sabato 21 giugno 2008

Gavroche nella Villa Mella


Salvatore Ricciardi



"Qualche mese fa, nonostante le nostre barricate in consiglio comunale, l’amministrazione Romeo... ha autorizzato la costruzione di altre centinaia di appartamenti in via Belluno".

Le due righe e mezza che precedono si trovano nel post Tombini come frollini, che un perennemente esilarato ma mai esilarante "Gavroche" limbiatese ha messo nel blog di un altro giovanotto ormai padre di famiglia, ma che ancora indugia nei vezzi grafici degli scolaretti.

Due righe e mezza, due balle e mezza. Cominciamo dalla seconda balla: in via Belluno, se l'operazione andrà in porto, non saranno costruite centinaia di appartamenti, bensì assai meno di cento. Anche con questa precisazione quel "Programma integrato d'intervento", per il luogo dove dovrebbe essere realizzato e per il modo in cui è stato congegnato, resta una porcheria. Nessuna necessità, quindi, di ingigantire le cose né in questo caso né in generale. A nessuno stenterello deve essere mai concesso di riempire i propri vuoti di argomentazione raccontando balle, col risultato di regalare (come fa abitualmente il giovanotto autore del post di cui parlo) allo sciame di cavallette che spadroneggia a Limbiate l’ennesima occasione di facili ritorsioni polemiche contro la "faziosità dell’opposizione". Un’opposizione in realtà finta, se, per dimostrare di esistere, deve ricorrere al più classico e vile degli espedienti demagogici: la balla.

E passiamo alla prima balla, quella contenuta nell'inciso della frase riportata. Nel bilancio del Comune di Limbiate non vi è traccia di ristorni per riparare o sostituire il mobilio della sala consigliare, che da lunga pezza si conserva integro. In realtà, a memoria d’uomo, gli unici tentativi di uso improprio delle suppellettili della sala sono stati quelli del padre di famiglia vezzoso. Molti ricordano, infatti, che costui, una sera, con i propri sproloqui si era ficcato per l’ennesima volta nella situazione di farsi spellare vivo dalla maggioranza. Ormai con la psiche devastata dalle mediocrissime ritorsioni polemiche del Tecoppa sub-aspromontano e della sua ciurma, ha tentato più volte di svellere dalla sua sede il microfono, forse con l'intenzione di porre fine alle sue pene ingoiandoselo con tutta l’asta. Ma, nonostante ripetuti tentativi, non riuscì a mettere in atto l'insano proposito. (In realtà, bianco cadaverico e debilitato com'era, non aveva alcuna chance di vincere la fiera resistenza del microfono e della sua asta, che restarono attaccati al tavolo come le valve di un'ostrica). Così una famiglia non rimase priva del pane, e alla cassa comunale fu risparmiato un altro, seppur piccolo, salasso (e di questo dobbiamo rallegrarci tutti).


Dicevamo: se l’operazione P.I.I. di Via Belluno andrà in porto. Altri, infatti, fuori dal consiglio comunale, hanno lavorato e ancora lavorano per minare l’intera impalcatura sulla quale si regge quell’intervento edilizio che viola, come l’altro di Via Monte Sabotino, sia le norme edilizie del Comune, sia le leggi nazionali, sia quelle regionali. Può darsi che qualche risultato si possa ottenere.

Nulla hanno fatto, invece, il "Gavroche" e i suoi amici. Il primo, nel consiglio comunale si è ben guardato dallo scendere dai cumuli di parole che affastellava. Figuriamoci se uno che stava sulle“barricate” a lanciare sampietrini d'aria poteva mettersi a fare l’analisi minuziosa dei molti aspetti illegali di un P.I.I. Lui, il "Gavroche", ha fieramente proclamato che non si metterà mai a “spulciare le carte”. E accanto a lui, il giovanotto padre di famiglia, che sempre alterna vezzi infantili a ieratici distillati di sapienzialità politica, ha proclamato di avere “un’altra concezione della politica”.

Fuori dal consiglio comunale, poi, entrambi i giovanotti dapprima hanno preso, seppure obtorto collo, degli impegni precisi di fronte a molte persone, ma poi hanno mostrato il più totale disinteresse per l’iniziativa di presentare un ricorso straordinario per illegittimità al Presidente della Repubblica. Infine, quando il ricorso era già stato depositato tramite un legale e dopo che avevano già ricevuto il testo e le attestazioni delle notifiche, con tutto il loro gruppo hanno cercato di accampare di essere all’oscuro dell’iniziativa per scaricarsi degli oneri economici per i quali, ripeto, si erano impegnati di fronte a molte persone. Sono stati invitati, fin troppo garbatamente, ad andare a farsi benedire. (In questa occasione quello che più si è distinto per malafede e cafonaggine è stato il consigliere "barricadiero").

Del resto, i due ragazzotti di cui parlo fanno parte di un partito (partito?!), il PD, che ritiene che si possa fare politica anche con le balle. Qualche mese fa, infatti, questo partito ha stampato e diffuso un giornaletto nel quale, tra l’altro, con lodi sperticate e sorridentissimo ritratto il "Gavroche" era raccomandato come candidato da votare alle elezioni politiche di aprile. Naturalmente è stato trombato. Ma, oltre a ciò, nel giornaletto si leggeva che il PD aveva presentato un esposto alla Corte dei conti sul P.I.I. di Via Monte Sabotino. Falso. Quell’esposto non è mai stato presentato. Tuttavia, ha dichiarato il vezzoso padre di famiglia, nella campagna elettorale per raccogliere voti si possono raccontare anche delle balle. Come è noto, mal gliene incolse.

Infine, la mezza balla: non è Romeo che “ha autorizzato ecc.”, bensì la maggioranza del Consiglio comunale, nel quale i due stenterelli di cui sopra, con la loro inettitudine argomentativa (vale a dire con l’assoluta insufficienza analitica e dialettica, entrambe frutti dell'impreparazione generale e in particolare sulla questione specifica) hanno favorito e rafforzato (un vero invito a nozze!) la becera demagogia della maggioranza.



P.S. 1) Un esposto alla Corte dei conti (e ad altri tribunali ed autorità) sarà presentato, ma certo non per iniziativa del PD.

P.S. 2) Scrivendo il post mi erano venute alla mente un paio di note dei Quaderni del carcere di Antonio Gramsci: quella sulla verità che nella politica di massa è una necessità ("precisamente", sottolineava il rivoluzionario comunista sardo) e l'altra sull'uomo politico che deve essere "sapientissimo". Per un po' ho accarezzato l'idea di utilizzare le due note nel testo, ma poi, per quanto io sia totalmente ateo, accostarle ai due stenterelli di cui sopra mi è parso uno spreco sacrilego. (Anche "stenterello" è un epiteto polemico gramsciano che mi è venuto in mente mentre scrivevo, questa volta senza la sensazione del sacrilegio).


V. la rubrica TI-CHE-TE-T-ARCHETT-I-BALL

Nessun commento: