domenica 22 dicembre 2013
I pendolari della Milano-Limbiate danneggiati da peones e deputati abusivi del PD e dal sub-assessore limbiatese al tram
Alcuni deputati lombardi del PD (alcuni dei quali, giusta
la recente sentenza della Corte Costituzionale sul Porcellum, sono deputati abusivi) nei loro blog millantano il testo
“emendato” del comma 51 della legge di stabilità 2014 come “messa in sicurezza”
della linea tramviaria Milano-Limbiate, come “grande risultato politico”, ma di
sicuro per il momento c’è solo che questi peones,
con i loro emendamenti dissennati, che prontamente sono stati svuotati dal
governo, sono riusciti ad impedire per
legge al Ministro delle Infrastrutture (il milanese Lupi, del NCD) l’eventuale scelta discrezionale di non includere anche il progetto della Milano-Limbiate fra gli interventi che il CIPE dovrà obbligatoriamente de-finanziare.
Ciò
che viene oscurato, infatti, è che l’obiettivo del comma “emendato” solo apparentemente è “di accelerare
gli interventi in aree urbane per la realizzazione di linee tramviarie e
metropolitane”, ma in realtà serve per trovare rapidamente i soldi per finanziare un nuovo tratto della Metrotramvia di Padova (e ora anche di quella di Venezia). Un obiettivo che con tutta evidenza è stato formulato e annunciato e infine scritto
nella legge di stabilità sulla base degli accordi fissati nel corso degli incontri
di fine estate di Lupi con alcuni capataces padovani
del PD (click http://www.padovaoggi.it/cronaca/tram-padova-nuova-linea-voltabarozzo-stazione-stadio.html; http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca/2013/08/11/news/il-comune-pensa-al-sir3-stadio-voltabarozzo-la-nuova-linea-del-tram-1.7563345); ad essi il candidato sindaco del PD (attualmente vice facente funzione di sindaco) e il PD
in vista delle elezioni che si svolgeranno fra pochi
mesi (click Parlamento
al lavoro per la nuova linea del tram di Padova).
Si
può avere un’idea dell’importanza di questi accordi, e dell’indisponibilità a
modificare gli obiettivi che con il comma 51 la lobby dei "compagni" veneti intende raggiungere, se si considera che nella Commissione
Bilancio della Camera, dove sarebbe stato ottenuto il “grande risultato” dei peones lombardi del PD, il sottosegretario Baretta (veneziano, del PD), esprimendo il parere del
Governo sulle proposte emendative riferite al comma 51 giunto dal Senato, prima ha “fatto
presente” e poi ha “ribadito che il Ministero competente per il merito [cioè quello delle Infrastrutture e dei Trasporti, ndr] ha espresso parere contrario su di esse”
(quindi anche su quelle provenienti dalla IX Commissione Trasporti) (click http://documenti.camera.it/leg17/resoconti/commissioni/bollettini/pdf/2013/12/13/leg.17.bol0140.data20131213.com05.pdf,
pp. 14 e 15).
È
questo parere, e non gli emendamenti dei peones lombardi, il viatico con il quale il comma 51 "emendato" tanto dissennatamente giungerà al Ministero, vale a dire al
Ministro in persona ed ai suoi più stretti collaboratori, i quali, tenendo conto
degli accordi presi da Lupi con gli alleati di governo (accordi addirittura tradotti
in un testo di legge) e tenendo conto dell’impossibilità per il progetto della
Milano-Limbiate di trasformarsi in pochi mesi in un’opera appaltata, faranno approvare
dal CIPE (che è un'articolazione del governo composta da ministri) la graduatoria per
l’assegnazione dei fondi racimolabili con le revoche dei finanziamenti
non effettivamente assegnati ad altre opere che ancora sono più o meno in alto mare.
Ora,
si può stare certi che il ministro (e sindaco uscente di Padova) Zanonato &
C. hanno ben calcolato che solo con il Fondo revoche sarà possibile finanziare un
progetto della sua città rimasto nel cassetto per diversi anni, e che queste risorse potrebbero
anche risultare insufficienti, altrimenti non vi sarebbe stata la necessità di inserire
nella legge di stabilità il comma 51 con un testo che prevede expressis verbis la priorità della
Metrotramvia di Padova. Con queste premesse, è una previsione quasi certa che
nella graduatoria del Fondo revoche la Metrotramvia di Padova sarà al primo posto e quella
di Venezia al secondo, poiché entrambe sono opere già progettate e parte di un insieme
di lavori già in corso. La linea Milano-Limbiate nella migliore delle ipotesi
sarà collocata al terzo posto, ammesso che altre amministrazioni non insorgano nelle prossime settimane per
difendere altri interventi revocati, ma che sono in una fase progettuale più
avanzata, affinché siano anteposti alla linea milanese.
Questo
sarà, molto probabilmente, il “grande risultato politico” ottenuto da un’aspirante
cavallerizza e deputata abusiva di Bollate, che avrebbe "capitanato" (in sella al cavallo?) i suoi amici peones lombardi del PD, e dal sub-assessore limbiatese al tram. Costui, per più due anni non ha saputo fare altro che il gregario di un “boia chi molla”, i cui boatos ha sempre dovuto rincorrere ed assecondare, con il risultato che il Comune di Limbiate non solo non ha mai avuto alcuna
voce in capitolo, per quanto riguarda il contenuto e le fasi di elaborazione
del progetto, ma si è anche impegnato a pagare circa 2.450.000 € per una linea
della quale non è proprietario, né si prevede che lo diventi; una linea che
per molti anni attraverserà il territorio di Limbiate solo per poche decine di metri, con una
sola fermata posta al margine estremo (ma già nel Comune di Varedo) del
quartiere che da solo ha circa un terzo degli abitanti del comune; una linea irraggiungibile a piedi dall'80% dei possibili utenti. In più, il Comune di Limbiate dovrà pagare anche per lo
studio, imposto dal Comune di Paderno Dugnano, della fattibilità del prolungamento
della Metropolitana n. 3, che solo fino a quel comune (cioè solo fino al futuro mega piano edilizio sull'area ex Tonolli) dovrebbe arrivare!
Una
dimostrazione più chiara di inettitudine all'amministrazione degli interessi
pubblici non potrebbe essere data.


Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento