domenica 15 dicembre 2013

Un altro “scippo di metrotranvia” inventato da un “boia chi molla” e dai suoi gregari del PD








Un altro capitolo della “sobillazione dall’alto” alla maniera dei “Boia chi molla” (1970, moti di Reggio Calabria), periodicamente riattivata dall’assessore provinciale ai trasporti, De Nicola, seguito dal PD, da pseudo-giornalisti di paese disinformati e, purtroppo, anche da alcuni “comitati”, è quello del presunto “scippo” dei finanziamenti per la Metrotramvia Milano-Seregno. Anche in questo caso, lo “scippo” sarebbe decretato dalla Legge di Stabilità 2014 che, trasformata dal governo in maxiemendamento già approvato al Senato, prevederebbe la revoca dei fondi già assegnati ad un’opera già appaltata.

Vale la pena di riportare integralmente il testo del comma scippatore, con i link di tutte le leggi che vi  sono richiamate:

c. 60. All'articolo 46-ter del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, il comma 5 è sostituito dai seguenti:
      «5. Al fine di garantire la tempestiva realizzazione delle opere Expo indispensabili per l'Evento e per far fronte al mancato contributo in conto impianti dovuto dai soci inadempienti, con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, su richiesta del Commissario Unico di cui all'articolo 5 del decreto-legge 26 aprile 2013, n. 43, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 giugno 2013, n. 71, sentiti gli enti territoriali interessati, sono revocati e rifinalizzati i finanziamenti statali relativi ad opere connesse all'Evento, già incluse in apposito allegato al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 22 ottobre 2008, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 277 del 26 novembre 2008, e successive modificazioni, ovvero previsti nell'ambito delle opere di pertinenza del tavolo istituzionale comprensivo degli interventi regionali e sovraregionali istituito con il citato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 22 ottobre 2008 e presieduto dal Presidente pro tempore della regione Lombardia.
      5-bis. Per l'attuazione del comma 5, i finanziamenti statali relativi alle opere di connessione infrastrutturale del tavolo Lombardia di cui al predetto decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 22 ottobre 2008 individuati con atto del Commissario Unico d'intesa con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti confluiscono in un apposito fondo iscritto nello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti – Direzione generale per lo sviluppo del territorio, la programmazione ed i progetti internazionali denominato ”Fondo unico EXPO: infrastrutture strategiche di connessione all'Expo 2015” e finalizzato alla realizzazione delle opere indispensabili per lo svolgimento dell'Evento.
      5-ter. Le somme di cui al comma 5-bis sono versate all'entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate sul Fondo unico Expo. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio».

Dunque, i finanziamenti revocati e rifinalizzati sono quelli per le opere connesse ad EXPO 2015 elencati in “apposito allegato” al DPCM 22 ottobre 2008 “e successive modificazioni”. Chi ha la pazienza di leggere l’allegato e le successive modificazioni scopre che né nell’originale né nelle modificazioni è elencata la Metrotramvia Milano-Seregno, i cui finanziamenti quindi non sono affatto revocati dal comma 60 del maxiemendamento.

Si rivela, quindi, per la miserevole disinformazione propagandistica che è quella diffusa per mezzo di giornali e giornalucoli, secondo la quale la presunta revoca

«comporterebbe il risarcimento (anche con i soldi dei milanesi) dell'azienda aggiudicataria per un danno economico pari al 10% del valore dell'opera, circa 13 milioni di euro, nonché di tutte le attività già svolte, dagli espropri alle progettazioni» (De Nicola su il Giornale, 29 novembre 2013).

L’assessore De Nicola che, all’inizio del 2011, quando ancora le “Metrotramvia” Milano-Limbiate non era nemmeno presa in considerazione dai programmi di finanziamento del CIPE, si inventava un finanziamento “già stanziato” che si rischiava di”perdere” per le “inadempienze” dei Comuni (mentre nemmeno lui nulla faceva per almeno fermare l’obsolescenza della linea, i cui materiali fissi e rotabili erano ormai fradici – tanto da provocare di lì a poco il divieto di esercizio da parte dell’USTIF), adesso si inventa anche la revoca di finanziamenti già stanziati dal CIPE (delibere n. 52/2008 e n. 67/2008 - ben prima quindi del DPCM per EXPO 2015), sulla base della legge 21 dicembre 2001, n. 443 (cosiddetta “legge obiettivo”), tanto che il primo lotto funzionale della Metrotramvia Milano-Seregno è stato già appaltato e il suo cantiere già aperto (e quindi non rientra nemmeno fra le “revoche” previste dal comma 51 del maxiemendamento, fra le quali rientra invece la Milano-Limbiate – sulla quale v. Una “metrotramvia” mai finanziata, quasi revocata, prioritaria per finta).

Purtroppo molti si sono fatti letteralmente scaldare non solo da De Nicola (Fratelli d’Italia), ma anche da molti politicanti di centrosinistra, condannati a subire periodicamente l’iniziativa spregiudicata di questo vecchio arnese della più squalificata destra fascista dalla loro insipienza e soprattutto dall’essere sostanzialmente interni od omogenei alle logiche speculative di chi è favorevole, certo, agli interventi pubblici sui trasporti, ma è interessato soprattutto agli affari edilizi che essi possono promuovere, facilitare, aumentare.

Ma il presunto “scippo” dei finanziamenti per la Milano-Seregno, che ancor più di quello che riguarderebbe la Milano-Limbiate è inventato di sana pianta, dovrebbe suonare, finalmente, come un campanello d’allarme per chi – vale a dire gli utenti ed i cittadini che non si rassegnano a farsi manipolare dai partiti – non ha altri interessi se non quelli della difesa dei trasporti pubblici. Un’attitudine critica nella considerazione della questione delle metrotramvie consentirebbe, forse, di riacquistare la propria autonomia, di pensiero e di azione, per mettere in discussione anche l’operato degli amministratori e dei politicanti locali.

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