sabato 12 luglio 2008

Juan Ramon Jiménez


Juan Ramon Jiménez (1881-1958) fu uno dei più importanti poeti (ma fu anche prosatore) del Novecento spagnolo, punto di riferimento poetico e di pensiero per Federico García Lorca, Nicolás Guillen, Antonio Machado, Pedro Salinas, Miguel de Unamuno, José Ortega y Gasset

Dopo la vittoria del fascismo franchista nella Guerra civile (1936-1939), fu costretto a vivere in esilio, come tutti gli intellettuali spagnoli di un qualche valore.

Nel 1956 gli fu assegnato il Premio Nobel per la letteratura.


Dal risvolto della prima di copertina di Platero e io, a cura di Carlo Bo, Passigli Editori, Firenze 1991:

«La fama di Jiménez prosatore è strettamente legata a quest’opera, forse la più amata dagli spagnoli fra quelle di questo secolo. Un’opera, come è stato detto, “bella senza abbellimenti”, senza altro proposito che non sia quello di esprimere la forte emozione della vita di ogni giorno.

Due ne sono i protagonisti, fin dal titolo: il poeta e il suo asino — anzi, l’asino e il poeta — e come sfondo il leggendario paesaggio dell’Andalusia.

È un libro dolcissimo, pieno di colori e di luci; “un piccolo libro dove l’allegria e la tristezza son gemelle, come le orecchie di Platero”, per dirla con le parole stesse di Jiménez. Un’elegia leggera, che narra la storia dell’amicizia, della solidarietà fra l’uomo e l’animale, compagni di viaggi, scorrerie, ricordi e riflessioni».


Nel blog:

- [Acciaio e argento di luna, nello stesso tempo]

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