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giovedì 15 gennaio 2009

Ennesimo falso del PD limbiatese sul P.I.I. di Via Monte Sabotino


Salvatore Ricciardi



L’uomo tende ad Icaro / ma la merda non vola

Jaroslav Hašek
[1]







Da un mucchio di carte e cartacce buttate là in attesa di trovare il tempo e la voglia di darvi uno sguardo, emerge casualmente un foglio del PD limbiatese, intitolato “Notizie”, distribuito forse da più di un mese. In realtà non di notizie è riempito il giornaletto, bensì di mediocrissima propaganda. Le ultime righe della quarta e ultima paginetta si riferiscono all’udienza del 4 dicembre 2008 del Tribunale Amministrativo Regionale di Milano, nella quale è stato discusso il ricorso presentato da alcuni cittadini avverso il P.I.I. di Via Monte Sabotino:

“Il ricorso in questione fa parte di un pacchetto di azioni che è stato finanziato anche dai consiglieri del PD con una quota simbolica ma significativa di 600 euro”.
È FALSO!

Il ricorso in questione non fa parte di nessun "pacchetto finanziato anche dai consiglieri del PD", perché quando il sottoscritto prese l’iniziativa di proporre ALTRE azioni legali sui P.I.I. approvati il 20 dicembre 2007 (Via Belluno e Via Sabotino), per il lavoro d’indagine preparatorio (necessario per chiarire quali erano le possibilità effettive di un ricorso) si era sbattuto per non poco tempo dapprima il sottoscritto, impiegando volontariamente il suo tempo, le sue energie e il suo denaro, senza il benché minimo intervento di nessuna natura di nessun politicante del PD; poi, nella fase finale, quand’era ormai accertato che per il ricorso esistevano fondati motivi, intervenne ovviamente uno dei diretti interessati. E si era ormai concluso anche il lavoro del legale che ha presentato il ricorso, che ovviamente si è fatto pagare. Per QUESTO ricorso le spese legali (assai consistenti) sono state sostenute interamente da chi ha firmato il ricorso e da un folto gruppo di altri cittadini del tutto autonomamente dal PD, al quale non è stato chiesto, e dal quale non è stato ricevuto, nessun sostegno.

I consiglieri del PD hanno invece accettato, ma molto malvolentieri (come subito fu chiaro, e successivamente dimostrato da loro stessi) la proposta del sottoscritto di contribuire al finanziamento di ALTRI RICORSI STRAORDINARI AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, sia per il P.I.I. di Via Belluno, sia per quello di Via Sabotino. Questo ultimo ricorso non è stato firmato da coloro che hanno firmato l’altro indirizzzato al T.A.R., bensì da altri cittadini estranei al PD. Per questi altri ricorsi, SOLO TRE CONSIGLIERI DEL PD HANNO MANTENUTO LA PAROLA CHE AVEVANO DATO, ma fra mille manifestazioni di riluttanza. Già al momento del primo modestissimo anticipo concordato, qualcun altro, fra i quali anche il sottoscritto, ha dovuto accollarsi l’esborso delle cifre non versate da chi NON HA MANTENUTO LA PAROLA DATA. Oltre alla misera cifra citata (che rappresenta assai meno del 10% della spesa complessiva per questi ricorsi), dai consiglieri del PD non è venuto alcun altro sostegno, nemmeno morale; anzi, quando a loro è stato chiesto di rispettare fino in fondo gli impegni presi per il saldo della spesa, hanno tentato di giustificare il loro sostanziale diniego in un modo talmente pretestuoso e talmente cafonesco (in ciò si è distinto l’illustre scienziato Archetti), che alla fine, fin troppo garbatamente e non da me, sono stati mandati a quel paese ed è stata rifiutata la miseria che DUE SOLI consiglieri del PD proponevano di versare.

Fin troppo garbatamente: tanto che i fatti furono resi pubblici da me solo quando fui costretto a smascherare l’appropriazione indebita di meriti che il PD può vantare solo in misura infima. Sullo squallore del comportamento dei politicanti del PD sono già stato costretto, infatti, a scrivere più volte [v. Gavroche nella Villa Mella (4 giugno 2008); Chi si batte contro lo scempio del territorio e il malaffare dei Piani Integrati d’Intervento di Via Monte Sabotino e di Via Belluno (4 settembre 2008) ; Cialtronerie "Quattro Stagioni" di un cementificatore fallito e connivente (17 settembre 2008)], ovviamente senza alcuna smentita, anche perché esistono testimonianze orali e scritte che da sole farebbero piazza pulita dei miseri pretesti dei quaquaracquà del PD. Ma più che di mancanza di consistenza umana e di serietà, sarebbe il caso di parlare di schizofrenia politica.

I notabili lillipuziani del PD, offrendo una versione locale e fra le più svaccate di un fenomeno ormai storicamente consolidato nelle società occidentali – ed ampiamente studiato - fanno alla giunta Romeo-Mestrone un’opposizione del tutto fittizia, esclusivamente funzionale al contenimento della costante erosione (più che al mantenimento) del loro elettorato, che Romeo e Mestrone esercitano con successo facendo la stessa politica, ma con una capacità di attuazione assai maggiore, del PDS-DS-PD. Infatti, se i casi di coloro che sono capaci di passare dalle parole ai fatti sono ovviamente rarissimi fra i notabili veri, fra quelli cioè che almeno esprimono discorsi di una qualche (apparente) consistenza, figuriamoci se ciò può accadere nel caso di notabili paesani, come quelli del PD di Limbiate, che non riescono mai ad andare oltre la ripetizione di alcuni poveri e stantii clichés da due soldi al chilo, per esempio in fatto di politica edilizia e di ambientalismo.

Altro che “aspre critiche”, come si dice nelle righe alle quali mi riferisco! Di critiche capitali (e non “aspre”: per queste si può far passare qualsiasi intervento vociante) al modo in cui era congegnato il P.I.I. di Via Monte Sabotino, se ne potevano fare moltissime. In particolare, come ho più volte mostrato, erano (sono) molti i danni erariali, risultanti da violazioni di legge dai risvolti anche penali, che quell’intervento edilizio causerebbe. Solo che per individuarli bisognava provare a leggere i documenti; ma né la Guida e Grande Timoniere del PD Campisi, né Gavroche-Archetti, che recentemente si è cinto il capo con l’alloro dello scienziato, si sono piegati verso tale bassura. Anzi, l’analisi dei documenti, e le proposte di azioni legali contro il malaffare, basate sugli elementi concreti che erano emersi dall’analisi, sono state apertamente svalutate e addirittura disprezzate (con scemenze del tipo: “non è così che si fa politica” [fatti recenti hanno chiarito perché: il PD è pieno di corrotti!]; “meglio fare opinione fra la gente” [ovvero: ripetizione ossessiva di frasette ideologiche, veri esempi di falsa coscienza], ecc.).

La manutenzione del consenso elettorale, tuttavia, per i politicanti è ragione di vita, e allora non c’è nulla che possa frenare la schizofrenia politica: mentre si continua a ripetere che i ricorsi al TAR non servono, si inventano (in campagna elettorale) esposti del PD alla Corte dei Conti (che mai sono stati presentati, e nemmeno scritti) e sostegni finanziari (rimasti infimi) a “pacchetti” di azioni legali (ai quali non si è mai, in alcun modo, collaborato). Particolarmente attivo, (vale a dire schizofrenico), è stato Archetti, che ha anche esibito la sua presenza all’udienza del 4 dicembre, della quale ovviamente non ha capito nulla. E tuttavia il solo ascolto dei discorsi dei legali delle parti, ciascuno durato non più di 15-20 minuti, ed in particolare di quello dell’avvocato del Comune di Limbiate, che ha tentato di convincere i giudici che è giusto costruire sull’area di Via Sabotino perché attualmente sarebbe infestata da ratti e da malavitosi! - discorso esilarante, ma che secondo Archetti avrebbe distrutto qualsiasi argomentazione a sostegno del ricorso - è bastato a questo poveretto perché la sentenza la pronunciasse lui, in anticipo sul collegio dei magistrati: i ricorrenti, è chiaro, hanno perso, e quindi è stato dimostrato che i ricorsi al T.A.R. non servono a niente! È corso quindi a convincere di ciò anche chi, fra gli abitanti presso la Villa Rasini Medolago, ha deciso di difendere il suo diritto di restare nella sua casa anche chiedendo al T.A.R, se fosse necessario, di costringere la Giunta Comunale e Frua De Angeli Holding a rispettare leggi e norme. (È stato il fermo rifiuto di questi cittadini di trattare non solo con la Holding, ma anche con Romeo, che, facendo presagire la minaccia di un ricorso, ha indotto entrambi a ridurre l’area d’intervento, nel tentativo – vano, ovviamente - di mascherare un’operazione truffaldina che il PDS aveva preparato e ora come PD condivide. Altro che “bluff”!).

La schizofrenia politica, tuttavia, può essere spiegata, anche da chi non ha la preparazione psichiatrica di Campisi, che è in grado di fare diagnosi a distanza, e di notte. Dunque: per un partito, come il PD, pieno di corrotti di ogni risma, parlare di ricorsi alla magistratura, anche se contro gli atti della giunta di Romeo-Mestrone, è peggio che parlare di corda in casa dell’impiccato. Purtroppo, però, c’è chi se ne infischia del politicantismo dei piddisti e i ricorsi li fa. Questi ricorsi suscitano consenso. Chi li promuove, e chi li fa, inevitabilmente occupa parte dello spazio politico, sottraendone ad altri (e soprattutto a chi ne occupa abusivamente), poiché, com’è noto, lo spazio politico non è estensibile. Allora, terrorizzati dalla perdita di spazio, i quaquaraquà del PD corrono per ogni dove a dire che i ricorsi non servono, perché di sicuro i ricorrenti perderanno. Ma, in realtà, non ne sono davvero convinti. Chissà, potrebbe darsi che i ricorrenti vincano. Non volevano, i policanti, partecipare ad UNA di queste iniziative, ma alla fine hanno ceduto… dunque è meglio, intanto, cercare di raccogliere un po’ di consensi. Se poi i ricorrenti vinceranno, meglio ancora: a maggior ragione (cioè con maggiore consenso) si potrà, eventualmente, rivendicare un merito. Et voilà, ogni tanto costoro utilizzano un ossicino non per ricostruire lo scheletro di un dinosauro, bensì per dare l’illusione di uno vivente.

Non si potrebbe trovare esemplificazione più chiara di cos’è la politica politicante, nella quale la schizofrenia è norma di vita: da una parte la rivendicazione di meriti presunti per la presentazione di ricorsi legali contro l’unica politica, quella edilizia, che mettono in campo le cavallette che da sette anni devastano Limbiate, e dall’altra l’inciucio sull’uso del risarcimento dei danni ambientali provocati dall’ACNA [v. Un successo del Pd per l’ambiente: “Il Partito Democratico di Limbiate ha presentato all’Amministrazione Comunale, che li ha condivisi e finanziati, 7 progetti per l’ambiente”; la sottolineatura è nel testo, un cumulo di mistificazioni – “scientifiche”, naturalmente! - sul quale tornerò]. Un inciucio del tutto naturale, considerando che a farlo sono le due frazioni dello stesso Partito, quello del Cemento, e preannunciato da molti segnali in questi ultimi mesi; con esso ognuna delle due parti pensa di “finanziarsi” la raccolta di voti nelle prossime elezioni provinciali. Quest’inciucio viene concordato proprio mentre Romeo e Mestrone sono ai ferri corti fra loro e nel loro partito, e mentre, finalmente, insieme con diversi funzionari al loro servizio – che già tremano - potrebbero essere investiti da diverse grane giudiziarie. Una bella ciambella di salvataggio!

Molti anni fa, sia il PCI, sia il PSI (nel quale allora si arrabattava Romeo, transfuga dal PSDI in cambio di un posticino da assessore), sia i consiglieri di Democrazia Proletaria, avversarono fieramente (e derisero) la proposta che sulla questione dell’inquinamento dell’ACNA il Comune presentasse almeno un esposto alla magistratura (infatti il Comune entrò nel procedimento giudiziario avviato dalla Regione solo all’epoca di Cattabeni). Ma quasi nessuno si ricorda più di quei tempi, del movimento di cittadini (mamme di scolari, soprattutto) che costrinse il Comune a prendere qualche provvedimento sanitario, ma non riuscì a far sì che l’allora sindaco Terragni Cuor di Leone prendesse carta e penna per scrivere alla Procura della Repubblica (il diniego fu sostenuto anche da vari Binacchi). E quindi perché mai farsi lo scrupolo di darsi un po’ di decoro, almeno chiamando i cittadini a dibattere su come spendere i soldi di un risarcimento, che fosse stato per loro mai sarebbe arrivato? La partecipazione è qualcosa che si mangia? Ma certo, soprattutto quando si tratta della torta elettorale! (E infatti della parola, usata in modo mistificante, si riempie la cavità orale Archetti, in ambito locale personificazione perfetta (seppure, ovviamente, al livello più basso) dell’ideal-tipo del notabile politico di cui ha scritto Max Weber – sebbene il ragazzotto vociante, fra le tante altre cose, ignori certamente anche il grande sociologo e scienziato - lui sì - della politica).



Note



[1] Per una prima informazione sull’autore de Il bravo soldato Švejk, v. http://www.mandragola.com/librarsi/biografie/hasek.htm. Su Hašek, su Švejk e su molto altro sono bellissime le pagine di Angelo Maria Ribellino in Praga magica, Einaudi, Torino 1973, pp. 279-317.


mercoledì 17 settembre 2008

Cialtronerie "Quattro Stagioni" di un cementificatore fallito e connivente

Salvatore Ricciardi

Millantato credito politico

È falso che il PD abbia collaborato “senza chiedere nessuna visibilità” al lavoro e alle spese per presentare ricorsi ed esposti sui famigerati “Programmi Integrati d’Intervento” di via Monte Sabotino e via Belluno. Per l’ennesima volta la Guida e Grande Timoniere di questo gruppetto, che si attribuisce il nome di Partito con la stessa disinvoltura con la quale Giacomo Casanova si attribuiva il titolo di “Cavaliere di Seingalt” (le parole non hanno padrone e per il loro uso non si pagano gabelle) - per l’ennesima volta tale Campisi millanta un credito politico che non può rivendicare [v. Idiozie di fine estate sul suo blog].

La visibilità il suo partito finto se l’è presa già alcuni mesi fa, prima delle elezioni politiche, quando ha stampato su un suo foglietto elettorale che il PD aveva presentato un esposto alla Corte dei conti. Era falso. Pura propaganda elettorale. Era esattamente ciò da cui aborrivano ed aborrono.

A quell’epoca, come sempre, questo stratega e la sua squadretta di guerrieri della via Pál, all’occorrenza estraevano dal loro kit di “oppositori” alcune frasette contro la “cementificazione”, ma si disinteressavano totalmente sia del lavoro per approfondire la conoscenza specifica dei PP.II.II. (fondamentale, per chi non si accontenta di frasi fatte, per individuare i punti deboli da attaccare), sia del lavoro per trovare i modi (e le sedi, che non si trovano nella sala consiliare) con i quali è realmente possibile farli saltare, nonché del lavoro per mantenere vivi l’attenzione e il sostegno dei cittadini, e per trovare i finanziamenti necessari - poiché per le spese non sarebbero certo bastati i loro “gettoni”.

I giovanotti erano invece interessati a inventarsi una tribunetta dalla quale chiedere qualche voto in più. A tal punto che la loro Guida e Grande Timoniere, convinto sostenitore anche delle peggiori forme di realpolitik, a chi gli rimproverava la frottola ignobile, rispose con un sorrisetto di compatimento che… suvvia, si sa che in campagna elettorale per raccogliere voti si raccontano balle!

Ho già ricordato [v. il post Chi si batte contro lo scempio del territorio e il malaffare dei Piani Integrati d’Intervento di Via Monte Sabotino e di Via Belluno] di aver scritto queste cose QUASI TRE MESI FA, nel post Gavroche nella Villa Mella]. Senza alcuna smentita.


Notabili paesani

Quindi, se costoro hanno speso migliaia di euro, li hanno spesi solo per coltivare il loro orticello, per tentare di mettere in piedi un partito che come tale è inesistente e funziona solo come comitato elettorale che alcuni notabili paesani, per mantenere la loro visibilità, usano tra un’elezione e l’altra come veicolo di polemiche verbali fittizie. Non è il caso, in questo momento, di dilungarsi sulla natura e la funzione di simili “formazioni politiche”, e quindi rinvio all’estratto di un classico della sociologia politica che ho messo in questo blog qualche tempo fa: [Formazione della volontà politica].

Nel Consiglio Comunale gli appartenenti alla cosa che attualmente si chiama PD si sono distinti solo per sconfortante pressapochismo. Le poche critiche puntuali certo non sono venute da loro. Fuori dal Consiglio in questi mesi si sono dedicati esclusivamente a mettere in moto il loro giocattolino, come del resto lo stesso Grande Timoniere dichiara. Altro che “fare opinione”! Hanno bisogno di un paio d’anni per crescere; dopo ci diranno infine di cosa si interesseranno… in vista delle elezioni. Ad ogni seduta del consiglio comunale naturalmente blaterano all’impronta su tutto lo scibile umano; intanto, chi gli ha affidato un mandato di rappresentanza popolare veda di sbrigarsela da solo.


Come venir meno alla parola data

È falso che i consiglieri del PD abbiano aderito con convinzione all’iniziativa di presentare ricorsi in tutte le sedi possibili contro i PP.II.II.. Campisi mandò tre consiglieri del PD su cinque ad una riunione nella quale, comunque, anche se malvolentieri e dopo tentativi d’insabbiamento, assunsero impegni a nome del loro gruppo. Presentati i ricorsi, Campisi commentò per iscritto: ”Molto bene”. Poi hanno cercato di non rispettare fino in fondo gli impegni, pretendendo che gli altri si mettessero ad aspettare che il loro “partito” raggiunga almeno l’età puberale. Proprio per questa pretesa, oltre che per la malafede e la cafoneria ostentata da uno stagionato giovanotto deprivato di qualsiasi creanza (oltre che di qualsiasi preparazione politica), alla fine sono stati congedati [v. il post Gavroche nella Villa Mella]. Su questa deprimente vicenda potrebbero essere esibite, naturalmente, testimonianze orali e scritte.

Che alcuni di loro abbiano versato in totale poche centinaia di euro è già stato dichiarato, senza alcuna sollecitazione preventiva, dal sottoscritto [v. il post Chi si batte contro lo scempio del territorio e il malaffare dei Piani Integrati d’Intervento di Via Monte Sabotino e di Via Belluno]. Ma, vista l’esperienza passata, era anche necessario mettere subito in chiaro, ancora una volta, per evitare appropriazioni indebite, come realmente si sono svolte le cose (con l’apporto di singoli cittadini ma senza l’intervento di comitati divenuti inconsistenti ormai da molto tempo, checché ne dicano certi giornalacci al servizio di Romeo e, previa consultazione, in sintonia con Campisi).

A questo ragazzotto malcresciuto, che parla sempre con le gorge turgide, va ricordato però che i gettoni di presenza dei consiglieri sono soldi pubblici, usciti dalle tasche dei cittadini (tutti) che gli hanno affidato un mandato di rappresentanza popolare ma non partitica, e non spetterebbero affatto al suo partito finto. Egli, con la mediocre storiella che ha rinunciato ai gettoni di presenza, esibisce solo stolida demagogia, sconfortante ignoranza della storia della democrazia rappresentativa ed estraneità antropologica alla sinistra e ai suoi valori.

(Qualche tempo fa ‘stu muccusedhu, che fa parte di un “partito” che ha cancellato la parola ”sinistra” anche dal suo nome, pretendeva di venire a spiegare a me, che almeno ho accumulato qualche esperienza in più e diversa da quelle accumulate (?) da lui esclusivamente nella sala consiliare, e che non mi sono mai pentito di essere di sinistra, che io farei parte di una generazione (della quale in realtà egli nulla sa) che ha “ridotto la sinistra” ecc. ecc …!).


Estraneità alla democrazia popolare

Più di un secolo fa il movimento operaio, dopo aver determinato in gran parte, in tutta l’Europa, le forme moderne della politica attraverso l’invenzione del partito di massa, a prezzo di lotte durissime riuscì a strappare l’indennità per gli eletti nelle assemblee legislative. Era la condizione per consentire anche ai lavoratori e ai loro partiti di agire nelle istituzioni, nelle quali altrimenti avrebbero potuto agire solo i ricchi, che avevano tempo e denaro a disposizione. (Che questa indennità in alcuni casi sia irrisoria e in altri, invece, abbia raggiunto livelli di rivoltante degenerazione, è altro discorso). Il nostro sprovveduto giovanottello, lasciando nella cassa del Comune la sua indennità, in realtà priva i cittadini di una seppur modestissima possibilità di affrontare, all’occorrenza, le spese per azioni concrete, per esempio, contro questa giunta. Poi, assunto il suo solito tono sapienziale, rilascia ricette come la seguente: “L’Italia ha bisogno di uomini nuovi con una visione “francescana” ed eroica della politica, fatta di povertà, amore per il prossimo e sacrificio” [già da me satireggiata in Farmacia dell’avvenire].

Non posso rimandare alla fonte originaria della “massima” citata perché il galantuomo, qualche tempo fa, per cancellare le porcherie che gli rimproveravo di aver scritto e/o pubblicato su questo e su quella, ha cancellato tutto il suo vecchio blog Limbiate politik [v. Stupidera, Il politico del K, Come Wojtyła, Prodromi di conversione?]. Questa è la vera ragione della chiusura di quel blog. In quello nuovo, a quanto pare, nonostante i dissimulati propositi di ravvedimento, è tornato rapidamente a scrivere scemenze e porcherie.


Sceneggiata napoletana

Campisi crede di essere in una sceneggiata alla Mario Merola, e gorgheggia singhiozzi sulla ristrettezza del suo bilancio familiare, sul pane da togliere dalla bocca della figlia… Che squallore! Quale improntitudine! Questo cialtrone omette che, se dovessimo esprimerci con i suoi stessi termini, allora dovremmo dire che qualcun altro, che ha un bilancio familiare ben più ristretto, ha dovuto “togliersi il pane dalla bocca”, pur di mantenere la parola data fidandosi, tra l’altro, degli impegni preventivamente presi di fronte a molte persone dal gruppo consiliare del PD!


Cementificatore fallito

CAMPISI NON PUÒ (E NEMMENO VUOLE) CONTRASTARE DAVVERO LA POLITICA DELLA GIUNTA ROMEO. Egli, infatti, è solo… un cementificatore fallito. Infatti, dopo aver accettato come dio il mercato, e la conseguente funzione ancillare della politica, egli e i suoi amici, a cominciare dal minuscolo conducator dal quale sono andati a scuola, si sono rivelati impreparati per servire il mercato con almeno qualche (vera) capacità, e sono stati fatti fuori da concorrenti che nel ramo della politica affaristica sono ben più capaci e attrezzati. Fossero stati capaci di mantenere il potere, Fortunati e Campisi avrebbero continuato a fare quello che già avevano cominciato in grande stile.

CAMPISI, INFATTI, È UNO DEI RESPONSABILI DELLA CEMENTIFICAZIONE DI PIAZZA DELLA REPUBBLICA. Un caso unico, a livello mondiale, di dissennatezza politica. Mi è capitato di raccontare la cosa in un seminario del Forum Urbano dell’ONU di Barcellona (settembre 2004). Un'urbanista tedesca fece una battuta scherzosa chiedendomi se in Italia non esistono gli ospedali psichiatrici. Per restare sullo stesso tono risposi accennando, tra l’altro, alla legge Basaglia, all’apertura dei manicomi, due dei quali erano proprio a Limbiate… Mi interruppe un amico, funzionario del Ministério das Cidades brasiliano, che commentò: Então é por isso! [allora la ragione è quella]. (Naturalmente io difendo la cosiddetta legge Basaglia).

CAMPISI È RESPONSABILE ANCHE DI MOLTO ALTRO. Ne riparlerò in un prossimo post. Per il momento mi basta ricordare che alla fine del primo mandato del centrodestra, con i suoi amici egli pretendeva di fare il verginello accusando Romeo e la sua ciurma di aver cementificato Limbiate. Costoro ebbero buon gioco nel ricordargli, con un volantino pieno di cifre, che due terzi almeno degli interventi edilizi da loro realizzati erano stati decisi dalla giunta Fortunati, nella quale Campisi aveva il ruolo di capogruppo finto, ma votante realmente. Campisi dovette (ma solo per un po’, ahimé!) cucirsi la bocca.


Danneggiatore della cassa pubblica

L’obbrobrio di piazza della Repubblica non è tale solo per il cemento. Sicuramente, anche in quel caso l’area è stata ceduta alla cooperativa di area PDS e ora PD a prezzi stracciati, esattamente come è avvenuto con il P.I.I. di Via Monte Sabotino. Campisi ha mai fatto una denuncia, in una forma qualsiasi, di questo sicuramente ingente danno erariale (che si è aggiunto al danno ambientale)? No.

Tempo fa egli ha preteso di raccontare - proprio a me, pensate! – di aver fatto autocritica con due- frasette-due pronunciate con tono salottiero. (Esilarante, se non fosse indecoroso).

CAMPISI VUOLE DIMOSTRARE CHE, INVECE, SI È PENTITO DAVVERO? Bene, abbia allora il coraggio di un atto di “eroismo” francescano (mi si scusi l’ossimoro, ma è la prosopopea del nostro): si cosparga il capo di cenere, si procuri i documenti e, anche se probabilmente ormai è troppo tardi, ne denunci pubblicamente tutte le porcherie che sicuramente vi sono contenute e i loro autori, ANCHE SE FANNO PARTE DELLA SUA PARROCCHIA. E non si preoccupi se, dopo tre lustri come consigliere comunale, ancora non capisce niente di certi documenti (che in realtà, con minimo sforzo, sono alla portata di tutti). Glieli spiego io. Gratis.


Il partito trasversale del cemento

Al centro della speculazione edilizia chiamata P.I.I. di via Monte Sabotino ci sono alcune perizie fatte apposta per dimostrare che i terreni che il comune voleva vendere ai palazzinari (o monetizzare in cambio della mancata cessione per gli standard urbanistici, valevano solo un poco più di niente [v. il post Chi è stato beneficiato da chi con il P.I.I. di Via Monte Sabotino]. Almeno uno dei progettisti del P.I.I. è (o è stato) dirigente e candidato” dei DS/PD. C’è più di un dubbio che il piano finanziario che ha presentato non abbia nessuna veridicità e sia stato steso con l’obbiettivo di favorire gli speculatori. Io ho già portato tutti i documenti alla Corte dei conti e alla Procura della Repubblica. Campisi, sedicente fustigatore dell’immoralità pubblica che i documenti del P.I.I. li ha avuti a disposizione già nell’ottobre del 2007, e che avrebbe potuto leggerli ben prima di me, non lo ha fatto (guarda che caso!), e sicuramente non li ha letti davvero.

Poco più di due anni fa, la cooperativa degli amici di partito di Campisi è stata beneficiata ancora una volta con la cessione per quattro soldi di un terreno comunale valutato da una perizia preparata ad hoc (deliberazione G.C. n. 102 del 25-5-2006). Indovina chi ha fatto la perizia? Gli stessi “consulenti” che hanno "periziato" i terreni di via Monte Sabotino. AVETE CAPITO QUALI SONO LE VERE RAGIONI DEL DISINTERESSE DI CAMPISI PER GLI ESPOSTI ALLA MAGISTRATURA CONTABILE E A QUELLA ORDINARIA?


Opportunità di ravvedimento operoso

Ma non sbarriamo le vie della Divina Provvidenza, che, come si sa, sono infinite. Su quest’altro malaffare io ho già pronto un esposto alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica. CAMPISI SAREBBE DISPOSTO A DIMOSTRARE IL SUO SINCERO E OPEROSO RAVVEDIMENTO FIRMANDOLO CON ME O ANCHE DA SOLO? Se lo facesse potrei astenermi dal satireggiare: a) lui fino a Natale; b) lo statista postelegrafonico fino a San Martino; c) lo strepitante Gavroche fino alla prossima settimana. Giuro.


[V. anche Max Weber, [La comunissima vanità, nemica mortale di ogni concreta dedizione e di ogni distanza nei confronti di se stessi]]