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martedì 18 novembre 2008

Siamo già al due. Il tre sarà la bocciatura del P.I.I. di Via Monte Sabotino?

Salvatore Ricciardi



Per Andrea Nucera, il signore con il volto corrucciato che vediamo nell’immagine, questo autunno non deve essere una delle sue stagioni più felici. Prima, un giudice ha reso inefficace con una sentenza esemplare l’intimidazione, sotto forma di querela per diffamazione, con la quale aveva tentato di zittire “Striscia la notizia” e il regista Antonio Ricci, colpevoli di aver definito “uno stupro” il folle progetto della sua società Progetto Ponente Srl (alla quale partecipa Arte, società immobiliare della Regione Liguria!) di mettere quattro grattacieli nel centro storico di Albenga. Solo che Ricci e Mediaset (udite! udite!) avevano tenuto duro e non si erano abbassati a presentare le loro scuse (questo era, forse, il vero obiettivo della querela). Tranquilli, sono andati in giudizio e hanno vinto. Le espressioni “colorite” che nella trasmissione incriminata erano state usate da Vittorio Sgarbi (“quattro cazzi” messi in un luogo che per il suo valore storico-artistico dovrebbe essere considerato sacro) e dal Gabibbo (“a Siena c’è la Torre del Mangia, qui ci saranno quelle del mangia-mangia”) facevano parte di un discorso critico argomentato, ha sentenziato il giudice. Nessuna offesa alla reputazione di Nucera e soci, dunque [v. [Un esempio per Limbiate] Il Gabibbo e le Torri d'Albenga: per il giudice nessuna diffamazione].

Ma il vero guaio, per questo signore, è stato che il rifiuto di quelli di “Striscia la notizia” di piegarsi ha messo lui e la sua società di fronte alla prospettiva di dover parlare del folle progetto davanti ad un giudice. Troppo pericoloso. Meglio ritirarlo prima del giudizio. E uno.

Adesso, la Regione Liguria (guidata dall’ex ministro Claudio Burlando, uno che ha la mania dei “porticcioli” che in realtà sono delle megastrutture con annessi insediamenti residenziali e commerciali) è costretta a porre l’alt ad un altro megaprogetto, di un’altra società di questo Nucera, nel piccolo comune di Ceriale (Savona). I particolari della vicenda si possono leggere nell’ottimo blog ligure Casa della Legalità e della Cultura (fare un doppio clic sul titolo Dopo le torri di Albenga stoppato anche il T1 di Ceriale). E due.

Ma, “Nucera… chi è costui? ” Andrea Nucera è l’amministratore unico della GEO Srl, proprietaria del 40% della SAN INVEST, la società che vorrebbe attuare il P.I.I. di Via Monte Sabotino. La SAN INVEST ha la sede ufficiale a Pogliano Milanese in Via Grassina n. 9, ma ha già una sede operativa a Limbiate in Via Corelli n. 27, presso la Immobiliare Villaggio del Sole Spa. In realtà la SAN INVEST è solo una scatola vuota: costituita meno di un anno fa, come patrimonio ha solo il capitale sociale di 10.000 euro, per il 40% di proprietà della GEO e per il 60% della BUREN Srl. Nel blog della Casa della Legalità e della Cultura e nel libro Il partito del cemento di Marco Preve e Ferruccio Sansa [http://www.chiarelettere.it/?id_blogdoc=1960965] si trovano altre notizie sul personaggio, sui suoi legami e sui progetti delle sue società in Liguria. La GEO Srl, quasi interamente di proprietà della GEO S.A., con sede nel paradiso fiscale del Lussemburgo, da non molto ha trasferito la sua sede a Milano in Viale Piave n. 41 ed è arrivata anche a Limbiate. In pieno accordo con le locuste che da sette anni devastano il nostro comune, vi ha portato i suoi metodi.

Nel progetto del P.I.I. di Via Monte Sabotino sono impressionanti, infatti, le somiglianze di fondo con il progetto di cui parlano i liguri della Casa della Legalità e della Cultura: progetto approvato dal comune nonostante i molti aspetti illegali, promesse di finte regalie (il doppio o il triplo, rispetto al dovuto, di oneri di urbanizzazione), connivenza di funzionari felloni, consiglieri comunali di centrosinistra che fanno l’opposizione di sua maestà… ), ecc. Di diverso, in negativo, c’è che a Limbiate ancora non esiste l’opposizione di molti cittadini che danno battaglia contro la speculazione edilizia in autonomia dai partiti e fanno molta controinformazione, come invece avviene, a quanto pare, a Ceriale (comune di poco più di 5.000 abitanti).

Tuttavia, anche se con poche forze, qualcosa di significativo siamo riusciti a farlo anche noi. E può darsi che avremo l’inveramento del proverbio che dice: “Non c’è due senza tre”. Fra poco più di quindici giorni, presso il TAR di Milano sarà discusso un ricorso avverso il P.I.I. di Via Monte Sabotino tutto incentrato sui molti aspetti illegittimi del progetto, che "doveva" essere approvato dal comune perché, ha giurato un assessore torvo, ossimorico e agghindato come un necroforo, “ne avremo grandi benefici economici”. I veri aspetti economici del progetto, tutti dannosi per la collettività, sono stati invece esposti dal sottoscritto e da Mauro Varisco alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica: 24 pagine di analisi approfondite per denunciare i vari danni erariali (in totale 3.303.756 euro, contro un investimento di circa 15.020.190 euro e un utile preventivato di 1.816.000 euro), e le varie operazioni truffaldine messe in atto da funzionari felloni e consulenti prezzolati per “giustificarli”, accompagnate da circa 300 pagine di documenti ufficiali. È altamente improbabile che, di fronte all’esposizione di tanti danni erariali sostenuta da tanti documenti, le due magistrature archivino l’esposto senza aprire un procedimento.

Questo è forse un aspetto che differenzia il nostro lavoro da quello dei bravissimi liguri dei blog citati: il tentativo, speriamo fruttuoso, di non limitarsi alla denuncia dei danni ambientali ma di entrare nelle “pieghe” dei procedimenti amministrativi per scoprire gli inevitabili aspetti di illegittimità amministrativa e penale e i danni per l'erario, che viceversa assicurano grandi sovrapprofitti preventivi agli speculatori e ai loro amici. Contatteremo i liguri per discuterne e per scambiarci esperienze e suggerimenti.

V. anche:


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giovedì 4 settembre 2008

Chi si batte contro lo scempio del territorio e il malaffare dei Piani Integrati d’Intervento di Via Monte Sabotino e di Via Belluno

Salvatore Ricciardi



L’intenso, assorbente lavoro di studio, analisi, discussione, coordinamento di iniziative sui Piani Integrati d’Intervento di Via Monte Sabotino e di Via Belluno, che ormai dura da circa dieci mesi, è stato sostenuto soprattutto da alcuni consiglieri d’opposizione, esclusi l’Italia dei valori e il PD.

Quest’ultimo “grande partito” (è così che in ogni plaga d'Italia loro stessi se la cantano e se la suonano) ha fornito, ma obtorto collo, solo un modestissimo sostegno iniziale: le firme per la convocazione di un paio di consigli comunali e un irrisorio finanziamento (e solo di alcuni dei suoi consiglieri). Tutto qui.

La loro guida e grande timoniere, sedicente cattivissimo fustigatore di… pulci, dopo aver fatto un paio dei suoi abituali shows verbali, si è disinteressato dei PP.II.II. e non ha tirato fuori nemmeno un baiocco. Un loro statista postelegrafonico pare che abbia ammonito gravemente che non è così [cioè informando la magistratura di certe malefatte] che si fa politica. Il Gavroche del loro gruppo consiliare, perennemente strepitante ed esilarato, prima ha sbraitato che mai si abbasserà a spulciare le carte, e poi ha scritto che lui fa le barricate nella sala consiliare, dove tuttavia i banchi e le sedie sono rimasti sempre al loro posto senza subire nemmeno un graffio. (Altri particolari su certi costumi politici del PD limbiatese nel post Gavroche nella Villa Mella del 21 giugno 2008).

Il fatto è che gli scheletri, come si sa, fanno paura, soprattutto se rischiano di saltar fuori all’improvviso dagli armadi che qualcuno si è messo ad aprire sistematicamente. (Chi non ha relazioni di parentela con quelle reliquie, tuttavia, non ha paura e presto consentirà a quegli scheletri di prendere un po’ d’aria e di asciugare le ossa al sole).

Ben diverso il comportamento di molti cittadini di diversi orientamenti politici che, del tutto tetragoni agli insegnamenti dei consumati strateghi del PD locale, si sono impegnati di persona. In molti casi, non potendo rivolgersi a nessuna magistratura, perché non interessati direttamente dai PP.II.II., hanno contribuito (alcuni con cifre minime, ma comunque politicamente significative, altri con cifre anche consistenti) a sostenere gli ingenti costi economici delle seguenti azioni:


- un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale per l’annullamento della delibera di Consiglio Comunale 20 dicembre 2007 n. 86 (approvazione del “P.I.I. in Via Monte Sabotino ecc.”);

- un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale per l’annullamento della delibera di Giunta Comunale 21 maggio 2008 n. 111 (“rettifica degli artt. 7 e 8 dello schema di convenzione allegato” al P.I.I. di Via Monte Sabotino);

- un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, ex art. 8 del D.P.R. 1199 del 24 novembre 1971, per l’annullamento della delibera di Consiglio Comunale 20 dicembre 2007 n. 86 (approvazione del “P.I.I. in Via Monte Sabotino ecc.”);

- un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, ex art. 8 del D.P.R. 1199 del 24 novembre 1971, per l’annullamento della delibera di Giunta Comunale 21 maggio 2008 n. 111 (“rettifica degli artt. 7 e 8 dello schema di convenzione allegato” al P.I.I. di Via Monte Sabotino);

- un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, ex art. 8 del D.P.R. 1199 del 24 novembre 1971, per l’annullamento della delibera di Consiglio Comunale 20 dicembre 2007 n. 85 (approvazione del “P.I.I. in Via Belluno ecc.”);

- un esposto sul P.I.I. di Via Monte Sabotino alla Procura Regionale della Corte dei Conti (su diverse ipotesi di danno erariale);

- un esposto sul P.I.I. di Via Monte Sabotino alla Sezione Regionale di Controllo della Corte dei Conti (su alcune ipotesi di illiceità);

- un esposto sul P.I.I. di Via Monte Sabotino alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano (su alcune ipotesi di reato penale).

Sono già in fase di elaborazione o di studio azioni su molte altre questioni, che potrebbero finire per colpire non solo i politici (politici ?!), ma anche alcuni funzionari (in carriera e non) che non hanno alcun senso della realtà, delle leggi e delle reali dimensioni delle figure che incarnano (veri casi di falsa coscienza), nonché alcuni "operatori economici". Saranno indirizzate a diverse magistrature, con l’esclusione della Sacra Rota, del Tribunale Militare in tempo di pace e del Magistrato delle acque, ma solo perché, purtroppo, su certe questioni non hanno giurisdizione.


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