venerdì 25 luglio 2008

La legalità: il tramonto di una categoria giuspolitica


Francesco Bilancia

[Da http://www.costituzionalismo.it/]



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L’esito di questa deriva – sostenuta e assecondata tanto dai governi di Centrosinistra, e da parte della dottrina, che dai governi di Destra - è, a mio avviso, la radicale trasformazione della forma di Stato italiana, scivolata di fatto da sistema democratico-rappresentativo a sistema di governo a mera legittimazione popolare del (solo?) Presidente del Consiglio.

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[Carl Schmitt], non certo ascrivibile tra i più strenui difensori della liberaldemocrazia, scriveva, a proposito delle leggi di maggioranza, o delle “leggi governative”: prodotto di un corpo parlamentare “ridotto ad una mera funzione di votazioni generali di maggioranza…rinunciando ad ogni esigenza «materiale» della legge…in tal caso tutte le garanzie di giustizia e di razionalità, ma anche lo stesso concetto di legge e di legalità, si riducono ad una conseguente mancanza di sostanza e di contenuto, meramente funzionalistica e fondata su computi puramente aritmetici della maggioranza”.

Osservava Schmitt che, così ragionando, “il 51% dei voti parlamentari dà il diritto e la legalità”…

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Il problema (…) è ottenere il 51% dei seggi parlamentari, e raggiungere questo obiettivo non piegandosi allo schema del governo di coalizione, potendo cioè rinunciare alla tediosa pratica della discussione, del negoziato politico, del compromesso financo con gli alleati di governo. Fino al punto di concepire una legge elettorale che consenta ad un leader di comporre un Parlamento di figuranti e, successivamente, un governo di personaggi minori e privi di ogni responsabilità politica propria in quanto propri dipendenti o, addirittura, subrette televisive, così riducendo i due organi costituzionali di indirizzo politico a strumenti per la traduzione istituzionale del proprio volere in atti legali, trasformando la legge e la legalità in meri atti di esecuzione. La legge di riforma della giustizia sarà allora, per fare un importante esempio, il frutto dell’acritica traduzione procedurale in atto parlamentare del disegno progettato dal proprio avvocato e tarato su misura per le esigenze di uno specifico processo. Questo è il nuovo significato sostanziale della legge, questa la nuova legalità.

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…la legittimazione interna non è più chiaramente data dal principio democratico della maggioranza, bensì dal possesso di fatto del potere statale, precedentemente conquistato in modo legale. Quanti regimi totalitari sono sorti a seguito di una originaria vittoria elettorale, che attribuendo il potere legale ha altresì fornito la base utile per abusarne fino alla consumazione di un colpo di Stato?

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Leggi l’intero articolo: http://www.costituzionalismo.it/articolo.asp?id=282


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