giovedì 24 luglio 2008

La punta dell’iceberg e la parte sommersa: osservazione o stima?

[Da Sis-Magazine]


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Uno dei punti cruciali nello studio dei fenomeni legati all’uso di sostanze illegali è proprio la stima della dimensione del fenomeno e della sua dinamica: la dimensione è data dalla prevalenza, ovvero dal numero di soggetti implicati in un certo periodo fissato (il numero di consumatori di cannabis, o di altre sostanze in un certo anno, per esempio) che è necessario conoscere per pianificare gli interventi diretti alla dissuasione (ma anche al recupero, assistenza…); la dinamica è misurata dall’incidenza, ovvero il numero di nuovi soggetti coinvolti in un certo intervallo di tempo (il numero di quelli che iniziano a consumare cannabis, o altre sostanze, in un certo anno, o in un certo mese….). Gli interventi dissuasivi e di prevenzione dovrebbero ridurre l’incidenza del fenomeno. La difficoltà della stima di incidenza e prevalenza di questo fenomeno è dovuto al suo status di illegalità, che fa sì che i consumatori costituiscano una popolazione“nascosta”, al pari degli immigrati clandestini. La numerosità delle popolazioni nascoste può essere stimata solo per via indiretta, utilizzando appropriati modelli che descrivono come dalla popolazione si generino i dati osservati in diverse circostanze. I metodi per la stima di popolazioni nascoste sono numerosi e quasi tutti nati per stimare la numerosità di popolazioni animali in natura: metodi di cattura-ricattura, (Mascioli-Rossi, 2006), metodi di Poisson troncati, metodi di calibrazione (Rossi, 1995).

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