’unica soluzione “praticabile”
(sulla quale, sembra, concorderebbe anche il curatore del fallimento) è quella che
io suggerivo: raggiungere un accordo con il curatore fallimentare per attuare
il P.I.I., naturalmente sanandone tutti
gli aspetti illegittimi. E infatti nella relazione si ipotizza una “procedura
transattiva” che potrebbe prevedere: a) la ridefinizione della convenzione attuativa
“con una volumetria decisamente più contenuta”; b) l’esclusione delle aree
esterne al piano (e quindi costringendo a risolvere, con la semplice eliminazione
dell’”oggetto del contendere”, le [ormai diventate] privatissime controversie di alcuni di fronte al Consiglio di Stato);
c) una nuova definizione di tutti gli interventi pubblici necessari per
riqualificare l’ambito”.
Tutte cose assai lontane e anche più
serie, quindi, delle pretese del Comitato delle Pacciade e dell’Asinistra.
Tuttavia, per ragioni elettorali e di immagine di una maggioranza che in realtà
non è più (ma lo è mai stata, dopo le elezioni?) la stessa che ha fatto la
campagna elettorale, l’operazione verrà presentata dalla Giunta come se
venissero soddisfatte le richieste della compagnia di giro sopra nominata; e già
il minga baloss la presenta come
risultato della sua “azione politica”, oscurando
che questa estate sui giornali locali sosteneva impudentemente che “non
dobbiamo farci spaventare dalla prospettiva di rendere i soldi versati dalla
SAN Invest”, e oscurando, anche, che già molti anni or sono e poi ancora a lungo il sottoscritto - e non il Comitato delle Pacciade e nemmeno l’Asinistra -
ha chiarito in questo blog e presso alcune Procure il modo in cui il
centro-destra congegnava i P.I.I. Anche Ti-che-te-tarchett-i-ball la ascriverà
a merito suo e del suo partito, anche se a suo tempo (dopo un appoggio iniziale
dato obtorto collo) egli nel suo
pseudo-partito più di ogni altro cercò di sabotare il mio lavoro per preparare sia i
ricorsi sia gli esposti. Ma facciano pure; questa è la miseria della politica-politicante
a livello di paese. Tanto, io cercherò in ogni modo di impedire che con questa
soluzione (alla quale non si sarebbe mai arrivati senza i miei esposti) si cerchi
anche (o soprattutto?) di ottenere il risultato nient’affatto secondario di esentare
un bel po’ di gente dai pesanti addebiti della magistratura contabile e di
quella ordinaria.
Si tenga ben presente, dunque,
che se si dovesse concludere la transazione delineata nella “relazione
ricognitiva”, la nuova convenzione attuativa dovrà prevedere, per quanto riguarda il valore del terreno
comunale, la cessione secondo un
valore/mq non inferiore a quello effettivo di mercato che aveva nel 2007 e,
per quanto riguarda l’eventuale monetizzazione degli standard, il calcolo deve
tener conto del valore venale delle aree
non cedute secondo i prezzi, ancora
una volta, del 2007. Inoltre non
si deve trascurare di far riacquistare materialità all’area di circa 5.850 mq,
corrispondente a parte dello standard pre-esistente, fatta sparire con una specie
di gioco delle tre carte nel piano
finanziario del 2007.
A questo proposito sarebbe allora
buona cosa se l’architetto Taglietti abbandonasse certe sue… infondate
convinzioni sul valore delle aree standard in cessione che secondo il suo
avviso non potrebbe superare i 60-70 €/mq (convinzioni che, si dice, esporrebbe con
grande sicumera), e insieme all’architetto Ferrante tenesse in giusta
considerazione il fatto che sul P.I.I. di Via Monte Sabotino anche presso la Procura del Tribunale
ordinario è stato avviato un procedimento, attualmente all’esame del G.I.P., nel quale io ho un ruolo.
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