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sabato 18 gennaio 2014

I bilanci del Comune falsificati da un ex assessore (che il suo stesso partito ha dovuto segare)






“più o meno viene tagliato 1 milione di € all'anno dal bilancio comunale (negli ultimi 3 anni circa 3 milioni)”


Attribuire allo Stato la colpa dell’incapacità del Comune di Limbiate di  fornire servizi decenti e gratuiti (o a basso prezzo), perché i fondi statali sarebbero trasferiti con molto ritardo e/o sarebbero “tagliati” dal governo, era un topos della sinistra locale d’antan, che è stato trasferito tal quale nel bagaglio dei luoghi comuni del centrosinistra più recente. Che abbia la maggioranza o che sia in minoranza non ha importanza, la musica è sempre la stessa. Quando il Comune era in mano al centro-destra, chi non mancava di prodursi periodicamente in questo esercizio era il proustiano Terragni, che forniva lo spunto al ragioniere comunale (che egli identificava nella sua Albertine), oppure da questi lo riceveva, per inscenare un duetto che, da attori consumati, mandavano avanti ogni volta per mezzora e anche più. Una volta, per concludere degnamente la recita, Terragni convinse sia il centrosinistra che il centro-destra (che, seppure imbarazzato, non poteva rifiutare l’offerta) che era necessario inviare al Governo una mozioneaffinché stanziasse… le cifre che lo Stato aveva già versato al Comune di Limbiate! Mi fu facilissimo ridicolizzare, dati alla mano, la patetica iniziativa, come anche dimostrare che l’abolizione dell’ICI nel 2008 non aveva comportato una diminuzione delle entrate del Comune, perché il mancato introito era già stato abbondantemente rimborsato dallo Stato (click ).

Un’altra bugiarda (e incompetente, e condannata ad essere incompetente perché abitualmente bugiarda) che, per tentare di coprire l‘incapacità di fare l’assessore al bilancio, non ha mancato di servirsi, in diverse occasioni, della frottola dei “ritardi” e dei “tagli” dei trasferimenti statali è la spocchiosissima vice-sindachessa Ripamonti. Questa è arrivata fino al punto di firmare con il ragioniere comunale una relazione, poi inserita in una delibera con la quale, ad una precisa domanda della Corte dei Conti, che chiedeva se una delibera del Consiglio Comunale esisteva o no, la Giunta Comunale rispondeva con una dichiarazione falsa, cioè che la sottoscrizione di una fidejussione a favore dell’imprenditore privato che ha costruito la piscina era stata autorizzata secondo le modalità prescritte dalla legge. Costei ha detto il falso, insieme a tutta la Giunta, anche a proposito della modifica del regolamento comunale sull’addizionale all’IRPEF, imposta dal Ministero delle Finanze che, seppure in ritardo, ha rilevato e contestato l’illegittimità dell’esenzione dall’addizionale comunale  per le famiglie con quattro figli ed un reddito fino a 60.000 euro.

Dunque: con tali precedenti, un ammalato acuto e cronico di verborragia come l’assessore all’urbanistica che c’era prima poteva esimersi dal rilanciare la frottola, per giustificare l’incapacità sua e del centrosinistra di far funzionare i servizi del Comune in un modo che restituisca alle classi sociali più deboli almeno un po’ di giustizia sociale? Evidentemente no, ed eccolo venirsene fuori con la frase riportata all’inizio in corsivo.

Lo Stato non ha tagliato, negli ultimi tre, un milione all’anno. Consideriamo le cifre (reperibili sul sito del Ministero dell’Interno: http://finanzalocale.interno.it/apps/floc.php/in/cod/4) dei Titoli I (Entrate Tributarie) e II (Entrate derivanti da contributi e trasferimenti correnti) dei Conti consuntivi del Comune (solo per il 2013 le cifre riportate sono quelle del Bilancio previsionale, poiché il Consuntivo non è ancora disponibile). È necessario considerare queste due voci perché sono quelle che evidenziano il rapporto fra i trasferimenti dallo Stato (e da altri enti pubblici) e le entrate tributarie proprie del Comune, che negli ultimi anni, con la riforma del cosiddetto federalismo fiscale, è sì notevolmente cambiato, ma il cambiamento non si è risolto in una diminuzione di entrate. Inoltre, vale la pena di prendere come primo termine di raffronto le cifre del 2007 perché nel 2008 il governo Berlusconi portò a compimento l’abolizione dell’ICI sulla prima casa già avviata dal precedente governo di Prodi.


2007
Titolo I - Entrate Tributarie: 11.945.288,00
Titolo II - Entrate derivanti da contributi e trasferimenti correnti: 6.938.497,00
Titolo I + Titolo II: 18.883.785

2008
Titolo I - Entrate Tributarie: 11.010.096
Titolo II - Entrate derivanti da contributi e trasferimenti correnti: 8.060.479
Titolo I + Titolo II: 19.070.575

2009
Titolo I - Entrate Tributarie: 12.218.960
Titolo II - Entrate derivanti da contributi e trasferimenti correnti: 9.195.229,00
Titolo I + Titolo II: 21.414.189

2010
Titolo I - Entrate Tributarie: 11.896.293
Titolo II - Entrate derivanti da contributi e trasferimenti correnti: 8.597.490
Titolo I + Titolo II: 20.493.783

2011
Titolo I - Entrate Tributarie 18.324.218 (6.528.106 dallo Stato*)
Titolo II - Entrate derivanti da contributi e trasferimenti correnti 2.267.715
Titolo I + Titolo II: 20.591.933

2012 (dati del Conto consuntivo)
Titolo I - Entrate Tributarie: 18.486.439 (5.509.439,11 dallo Stato)
Titolo II - Entrate derivanti da contributi e trasferimenti correnti: 2.296.435, di cui:
- 726.000 dallo Stato
- 1.196.435 dalla Regione Lombardia
- 9.000 dalla C.E.E.
- 365.000 da altri enti del settore pubblico
Titolo I + Titolo II: 20.782.874)

2013 (dati del Bilancio previsionale)
Titolo I - Entrate Tributarie 18.486.439,11 (5.509.439,11 dallo Stato)
Titolo II - Entrate derivanti da contributi e trasferimenti correnti: 2.905.129,49, di cui:
- 1.334.694,49 dallo Stato (differenza tra Bil. Prev. e assegnazioni definitive di Mininterno**)
- 1.196.435 dalla Regione Lombardia
- 9.000 dalla C.E.E.
- 365.000 da altri enti del settore pubblico
Titolo I + Titolo II: 21.391.568,6)


La semplice lettura delle cifre ci fa constatare che:

1) nel 2008 l’abolizione totale dell’ICI sulla prima casa è stata abbondantemente compensata con i trasferimenti dallo Stato;

2) nel 2011, con il federalismo fiscale, i trasferimenti e contributi correnti sono scesi da 8.597.490 (anno 2010) a 2.267.715 euro, ma le entrate tributarie del Comune sono aumentate da 11.896.293 (anno 2010) a 18.324.218 euro; vale a dire che i minori trasferimenti sono stati più che compensati, soprattutto con l’attribuzione della “Compartecipazione IVA” (2.243.218 euro di fondi statali) e con la quota del “Fondo sperimentale di riequilibrio” (4.284.888 euro di fondi statali) assegnata al Comune di Limbiate. Sono voci che dal 2011 alimentano stabilmente i trasferimenti dallo Stato;

3) la somma di Titolo I + Titolo II dal 2011 al 2013 non è mai diminuita, bensì è aumentata: +98.150  nel 2011 rispetto al 2010; +190.941 nel 2012; +608.694,6  nel 2013.

4) dal 2011 (18.324.218-6.528.106 = 11.796.112 euro) al 2013 (18.486.439,11-5.509.439,11 =  12.977.000 euro), le entrate tributarie locali sono aumentate di 1.180.888 euro.


L’assessore all’urbanistica, che il suo stesso partito ha deciso di segare perché l’ha fatta (troppo) grossa, continui pure a ripetere le sue affabulazioni lutulenti su ”creatività”, “fantasia”, “progetti”, “partecipazione”, et coetera, et coetera. Sopporteremo anche queste, fra i tanti oltraggi della vita. Ma non falsifichi la realtà.



* 2.243.218 euro di Compartecipazione IVA + 4.284.888euro di Fondo sperimentale di riequilibrio; click

sabato 28 dicembre 2013

Il tempo fa giustizia. Finalmente il P.I.I. di Via Monte Sabotino inquadrato in modo (quasi) giusto






Sulla questione del P.I.I. di Via Monte Sabotino, io che ho ideato e interamente scritto l’esposto alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica del Tribunale ho sempre sostenuto che l’unica soluzione sensata e realistica sarebbe quella di rendere attuabile (ed anche vendibile) il piano, eventualmente ridefinendone gli aspetti urbanistici, ma in ogni caso dopo aver riformulato le clausole economiche della convenzione attuativa al fine di rispettare integralmente la L.R. 12/2005, anche per gli aspetti economici dell’accordo. In un’intervista al “Giornale di Desio” del 5 novembre 2013 ho sostenuto che questa soluzione sarebbe l'unica possibile poiché si deve considerare che, almeno per il momento, l’annullamento di quel piano è praticamente impossibile, sia per i ricorsi che nessuno si preoccupa (interessatamente) di mandare avanti, sia per la curatela fallimentare della SAN Invest, che non solo è ancora lontana dall’essere definita e conclusa, ma non può non preoccuparsi di mantenere il massimo del valore dell’unico bene patrimoniale della società - valore che dipende interamente dall’attuabilità del piano.  

Il misirizzi di Mombello con il suo Comitato delle Pacciade e l’Asinistra e il consigliere grant e gross, ma pussé ciula che baloss invece hanno più volte avanzato la folle pretesa che il P.I.I. sia annullato, incuranti del fatto che in questo caso la collettività dovrebbe sborsare alla SAN Invest la bellezza di 868.000 € (come del resto non si preoccupano del fatto che l’annullamento sic et simpliciter del Piano di Recupero della Villa Medolago costerebbe alla collettività 244.000 €, e non avvantaggerebbe, peraltro, un paio di smandruppati abitanti di Via Doria). Il burbanzoso misirizzi addirittura ha sostenuto che c’era un “atto” che aveva dichiarato l’annullamento, ma che la dirigente del Settore Tecnico si rifiutava (la fedifraga!), di ostenderlo.

A certi omuncoli politici ciò che sostenevo nell’intervista sembrò cervellotico, ma avviene ora che proprio il consigliere che non è baloss nemmeno per un filino rende pubblica una “relazione ricognitiva” sul P.I.I. di Via Monte Sabotino, firmata dalla dirigente del Settore Tecnico, nella quale, esaminate varie soluzioni ipotizzabili, si arriva alla conclusione che tutte, tranne una, sono o impraticabili o difficilissime da concludere effettivamente senza danni per il Comune. L’unica soluzione “praticabile” (sulla quale, sembra, concorderebbe anche il curatore del fallimento) è quella che io suggerivo: raggiungere un accordo con il curatore fallimentare per attuare il P.I.I., naturalmente sanandone tutti gli aspetti illegittimi. E infatti nella relazione si ipotizza una “procedura transattiva” che potrebbe prevedere: a) la ridefinizione della convenzione attuativa “con una volumetria decisamente più contenuta”; b) l’esclusione delle aree esterne al piano (e quindi costringendo a risolvere, con la semplice eliminazione dell’”oggetto del contendere”, le [ormai diventate] privatissime controversie di alcuni di fronte al Consiglio di Stato); c) una nuova definizione di tutti gli interventi pubblici necessari per riqualificare l’ambito”.

Tutte cose assai lontane e anche più serie, quindi, delle pretese del Comitato delle Pacciade e dell’Asinistra. Tuttavia, per ragioni elettorali e di immagine di una maggioranza che in realtà non è più (ma lo è mai stata, dopo le elezioni?) la stessa che ha fatto la campagna elettorale, l’operazione verrà presentata dalla Giunta come se venissero soddisfatte le richieste della compagnia di giro sopra nominata; e già il minga baloss la presenta come risultato della sua “azione politica”, oscurando che questa estate sui giornali locali sosteneva impudentemente che “non dobbiamo farci spaventare dalla prospettiva di rendere i soldi versati dalla SAN Invest”, e oscurando, anche, che già molti anni or sono e  poi ancora a lungo il sottoscritto - e non il Comitato delle Pacciade e nemmeno l’Asinistra - ha chiarito in questo blog e presso alcune Procure il modo in cui il centro-destra congegnava i P.I.I. Anche Ti-che-te-tarchett-i-ball la ascriverà a merito suo e del suo partito, anche se a suo tempo (dopo un appoggio iniziale dato obtorto collo) egli nel suo pseudo-partito più di ogni altro cercò di sabotare il mio lavoro per preparare sia i ricorsi sia gli esposti. Ma facciano pure; questa è la miseria della politica-politicante a livello di paese. Tanto, io cercherò in ogni modo di impedire che con questa soluzione (alla quale non si sarebbe mai arrivati senza i miei esposti) si cerchi anche (o soprattutto?) di ottenere il risultato nient’affatto secondario di esentare un bel po’ di gente dai pesanti addebiti della magistratura contabile e di quella ordinaria.

Si tenga ben presente, dunque, che se si dovesse concludere la transazione delineata nella “relazione ricognitiva”, la nuova convenzione attuativa dovrà prevedere, per quanto riguarda il valore del terreno comunale, la cessione secondo un valore/mq non inferiore a quello effettivo di mercato che aveva nel 2007 e, per quanto riguarda l’eventuale monetizzazione degli standard, il calcolo deve tener conto del valore venale delle aree non cedute secondo i prezzi, ancora una volta, del 2007. Inoltre non si deve trascurare di far riacquistare materialità all’area di circa 5.850 mq, corrispondente a parte dello standard pre-esistente, fatta sparire con una specie di  gioco delle tre carte nel piano finanziario del 2007.

A questo proposito sarebbe allora buona cosa se l’architetto Taglietti abbandonasse certe sue… infondate convinzioni sul valore delle aree standard in cessione che secondo il suo avviso non potrebbe superare i 60-70 €/mq (convinzioni che, si dice, esporrebbe con grande sicumera), e insieme all’architetto Ferrante tenesse in giusta considerazione il fatto che sul P.I.I. di Via Monte Sabotino anche presso la Procura del Tribunale ordinario è stato avviato un procedimento, attualmente all’esame del G.I.P., nel quale io ho un ruolo.


giovedì 15 gennaio 2009

Ennesimo falso del PD limbiatese sul P.I.I. di Via Monte Sabotino


Salvatore Ricciardi



L’uomo tende ad Icaro / ma la merda non vola

Jaroslav Hašek
[1]







Da un mucchio di carte e cartacce buttate là in attesa di trovare il tempo e la voglia di darvi uno sguardo, emerge casualmente un foglio del PD limbiatese, intitolato “Notizie”, distribuito forse da più di un mese. In realtà non di notizie è riempito il giornaletto, bensì di mediocrissima propaganda. Le ultime righe della quarta e ultima paginetta si riferiscono all’udienza del 4 dicembre 2008 del Tribunale Amministrativo Regionale di Milano, nella quale è stato discusso il ricorso presentato da alcuni cittadini avverso il P.I.I. di Via Monte Sabotino:

“Il ricorso in questione fa parte di un pacchetto di azioni che è stato finanziato anche dai consiglieri del PD con una quota simbolica ma significativa di 600 euro”.
È FALSO!

Il ricorso in questione non fa parte di nessun "pacchetto finanziato anche dai consiglieri del PD", perché quando il sottoscritto prese l’iniziativa di proporre ALTRE azioni legali sui P.I.I. approvati il 20 dicembre 2007 (Via Belluno e Via Sabotino), per il lavoro d’indagine preparatorio (necessario per chiarire quali erano le possibilità effettive di un ricorso) si era sbattuto per non poco tempo dapprima il sottoscritto, impiegando volontariamente il suo tempo, le sue energie e il suo denaro, senza il benché minimo intervento di nessuna natura di nessun politicante del PD; poi, nella fase finale, quand’era ormai accertato che per il ricorso esistevano fondati motivi, intervenne ovviamente uno dei diretti interessati. E si era ormai concluso anche il lavoro del legale che ha presentato il ricorso, che ovviamente si è fatto pagare. Per QUESTO ricorso le spese legali (assai consistenti) sono state sostenute interamente da chi ha firmato il ricorso e da un folto gruppo di altri cittadini del tutto autonomamente dal PD, al quale non è stato chiesto, e dal quale non è stato ricevuto, nessun sostegno.

I consiglieri del PD hanno invece accettato, ma molto malvolentieri (come subito fu chiaro, e successivamente dimostrato da loro stessi) la proposta del sottoscritto di contribuire al finanziamento di ALTRI RICORSI STRAORDINARI AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, sia per il P.I.I. di Via Belluno, sia per quello di Via Sabotino. Questo ultimo ricorso non è stato firmato da coloro che hanno firmato l’altro indirizzzato al T.A.R., bensì da altri cittadini estranei al PD. Per questi altri ricorsi, SOLO TRE CONSIGLIERI DEL PD HANNO MANTENUTO LA PAROLA CHE AVEVANO DATO, ma fra mille manifestazioni di riluttanza. Già al momento del primo modestissimo anticipo concordato, qualcun altro, fra i quali anche il sottoscritto, ha dovuto accollarsi l’esborso delle cifre non versate da chi NON HA MANTENUTO LA PAROLA DATA. Oltre alla misera cifra citata (che rappresenta assai meno del 10% della spesa complessiva per questi ricorsi), dai consiglieri del PD non è venuto alcun altro sostegno, nemmeno morale; anzi, quando a loro è stato chiesto di rispettare fino in fondo gli impegni presi per il saldo della spesa, hanno tentato di giustificare il loro sostanziale diniego in un modo talmente pretestuoso e talmente cafonesco (in ciò si è distinto l’illustre scienziato Archetti), che alla fine, fin troppo garbatamente e non da me, sono stati mandati a quel paese ed è stata rifiutata la miseria che DUE SOLI consiglieri del PD proponevano di versare.

Fin troppo garbatamente: tanto che i fatti furono resi pubblici da me solo quando fui costretto a smascherare l’appropriazione indebita di meriti che il PD può vantare solo in misura infima. Sullo squallore del comportamento dei politicanti del PD sono già stato costretto, infatti, a scrivere più volte [v. Gavroche nella Villa Mella (4 giugno 2008); Chi si batte contro lo scempio del territorio e il malaffare dei Piani Integrati d’Intervento di Via Monte Sabotino e di Via Belluno (4 settembre 2008) ; Cialtronerie "Quattro Stagioni" di un cementificatore fallito e connivente (17 settembre 2008)], ovviamente senza alcuna smentita, anche perché esistono testimonianze orali e scritte che da sole farebbero piazza pulita dei miseri pretesti dei quaquaracquà del PD. Ma più che di mancanza di consistenza umana e di serietà, sarebbe il caso di parlare di schizofrenia politica.

I notabili lillipuziani del PD, offrendo una versione locale e fra le più svaccate di un fenomeno ormai storicamente consolidato nelle società occidentali – ed ampiamente studiato - fanno alla giunta Romeo-Mestrone un’opposizione del tutto fittizia, esclusivamente funzionale al contenimento della costante erosione (più che al mantenimento) del loro elettorato, che Romeo e Mestrone esercitano con successo facendo la stessa politica, ma con una capacità di attuazione assai maggiore, del PDS-DS-PD. Infatti, se i casi di coloro che sono capaci di passare dalle parole ai fatti sono ovviamente rarissimi fra i notabili veri, fra quelli cioè che almeno esprimono discorsi di una qualche (apparente) consistenza, figuriamoci se ciò può accadere nel caso di notabili paesani, come quelli del PD di Limbiate, che non riescono mai ad andare oltre la ripetizione di alcuni poveri e stantii clichés da due soldi al chilo, per esempio in fatto di politica edilizia e di ambientalismo.

Altro che “aspre critiche”, come si dice nelle righe alle quali mi riferisco! Di critiche capitali (e non “aspre”: per queste si può far passare qualsiasi intervento vociante) al modo in cui era congegnato il P.I.I. di Via Monte Sabotino, se ne potevano fare moltissime. In particolare, come ho più volte mostrato, erano (sono) molti i danni erariali, risultanti da violazioni di legge dai risvolti anche penali, che quell’intervento edilizio causerebbe. Solo che per individuarli bisognava provare a leggere i documenti; ma né la Guida e Grande Timoniere del PD Campisi, né Gavroche-Archetti, che recentemente si è cinto il capo con l’alloro dello scienziato, si sono piegati verso tale bassura. Anzi, l’analisi dei documenti, e le proposte di azioni legali contro il malaffare, basate sugli elementi concreti che erano emersi dall’analisi, sono state apertamente svalutate e addirittura disprezzate (con scemenze del tipo: “non è così che si fa politica” [fatti recenti hanno chiarito perché: il PD è pieno di corrotti!]; “meglio fare opinione fra la gente” [ovvero: ripetizione ossessiva di frasette ideologiche, veri esempi di falsa coscienza], ecc.).

La manutenzione del consenso elettorale, tuttavia, per i politicanti è ragione di vita, e allora non c’è nulla che possa frenare la schizofrenia politica: mentre si continua a ripetere che i ricorsi al TAR non servono, si inventano (in campagna elettorale) esposti del PD alla Corte dei Conti (che mai sono stati presentati, e nemmeno scritti) e sostegni finanziari (rimasti infimi) a “pacchetti” di azioni legali (ai quali non si è mai, in alcun modo, collaborato). Particolarmente attivo, (vale a dire schizofrenico), è stato Archetti, che ha anche esibito la sua presenza all’udienza del 4 dicembre, della quale ovviamente non ha capito nulla. E tuttavia il solo ascolto dei discorsi dei legali delle parti, ciascuno durato non più di 15-20 minuti, ed in particolare di quello dell’avvocato del Comune di Limbiate, che ha tentato di convincere i giudici che è giusto costruire sull’area di Via Sabotino perché attualmente sarebbe infestata da ratti e da malavitosi! - discorso esilarante, ma che secondo Archetti avrebbe distrutto qualsiasi argomentazione a sostegno del ricorso - è bastato a questo poveretto perché la sentenza la pronunciasse lui, in anticipo sul collegio dei magistrati: i ricorrenti, è chiaro, hanno perso, e quindi è stato dimostrato che i ricorsi al T.A.R. non servono a niente! È corso quindi a convincere di ciò anche chi, fra gli abitanti presso la Villa Rasini Medolago, ha deciso di difendere il suo diritto di restare nella sua casa anche chiedendo al T.A.R, se fosse necessario, di costringere la Giunta Comunale e Frua De Angeli Holding a rispettare leggi e norme. (È stato il fermo rifiuto di questi cittadini di trattare non solo con la Holding, ma anche con Romeo, che, facendo presagire la minaccia di un ricorso, ha indotto entrambi a ridurre l’area d’intervento, nel tentativo – vano, ovviamente - di mascherare un’operazione truffaldina che il PDS aveva preparato e ora come PD condivide. Altro che “bluff”!).

La schizofrenia politica, tuttavia, può essere spiegata, anche da chi non ha la preparazione psichiatrica di Campisi, che è in grado di fare diagnosi a distanza, e di notte. Dunque: per un partito, come il PD, pieno di corrotti di ogni risma, parlare di ricorsi alla magistratura, anche se contro gli atti della giunta di Romeo-Mestrone, è peggio che parlare di corda in casa dell’impiccato. Purtroppo, però, c’è chi se ne infischia del politicantismo dei piddisti e i ricorsi li fa. Questi ricorsi suscitano consenso. Chi li promuove, e chi li fa, inevitabilmente occupa parte dello spazio politico, sottraendone ad altri (e soprattutto a chi ne occupa abusivamente), poiché, com’è noto, lo spazio politico non è estensibile. Allora, terrorizzati dalla perdita di spazio, i quaquaraquà del PD corrono per ogni dove a dire che i ricorsi non servono, perché di sicuro i ricorrenti perderanno. Ma, in realtà, non ne sono davvero convinti. Chissà, potrebbe darsi che i ricorrenti vincano. Non volevano, i policanti, partecipare ad UNA di queste iniziative, ma alla fine hanno ceduto… dunque è meglio, intanto, cercare di raccogliere un po’ di consensi. Se poi i ricorrenti vinceranno, meglio ancora: a maggior ragione (cioè con maggiore consenso) si potrà, eventualmente, rivendicare un merito. Et voilà, ogni tanto costoro utilizzano un ossicino non per ricostruire lo scheletro di un dinosauro, bensì per dare l’illusione di uno vivente.

Non si potrebbe trovare esemplificazione più chiara di cos’è la politica politicante, nella quale la schizofrenia è norma di vita: da una parte la rivendicazione di meriti presunti per la presentazione di ricorsi legali contro l’unica politica, quella edilizia, che mettono in campo le cavallette che da sette anni devastano Limbiate, e dall’altra l’inciucio sull’uso del risarcimento dei danni ambientali provocati dall’ACNA [v. Un successo del Pd per l’ambiente: “Il Partito Democratico di Limbiate ha presentato all’Amministrazione Comunale, che li ha condivisi e finanziati, 7 progetti per l’ambiente”; la sottolineatura è nel testo, un cumulo di mistificazioni – “scientifiche”, naturalmente! - sul quale tornerò]. Un inciucio del tutto naturale, considerando che a farlo sono le due frazioni dello stesso Partito, quello del Cemento, e preannunciato da molti segnali in questi ultimi mesi; con esso ognuna delle due parti pensa di “finanziarsi” la raccolta di voti nelle prossime elezioni provinciali. Quest’inciucio viene concordato proprio mentre Romeo e Mestrone sono ai ferri corti fra loro e nel loro partito, e mentre, finalmente, insieme con diversi funzionari al loro servizio – che già tremano - potrebbero essere investiti da diverse grane giudiziarie. Una bella ciambella di salvataggio!

Molti anni fa, sia il PCI, sia il PSI (nel quale allora si arrabattava Romeo, transfuga dal PSDI in cambio di un posticino da assessore), sia i consiglieri di Democrazia Proletaria, avversarono fieramente (e derisero) la proposta che sulla questione dell’inquinamento dell’ACNA il Comune presentasse almeno un esposto alla magistratura (infatti il Comune entrò nel procedimento giudiziario avviato dalla Regione solo all’epoca di Cattabeni). Ma quasi nessuno si ricorda più di quei tempi, del movimento di cittadini (mamme di scolari, soprattutto) che costrinse il Comune a prendere qualche provvedimento sanitario, ma non riuscì a far sì che l’allora sindaco Terragni Cuor di Leone prendesse carta e penna per scrivere alla Procura della Repubblica (il diniego fu sostenuto anche da vari Binacchi). E quindi perché mai farsi lo scrupolo di darsi un po’ di decoro, almeno chiamando i cittadini a dibattere su come spendere i soldi di un risarcimento, che fosse stato per loro mai sarebbe arrivato? La partecipazione è qualcosa che si mangia? Ma certo, soprattutto quando si tratta della torta elettorale! (E infatti della parola, usata in modo mistificante, si riempie la cavità orale Archetti, in ambito locale personificazione perfetta (seppure, ovviamente, al livello più basso) dell’ideal-tipo del notabile politico di cui ha scritto Max Weber – sebbene il ragazzotto vociante, fra le tante altre cose, ignori certamente anche il grande sociologo e scienziato - lui sì - della politica).



Note



[1] Per una prima informazione sull’autore de Il bravo soldato Švejk, v. http://www.mandragola.com/librarsi/biografie/hasek.htm. Su Hašek, su Švejk e su molto altro sono bellissime le pagine di Angelo Maria Ribellino in Praga magica, Einaudi, Torino 1973, pp. 279-317.


martedì 18 novembre 2008

Siamo già al due. Il tre sarà la bocciatura del P.I.I. di Via Monte Sabotino?

Salvatore Ricciardi



Per Andrea Nucera, il signore con il volto corrucciato che vediamo nell’immagine, questo autunno non deve essere una delle sue stagioni più felici. Prima, un giudice ha reso inefficace con una sentenza esemplare l’intimidazione, sotto forma di querela per diffamazione, con la quale aveva tentato di zittire “Striscia la notizia” e il regista Antonio Ricci, colpevoli di aver definito “uno stupro” il folle progetto della sua società Progetto Ponente Srl (alla quale partecipa Arte, società immobiliare della Regione Liguria!) di mettere quattro grattacieli nel centro storico di Albenga. Solo che Ricci e Mediaset (udite! udite!) avevano tenuto duro e non si erano abbassati a presentare le loro scuse (questo era, forse, il vero obiettivo della querela). Tranquilli, sono andati in giudizio e hanno vinto. Le espressioni “colorite” che nella trasmissione incriminata erano state usate da Vittorio Sgarbi (“quattro cazzi” messi in un luogo che per il suo valore storico-artistico dovrebbe essere considerato sacro) e dal Gabibbo (“a Siena c’è la Torre del Mangia, qui ci saranno quelle del mangia-mangia”) facevano parte di un discorso critico argomentato, ha sentenziato il giudice. Nessuna offesa alla reputazione di Nucera e soci, dunque [v. [Un esempio per Limbiate] Il Gabibbo e le Torri d'Albenga: per il giudice nessuna diffamazione].

Ma il vero guaio, per questo signore, è stato che il rifiuto di quelli di “Striscia la notizia” di piegarsi ha messo lui e la sua società di fronte alla prospettiva di dover parlare del folle progetto davanti ad un giudice. Troppo pericoloso. Meglio ritirarlo prima del giudizio. E uno.

Adesso, la Regione Liguria (guidata dall’ex ministro Claudio Burlando, uno che ha la mania dei “porticcioli” che in realtà sono delle megastrutture con annessi insediamenti residenziali e commerciali) è costretta a porre l’alt ad un altro megaprogetto, di un’altra società di questo Nucera, nel piccolo comune di Ceriale (Savona). I particolari della vicenda si possono leggere nell’ottimo blog ligure Casa della Legalità e della Cultura (fare un doppio clic sul titolo Dopo le torri di Albenga stoppato anche il T1 di Ceriale). E due.

Ma, “Nucera… chi è costui? ” Andrea Nucera è l’amministratore unico della GEO Srl, proprietaria del 40% della SAN INVEST, la società che vorrebbe attuare il P.I.I. di Via Monte Sabotino. La SAN INVEST ha la sede ufficiale a Pogliano Milanese in Via Grassina n. 9, ma ha già una sede operativa a Limbiate in Via Corelli n. 27, presso la Immobiliare Villaggio del Sole Spa. In realtà la SAN INVEST è solo una scatola vuota: costituita meno di un anno fa, come patrimonio ha solo il capitale sociale di 10.000 euro, per il 40% di proprietà della GEO e per il 60% della BUREN Srl. Nel blog della Casa della Legalità e della Cultura e nel libro Il partito del cemento di Marco Preve e Ferruccio Sansa [http://www.chiarelettere.it/?id_blogdoc=1960965] si trovano altre notizie sul personaggio, sui suoi legami e sui progetti delle sue società in Liguria. La GEO Srl, quasi interamente di proprietà della GEO S.A., con sede nel paradiso fiscale del Lussemburgo, da non molto ha trasferito la sua sede a Milano in Viale Piave n. 41 ed è arrivata anche a Limbiate. In pieno accordo con le locuste che da sette anni devastano il nostro comune, vi ha portato i suoi metodi.

Nel progetto del P.I.I. di Via Monte Sabotino sono impressionanti, infatti, le somiglianze di fondo con il progetto di cui parlano i liguri della Casa della Legalità e della Cultura: progetto approvato dal comune nonostante i molti aspetti illegali, promesse di finte regalie (il doppio o il triplo, rispetto al dovuto, di oneri di urbanizzazione), connivenza di funzionari felloni, consiglieri comunali di centrosinistra che fanno l’opposizione di sua maestà… ), ecc. Di diverso, in negativo, c’è che a Limbiate ancora non esiste l’opposizione di molti cittadini che danno battaglia contro la speculazione edilizia in autonomia dai partiti e fanno molta controinformazione, come invece avviene, a quanto pare, a Ceriale (comune di poco più di 5.000 abitanti).

Tuttavia, anche se con poche forze, qualcosa di significativo siamo riusciti a farlo anche noi. E può darsi che avremo l’inveramento del proverbio che dice: “Non c’è due senza tre”. Fra poco più di quindici giorni, presso il TAR di Milano sarà discusso un ricorso avverso il P.I.I. di Via Monte Sabotino tutto incentrato sui molti aspetti illegittimi del progetto, che "doveva" essere approvato dal comune perché, ha giurato un assessore torvo, ossimorico e agghindato come un necroforo, “ne avremo grandi benefici economici”. I veri aspetti economici del progetto, tutti dannosi per la collettività, sono stati invece esposti dal sottoscritto e da Mauro Varisco alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica: 24 pagine di analisi approfondite per denunciare i vari danni erariali (in totale 3.303.756 euro, contro un investimento di circa 15.020.190 euro e un utile preventivato di 1.816.000 euro), e le varie operazioni truffaldine messe in atto da funzionari felloni e consulenti prezzolati per “giustificarli”, accompagnate da circa 300 pagine di documenti ufficiali. È altamente improbabile che, di fronte all’esposizione di tanti danni erariali sostenuta da tanti documenti, le due magistrature archivino l’esposto senza aprire un procedimento.

Questo è forse un aspetto che differenzia il nostro lavoro da quello dei bravissimi liguri dei blog citati: il tentativo, speriamo fruttuoso, di non limitarsi alla denuncia dei danni ambientali ma di entrare nelle “pieghe” dei procedimenti amministrativi per scoprire gli inevitabili aspetti di illegittimità amministrativa e penale e i danni per l'erario, che viceversa assicurano grandi sovrapprofitti preventivi agli speculatori e ai loro amici. Contatteremo i liguri per discuterne e per scambiarci esperienze e suggerimenti.

V. anche:


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giovedì 4 settembre 2008

Chi si batte contro lo scempio del territorio e il malaffare dei Piani Integrati d’Intervento di Via Monte Sabotino e di Via Belluno

Salvatore Ricciardi



L’intenso, assorbente lavoro di studio, analisi, discussione, coordinamento di iniziative sui Piani Integrati d’Intervento di Via Monte Sabotino e di Via Belluno, che ormai dura da circa dieci mesi, è stato sostenuto soprattutto da alcuni consiglieri d’opposizione, esclusi l’Italia dei valori e il PD.

Quest’ultimo “grande partito” (è così che in ogni plaga d'Italia loro stessi se la cantano e se la suonano) ha fornito, ma obtorto collo, solo un modestissimo sostegno iniziale: le firme per la convocazione di un paio di consigli comunali e un irrisorio finanziamento (e solo di alcuni dei suoi consiglieri). Tutto qui.

La loro guida e grande timoniere, sedicente cattivissimo fustigatore di… pulci, dopo aver fatto un paio dei suoi abituali shows verbali, si è disinteressato dei PP.II.II. e non ha tirato fuori nemmeno un baiocco. Un loro statista postelegrafonico pare che abbia ammonito gravemente che non è così [cioè informando la magistratura di certe malefatte] che si fa politica. Il Gavroche del loro gruppo consiliare, perennemente strepitante ed esilarato, prima ha sbraitato che mai si abbasserà a spulciare le carte, e poi ha scritto che lui fa le barricate nella sala consiliare, dove tuttavia i banchi e le sedie sono rimasti sempre al loro posto senza subire nemmeno un graffio. (Altri particolari su certi costumi politici del PD limbiatese nel post Gavroche nella Villa Mella del 21 giugno 2008).

Il fatto è che gli scheletri, come si sa, fanno paura, soprattutto se rischiano di saltar fuori all’improvviso dagli armadi che qualcuno si è messo ad aprire sistematicamente. (Chi non ha relazioni di parentela con quelle reliquie, tuttavia, non ha paura e presto consentirà a quegli scheletri di prendere un po’ d’aria e di asciugare le ossa al sole).

Ben diverso il comportamento di molti cittadini di diversi orientamenti politici che, del tutto tetragoni agli insegnamenti dei consumati strateghi del PD locale, si sono impegnati di persona. In molti casi, non potendo rivolgersi a nessuna magistratura, perché non interessati direttamente dai PP.II.II., hanno contribuito (alcuni con cifre minime, ma comunque politicamente significative, altri con cifre anche consistenti) a sostenere gli ingenti costi economici delle seguenti azioni:


- un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale per l’annullamento della delibera di Consiglio Comunale 20 dicembre 2007 n. 86 (approvazione del “P.I.I. in Via Monte Sabotino ecc.”);

- un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale per l’annullamento della delibera di Giunta Comunale 21 maggio 2008 n. 111 (“rettifica degli artt. 7 e 8 dello schema di convenzione allegato” al P.I.I. di Via Monte Sabotino);

- un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, ex art. 8 del D.P.R. 1199 del 24 novembre 1971, per l’annullamento della delibera di Consiglio Comunale 20 dicembre 2007 n. 86 (approvazione del “P.I.I. in Via Monte Sabotino ecc.”);

- un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, ex art. 8 del D.P.R. 1199 del 24 novembre 1971, per l’annullamento della delibera di Giunta Comunale 21 maggio 2008 n. 111 (“rettifica degli artt. 7 e 8 dello schema di convenzione allegato” al P.I.I. di Via Monte Sabotino);

- un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, ex art. 8 del D.P.R. 1199 del 24 novembre 1971, per l’annullamento della delibera di Consiglio Comunale 20 dicembre 2007 n. 85 (approvazione del “P.I.I. in Via Belluno ecc.”);

- un esposto sul P.I.I. di Via Monte Sabotino alla Procura Regionale della Corte dei Conti (su diverse ipotesi di danno erariale);

- un esposto sul P.I.I. di Via Monte Sabotino alla Sezione Regionale di Controllo della Corte dei Conti (su alcune ipotesi di illiceità);

- un esposto sul P.I.I. di Via Monte Sabotino alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano (su alcune ipotesi di reato penale).

Sono già in fase di elaborazione o di studio azioni su molte altre questioni, che potrebbero finire per colpire non solo i politici (politici ?!), ma anche alcuni funzionari (in carriera e non) che non hanno alcun senso della realtà, delle leggi e delle reali dimensioni delle figure che incarnano (veri casi di falsa coscienza), nonché alcuni "operatori economici". Saranno indirizzate a diverse magistrature, con l’esclusione della Sacra Rota, del Tribunale Militare in tempo di pace e del Magistrato delle acque, ma solo perché, purtroppo, su certe questioni non hanno giurisdizione.


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sabato 21 giugno 2008

Gavroche nella Villa Mella


Salvatore Ricciardi



"Qualche mese fa, nonostante le nostre barricate in consiglio comunale, l’amministrazione Romeo... ha autorizzato la costruzione di altre centinaia di appartamenti in via Belluno".

Le due righe e mezza che precedono si trovano nel post Tombini come frollini, che un perennemente esilarato ma mai esilarante "Gavroche" limbiatese ha messo nel blog di un altro giovanotto ormai padre di famiglia, ma che ancora indugia nei vezzi grafici degli scolaretti.

Due righe e mezza, due balle e mezza. Cominciamo dalla seconda balla: in via Belluno, se l'operazione andrà in porto, non saranno costruite centinaia di appartamenti, bensì assai meno di cento. Anche con questa precisazione quel "Programma integrato d'intervento", per il luogo dove dovrebbe essere realizzato e per il modo in cui è stato congegnato, resta una porcheria. Nessuna necessità, quindi, di ingigantire le cose né in questo caso né in generale. A nessuno stenterello deve essere mai concesso di riempire i propri vuoti di argomentazione raccontando balle, col risultato di regalare (come fa abitualmente il giovanotto autore del post di cui parlo) allo sciame di cavallette che spadroneggia a Limbiate l’ennesima occasione di facili ritorsioni polemiche contro la "faziosità dell’opposizione". Un’opposizione in realtà finta, se, per dimostrare di esistere, deve ricorrere al più classico e vile degli espedienti demagogici: la balla.

E passiamo alla prima balla, quella contenuta nell'inciso della frase riportata. Nel bilancio del Comune di Limbiate non vi è traccia di ristorni per riparare o sostituire il mobilio della sala consigliare, che da lunga pezza si conserva integro. In realtà, a memoria d’uomo, gli unici tentativi di uso improprio delle suppellettili della sala sono stati quelli del padre di famiglia vezzoso. Molti ricordano, infatti, che costui, una sera, con i propri sproloqui si era ficcato per l’ennesima volta nella situazione di farsi spellare vivo dalla maggioranza. Ormai con la psiche devastata dalle mediocrissime ritorsioni polemiche del Tecoppa sub-aspromontano e della sua ciurma, ha tentato più volte di svellere dalla sua sede il microfono, forse con l'intenzione di porre fine alle sue pene ingoiandoselo con tutta l’asta. Ma, nonostante ripetuti tentativi, non riuscì a mettere in atto l'insano proposito. (In realtà, bianco cadaverico e debilitato com'era, non aveva alcuna chance di vincere la fiera resistenza del microfono e della sua asta, che restarono attaccati al tavolo come le valve di un'ostrica). Così una famiglia non rimase priva del pane, e alla cassa comunale fu risparmiato un altro, seppur piccolo, salasso (e di questo dobbiamo rallegrarci tutti).


Dicevamo: se l’operazione P.I.I. di Via Belluno andrà in porto. Altri, infatti, fuori dal consiglio comunale, hanno lavorato e ancora lavorano per minare l’intera impalcatura sulla quale si regge quell’intervento edilizio che viola, come l’altro di Via Monte Sabotino, sia le norme edilizie del Comune, sia le leggi nazionali, sia quelle regionali. Può darsi che qualche risultato si possa ottenere.

Nulla hanno fatto, invece, il "Gavroche" e i suoi amici. Il primo, nel consiglio comunale si è ben guardato dallo scendere dai cumuli di parole che affastellava. Figuriamoci se uno che stava sulle“barricate” a lanciare sampietrini d'aria poteva mettersi a fare l’analisi minuziosa dei molti aspetti illegali di un P.I.I. Lui, il "Gavroche", ha fieramente proclamato che non si metterà mai a “spulciare le carte”. E accanto a lui, il giovanotto padre di famiglia, che sempre alterna vezzi infantili a ieratici distillati di sapienzialità politica, ha proclamato di avere “un’altra concezione della politica”.

Fuori dal consiglio comunale, poi, entrambi i giovanotti dapprima hanno preso, seppure obtorto collo, degli impegni precisi di fronte a molte persone, ma poi hanno mostrato il più totale disinteresse per l’iniziativa di presentare un ricorso straordinario per illegittimità al Presidente della Repubblica. Infine, quando il ricorso era già stato depositato tramite un legale e dopo che avevano già ricevuto il testo e le attestazioni delle notifiche, con tutto il loro gruppo hanno cercato di accampare di essere all’oscuro dell’iniziativa per scaricarsi degli oneri economici per i quali, ripeto, si erano impegnati di fronte a molte persone. Sono stati invitati, fin troppo garbatamente, ad andare a farsi benedire. (In questa occasione quello che più si è distinto per malafede e cafonaggine è stato il consigliere "barricadiero").

Del resto, i due ragazzotti di cui parlo fanno parte di un partito (partito?!), il PD, che ritiene che si possa fare politica anche con le balle. Qualche mese fa, infatti, questo partito ha stampato e diffuso un giornaletto nel quale, tra l’altro, con lodi sperticate e sorridentissimo ritratto il "Gavroche" era raccomandato come candidato da votare alle elezioni politiche di aprile. Naturalmente è stato trombato. Ma, oltre a ciò, nel giornaletto si leggeva che il PD aveva presentato un esposto alla Corte dei conti sul P.I.I. di Via Monte Sabotino. Falso. Quell’esposto non è mai stato presentato. Tuttavia, ha dichiarato il vezzoso padre di famiglia, nella campagna elettorale per raccogliere voti si possono raccontare anche delle balle. Come è noto, mal gliene incolse.

Infine, la mezza balla: non è Romeo che “ha autorizzato ecc.”, bensì la maggioranza del Consiglio comunale, nel quale i due stenterelli di cui sopra, con la loro inettitudine argomentativa (vale a dire con l’assoluta insufficienza analitica e dialettica, entrambe frutti dell'impreparazione generale e in particolare sulla questione specifica) hanno favorito e rafforzato (un vero invito a nozze!) la becera demagogia della maggioranza.



P.S. 1) Un esposto alla Corte dei conti (e ad altri tribunali ed autorità) sarà presentato, ma certo non per iniziativa del PD.

P.S. 2) Scrivendo il post mi erano venute alla mente un paio di note dei Quaderni del carcere di Antonio Gramsci: quella sulla verità che nella politica di massa è una necessità ("precisamente", sottolineava il rivoluzionario comunista sardo) e l'altra sull'uomo politico che deve essere "sapientissimo". Per un po' ho accarezzato l'idea di utilizzare le due note nel testo, ma poi, per quanto io sia totalmente ateo, accostarle ai due stenterelli di cui sopra mi è parso uno spreco sacrilego. (Anche "stenterello" è un epiteto polemico gramsciano che mi è venuto in mente mentre scrivevo, questa volta senza la sensazione del sacrilegio).


V. la rubrica TI-CHE-TE-T-ARCHETT-I-BALL