
venerdì 31 gennaio 2014
Non c’è fine al peggio del Comitato delle Pacciade e del misirizzi di Mombello

1) “la Provincia
ha accolto tutte le osservazioni” [presentate dal misirizzi al PTCP
adottato alla fine del 2011];
2) “alcune aree sono state vincolate pesantemente, aree agricole
strategiche; altre sottoposte, a vincoli agricoli, allevamento o piantumazione,
renderanno parecchio difficile la loro trasformazione in aree edificabili”,
ma erano affermazioni false, che servivano come preliminari per il delirio orgasmatico finale: “risultati a dir
poco strabilianti!”, “un dono per le generazioni future”, e via sbarellando.
Questa volta la
seconda affermazione è tralasciata, mentre la prima è ridotta ad “accoglimento di gran parte delle osservazioni ‘in estensione’”. Ma anche
“accoglimento di gran parte” è falso.
Le osservazioni del Comitato delle Pacciade al PTCP erano tutte volte ad ottenere la destinazione
ad “Attività Agricola di interesse Strategico” (AAS) e non, si badi, altre destinazioni urbanistiche; esse riguardavano
le seguenti aree (riprendo testualmente dal sito dei pacciadori):
1) Via san Giovanni Di Dio (area
a Nord non edificata, in continuità con l’area boschiva esistente;
2) area compresa tra via Monte
Bianco a Nord e Via Monte Rosa a Sud;
3) area agricola generica a Sud
di Via Monte Rosa, confinante con il Parco delle Groane;
4) area in zona F2, all’interno
dell’area ex-ospedale psichiatrico antonini, ove sono presenti coltivazioni in
atto legate alla scuola di agraria e all’attività di una cooperativa sociale di
florovivaismo;
5) area in zona agricola generica
confinante col Cimitero Maggiore, un tempo cava;
6) area a Sud della provinciale
Monza-Saronno in zona agricola generica al confine con il comune di Bovisio
Masciago;
7) area ricompresa tra Via
Gargano e la cava Ferrari;
8) area a ovest della cava
ferrari compresa tra Viale dei Mille a Nord e Via Sarpi a Sud;
9) area ubicata tra la
Via Ravenna ed il confine con Bovisio
Masciago.
Se leggiamo la “Sintesi dei
contenuti” del’istruttoria tecnica delle controdeduzioni (pp. 489-492) e
guardiamo la Tavola 07b del PTCP troviamo
che:
- l’osservazione n. 1 e l’osservazione n.
2 non sono state
accolte, entrambe per il seguente motivo:
“L’inserimento in AAS non è coerente con i
criteri per l’individuazione degli ambiti e con l’impostazione metodologica del
procedimento di individuazione effettuato”;
- l’osservazione n. 3 sembra sia stata accolta,
ma in realtà la destinazione ad AAS è stata deliberata prima del suo esame, per accogliere l’osservazione presentata dal
Comune di Limbiate (v. Delibera G.C. n. 50 del 16 marzo 2012 e Allegato A) che,
in sostituzione delle aree di Via Gorkij e di Via Ravenna (sulle quali il
centrosinistra vorrebbe far edificare edifici residenziali), proponeva di
destinare ad AAS un’area che nel vigente PRG è l’unica ancora disponibile fra
quelle destinate a PEEP (“Piano per l'Edilizia Economica e Popolare”). Con la
richiesta, accolta, di destinazione ad AAS è stata operata surrettiziamente una
variante al PRG vigente, che sarà definitivamente sancita dal PGT. Non sarà più possibile, quindi, che famiglie a basso
reddito organizzate in una o più cooperative costruiscano case economiche e popolari su quest’area, che è del tutto inessenziale come AAS perché è confinante con un’altra
vastissima area compresa nel Parco delle Groane e vincolata ad usi agricoli! Ad ulteriore
dimostrazione della loro natura
reazionaria, il Comitato delle Pacciade e il misirizzi di Mombello
condividono con la Giunta Comunale
il definitivo abbandono di una conquista fondamentale del movimento popolare
per la casa degli anni sessanta-settanta!
- l’osservazione n. 4 non è stata accolta, per
i seguenti motivi:
“Una porzione di tale area risulta compresa
in un ambito individuato in recepimento della verifica regionale (DGR n. 3398 del 9 maggio 2012, prescrittiva per la
Provincia, ndr)
(…) L’eventuale accoglimento
dell’osservazione determinerebbe, per le modalità di individuazione degli AIP (Ambiti
di Interesse Provinciale) l’eliminazione
della qualificazione stessa ad AIP delle aree stesse e, quindi, la modificazione
dell’esito della verifica regionale. In
tal senso la richiesta di inserimento in AAS di tale porzione risulta superata
dall’intervenuta qualificazione ad AIP”.
- l’osservazione n. 5 non è stata accolta, in parte per gli stessi motivi della n. 4 ed
in parte per i seguenti:
“l’inserimento in AAS non è coerente con i
criteri per l’individuazione degli ambiti e con l’impostazione metodologica del
procedimento di individuazione effettuato”; inoltre “l’area in oggetto è pianificata come ‘attrezzature collettive (cimitero) e relativa ‘zona di rispetto
cimiteriale’ (vincolo posto da una legge statale e
quindi sovraordinato al PTCP);
- l’osservazione n. 6 non è stata accolta,
per gli stessi motivi della n. 4; tuttavia, la Provincia ha destinato ad AAS un’altra area,
insignificante per estensione, non
confinante con il Cimitero Maggiore e della
quale nelle “osservazioni” dei pacciadori
non si fa cenno, sulla quale a memoria d’uomo l’agricoltura non è mai stata
esercitata; inoltre risulta classificata nel DUSAF (Destinazione
d'Uso dei Suoli Agricoli e Forestali, banca dati della Regione) in parte “boschi di
latifoglie a densità medio-alta” ed in parte “cespuglieti in aree agricole abbandonate”;
- l’osservazione n. 7 non è stata accolta,
per lo stesso motivo delle n. 1 e 2 e per i seguenti:
- “L’area in oggetto, pur pianificata come
‘zona E agricola generica’ nello strumento urbanistico di riferimento al
31/3/2011 (PRG), è classificata nel DUSAF come ‘tessuto residenziale rado e
nucleiforme’ oltre che interessata in parte da aree pertinenziali di edifici
esistenti”.
- L’area (…) non si pone in continuità con
altri AAS perché ricadente nel tessuto urbano consolidato”.
- “L’area non è censita nel SIARL (Sistema Informativo Agricoltura Regione Lombardia) e secondo la
Banca Dati ERSAF (Ente Regionale per i
Servizi all’Agricoltura e alle Foreste) di
fatto ha valore agricolo nullo”.
- l’osservazione n. 8 è l’unica accolta, nonostante
l’istruttoria tecnica abbia formulato le seguenti considerazioni limitative:
- “l’inserimento in AAS non è coerente con i
criteri per l’individuazione degli ambiti e con l’impostazione metodologica del
procedimento di individuazione effettuato”;
- “l’area in oggetto, pianificata come 'zona E
agricola generica' (nel PRG vigente) è
classificata nel DUSAF in parte come ‘seminativi semplici’ ed in parte come
‘cave’;
- l’area è parzialmente censita nel SIARL ed
è interessata da rilevanze segnalate dal Settore Ambiente ed Agricoltura (della Provincia) che
riportano attività di giovani agricoltori” (smantellate ormai da diversi
anni, ndr);
- l’area (…) non si pone in continuità con
altri AAS perché ricadente nel tessuto urbano”.
Ora a queste
notazioni limitative del valore
“strategico” come area agricola di interesse provinciale si potrà riferire
il Comune di Limbiate per chiedere alla Provincia che la destinazione ad AAS
sia annullata in sede di variante del PTCP, come ha già cominciato a fare
l’assessore Ferrante, poiché il PGT che si vuole approvare prevede sull’area
un’edificabiltà pari a circa 135.000 metri cubi;
- l’osservazione n. 9 non è stata accolta,
perché chiedeva di destinare ad AAS un’area che già aveva questa destinazione
nel PTCP adottato, e quindi era del tutto inutile.
Dunque:
come si può constatare, una sola osservazione
del Comitato delle Pacciade (la n. 8) effettivamente è stata accolta, e se
anche volessimo considerare come osservazioni accolte anche la n. 3 e la n. 9,
solo con la faccia di tolla ammalorata del misirizzi di Mombello e dei suoi
quattro-cinque seguaci si potrebbe continuare a parlare di “accoglimento di gran parte delle osservazioni ‘in estensione’”!
Per quanto riguarda il silenzio
del Comune che sarebbe stato registrato dalla Provincia come “assenso” alle
osservazioni dei pacciadori, la
semplice constatazione che di queste una sola coincideva con un’osservazione
del Comune (la n. 3 - con il risultato che ho sottolineato!), e che la quasi totalità non è stata accolta,
basta per dimostrare che la
Provincia non ha affatto considerato il silenzio del Comune
come “assenso”. Ancora una volta, quindi, il misirizzi di Mombello (o chi per
lui) si è messo a bausciare.
Quanto all’obbligo del Comune di conformare il PGT al PTCP nell’individuazione
delle AAS (obbligo che sarebbe stato affermato dal Presidente della Provincia e
dall’Assessore alla pianificazione), solo dei montati e/o ignoranti possono
credere che ciò sia vero: in realtà, come ho già fatto notare a proposito della
Rete Verde di Ricomposizione Paesaggistica*, anche a
proposito delle AAS il Comune può, approvando
il PGT, modificare il PTCP (costringendo la Provincia a convalidare le modifiche in sede di variante), come
è previsto dalle Norme del Piano (v. art. 7 comma 3; i grassetti sono miei, ndr):
“In sede d’individuazione delle aree
destinate all’agricoltura, i Comuni
hanno la facoltà di apportare all’individuazione degli ambiti destinati
all’attività agricola d’interesse strategico:
- rettifiche
ossia correzioni di errori evidenziati da oggettive risultanze riferite alla
scala comunale;
- precisazioni ossia integrazioni in relazione all’accertamento dell’uso
concreto ed effettivo di singole aree ovvero alla presenza di manufatti e
impianti compatibili con lo svolgimento delle attività agricole;
-
miglioramenti ossia integrazioni degli ambiti che garantiscano più efficacemente il conseguimento degli
obiettivi del PTC”.
Orbene, per tutte le aree di maggiore estensione fra le
pochissime che il PTCP destina ad AAS, è
possibile sostenere che:
a) non vi si svolge effettivamente un’attività agricola, e quasi tutte le “Rilevanze del Sistema
Rurale” della Tavola 7a non hanno alcun fondamento (se davvero vi fosse la
quantità di “allevamenti” indicati con il colore giallo sulla tavola, Limbiate sembrerebbe essere nelle pampas
argentine!);
b) i terreni delle AAS del PTCP sono poco adatti all’agricoltura
(l’assessore Ferrante è già andato a far presente alla Provincia che sull’area
della cava Ferrari, “tombata” con materiali riportati, è impensabile esercitare
un’attività agricola minimamente redditizia);
c) vi sono altre
aree che più correttamente possono essere vincolate ad AAS,
perché è accertato (e riportato dalla stessa Tavola delle Rilevanze del Sistema Rurale” del
PTCP, che tuttavia non stabilisce
alcun vincolo) che vi si esercita “concretamente
ed effettivamente” l’agricoltura ed effettivamente hanno un’importanza strategica sia a livello
provinciale che comunale: per esempio l'area dell’azienda agraria dell’ITAS di
Mombello, che è importante sia per la sua estensione sia, soprattutto, perché è
indispensabile per la formazione di buona parte dei periti agrari della
provincia, e quindi assai più delle aree che erano o sono delle cave può "garantire più efficacemente il
conseguimento degli obiettivi del PTCP".
Per comprendere, infine, quale
sia effettivamente la forza prescrittiva dei vincoli del PTCP sulle AAS del
Comune di Limbiate, si consideri inoltre che fra qualche mese sarà formalizzato il
distacco del Comune dalla Provincia di Monza per entrare nella Città
Metropolitana di Milano, e se è vero che intanto il PTCP di Monza resterà vigente fino all’approvazione del PTC della Città Metropolitana, tale approvazione sarà l'occasione che
darà al centrosinistra di Limbiate la possibilità di conformare, nei fatti, il PTC al suo PGT, dal quale non sono state affatto cancellate le intenzioni
edificatorie sulle aree della cava Ferrari e di Via Gorkij*** (ma anche su
quella di Via Ravenna) - apertamente
infischiandosene del PTCP di Monza.
*** La
destinazione “ACSA” (Area di
Concentrazione per i Servizi destinati all’Agricoltura) non è analoga ad “AAS”, ed è una maschera per "edificabilità commerciale" (per lo smercio di prodotti non generati in loco!), con un indice ben superiore a quello ammesso sulle aree agricole.
venerdì 24 gennaio 2014
È scomparso il tavolo dell’assessore che c’era prima

Ora chiunque abbia a cuore il
bene di Limbiate deve essere consapevole che il caso travalica l’ambito
personale e riveste un interesse pubblico. Il tavolo deve essere ritrovato. Innanzitutto,
ne va della salute dell’assessore all’urbanistica che c’era prima. Per il
trauma che ha subito, il poverino rischia di precipitare nell’autismo; già ne
manifesta alcuni allarmanti sintomi. È quindi urgente che per il ritrovamento del tavolo si metta in moto la Protezione Civile,
locale e regionale. E secondo il mio modesto avviso non si dovrebbe trascurare
di inviare una segnalazione alla trasmissione “Chi l’ha visto?"
Ma, a parte l’obbligo morale di
riconoscere che della condizione neuro-psichica dell’assessore
che c’era prima se ne deve occupare la comunità intera, si deve
anche prendere coscienza che la salute pubblica in generale non può essere tutelata se non abbiamo a disposizione un tavolo come quello scomparso. Quindi, qualora risultasse impossibile ritrovare l’originale,
io suggerirei di battere a tappeto la fascia che da Palazzolo
Milanese, passando per Varedo, Villaggio dei Fiori, Bovisio Masciago, Cesano Maderno, Meda, Seregno e Giussano si
estende fino a buona parte del Canturino. Forse, con l'aiuto degli dei, in qualche superstite bottega ancora si potrebbe trovare un anziano legnamé in grado di costruire un degno
sostituto del tavolo scomparso. E se disgraziatamente andasse male, si
potrebbero fare tentativi presso i supermercati Ikea.
martedì 21 gennaio 2014
Bacchettare un ragazzino, ovvero quando il bue dice cornuto all’asino

Ora, che la recente
installazione sia stata autorizzata sulla base di un regolamento oculatamente
approntato ed approvato nel 2002 dal centro-destra, è solo un fatto che rende ancor più negativo
il giudizio sul centrosinistra che tanto tranquillamente l’ha approvata. Ed è un giudizio gravemente negativo che per nulla può essere
alleviato dal fatto che Romeo sia socio della ditta che ha installato l’antenna.
Ma, a parte queste semplici considerazioni, il docente si comporta da maramaldo
(con un ragazzino imberbe!) perché soprattutto fa
come il bue che dice cornuto all’asino.
Quattro o forse cinque anni fa,
quando gli abitanti nei pressi di Via Nullo (fra i quali il sottoscritto) poco
dopo l’estate, se non ricordo male, si ritrovarono a poche decine di metri e addirittura a pochissimi metri dai tetti
delle loro case un’enorme antenna, tutto il centrosinistra, con in testa i DS (o
il PD), dei quali Michelangelo Campisi era uno degli esponenti principali, e
Terragni, fecero di tutto affinché dei ragazzini che, anche allora, si
agitavano sulla questione (nel modo inevitabilmente maldestro in cui possono
agitarsi dei ragazzini sprovvisti di qualsiasi preparazione ed esperienza
politica), non stabilissero rapporti con chi (il sottoscritto), sosteneva che
stante il regolamento (che era lo stesso di quello odierno) sarebbe risultato inevitabilmente
vano il tentativo di far cambiare posizione alla giunta Romeo con discorsi
incentrati esclusivamente sulla tutela della salute. Quindi, sostenevo, ben
potevano i vari Terragni e Campisi fare interventi in consiglio comunale e presentare
mozioni e interpellanze, ma, tenendo sott’occhio le scadenze, sarebbe stato opportuno studiare i documenti per vedere se fosse possibile proseguire la battaglia con un
ricorso al TAR; ricorso che, non solo per quanto riguarda i costi, ma
soprattutto per la natura dell’autorizzazione che si sarebbe chiesto di
annullare, non poteva non essere un ricorso collettivo.
Sostenevo questa posizione perché
già solo leggendo il regolamento avevo l’impressione, innanzitutto, che non tutto
tornasse a proposito delle distanze dagli edifici pubblici o di uso pubblico
(Scuola Media di Via L. da Vinci, Centro sportivo, piscina); ma poi, e soprattutto,
avevo notato che la planimetria allegata al regolamento ancora rappresentava la situazione urbanistica che vi era nelle vicinanze di Via
Nullo diversi anni prima, mentre ormai la densità abitativa era quasi
triplicata (erano stati costruiti tutti i grandi caseggiati di Via Montale e di
Via Risorgimento), e inoltre era stata costruita una struttura di uso pubblico,
il “centro natatorio”, che si trova certamente ad una distanza inferiore a
quella minima ammessa dallo stesso regolamento comunale.
Nessuno dei consiglieri comunali di centrosinistra mi aiutò ad ottenere in tempi brevi i documenti del progetto e delle varie autorizzazioni. Solo quando ormai il termine per un ricorso stava per scadere riuscii ad ottenere alcuni dei documenti. Ebbene, con un esame un po' più approfondito trovai altri elementi che,
come mi confermarono alcuni avvocati, potevano essere impugnati con molte
probabilità di successo, fino ad ottenere,
per quanto riguarda le emissioni elettromagnetiche effettive, le distanze dal “perimetro
di proprietà” degli edifici pubblici e la situazione urbanistica del momento in
cui l’antenna era stata installata, l’annullamento
non solo dell’autorizzazione, ma anche, necessariamente, delle relative parti del
regolamento.
Ma non solo il tentativo, l'ipotesi stessa di un ricorso collettivo al TAR fu sabotata! I consiglieri
comunali del centrosinistra, fra i quali i Terragni e i Campisi all'epoca non si
peritavano di ostentare disprezzo verso qualsiasi ricorso al TAR (Campisi gravemente ammoniva: “non dobbiamo far dipendere la
nostra azione politica dalla sentenza di un giudice”), fecero terra
bruciata attorno a me, fino al punto di non invitarmi, io che ero direttamente
interessato (per la vicinanza della mia abitazione), e forse, anzi sicuramente, proprio per questo, ad una riunione di
residenti nei pressi dell’antenna. Ad alcuni giovani fu “consigliato” di stare
alla larga da un “soggetto” assai poco raccomandabile come il sottoscritto! In
sostanza il centrosinistra non volle nemmeno prendere in considerazione l’ipotesi
di un ricorso al TAR. Quel regolamento è ancora vigente, ed ancora alcuni nell'area del centrosinistra fanno appello ad una discrezionalità politica impossibilitata da leggi e regolamenti (come, solo dopo diversi
giorni ed una mia riferita sfuriata telefonica, finalmente si ammette) che avrebbe potuto (quale pio desiderio!) non concedere
l’autorizzazione per installare l’antenna.
Campisi si vanta con il ragazzino
del Ceresolo di non essersi mai fatto scattare foto ricordo insieme al sindaco,
però io ricordo l’articolo (non so se nell’archivio ripubblicato degli articoli
dei suoi innumerevoli blog cancellati, fra le diverse oculate omissioni vi è
anche questa) nel quale raccontava tutto gongolante che De Luca, incontrando
sua madre, le aveva detto: “mi dicono che
tuo figlio è un cavallo pazzo”; un evento che non poteva non essere
annunciato urbi et orbi, e che gli dava
l’occasione per scriversi l’ennesima auto-agiografia. E poiché rinfacciare una
fotografia “istituzionale”è troppo poco, si mette anche a maramaldeggiare redarguendo
il ragazzino perché non sarebbe stato attento ai suoi articoli! E gli insegna anche
come dovrebbe fare per ottenere credibilità!
domenica 19 gennaio 2014
Incentivi per progettare di riempire le buche stradali ed imbiancare le aule scolastiche

Nel centrosinistra di Limbiate
forse solo un moccioso maleducato ha sentito nominare il più radicale degli
economisti borghesi, ma questo non è un problema. Anche senza aver letto la Teoria generale
dell'occupazione, dell'interesse e della moneta e Le conseguenze economiche della pace, il nostro centrosinistra è famoso per
essere un densissimo concentrato di intelligenza creatrice ed anzi fantasiosa. Ma
Keynes formulava il suo consiglio al tempo della Grande Crisi cominciata nel 1929,
noi invece siamo nel terzo millennio. Allora, bastava mettere in squadra degli
operaiacci disoccupati, fornirli di badili e picconi e metterli all’opra.
Oggidì, invece, anche il riempimento delle buche non può non avere delle fasi
preparatorie elaborate e complesse. Ecco allora che nel settore guidato dal
serafico assessore Alberti, anche quando si tratta di stendere due dita di
macadam, il consiglio di Lord Keynes viene applicato con la sofisticazione che i tempi
moderni richiedono.
Per riempire le
buche stradali serve un progetto. Quindi (ecco come il pensiero di Keynes viene applicato in modo innovativo,
seppure inconsapevolmente, qui da noi), non appena si contano cinque o sei
buche, un rubizzo geometra con la
P.O. (e lo stipendio) da dirigente stende una relazione per la Giunta Comunale, poi si costituisce
un gruppo di lavoro (immancabilmente guidato dal rubizzo geometra), si compulsano
non meno di cinque o sei digesti della scienza giuridico-amministrativa, si fanno
rilievi geologici, geotecnici, idrogeologici e per maggior scrupolo
anche idraulici, si compiono misurazioni
e calcoli econometrici, si riempiono scartoffie prestampate per uno spessore di
alcuni decimetri, si elaborano determinazioni con le quali, tra l’altro, si
decreta che le buche sono “profonde”, si contattano ditte, si confrontano
offerte, si decide, alla luce di ponderate valutazioni giuridico-economiche, a
chi affidare i lavori, la cui esecuzione poi sarà controllata de visu ed
infine certificata… [v. nell’Albo Pretorio on line, fra le altre, le Determinazioni
S03 n. 92, 102 e 163 del 2013].
Visto quale colpo di volano si
può dare al lavoro di alcuni geometri, quando si mette in atto creativamente,
anche senza saperlo, un consiglio dell’economista del Circolo di Bloomsbury? E, si badi, a tutto questo fervoroso lavorìo
(mi scuso se per mia ignoranza ho omesso qualche passaggio) ci si dedica, per
esempio, anche quando si tratta di imbiancare le pareti delle aule scolastiche.
Ora nessuno può negare che tutto questo darsi da fare progettuale richiede uno sforzo eccezionale e tempi necessariamente lunghi. Ma come si può fare affinché alcuni geometri si accollino un impegno che va ben
al di là delle normali mansioni alle quali sono tenuti? È fuori discussione che
un carico di lavoro di tal fatta deve essere adeguatamente compensato. Il Contratto
Collettivo Nazionale di Lavoro prevede l’incentivo
alla progettazione, dunque a dirigenti, progettisti, direttori dei lavori,
certificatori di regolare esecuzione sia assegnato questo incentivo! Pas de problème se la Corte dei Conti coltiva la bizzarria di sostenere che l’incentivo alla progettazione può essere assegnato solo nel caso di un’attività effettivamente progettuale. La Corte, si sa, è piena di personaggi
alquanto originali.
Quelle screanzate delle mamme devono
moderare le loro pretese. La smettano di sfruculiare. Si sforzino di capire
che, in questi tempi di crisi, serve la creatività diuturnamente raccomandata
da un ex assessore. Anche le mamme possono dare un colpo di volano all’economia
(domestica). Appena smette di piovere, approfittino delle buche per fare come
la bella signora della fotografia.
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sabato 18 gennaio 2014
I bilanci del Comune falsificati da un ex assessore (che il suo stesso partito ha dovuto segare)
“più o meno viene tagliato 1 milione di € all'anno dal bilancio comunale
(negli ultimi 3 anni circa 3 milioni)”

Un’altra bugiarda (e
incompetente, e condannata ad essere incompetente perché abitualmente bugiarda)
che, per tentare di coprire l‘incapacità di fare l’assessore al bilancio, non
ha mancato di servirsi, in diverse occasioni, della frottola dei “ritardi” e
dei “tagli” dei trasferimenti statali è la spocchiosissima vice-sindachessa
Ripamonti. Questa è arrivata fino al punto di firmare con il ragioniere
comunale una relazione, poi inserita in una delibera con la quale, ad una
precisa domanda della Corte dei Conti, che chiedeva se una delibera del
Consiglio Comunale esisteva o no, la Giunta Comunale rispondeva con una dichiarazione falsa, cioè che la
sottoscrizione di una fidejussione a favore dell’imprenditore privato che ha
costruito la piscina era stata autorizzata secondo le modalità prescritte dalla
legge. Costei ha detto il falso,
insieme a tutta la Giunta,
anche a proposito della modifica del regolamento comunale sull’addizionale
all’IRPEF, imposta dal Ministero delle Finanze che, seppure in ritardo, ha
rilevato e contestato l’illegittimità
dell’esenzione dall’addizionale comunale
per le famiglie con quattro figli
ed un reddito fino a 60.000 euro.
Dunque: con tali precedenti, un ammalato
acuto e cronico di verborragia come l’assessore all’urbanistica che c’era
prima poteva esimersi dal rilanciare la frottola, per
giustificare l’incapacità sua e del centrosinistra di far funzionare i servizi
del Comune in un modo che restituisca alle classi sociali più deboli almeno un
po’ di giustizia sociale? Evidentemente no, ed eccolo venirsene fuori con la
frase riportata all’inizio in corsivo.
Lo Stato non ha tagliato, negli ultimi tre, un milione all’anno.
Consideriamo le cifre (reperibili sul sito del Ministero dell’Interno: http://finanzalocale.interno.it/apps/floc.php/in/cod/4)
dei Titoli I (Entrate Tributarie) e II (Entrate derivanti da contributi e
trasferimenti correnti) dei Conti consuntivi del Comune (solo per il 2013 le
cifre riportate sono quelle del Bilancio previsionale, poiché il Consuntivo non
è ancora disponibile). È necessario considerare queste due voci perché sono
quelle che evidenziano il rapporto fra i trasferimenti dallo Stato (e da altri
enti pubblici) e le entrate tributarie
proprie del Comune, che negli ultimi anni, con la riforma del cosiddetto
federalismo fiscale, è sì notevolmente cambiato, ma il cambiamento non si è
risolto in una diminuzione di entrate. Inoltre, vale la pena di prendere come primo
termine di raffronto le cifre del 2007 perché nel 2008 il governo Berlusconi
portò a compimento l’abolizione dell’ICI sulla prima casa già avviata dal
precedente governo di Prodi.
2007
Titolo I - Entrate Tributarie: 11.945.288,00
Titolo II - Entrate derivanti da
contributi e trasferimenti correnti: 6.938.497,00
Titolo I + Titolo II: 18.883.785
2008
Titolo I - Entrate Tributarie:
11.010.096
Titolo II - Entrate derivanti da
contributi e trasferimenti correnti: 8.060.479
Titolo I + Titolo II: 19.070.575
2009
Titolo I - Entrate Tributarie:
12.218.960
Titolo II - Entrate derivanti da
contributi e trasferimenti correnti: 9.195.229,00
Titolo I + Titolo II: 21.414.189
2010
Titolo I - Entrate Tributarie: 11.896.293
Titolo II - Entrate derivanti da
contributi e trasferimenti correnti: 8.597.490
Titolo I + Titolo II: 20.493.783
2011
Titolo I - Entrate Tributarie 18.324.218 (6.528.106 dallo
Stato*)
Titolo II - Entrate derivanti da
contributi e trasferimenti correnti 2.267.715
Titolo I + Titolo II: 20.591.933
2012 (dati del Conto consuntivo)
Titolo I - Entrate Tributarie: 18.486.439 (5.509.439,11
dallo Stato)
Titolo II - Entrate derivanti da
contributi e trasferimenti correnti: 2.296.435, di cui:
- 726.000 dallo Stato
- 1.196.435 dalla Regione Lombardia
- 9.000 dalla C.E.E.
- 365.000 da altri enti del
settore pubblico
Titolo I + Titolo II: 20.782.874)
2013 (dati del Bilancio previsionale)
Titolo I - Entrate Tributarie 18.486.439,11 (5.509.439,11
dallo Stato)
Titolo II - Entrate derivanti da
contributi e trasferimenti correnti: 2.905.129,49, di cui:
- 1.334.694,49 dallo Stato
(differenza tra Bil. Prev. e assegnazioni definitive di Mininterno**)
- 1.196.435 dalla Regione
Lombardia
- 9.000 dalla C.E.E.
- 365.000 da altri enti del
settore pubblico
Titolo I + Titolo II: 21.391.568,6)
La semplice lettura delle cifre
ci fa constatare che:
1) nel 2008 l’abolizione totale
dell’ICI sulla prima casa è stata abbondantemente compensata con i
trasferimenti dallo Stato;
2) nel 2011, con il federalismo
fiscale, i trasferimenti e contributi correnti sono scesi da 8.597.490 (anno 2010) a
2.267.715 euro, ma le entrate tributarie
del Comune sono aumentate da 11.896.293 (anno 2010) a 18.324.218 euro; vale a dire che i minori trasferimenti sono
stati più che compensati, soprattutto con l’attribuzione della
“Compartecipazione IVA” (2.243.218 euro di
fondi statali) e con la quota del “Fondo
sperimentale di riequilibrio” (4.284.888 euro di fondi statali) assegnata al Comune di Limbiate. Sono voci che dal 2011 alimentano stabilmente
i trasferimenti dallo Stato;
3) la somma di Titolo I + Titolo
II dal 2011 al 2013 non è mai diminuita, bensì è aumentata: +98.150 nel 2011 rispetto al 2010; +190.941 nel 2012;
+608.694,6 nel 2013.
4) dal 2011 (18.324.218-6.528.106
= 11.796.112 euro) al 2013 (18.486.439,11-5.509.439,11
= 12.977.000
euro), le entrate tributarie locali sono
aumentate di 1.180.888 euro.
L’assessore all’urbanistica, che
il suo stesso partito ha deciso di segare perché l’ha fatta (troppo) grossa,
continui pure a ripetere le sue affabulazioni lutulenti su ”creatività”, “fantasia”,
“progetti”, “partecipazione”, et coetera, et coetera. Sopporteremo
anche queste, fra i tanti oltraggi della vita. Ma non falsifichi la realtà.
* 2.243.218 euro di
Compartecipazione IVA + 4.284.888euro di Fondo sperimentale di riequilibrio; click
mercoledì 15 gennaio 2014
The gap
Quando Giovanni Pesce (1918-2007), il davvero mitico Comandante "Visone" dei GAP, che aveva combattuto nella Brigata Garibaldi nella Guerra Civile in Spagna (1936-39), e poi nella Resistenza in Italia, prima a Torino con Dante Di Nanni (1925-1944), Medaglia d'Oro al Valor Militare, e poi a Milano - meritandosi anch'egli una Medaglia d'Oro -, ed era un comunista togliattiano, sentiva qualcuno dire "gruppi di azione partigiana" riferendosi ai GAP, immancabilmente lo interrompeva bruscamente, non importava se fosse giovane o meno giovane, e correggeva, arrotando la erre e con l'accento francese che conservava dai tempi dell'emigrazione che aveva vissuto quando ancora non era uscito dall'infanzia: "No! Il nostvo nome eva Gvuppi di Azione Patviottica e non Pavtigiana!"
A Limbiate c'è un ciarlatano militante, anzi in s.p.e., che è (pensate un po'!) presidente o vice presidente dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (ma all'epoca della Resistenza non era ancora nato) e financo professore di storia nelle scuole medie superiori, che crede che GAP stia per "Gruppi di Azione Partigiana".


lunedì 6 gennaio 2014
Più Parco per poter eliminare anche i vincoli del PTCP. 2
![]() |
O Vale da Pedreira Ferrari no 2025 |
Ora l’esperienza dimostra, come vedremo
più avanti, che è facilissimo intervenire senza alcun controllo in un organismo
ristretto per far passare una variante urbanistica di natura speculativa che
sta a cuore alla maggioranza politica che in un dato momento ha in mano un
comune. L’organo deliberativo del Parco delle Groane non è direttamente eletto
dai cittadini. Ognuno dei sindaci ha un peso commisurato al territorio e alla
popolazione del suo comune (ma il Comune di Milano, senza nemmeno un mq di
territorio nel Parco, ha in mano il 40% del potere decisionale!). In un organo di
questo tipo, tutte le scelte sono decise dopo un mercato di favori tra un
Comune e l’altro, tra un gruppo politico e l’altro. La trasparenza (e non
parliamo della possibilità di controllo da parte dei cittadini) è ancor minore
che nel caso della Provincia o (domani) della Città Metropolitana, istituzioni sulle
quali, per le loro dimensioni, è rivolta costantemente l’attenzione
del’opinione pubblica.
Probabilmente qualcuno spera, con
l’inserimento dell’area di Mombello nel Parco delle Groane, di sottrarla
all’applicazione delle norme del PTCP, il cui articolo 31 afferma
categoricamente:
“all’interno della rete verde di
ricomposizione paesaggistica, individuata ai sensi del comma 1 o definita ai sensi dei commi 4 e 5, non possono essere realizzate nuove
edificazioni e opere che comportino l’impermeabilizzazione del suolo”.
Le sole eccezioni ammesse sono
quelle per:
- le nuove edificazioni che
possono essere realizzate “all’interno
degli ambiti destinati all’attività agricola di interesse strategico” [AAS,
che possono coincidere con aree della RVRP];
- “le previsioni degli atti di pianificazione urbanistica comunale
vigenti alla data di adozione del PTCP”;
- “la viabilità di interesse sovra comunale se non diversamente
collocabile”.
Ma l’articolo 31 è anche quello
che esclude, già all’inizio, la sua applicabilità alle aree comprese nei Parchi
regionali:
“La disciplina del presente articolo non si applica alle aree comprese
nei Parchi regionali”.
Ora, la disciplina delle N.T.A. del PTC del Parco delle Groane (si veda per esempio l’art. 38, dedicato alla Pianificazione Comunale Orientata) è assai più elastica di quella del PTCP; le norme del PTC del Parco consentono “pianificazioni” di iniziativa comunale su ampie zone,
“dove il Comune può definire
qualsiasi indice edificatorio” (come ha rilevato criticamente la DGR 25 luglio 2012, n.
IX/3814).
Un esempio di ciò che può accadere
nel Consiglio di Gestione e nella Comunità del Parco, e dell’elasticità con la
quale è possibile pianificare all’interno del Parco per iniziativa comunale, lo
abbiamo già avuto con l’approvazione della Variante 2009 al PTC del Parco,
quando, su richiesta della Giunta
Comunale di Limbiate (ovverosia del centro-destra di Romeo), l’area di Via
Cairoli fu destinata a Pianificazione Comunale Orientata.
La “Variante generale”, nella quale era compresa la P.C.O., fu firmata dallo stesso progettista che firmerà il PGT di Limbiate.
Quella P.C.O. violava vincoli assoluti di inedificabilità (zona di rispetto cimiteriale, fascia di rispetto dei fiumi) posti da leggi statali, e quindi prevalenti sia sul PTC del Parco sia sul PRG comunale, e violava anche il PTC della Provincia di Milano (allora ancora vigente per Limbiate) e il PTR della Lombardia.
La variante fu approvata anche dal centrosinistra (compresa la rappresentante della Provincia di Milano, appartenente a Rifondazione Comunista!), che però fingeva di protestare con una ridicola marcia di 200 metri! A nulla valsero i miei avvertimenti sulla reale natura della variante specifica che riguardava l'area di Via Cairoli, rivolti sia alla tizia appena nominata, sia ad un poveretto al quale ancora non riservavo l’appellativo (in realtà assai benevolo: ben altri ne meriterebbe) di grant e gross, ma pussé ciula che baloss.
La “Variante generale”, nella quale era compresa la P.C.O., fu firmata dallo stesso progettista che firmerà il PGT di Limbiate.
Quella P.C.O. violava vincoli assoluti di inedificabilità (zona di rispetto cimiteriale, fascia di rispetto dei fiumi) posti da leggi statali, e quindi prevalenti sia sul PTC del Parco sia sul PRG comunale, e violava anche il PTC della Provincia di Milano (allora ancora vigente per Limbiate) e il PTR della Lombardia.
La variante fu approvata anche dal centrosinistra (compresa la rappresentante della Provincia di Milano, appartenente a Rifondazione Comunista!), che però fingeva di protestare con una ridicola marcia di 200 metri! A nulla valsero i miei avvertimenti sulla reale natura della variante specifica che riguardava l'area di Via Cairoli, rivolti sia alla tizia appena nominata, sia ad un poveretto al quale ancora non riservavo l’appellativo (in realtà assai benevolo: ben altri ne meriterebbe) di grant e gross, ma pussé ciula che baloss.
Tutta la manovra, compresa
soprattutto la proposta di permutare l’area privata, sulla quale erano rimasti
i vincoli sopra richiamati che nei fatti la rendevano inedificabile, con
un’area comunale che ovviamente avrebbe dovuto essere di pari estensione e
soprattutto edificabile, fu smascherata da me [v. Peggio
del giovane Sindona]. Alcuni degli autori della proposta “di permuta” di
quattro anni fa si ritrovano fra quelli della proposta odierna: per esempio
Ti-che-tarchett-i-ball e il consigliere grant
e gross, ma pussé ciula che baloss. E anche la mobilitazione che si sta già
organizzando per sostenere la proposta “più Parco” ha le medesime
caratteristiche truffaldine di quella che poi sfociò nella “proposta di
permuta”.
L'operazione, tuttavia, dopo la mia
denuncia risultò troppo smaccata, anzi pericolosissima, e quindi il centrosinistra
prudentemente rinunciò alla bella ponzata della “permuta”. Addirittura, quando
poi arrivò al potere fece marcia indietro ufficialmente ma, ovviamente, in silenzio (v. delibera G.C. n. 159 del
27 luglio 2011). Qualcun altro dei proponenti (un immobiliarista rimasto
nell’ombra) pensò anche che dopo la mia denuncia era meglio chiedere - tramite
una delle comparsate del Comitato delle Pacciade - ad un suo amico assessore della Regione (un ex
socialista che è stato filmato ad una cena elettorale con ‘ndranghetisti) di far correggere la variante alla Giunta Regionale. Cosa che poi
avvenne, ancora una volta nel silenzio più totale: nessuno, infatti, nemmeno il
Comune di Limbiate, ha dato pubblicità alla cancellazione (con la DGR citata) della Pianificazione Comunale Orientata sull’area di Via Cairoli (ma
i privati interessati, dopo aver preparato… il terreno [è il termine più
appropriato!] sono tornati alla carica in occasione del PGT).
(segue)


sabato 4 gennaio 2014
Più Parco per poter eliminare anche i vincoli del PTCP. 1
![]() |
O morro de Mombello no 2025 |
L’area è stata inclusa dal PTCP fra quelle che
fanno parte della “Rete Verde di Ricomposizione Paesaggistica”. La RVRP è individuata, come dice
il comma 1 dell’art. 31 delle “Norme” del PTCP”, “con valore prescrittivo e
prevalente”, dall'Allegato
“D-5" - Tavola 6a1T. L’individuazione “prescrittiva e prevalente”
comporta non solo l’obbligo esplicitato con il comma 4 punto c.:
- “i Comuni, in sede di redazione del PGT, provvedono all’individuazione
delle reti ecologiche comunali tenendo conto di quanto indicato dalla DGR
10962/2009”,
ma anche questo altro obbligo:
- “i nodi principali (o gangli) della rete verde di ricomposizione
paesaggistica coincidono con le aree incluse nei PLIS e nei Parchi
Regionali.
Tuttavia, se si esclude la parte che non può non
avere una destinazione agricola (la parte che serve per le attività didatticche
dell’ITAS), l’area di Mombello “individuata” e sottoposta ai vincoli della
RVRP,
- comprende solo circa tre quarti dell’area
ex Antonini-Corberi;
- non comprende affatto le superfici sulle
quali, circondati da terreni che già sono “parco”, si trovano edifici con una
volumetria complessiva di alcune centinaia di migliaia di metri cubi.
Con una individuazione che tanto accortamente non vincola le aree sulle quali si trovano gli edifici più importanti, che in parte sono di proprietà della Provincia, il Comune di Limbiate
non ha alcun bisogno, per quanto riguarda la RVRP, di avvalersi della facoltà prevista
dall’art. 31 comma 4 punto a.:
“i Comuni provvedono, in coerenza con gli
obiettivi di cui al comma 2, alla eventuale ridefinizione della rete
verde di ricomposizione paesaggistica con facoltà di apportare modifiche
all’individuazione effettuata dal PTCP limitatamente ai seguenti casi:
- rettifiche ossia correzioni di errori
evidenziati da oggettive risultanze riferite alla scala comunale;
- miglioramenti ossia integrazioni che,
garantendo la continuità della rete, assicurino più efficacemente il
conseguimento degli obiettivi del Piano”.
Tanto, la quantità di metri cubi che possono
essere utilizzati, o ricostruiti, su terreni circondati da un parco
preesistente e vincolato, è più che abbondante!
Il progetto del PGT del Comune di Limbiate, nella
versione più recente dei documenti presentati (23 dicembre 2013), sembra
rispettare l’obbligo di conformarsi con l’individuazione delle aree della RVRP
del PTCP, ma in realtà non vi è stata alcuna vera modifica rispetto alla
versione della "Scheda dell’Ambito di Trasformazione AS" presentata nell’estate
del 2013. In
entrambe le schede, infatti, si omette di richiamare che nel PRG tuttora
vigente (art. 22 delle N.T.A.) la volumetria ammessa sull’area è di 20.000
mc/ha, con un rapporto mq/mc di 1:2!, “fatti salvi i volumi esistenti”:
vale a dire che, siccome i volumi esistenti assommano ad alcune centinaia di
migliaia di metri ma sono attualmente inutilizzati, la volumetria che si
potrebbe sfruttare è di alcune centinaia di migliaia di metri!
È quindi del tutto coerente, ma solo in questo
senso, che nella “Scheda AS” del PGT, recentemente “aggiornata”, per quanto
riguarda i parametri di edificabilità i progettisti abbiano aggiunto, con
funzione suasiva, “senza alcun incremento di sorta” alla dicitura
“mantenimento delle volumetrie esistenti”.
Per quanto riguarda le destinazioni d’uso
ammesse, la sostituzione nella scheda della dicitura “Tutte tranne le
attività insalubri di I classe” con la dicitura “Servizi e funzioni
complementari prevalentemente orientati alla sanità, all’istruzione e alla
cultura” non ha alcun rilievo, innanzitutto perché contiene quel “prevalentemente”
in realtà limitativo ed assai inquietante, ma poi perché sarà possibile, con
l’“Accordo di Programma o altra procedura negoziata con Regione Lombardia,
Provincia di Monza e Brianza e/o ente equivalente [grassetto mio, ndr]
e il Parco Regionale delle Groane”, definire con opportune varianti le
effettive destinazioni d’uso.
Si arriverà a definire con opportune varianti le
effettive destinazioni d’uso, perché è solo wishful
thinking, pio desiderio, ipotizzare
che, per effetto dei vincoli della RVRP - inesistenti sulla parte edificabile
dell’area - e per il suo inserimento nel Parco delle Groane, le previsioni
edificatorie del PRG vigente saranno accantonate dagli enti (compreso il Comune
di Limbiate) che negli anni passati hanno speso decine di migliaia di euro per
preparare progetti e masterplan per “valorizzare” (in senso proprio!)
tutta quell’area.
Questi progetti sono tenuti nel cassetto, ma
nient’affatto dimenticati, se per esempio l'Azienda Ospedaliera “G. Salvini”,
proprietaria di quasi la metà dell’area, non ha trascurato di presentare, già
due anni fa, una “richiesta esame modifica attuali N.T.A. per cambi
destinazione d’uso diversi spazi” (Istanza n. 11/2 del 28/11/2013): vale a dire
che ha chiesto di modificare l’attuale destinazione ad “attrezzature
pubbliche e collettive di livello comprensoriale” (art. 22 N.T.A.).
Le opportune varianti, tanto più
se sollecitate da enti della forza di quello appena citato, non solo saranno
possibili, ma, con il quadro istituzional-politico che si sta
prospettando, saranno anche più facili.
(segue)


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